Blog di Dante Paolo Ferraris

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All'ombra di Napoleone (V parte)

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ParigiRue de la Paix e Place Vendome sono stati il mio tormentone, colmi di luccicanti vetrine di gioielli, profumerie e di importanti atelier di moda, sono stati visitati seguendo le peripezie di S. e R.; un continuo attraversata della stradale zigzagando di corsa Rue de la Paix, tra le auto, richiamati dallo sfolgorio delle vetrine.
Rischiando più volte di essere investito seguendo i miei due simpatici pazzi amici, presi dalla compulsione di ammirare ciò che questi negozi esponevano, raggiungiamo così, place Vendome, mi appare come uno scrigno che racchiude tutto ciò che di snob può esserci: la ricchezza esposta nei negozi di gioielli e di firme di abbigliamento di gran moda, arricchita da mobili di gran lusso e da hostess e venditori che sembrano usciti da una rivista patinata e da calendari di vari Miss e Mister universo.
Una lunga fila di auto scure, con palestrati autisti, che carichi di cappelliere e pacchetti seguono le signore che escono dai vari negozi, mi ricordano i tanti film visti sulla "grandeur" parigina.
Ma in questa piazza si racconta anche un pezzo di storia, infatti fu a partire dall'epoca del Secondo Impero che divenne un luogo di richiamo per i più importanti gioiellieri parigini, tradizione ancor oggi seguita e che ha messo a dura prova gli occhi di S. e R.
Al n. 13 di place Vendome si trova il Ministero della Giustizia francese sulla cui facciata si trova un curioso metro scolpito e che divenne l'unità di misura nazionale durante il periodo della Rivoluzione.
Al n. 15 si trova l'Hotel Ritz, inaugurato nel 1898, dove alloggiano normalmente le numerose personalità in visita a Parigi: qui la Principessa Diana trascorse le sue ultime ore di vita prima di imbucare il Tunnel dell'Alma, luogo anche di racconti fanciulleschi della vita di R. che mi racconta con dovizia di particolari. Una sosta davanti all'abitazione che riporta il n. 12 ove ha abitato il grande Chopin, prima di ammirare la colonna di Austerlitz voluta nel 1806 da Napoleone Bonaparte dopo la grande vittoria. Per la sua realizzazione fece fondere il bronzo dei 1200 cannoni catturati agli austriaci e russi e realizzò la famosa colonna; il tutto per onorare l'esercito. Si ispirò alla colonna Traiana di Roma, nel narrare le sue imprese La costruzione della colonna iniziò il 25 agosto 1806 e terminò nel 1810.
I bassorilievi vedono raffigurate scene importanti che vanno dalla creazione della "Grande Armée" alla Pace di Presburgo del 26 dicembre 1805 firmata dopo Austerlitz. La colonna venne dapprima chiamata "Colonna d'Austerlitz", poi "Colonna delle Vittorie" e in ultimo "Colonna della Grande Armée". Dopo la battaglia di Parigi, nel 1814, i soldati zaristi dell'esercito russo tentarono di abbattere la colonna senza però riuscirci, in compenso fecero cadere la statua di Napoleone posta alla sommità; la statua raffigurava Napoleone in abiti da petit caporal (piccolo caporale), venne riposizionata nuovamente sulla colonna nel 1831 dopo la abdicazione dell'ultimo re Borbone Carlo X.
Secondo una leggenda letta su un vecchio libro, pare che Girolamo Bonaparte, fratello minore di Napoleone portò la notizia alla Madame mère Letizia, la vecchia madre ormai gravemente inferma, si rianimò e cercò con gli occhi il busto del figlio affermando: «L'imperatore è tornato a Parigi». Successivamente Napoleone III fece sostituire la statua con un'altra, nella quale Napoleone era rappresentato in abiti imperiali.
La colonna venne distrutta nell'aprile del 1871 dai comunardi (governo rivoluzionario parigino del 1871). perché considerata un monumento allo sciovinismo. In seguito alla caduta della comune, la colonna venne ricostruita e ricollocata in place Vendome.
Sono attratto, nel nostro girovagare, dal Pantheon dove riposano le spoglie di Victor Hugo, Emile Zola, Volterre, dalla famosissima Università "la Sorbonne", luoghi che nel nostro tour parigino non ci siamo fatti mancare. I piedi e le nostre scarpe hanno macinato km di strade, la metro non ha più segreti, o meglio non li ha per R. che ci fa da scherpa.
Come non ricordare la mezza giornata passata dentro il museo d'Orsay celebre per i numerosi capolavori dell'impressionismo e del post-impressionismo esposti al suo interno; è situato di fronte al Musée du Louvre, in una ex-stazione ferroviaria (la gare d'Orsay), costruita a fine del 1800 in stile eclettico. Il museo è famoso per i quadri degli impressionisti (Paul Cézanne, Vincent Van Gogh, Paul Gauguin, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Edouard Manet, ecc.). Espone anche opere che partono dalla seconda metà del XIX secolo, contiene anche importanti lavori di architetti, scultori, fotografi e creatori d'arte decorativa ed industriale dal 1848 al 1914. Una intera galleria è interamente dedicata a Henri de Toulouse-Lautrec, e personalmente sto rifacendo un tour mentale dei miei vecchi libri di educazione artistica delle medie. Ma ovviamente io sono affascinato dall'ultima sala del museo, ove trovano posto, immense tele, raffiguranti le più gloriose battaglie italiane della seconda guerra d'indipendenza e che videro protagonista Napoleone III con il nostro Vittorio Emanuele II.
Non c'è persona che non abbia visto almeno una volta in televisione, in un film o raffigurata su cartoline, libri, la famosa torre Eiffel, possente costruzione metallica alta 300 metri, 320 se calcoliamo l'antenna della televisione, essa domina la città diventandone il vero simbolo. Con i sui 70.000 quintali fu costruita nel 1889 I suoi veloci ascensori riescono a portarti fino a 280 metri di altezza, qui si gode un meraviglioso panorama dell'intera città.
La coda per raggiungere gli ascensori e' lunga. Anche qui gruppi di italiani, e non sempre giovani, si fanno riconoscere inventandosi qualunque azione per superare la coda. Ho un po' di vergogna, taccio o mastico un po' di francese per evitare di essere immedesimato a loro. I commenti, anche se sotto voce, non si fanno attendere.
Il freddo è pungente, l'aria ti taglia le orecchie ed entra sotto i vestiti, sono impegnato con S. a spiegare a R. che non deve avere la fobia dell'altezza e che noi gli staremo vicini.
Finalmente dopo un ora di coda, raggiungiamo l'ascensore, dopo aver pagato un lussuoso biglietto e si parte... via verso le stelle...



Fine V parte.