Blog di Dante Paolo Ferraris

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Pillole di Storia: la storia di Paola Marzola Lombroso

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Paola LombrosoTrovare in un cassetto, un vecchio numero del Corriere dei Piccoli mi ha fatto per un attimo tornare bambino. Era uno dei miei giornalini preferiti che leggevo con avidità.
Ma la storia che voglio raccontare non la trovate sul Corriere dei Piccoli ma è nascosta tra le sue pagine. La vita e le vicissitudini di Paola Marzola Lombroso, coniugata Carrara che nacque a Pavia il 14 marzo 1871 e morì a Torino il 23 gennaio 1954, figlia del più noto Cesare Lombroso sono legate indissolubilmente con questo giornalino. Costei fu una giornalista, scrittrice e soprattutto una pedagogista nonché la ideatrice del Corriere dei piccoli. Paola era la prima dei cinque figli: dopo di lei nasceranno Gina, nel 1872, Arnaldo, nel 1874, Leo, nel 1876, e Ugo, nel 1877. Nel 1876 la famiglia si trasferì a Torino.
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Il mio Piemonte: Cabella Ligure

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CabellaLigureLe giornate tendono ad allungarsi, la primavera è appena arrivata. I miei viaggi in auto nella Val Borbera sono sempre stati un'esperienza affascinante, non solo perché mi hanno sempre permesso di esplorare uno dei luoghi meno conosciuti e autentici del Piemonte, ma soprattutto per il piacere di godere di paesaggi mozzafiato, borghi storici, strade panoramiche e una natura incontaminata. Oggi l'itinerario si snoda lungo la SP140, la strada provinciale che risale la valle parallela al fiume Borbera.
Il percorso parte da Vignole fino ai paesini di alta montagna, come Capanne di Cosola e Montaldo di Cosola, passando per vari borghi storici e aree naturali spettacolari. Ci sono molti punti panoramici lungo la strada in cui vale la pena fermarsi per scattare foto o semplicemente ammirare il paesaggio. Le strade della Val Borbera, specialmente quelle che portano in alta Valle o nelle frazioni più alte, possono essere strette e tortuose.
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Triora, un borgo ligure da scoprire - III parte

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TrioraTorno ad aggirarmi tra gli stretti caruggi con selciati in pietra, sono un continuo saliscendi e bassi voltoni detti "crote". Via Camurata già chiamata via Antiche Fortezze, prende il nome dal fatto che durante una pestilenza le porte e le finestre furono murate per impedirne l'ingresso. La strada è in ciottolato e in laterizio e i suoi muri sbrecciati si sono salvati dalle bombe e dagli incendi appiccati dai nazifascisti. Passeggio sotto le alte volte delle antiche case e vi trovo la Cisterna Centrale da cui sgorga acqua freschissima, Questa fontana, ricavata in un incavo di un abitazione è sormontata da un altorilievo con due delfini scolpiti su una pietra nera.
Spesso trovo viottoli in pietra e lastroni, assai ripidi. Invece la fontana Sottana, risale alla fine del XV secolo e il sostegno fu realizzato riutilizzando una antica colonna appartenuta alla Collegiata. Molte sono le edicole votive presenti sulle pareti delle strette stradine e tutte ben conservate e abbelliti da fiori. Largo Tamagni sembra un piccolo salotto. Questo piccolo slargo prende il nome dal Generale Francesco Tamagni distintosi nella guerra di Libia e nella prima guerra mondiale di cui avevo visto dei documenti al museo.
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Il mio Piemonte: Montechiaro d'Asti

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Montechiaro d'AstiLa mattinata e fresca e chiara, ormai la primavera la fa da padrona ed oggi voglio godermi un pezzo di Monferrato, raggiungendo un incantevole borgo piemontese. Montechiaro d'Asti, luogo dove incontrerò l'amico e collega Mauro, racchiude in sé la serenità e il fascino della campagna monferrina. Situato tra dolci colline e vigneti rigogliosi, questo comune è rinomato per la sua produzione vinicola ma soprattutto per essere un importante territorio dalle alte caratteristiche tartufigene. Montechiaro d'Asti, richiama appassionati da ogni dove anche per la sua storia e soprattutto per i suoi beni architettonici. Prima di salire sui tre colli su cui si distende l'antico borgo transito per la sua frazione Nocciola dove è ancora visibile l'antica Distilleria Martini e Rossi, ex complesso industriale edificato nel XIX secolo.
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Triora, un borgo ligure da scoprire - II parte

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TrioraDopo questa interessante visita mi inoltro per il centro del borgo. Un cartello apposto su un antico muro racconta che qui vi era una porta d'accesso, ormai scomparsa e che permetteva l'accesso in via Carriera, oggi via Roma, la porta era anche nota come porta Peirana. La porta fu distrutta nel luglio 1944 dai nazisti ed aveva un arco a sesto acuto, tipicamente medioevale. Inizio a percorrere questa strada che un tempo era l'unica che permetteva l'accesso dei carriaggi, raggiungo così una piccola piazzetta in cui un tempo vi erano delle abitazioni anch'esse distrutte dalle bombe nazifasciste del luglio 1944.
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Maleducati si diventa

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Dito medioQuante volte nel congestionato traffico, soprattutto cittadino, siamo spettatori e protagonisti del malcostume? Quante volte nel vedere una non più giovane ragazza che è esitante nell'attraversare la strada anche sulle strisce pedonali, sentiamo l'automobilista che si sbraccia incazzato gridando "muoviti troia" ? o anche utilizzando altri epiteti da bifolco.
Questo è un frammento di quella degenerazione dei rapporti interpersonali divenuti un emblema del nostro modo di comportarsi. Qualche anno fa ci saremmo limitati a sentir dire "Oca", oppure: "stai a casa a far la calzetta", oggi invece si passa subito all'improperio più triviale.
"In exteriore homini habitat veritas". Maleducazione - aggressività - intolleranza, è una verità ancora dei giorni nostri aggravata dalla frenesia quotidiana, dalla mancanza di empatia generalizzata e dal narcisismo imperante.
Nel felice paese di Bengodi, fino a ieri luccicante specchietto per le allodole, ci ritroviamo oggi privi di quei valori etici propri di una società che trova nella collettività il piacere/dovere di sentirsi un'entità unica. Invece stiamo creando, attraverso l'imbarbarimento dei costumi della società, un crescendo di individualismo, invidia e gratuita cattiveria. Passati i conflitti ideologici di un tempo, alla ricerca della naturalezza dei costumi, ci troviamo oggi privi di quei sani modelli ed antiche tradizioni, sostituite dalla bagarre televisiva dove l'insulto, la provocazione, la perdita del proprio controllo hanno ormai sostituito i criteri del perbenismo.
Ciò purtroppo, si ripercuote sul lavoro, in famiglia, nei luoghi che dovrebbero essere di socializzazione ed è difficile contrapporsi ai nuovi valori dimostrando che ciò è maleducato, quando maleducato è ormai il modo di vivere. Potremmo però tentare, noi che abbiamo avuto una diversa formazione e abbiamo fatto la scelta dell'impegno sociale, a rispettare gli altri ed a rivolgerci a loro con educazione, così come insegnatoci a scuola e dalla mamma, nella speranza che sia di buon esempio a chi non ha avuto la nostra fortuna di avere i nostri insegnamenti
 

Il mio Piemonte: Paderna

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PadernaLa mattinata primaverile inizia con il frescolino e l'aria è frizzante ma piacevole e ricco dei profumi dei fiori che sbocciano tra l'erba bagnata dalla rugiada. I primi raggi di sole, scivolano tra le fronde degli alberi, creando bei giochi di luce ed è con questa piacevole vista e sensazioni, dopo un abbondante colazione mi avvio alla scoperta di un nuovo borgo. La strada, accarezzata da questa luce primaverile sembra pennellare le case e i prati intorno a me, creando un esplosione dei colori con il verde brillante delle foglie novelle il bianco e il rosa nelle diverse tonalità dei fiori.
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Zavattarello: un borgo da scoprire

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ZavattarelloIn auto raggiungo l'Oltrepò Pavese una delle regioni più affascinanti da esplorare del pavese , nota per le sue colline ricoperte di vigneti, borghi medievali e la sua eccellente tradizione enogastronomica. Raggiungo così Zavattarello in una bella giornata di sole, si tratta di un piccolo borgo medievale. Zavattarello è immerso nella Val Tidone, dove l'Appennino degrada dolcemente verso il Po. Questa è una vallata sospesa nel tempo, dove la storia si legge nei castelli, nelle antiche pievi ed abbazie ma anche dai suoi borghi in pietra. Zavattarello è dominato dalla mole del suo castello, che sembra proteggere abitanti del sottostante borgo. Parcheggiato l'auto inizio il mio girovagare.
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il mio Piemonte: Lamporo

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LamporoIl sole si sta alzando lentamente, illuminando i campi. Le risaie, a quest'ora del giorno, riflettono la luce dorata del sole, creando un'atmosfera quasi magica. Un viaggio in un paese risicolo è un'esperienza unica e affascinante, ricca di contatto con la natura e tradizioni millenarie. A Lamporo le risaie dominano il paesaggio, si estendono a perdita d'occhio, verdi o d'oro sono sempre lussureggianti, dove è facile immaginare il ritmo delle stagioni e del lavoro agricolo. Il paese che oggi visito ha poche centinaia di abitanti ed è edificato su due file di edifici allineati sulle sponde del canale o roggia Lamporo, tributario del torrente Marcova per poi confluire nel fiume Sesia.
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Pillole di Storia: la controversa invenzione del panettone

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panettoneFin dalla sua incerta origine medievale, il panettone o pane natalizio ha attraversato diversi cicli di vita, dall'essere realizzato nelle cucine della nobiltà, all'artigiano dolciario, all'industrializzazione fino ad oggi al ritorno ai metodi artigianali. Oggi il panettone è diffuso in tutto il mondo ma la qualità di quello italiano è la più alta esistente, perché la sua denominazione è regolamentata da rigidi protocolli. Tentiamo di risalire all'origine dei nostro panettone e pare che l'origine di questo dolce della tradizione natalizia risalga addirittura al 1340, anche se si nutrono forti dubbi. Soprattutto perché la cucina è in continua evoluzione e il panettone ne è un buon esempio. Comunque questa storia vuole che il panettone fosse stato inventato a Milano. Certamente nella Milano del XIV secolo a Natale si mangiava qualcosa di speciale.
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Curtatone

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CurtatoneQuando l'amico Massimo mi ha proposto di andare a presentare i miei libri alla fiera di Santa Maria delle Grazie di Curtatone, ho accolto entusiasticamente l'idea di questa trasferta "fuori porta". Curtatone fin da subito mi ha evocato pagine epiche della nostra storia risorgimentale e non solo. Lungo il viaggio, mentalmente ripasso brevemente la storia del borgo, anzi dei borghi che visiterò. Abitata fin dall'antichità, il territorio di Curtatone, posto sulle rive del lago Superiore è alle porte della città di Mantova con cui ha condiviso tutta la sua storia. La presenza romana sul territorio di Curtatone è testimoniata dalle due strade rettilinee, parallele alla più settentrionale via Postumia.
Anche la centuriazione del territorio, conseguente ad espropri di terre a danno dei coloni locali testimonia la presenza romana. Inoltre secondo la tradizione l'origine del nome di Curtatone è attribuita alla presenza in questa località, di un accampamento installato dal Console "Curtius Odonis". Inoltre fu ritrovato nel XIX secolo, un sepolcro con corredo funebre: un vaso votivo, una lucerna policroma, il lacrimatoio e monete in bronzo dell'epoca di Tiberio. Una piccola necropoli dell'età di Augusto fu trovata in località Ponteventuno e furono inoltre scoperte delle strutture murarie romane e una lapide a Curtatone.
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