Blog di Dante Paolo Ferraris

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All'ombra di Napoleone (XI parte)

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ParigiUna pioggerellina fine e leggera batte sui vetri della finestra disegnando strane figure, il cielo di Parigi è bigio come l'ambiente che ci circonda mentre andiamo a prendere il metro. La folla che sempre riempie i viali e le strade pare essersi diradata e gli ombrelli colorati sono l'unica nota cromatica di una mattinata uggiosa.
Pare la giornata intonata al luogo che abbiamo deciso di andare a vedere, certamente strano per una visita turistica ma lo ritengo un doveroso omaggio a quanti personaggi storici ho avuto modo di studiare, conoscere ed apprezzare.
Prima di entrare a Père-Lachaise, ovviamente privi di ombrello, ci ripariamo in un bar dalla insistente anche se sottile pioggerellina gustandoci un espresso e pianifichiamo il nostro tour di visita al cimitero monumentale di Parigi.
Fu il primo dei cimiteri civili di Parigi, ed è anche il più grande, oltre ad essere uno dei più celebri del mondo.
Di confessione mista, fu voluto dall'amministrazione napoleonica all'inizio del XIX secolo, quando si decise di vietare in tutto l'impero, per salvaguardare la sanità pubblica, il seppellimento dei morti negli spazi urbani (cioè nelle chiese e nei piccoli cimiteri annessi).
Così nuovi cimiteri furono creati fuori città come il cimitero di Montmartre a nord, quello del Père-Lachaise a est, quello di Montparnasse a sud e, ancora nel cuore della città, il cimitero di Passy.
Vi sono sepolti, o vi sono stati sepolti, spesso trasferiti dalle tombe iniziali, molti personaggi famosi. Infatti è difficile considerare Père-Lachaise un semplice cimitero. L'atmosfera che si incontra, visto anche il grigiore della giornata, è visibilmente malinconica osservando tutti i visitatori, che sono veramente tanti, pare quasi una passeggiata in un posto dove si incontreranno vecchi amici e famigliari che si erano persi di vista.
Del resto, come non considerare quasi famigliari, personaggi famosi come artisti che hanno accompagnato la vita di milioni di persone, anche se mai si è avuto la possibilità di incontrarli di persona come Chopin, Balzac, Moliere, Jean La Fontane, Marcel Proust, Camille Pissarro, Marceau, Amedeo Modigliani, Simone Signoret, Apollinaire, Colette, Yves Montand e tanti altri poeti, scrittori, cantanti, attori, medici inventori ecc…, meritori di una sosta di ricordo. Ogni tappa sotto l'insistente e ormai noiosa pioggerellina, con un sottile venticello che la rende ancor più fastidiosa, ci permette di richiamare alla mente con R, scritti, poesie e percorsi storici.
Tra i personaggi di maggior spicco sepolti qui vale la pena di ricordare Oscar Wilde sulla cui tomba tratti di rossetto ricordano l'amore per questo scrittore anticonformista, geniale e fuori dagli schemi. Sul sepolcro si erge una figura in pietra, a cui qualcuno ha deciso di spaccare i genitali. e molti ragazzi e ragazze vi sostano vicino, qualcuno anche leggendo passi di suoi famosi scritti come "Women are made to be loved, not to be understood" (Le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite), tratto da la "La sfinge senza enigma". Tutt'intorno la tomba, il luccichio di piccoli vetrini che sembrano brillantini, lasciati in segno di omaggio da qualche riconoscente lettore. Sicuramente fu un personaggio eccentrico nell' abbigliamento ed antitetico nel comportamento per i suoi tempi, soprattutto per i suoi discussi rapporti amorosi. E' maggiormente conosciuto per aver scritto "Il ritratto di Dorian Gray", "Il principe felice e altri racconti" o l'opera teatrale "Salomè". La tomba è inondata di scritte con rossetto e di incisioni di molti cuori. Oscar Wilde morì di meningoencefalite nel 1900 a 46 anni dopo aver vissuto una vita sregolata, talvolta nell'opulenza ed altra in povertà, comunque piena di vizi e trasgressioni. Lo ricordiamo accanito fumatore di sigarette egiziane oppiate e bevitore di assenzio, mentre ora riposa nella stessa tomba dove giace l'amante Robert Ross. Fu dapprima seppellito nel cimitero di Bagneaux, dove su un modesto monumento gli amici avevano fatto incidere la frase (tratta dal libro di Giobbe): "Nulla osavano aggiungere alle mie parole, e su di loro stillava goccia a goccia il mio discorso".
Nel 1909 le sue spoglie furono traslate al cimitero di Père Lachaise, sotto un imponente monumento granitico, raffigurante una sfinge. Morto Ross nel 1918, anche le sue ceneri nel 1950 furono traslate nella stessa tomba di Wilde. La moglie di Wilde; Constance Lloyd, gli diede due figli e sopportò per lunghi anni l'infedeltà e la pederastia di Wilde, dopo la loro separazione,dovuta allo scandalo della sua omosessualità, Questa morì a Genova nel 1898 e fu sepolta invece nel cimitero monumentale di Staglieno.
Già che parliamo di Oscar Wilde, non possiamo non citare la poesia scritta da Lord Alfred Bruce Douglas nel 1892 "Two Loves" [Due Amori], un altro amore di Wilde. Poesia usatagli contro al processo per la famosa asserzione che provava il loro rapporto omosessuale: "the Love that dare not speak its name" ("l'Amore che non osa pronunciare il proprio nome"). Il poeta inglese è ricordato per essere stato il partner dello scrittore dal carattere burrascoso e che Wilde amava chiamare semplicemente "Bosie".
Alfred Douglas istigò in giovane età Wilde a denunciare il proprio padre spingendolo ad odiare la sua famiglia che era dichiaratamente ostile al rapporto tra i due. Wilde querelò allora il marchese, padre di Alfred, per diffamazione in quanto lo stesso aveva inviato un biglietto al club dello scrittore irlandese insultando pubblicamente Wilde. Il biglietto, che era un biglietto da visita, portava scritto: "Ad Oscar Wilde, che si atteggia a sodomita". Il confronto diventò inevitabile e Wilde, strumentalizzato dal giovane, venne infine accusato formalmente di "oscena indecenza", eufemismo usato per indicare ogni atto omosessuale, pubblico o privato. All'epoca tale atteggiamento era considerato reato e quindi Wilde fu sottoposto a processo e condannato a due anni di carcere e ai lavori forzati. Dopo la scarcerazione di Wilde i due convissero per breve tempo in Italia, più precisamente a Napoli, dove Douglas abbandonò definitivamente Wilde forse temendo di essere diseredato dalla famiglia. Dopo una lunga sosta su questa tomba, che non ho particolarmente apprezzato per il suo stile, ci perdiamo nel dedalo di tombe accalcate l'una sull'altra senza un particolare disegno urbanistico, con piccolissimi spazi di camminamento tra loro e ancor peggio molte di difficile identificazione, Ciò non pone benevolmente per una città che ospita così illustri personaggi in un proprio cimitero.
È difficoltoso trovare anche nel grandioso, ma totalmente anonimo colombario, il loculo che ha ospitato le ceneri di una grande artista come Maria Callas, nome d'arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos. Soprano di fama mondiale, ma anche famosa per essersi perdutamente innamorata del miliardario Aristotele Onassis, entrando così nel mondo dei pettegolezzi e delle storie in rosa degli anni 60 del secolo scorso, Maria Callas aveva così deciso di divorziare dal marito Meneghini. Il fatto era troppo clamoroso per non essere notato, e fu lo stesso Meneghini a ispirare le pagine rosa che seguirono tutta la vicenda amorosa tra la Callas e Onassis. Ogni uscita pubblica della Callas diventò preda dei giornalisti, fino al giorno della sua morte. La Callas, di cui abbiamo sempre sentito parlare e forse anche ascoltato qualche sua interpretazione in televisione, era un personaggio che mi aveva da sempre sedotto per il suo particolare fascino esercitato: bisbetica per alcuni ma cortese e disponibile per altri. Ma comunque, sempre grande in ogni sua espressione come donna e come artista.
La Callas morì a Parigi la mattina del 16 settembre 1977 per arresto cardiaco. Dopo i funerali, la sua salma fu cremata e le ceneri sepolte nella cripta del cimitero Père Lachaise. La Callas, però, non ebbe pace né in vita né dopo la morte. Infatti nel 1978 l'urna con in suoi resti mortali fu misteriosamente sottratta dalla cripta e venne ritrovata il giorno dopo nello stesso cimitero. Così amici e familiari greci della cantante optarono per custodire ciò che restava del grande soprano nella camera blindata di una banca fino al 3 giugno 1979, dalla camera blindata le ceneri furono successivamente portate in Grecia per essere disperse nel mare Egeo. La stessa Callas da viva amava ripetere che voleva essere cremata e soleva aggiungere: "Fai spargere le mie ceneri nel mare Egeo. Abbraccerò il mio Aristotele attraverso il mare...". È comunque vivo il sospetto che le ceneri della Callas siano andate perdute o peggio ancora trafugate durante la loro permanenza al cimitero Père Lachaise e che le ceneri sparse in mare dal ministro della Cultura greco durante una cerimonia nel 1979 non fossero effettivamente le sue. Noi comunque, dopo una lunga ricerca del suo loculo ormai vuoto, ci tratteniamo qualche istante davanti a questa piccola lapide bianca, posta dal Maria Callas International Club nel settembre del 1991, che riporta oltre il suo pseudonimo solo la data di nascita e di morte e una rosa rossa, posta da mano caritatevole che indica ancora l'amore di molti suoi fans.
Il nostro viaggio tra i grandi della storia continua fino ad incontrare la tomba della contessa Virginia Castiglione.



Fine XI parte.