Analisi non facile ma ogni tanto necessaria, che devo fare tra me e me, con l'ineluttabilità ogni tanto di uscire allo scoperto e manifestare il mio stato d'animo.
Mi capita sovente di "guardarmi dentro" quando sono solo, quando mi guardo allo specchio, quando ascolto le parole di una canzone o anche dopo aver letto un paragrafo di un libro che mi porta a riflettere.
Chissà perché nei miei pensieri e nelle mie "riflessioni dentro" cerco di mettere sempre in evidenza ciò che non ho fatto o ciò che ritengo di aver fatto male o dove ho sbagliato, poi alla fine mi accorgo che spesso gli sbagli sono indotti da altri. Sono consapevole che una base di egocentrismo e solipsismo mi ha portato talvolta ad aver sbagliato amicizie o legami, ma ciò mi capita sopratutto perché voglio apparire sicuro di me: forse, se volete, è anche presunzione.
Così ogni tanto mi capita di chiedere scusa a chi ho tradito o offeso, anche se alla fine non ho mai tradito nessuno, mi affliggo nel considerare tradimento ciò che spesso è una bugia, e offesa ciò che in fondo era verità detta. Talvolta anche una scrollata di spalle mi permette di mandare "affanculo" ogni nemico o falso amico. Ciò mi aiuta molto e un grande sentimento di soddisfazione mi pervade.
L'unica certezza che ho, che io vinca o perda nelle mie piccole battaglie quotidiane, o che abbia ragione o torto, è che è sempre la stessa "merda". Non ottengo mai i risultati che spero.
Ho conosciuto migliaia di persone ma la mia pessima memoria fotografica fa si che mi rimangano impresse soprattutto le "facce" di coloro che non avrei mai voluto conoscere o di coloro che non vorrei più incontrare sulla mia strada e ciò mi amareggia assai perché vorrei ricordare soprattutto i visi gaudenti di amici veri.
Mi accorgo del valore degli amici veri e di tutto ciò che li circonda solo quando non sono più con me, mi soffermo a pensare cosa trovavo di bello in loro, di quale posto occupavano nel quotidiano della mia vita e di quanto vuoto hanno lasciato andandosene via.
Davanti allo specchio conto le rughe, guardo i primi capelli bianchi che ormai colorano le basette, non sono mai stato affascinante o belloccio, anzi tutt'altro, ma sono sempre stato me stesso, con i miei pregi e i miei difetti. Mistifico l'età che inesorabilmente avanza, frequentando persone più giovani di me, cercando l'abbigliamento più giovanile possibile, talvolta cadendo anche nel patetico. Ho tolto l'orologio dal polso per non vedere mai il trascorrere del tempo, che comunque mi perseguita, tanto da diventare ormai mio complice.
Guardo il mio volto allo specchio ma non saprei disegnarlo perché in fondo io non so chi sono e forse mi spaventa scoprirlo.
Orgoglioso di essere quello che sono, con tutti i miei difetti, del percorso fatto nonostante l'impulsività che mi domina, delle scelte fatte nonostante gli errori.
Questa vita non guarda in faccia nessuno ed è già tanto se non ti sputa in faccia, ho imparato a portarmi appresso sempre dei fazzoletti per pulirmi gli occhi e proseguire per la mia strada a fronte alta.
Questa è però la mia vita, tutto ciò che sono e che ho, l'ho conquistato e nessun regalo mi è stato fatto.
Ogni volta che sono stato attaccato o quando qualcuno ha tentato di schiacciarmi, non sono mai stato pronto a difendermi ne tanto meno a contrattaccare o ad essere il primo che attacca. Non ce l'ho mai fatta, ho sempre incassato.
E il risultato è stato sempre lo stesso, cioè di essere "incazzato". Vince poi in me lo spirito di sopravvivenza e allora "spallucce" e si prosegue.
Credo che le vicissitudini della mia vita, come quelle di tanti altri, possano essere il copione di un qualunque film che purtroppo non guarderà nessuno. Sono convinto che quello che conta è quello che noi siamo, quello per cui vivo, i miei sogni, i miei desideri, i miei dubbi, i miei valori ed i miei ideali.
La gente continuerà ad puntarmi il dito addosso come ognuno di noi fa con gli altri, ma non mi importa essere sulla bocca altrui, l'importante è essere capaci di lasciare una parte di se stessi agli altri e vivere la propria esistenza come si vuole.
Mi parlo addosso da sempre sulla mia stessa vita, vorrei svegliarmi la mattina e poter ricominciare, per stravolgere tutti i piani del destino, perché domani sarà migliore e io sarò migliore come in quel film che ti lascia alla fine senza parole.
La vita non è facile perché è amara come il passato e ognuno di noi cerca sempre il dolce. Tutto questo mi ha cambiato e forse mi sono fatto rubare gli anni migliori frequentando persone sbagliate, adombrandomi con le mie paranoie e da chissà quanti errori. Ciò mi ha permesso di costruire la mia "fortezza" di carattere, proprio grazie ai mattoni che mi sono stati tirati addosso.
Ecco perché affermo che non devo mai voltarmi indietro, perché indietro ci sono già stato, ma è inevitabile che nel percorso della nostra vita si cerchi di mettere dei punti saldi, ed oggi devo ammettere che tante cose mi mancano, dalle più semplici e banali che ritengo ormai superflue, come imparare l'inglese o importanti come avere un figlio, quale completamento di una famiglia che non ho e che vorrei.
Sono strano lo ammetto, e conto più i miei difetti che i pregi, ma quelli non li vedo, sono sempre gli altri che devono evidenziarli. Oggi ho qualcuno lassù che mi guarda, a cui ho promesso di vivere la mia vita nella pienezza dei sentimenti, che non mi devono più spaventare le foto nascoste nel cassetto che rappresentano il passato, che io devo scegliere di vivere per accontentare me stesso e non per compiacere agli altri.
Ormai sono convinto che quelli che mi criticano, sono quelli che mi vogliono diverso, ma io non ho intenzione di cambiare e se vedono in me quello che loro non saranno mai, se ne facciano una ragione. Non sempre chi dice "Basta" lo vuole davvero, l'orgoglio porta spesso le persone a fare o dire cose che fanno soffrire; io piuttosto continuerò ad inciampare ma non starò mai fermo, continuerò a sbagliare sapendo che dagli sbagli potrò solo imparare, non mollerò mai piuttosto che fermarmi a piangermi addosso.
NO! Non mi cambierei mai, nemmeno devo rimpiangere nulla, non distruggo più il mio passato anzi ho imparato a suon di schiaffi a prenderne atto e a ricominciare dal dolore patito. "Questa vita", avrebbe detto mia madre, "va vissuta" e se vi ho deluso posso anche chiedere scusa, ma non servirà a niente, sono quello che sono e mi piaccio così; con le me "paturnie", i mie vezzi, perché la mia strada non è conclusa e il mio obbiettivo è ancora da raggiungere: ora ho la forza di vivere per scalare la montagna della mia esistenza, conscio di non essere più solo.