Blog di Dante Paolo Ferraris

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All'ombra di Napoleone (XV parte)

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ParigiAccelero il passo sotto la pioggia che ormai mi ha intriso i vestiti, mentre penso che sarebbero molte le visite che vorrei fare sostando davanti a tanti illustri personaggi del passato, ma posso solo dare un occhiata sfuggente. Il timore che R&S siano in pensiero per me, visto il mio ritardo sui tempi concordati, non mi permette di dilungarmi più di tanto.
Raggiungo per una brevissima sosta la tomba di Jean de La Fontaine (Château-Thierry, 8 luglio 1621 - Parigi, 13 aprile 1695), scrittore e poeta francese, autore di celebri favole con intenti moralisti. La Fontaine condusse una vita piuttosto oziosa entrando sotto la protezione di diversi nobili.
Frequentò letterati del calibro di Jean Racine, Molière e Madame de La Fayette. Fu anche eletto membro dell'Académie Française nel 1683.
Lui stesso si definì «anima inquieta e ovunque ospite di passaggio» e per tutta la sua vita oscillò tra la pace della campagna e la seduzione della vita mondana parigina. Nonostante le scarse qualità oratorie, frequentò i migliori salotti parigini e grazie al suo temperamento amabile era in grado di farsi ben volere dal protettore di turno.
La Fontaine esordì nel 1654 con l'Eunuque, un libero rifacimento di un classico di Terenzio, nel quale mescolò la sobria eleganza terenziana alla vivacità della commedia francese.
In seguito pubblicò una prima raccolta di Favole nel 1668 (dal primo al sesto volume in centoventiquattro episodi) intitolata Fables choisis mises en vers ("Favole scelte diversificate") e una seconda nel 1679 (dal settimo all'undicesimo volume, mentre un dodicesimo fu pubblicato successivamente); molte di queste favole saranno illustrate dal Doré.
La Fontaine si presenta come il continuatore di Esopo e Fedro; favole con intenzioni morali ma anche satiriche. Il contrasto è fra i suoi stili e metodi di scrittura preferiti. Fra le favole più celebri "Il gallo e la volpe", "Il corvo e la volpe", "Il gatto e la tigre".
Le sue favole, popolate da animali parlanti, ricche di riferimenti critici ma anche ironici nei confronti del potere, gli valsero qualche problema con il re.
Vengono considerate ancora oggi capolavori della letteratura francese, caratterizzate dal loro stile allo stesso tempo raffinato e semplice.
Vicino alla sua tomba è sepolto Molière (pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (Parigi, 15 gennaio 1622 - Parigi, 17 febbraio 1673), commediografo e attore teatrale francese.
Tra le opere più famose: La gelosia dell'impiastricciato, "La Jalousie du barbouillé" (1650), Il dottore innamorato, Le "Docteur amoureux" (1658), Il Tartuffo, "Le Tartuffe ou l'Imposteur" (1664), Don Giovanni o il convitato di pietra, "Dom Juan ou le Festin de pierre" (1665), L'amore medico, "L'Amour médecin" (1665), Il misantropo, "Le Misanthrope ou l'Atrabilaire amoureux" (1666), Il medico per forza, "Le Médecin malgré lui" (6 agosto 1666), "L'avaro, "L'Avare", "l'École du mensonge" (1668), Il malato immaginario, "Le Malade imaginaire" (1673).
Luogo comune è pensare sulla presunta ossessione di Molière nei confronti della medicina e dei medici. Ciò è dovuto ad una lettura superficiale di alcune opere del drammaturgo, dove ci si imbatte diverse volte nel personaggio del medico, che sembra essere sempre preso di mira quale oggetto di scherno.
Molière morì il 17 febbraio 1673 di tubercolosi, dopo aver recitato Il malato immaginario con molta fatica e coprendo più volte la tosse con una risata forzata, mentre stava recitando. Morì durante la notte tra le braccia di due suore che lo avevano accompagnato a casa. Da questo evento nasce la superstizione in Francia di non indossare il verde in scena, proprio perché Moliere indossava un abito dello stesso colore nella sua ultima recita. In Italia la superstizione vuole che sia il colore viola da non indossare in scena, poiché nel Medioevo venivano vietati tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e di spettacoli pubblici durante i quaranta giorni quaresimali. Questo comportava per gli attori e per coloro che vivevano di teatro notevoli disagi economici non potendo guadagnarsi il pane quotidiano, conseguentemente si ritiene che viola porti male in scena.
Grazie all'intercessione del Re presso l'Arcivescovo, fu possibile seppellire la salma di Moliere nel cimitero di Saint-Eustache, ma ad una profondità di più di quattro piedi, misura che fissava l'estensione in profondità della terra consacrata, in quanto in Francia vigeva il divieto di inumazione cattolica per gli attori e commedianti. Oggi la tomba di Molière si trova nel famoso cimitero parigino di Père-Lachaise, proprio accanto a quella del famoso scrittore di favole.
Finalmente, dopo essermi anche perso nel dedalo di viuzze e di vicoletti del cimitero, raggiungo a stento la tomba presso la quale ci eravamo dati appuntamento con R&S, che ovviamente si sono stancati di aspettarmi e ormai sono fuori dal cancello di Père Lachaise.
Sinceramente mi trovo deluso dalla piccola tomba di James Douglas "Jim" Morrison (Melbourne, 8 dicembre 1943 - Parigi, 3 luglio 1971) cantautore e poeta statunitense.
Leader carismatico della band statunitense The Doors. Il nome The Doors (Le Porte) della band fu scelto dallo stesso Jim Morrison e deriva dal verso di una poesia di William Blake. «If the doors of perception were cleansed, everything would appear to men as truly it is: infinite.» («Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe agli uomini come realmente è: infinita.»William Blake, The Marriage of Heaven and Hell).
Fu uno dei più grandi cantanti rock della storia ed uno dei maggiori esponenti della rivoluzione culturale degli anni Sessanta. Dal carattere impetuoso, definito Profeta della Libertà, poeta maledetto e dal grande potere di seduzione, nella storia della musica è sicuramente stato uno dei massimi simboli dell'inquietudine giovanile.
Ancora oggi lo è se pensiamo che la sua piccola anonima tomba, di granito grigio, seminascosta tra sepolcri di illustri sconosciuti, è permanentemente ricoperta di tantissimi fiori e visitata da tanti ragazzi che nel corso degli anni non hanno mancato di intagliare la corteccia di un piccolo albero nelle vicinanze con cuoricini a lui dedicati o con le parole delle sue canzoni. Tutto ciò fa di Re Lucertola (come era soprannominato, da un verso del suo poema: Celebrazione della Lucertola, "I'm the lizard king, I can do anything", parte del quale appare nella canzone Not To Touch The Earth contenuta nell'album Waiting For The Sun) una divinità del delirio e della liberazione dei sensi, ma anche sciamano del rock, angelo in pelle di serpente e incarnazione di Dioniso.
Condusse una vita sregolata, caratterizzata dall'abuso di stupefacenti e di alcolici e documentata dai suoi arresti e dai numerosi scandali che lo videro coinvolto.
Morrison si trasferì a Parigi con la compagna Pamela nel marzo 1971, con l'intenzione di smettere di bere per dedicarsi solo alla poesia. Il 3 luglio 1971 muore in circostanze mai del tutto chiarite nella casa in cui alloggiava da pochi mesi, un ampia camera di un palazzo Beaux Arts del XIX secolo situato al n. 17 di rue de Beautreillis, nel quartiere de Le Marais. Secondo la versione ufficiale, viene trovato privo di vita nella vasca da bagno da Pamela. La morte di Jim Morrison è ancora avvolta nel mistero, i referti medici ufficiali parlano di arresto cardiaco avvenuto nell'abitazione del cantante, ma non fu mai eseguita alcuna autopsia.
«Ora giunge la notte con le sue legioni purpuree/ Tornate alle vostre tende e ai vostri sogni/ Domani entreremo nella città della mia nascita/ Voglio essere pronto»
Esco da questo monumentale cimitero certo di doverci tornare a onorare tanti conoscenti che oggi non ho potuto andare a trovare.
Ritrovo i miei compagni di viaggio, tutti inumiditi, appoggiati a una ringhiera di protezione dalla linea del tram, e dopo qualcosa di caldo il viaggio continua.



Fine XV parte.