Blog di Dante Paolo Ferraris

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Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (I parte)

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emoNel vano tentativo di dare un senso logico alle carte che sommergono la mia scrivania e al tavolo virtuale (desktop) del mio computer, mi sono capitati tra le mani vecchi appunti di una piccola inchiesta da me realizzata per soddisfare alcune curiosità.
Tengo a precisare che non ho trovato molta soddisfazione ai miei quesiti, benché nel realizzare tale piccola e forse inutile inchiesta mi sono assai divertito.
Attività svolta per diletto e curiosità che non ha avuto spazi temporali determinati e nemmeno un percorso di lavoro prefissato e forse per questo motivo i miei pezzi di carta, con gli appunti, non erano riuniti in una unica cartella ma sparsi qua e là!
Durante una serata trascorsa con gli amici in discoteca, mi ero incuriosito nel vedere alcuni giovani ragazzi e ragazze abbigliati in modo particolare, con pettinature tutt'altro che ordinarie e soprattutto con atteggiamenti di sofferenza benché si trovassero in un luogo di svago. Inoltre vagavano per il locale in branco, senza un leader riconosciuto ma seguivano chissà quale istinto (ammesso che ne esistesse uno). È stato il mio incontro con gli EMO.
Forse mi ci ero già imbattuto o forse non erano in gruppo e magari qualcuno di loro lo avevo anche incontrato per le strade di Torino, Milano o Roma o chissà dove. Sicuramente non avevano attirato la mia attenzione come quella sera e da lì, è nata mia curiosità. Roby, che mi aveva accompagnato quella sera in discoteca, non era stato molto esauriente nelle spiegazioni o quanto meno non erano per me sufficienti le risposte, ed ecco perché, come solitamente mi succede, sono andato a cercare risposte alla mia curiosità.
Devo francamente dirvi che ho faticato non poco a trovarli e a capire che cosa volesse dire essere EMO. Chiesi anche a mio nipote se conosceva qualche ragazzo della scuola da lui frequentata che seguisse questa particolare "tendenza", ma senza risultato. Allora via al fai da te, senza impegno e soprattutto senza una meta precisa se non capire chi erano, cosa volevano e se quell'atteggiamento negativo e l'abbigliamento standardizzato fosse una loro uniforme.
Tanto per cominciare vediamo perché si chiamano Emo.
Questo termine dovrebbe, uso il condizionale appositamente, derivare da un genere musicale l'emotional hardcore, che io sinceramente non conosco e quindi il mio pensiero che derivasse dal prefisso greco, inteso come sangue, visto che qualcuno mi raccontava che sono usi a disperdere il proprio sangue, non era veritiero.
Nella sua esegesi originale, il termine EMO fu utilizzato per descrivere la musica dei Washington DC della metà degli anni '80 e delle bands associate. Negli anni successivi fu coniato il termine emocore (abbreviazione di 'emotional hardcore'), usato per descrivere altri tipi di musica con l'intento di "emozionare" l'ascoltatore durante le proprie esibizioni (Rites of Spring, Embrace, One Last Wish, Gray Matter, Fire Party, Moss Icon). Con lo scioglimento nei primi anni '90 di molte delle band il termine EMO fu utilizzato per indicare la scena musicale indie (espressione che viene utilizzata per ricomprendere tutti quegli artisti musicali che non firmano contratti con le cosiddette etichette major; tale definizione è data dal New Musical Express o NME, settimanale musicale inglese). Il termine indie comprende uno spettro stilistico amplissimo che vi evito di raccontare e che nasce negli anni 60 del secolo scorso con la musica psichedelica, ma che per i nostri EMO poteva essere ascoltata soltanto dai loro nonni.
La musica "indie-rock" o "indie-music" degli anni 90 è per molti gruppi riconducibile oltre che ai Washington DC, anche ai FUGAZI, vero gruppo indipendente mai sceso a compromessi con le Major ed ad altre bands come Sunny Day Real Estate e Texas Is the Reason. La musica EMO dell'indie rock, fu sicuramente più melodica e meno disordinata. Anche questi percorsi musicali "indie-emo" ebbero a terminare alla fine degli anni '90, cioè quando molte bands indirizzarono la propria musica verso territori più mainstream.
Fu allora che questo stile musicale introdusse il termine EMO nella cultura popolare. E se in passato il termine EMO era usato per descrivere una grande varietà di bands giovanili, ora il termine ha assunto il significato non più necessariamente indicativo di un preciso genere musicale.
Il tema musicale preferito dagli Emo moderni è quello dei My Chemical Romance e, da poco, dei Tokio Hotel, anche se dubito che tale musica sentita con volume altissimo agli Emo piaccia davvero, se non per il gusto di torturarsi e far del male anche noi.
Il termine "EMO" secondo una Emogirl milanese che con altri suoi simili sosta per ore alle colonne di San Lorenzo di Milano, indica una sorta di avanguardia culturale e deriva dall'abbreviazione della parola "emotional". Afferma che "Emo" non si deve intendere solo tendenza, ma un vero e proprio stile di vita, a partire dalla musica che si ascolta, da ciò che si indossa, da come ci si trucca fino all'atteggiamento negativo che si ha nei riguardi dell'esistenza.
Quindi parrebbe un fenomeno di origine musicale, diventato ormai un'ondata di tendenza modaiola tra gli adolescenti, presente prima in Inghilterra e negli Stati Uniti poi diffusasi successivamente in tutto il mondo: ovviamente grazie a Internet.
Da non epigone sugli EMO che sono, ho fatto una ricerca anche sull'enciclopedia libera online wikipedia, speranzoso che qualche adolescente ben informato magari EMO l'avesse aggiornata, proprio in considerazione che questi ragazzi sono generalmente smanettoni informatici; solo per aver conferma delle mie ricerche e sapere che sono sulla strada buona per soddisfare le mie curiosità, ottenendo conferma sui miei primi passi.
Ma non mi erano ancora comprensibili i motivi di questi comportamenti mortificatori e soprattutto il tipo di abbigliamento usato a mo' di uniforme.
Infatti il ragazzo EMO è solitamente associato ad un determinato tipo di moda. Attualmente, sia gli emoboys che le emogirls usano sovente jeans stretti e molto aderenti, hanno una pettinatura con lunga frangia asimmetrica in testa e gli occhi truccati pesantemente di nero. Sono molto utilizzate le t-shirt aderenti raffiguranti le band preferite, le scarpe da skater o le scarpe nere, preferite le Converse o in alternativa le Vans. Immancabile la cintura con le borchie colorate con tonalità accese, preferibilmente con colori fosforescenti.



Fine I parte.