Blog di Dante Paolo Ferraris

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Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (II parte)

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emoIl ciuffo stirato di sbieco a coprire un occhio, con una ciocca extension sintetica color fucsia, faccia lunga ed emaciata, occhi verdi, sopracciglia curate, ciglia stirate nere, matita nera intorno agli occhi, tanto da far sembrare gli occhi infossati, jeans strettissimi su gambe sottili come giunchi, t-shirt attillatissima, nera un po' "andata" con la scritta "Emo is for chixs and guis who like di xs", scarpe All Star, il tutto condito da accessori borchiati o a strisce colorate. L'amica parimenti truccata, ma con due occhi neri profondissimi, uno sguardo malinconico, unghie color nero, una t-shirt nera con un riquadro centrale a scacchi bianchi e neri, tanto attillata da segnare in un corpo adolescenziale i primi segni della pubertà, con lo sviluppo del "bocciolo" del seno, una minigonna nera con leggere lamine e borchie d'acciaio coprono una vita fine e danno evidenza a due esili gambe pudicamente nascoste da una calza a rete nera e a maglie larghe, una anonima ma elegante calzatura nera. Vi sono vaghe reminiscenze punk nel modo di abbigliarsi, ma non possiamo dirlo, in quanto le emogirl vogliono distinguersi da questi ultimi. In comune agli emoboys hanno l'occhio bistrato, quasi a voler dimostrare il loro mistero.
L'altro è alto e magro, il viso ovale ed affilato, i capelli sono nero pece, lucidissimi con il ciuffo-frangetta stirato che gli copre un occhio, dicono che se qualcuno se li fa diversamente o mette un extension colorata è perché si crede femmina. Gli occhi sono chiari e con il loro colore azzurro risultano più splendenti proprio per la pesante matita nera e il mascara che li ha incorniciati, la carnagione è chiara ed il naso aquilino sembra più grande di quello che è realmente su di un volto sul quale non vi è timida traccia di barba o di baffi.
Ha un viso luminoso che vorrebbe nascondere dietro una maschera di tristezza e mistero. Anch'egli veste una t-shirt nera ma vi è disegnato in bianco uno scheletro dietro il quale un cuore rosso disegnato pare palpitare, indossa un paio di jeans neri attillati, quasi elastici che disegnano due esili gambe. Una cintura di plastica con riquadri bianchi e blu gli cinge la minuta vita. Le Converse ai piedi e due paia di guanti di pelle nera senza dita alle mani che lasciano in mostra uno smalto lucido nero sulle unghie. Anche il quarto compagno di questo piccolo gruppo di Emo, tutti seduti sotto le colonne di San Lorenzo a Milano, ha diversi piercing. Chi li porta al naso, chi sulle labbra chi sulla lingua, l'inutile ferraglia sembra essere stata messa li per tormentare le carni di questa gioventù. Anche questo ragazzo, non dall'esile linea ma comunque ben aggraziato nella sua notevole massa corporea porta i suoi capelli lunghi e luminosi come la seta. I suoi occhi scuri, benché parzialmente nascosti da un fluente ciuffo castano scuro, appena stirato, infondono fiducia e simpatia nonostante il pesante uso di matita contorno occhi e mascara nero. Ha appena fatto il piercing alla lingua e fa fatica a parlare. Veste in modo semplice e sportivo e sulla sua t-shirt rosso sangue troneggia in primo piano la scritta EMO sotto il viso di un paffuto personaggio di qualche cartone animato. Le tradizionali Converse e due jeans scoloriti ricoprono gambe non proprio esili. L'importante per gli emoboys è che il pantalone stretto o largo che sia, lasci intravedere i famosi boxer che escono dai pantaloni. Solo le Emogirl portano vistosi orecchini con dei pendagli, in questo caso a forma di teschio.
Anche sugli gli accessori ci si sbizzarrisce: cinture borchiate, polsini a scacchi, occhiali neri e importantissimi i calzini, tubolari, anch'essi possibilmente con logo della griffe del momento.
Devono perdere almeno due ore al giorno per truccarsi, stirarsi i capelli ecc., sia le ragazze che i ragazzi e ciò li fa per me dei veri mostri.
È difficile comprendere cosa si dicono, sicuramente non parlano né di scuola né di letteratura, ma pare che i loro discorsi siano più incentrati a parlare di cibo mentre masticano un chewing-gum sfogliando distrattamente una rivista musicale con in copertina i Tokio Hotel, con il loro leader che sembra uscito da un manga giapponese.
Già, perché gli Emo dovrebbero essere vegetariani e non mangiare carne in quanto contiene sangue e qualcuno dice che solo il proprio sangue è puro e quello altrui può contaminarti. Boh, questa è una parte del loro modo di pensare che mi è difficile comprendere.
Non deve essere nemmeno facile reperire tali capi d'abbigliamento ma molti acquisti vengono fatti su internet, altri sulle bancarelle come ad esempio a Bologna il sabato al mercato della montagnola ci sono alcune bancarelle che vendono vestiti emo. I più benestanti invece vestono qualche griffe di moda emo come Emily Strange (la mitica ragazza del cartone animato che va sullo skate) per le emogirl e le skater-griffes come Volcom e Vans per gli Emoboy, tanto per citare le più famose. La griffe solitamente deve essere ben in vista su felpe e t-shirt con scritte a caratteri cubitali e dai colori sgargianti.
L'abbigliamento Emo trae le sue radici dalla scena hardcore punk/post-hardcore e straight edge americana degli anni ottanta (dove l'emo in origine è nato), i cui interpreti erano discepoli dell'abbigliamento skater, che si basava su indumenti tendenzialmente stretti ed aderenti, tatuaggi e capelli corti o rasati e non vi era traccia della caratteristica frangia dei capelli.
La moda degli emo ha comunque condizionato le tendenze generali, in quanto oggi questi indumenti e questa oggettistica sono largamente utilizzati anche dai non emo, una specie di sottocultura chiamata "posers" cioè coloro che piace solo vestirsi come gli emo.
Per i veri Emo è vietato il pop e il rap, proibito mettersi vestiti colorati con colori brillanti, obbligatorio fregarsene di quello che pensano gli altri di te, sognare e pensare sempre, sapere che essere Emo vuol dire depressione ed è un periodo buio necessario a maturare e cercare dentro se stessi le risposte sul giusto e sullo sbagliato. Di solito gli Emo sono persone molto pigre e quindi assolutamente contrari allo sport e alla fatica in genere compreso quella di studiare. Gli Emo sono quindi degli incompresi arrabbiati con se stessi.



Fine II parte.