È una ruota che ormai gira senza freno e del resto è difficile invertire la tendenza, i giovani e non solo loro, vengono raggiunti fin da piccolissimi da campagne pubblicitarie capaci di penetrare qualunque coltre protettiva, anche famigliare. Al giorno d'oggi è indispensabile che le bambine di tre anni debbano avere la Winx, come ieri bisognava avere la Barbie, gli adolescenti devono imitare i più grandi, con capi d'abbigliamento firmati, creando un mercato assai redditizio che le grandi case non si sono fatte sfuggire, basta scegliere colori e tagli un po' più trendy, un' adeguata campagna pubblicitaria promozionale e fidelizzare.
Parlare agli adolescenti delle difficoltà causate dall'attuale crisi economica è importante, altrimenti continueremo a nascondere i problemi reali e ad allevare generazioni di intelligentissimi giovani, che sanno parlare in diverse lingue e provetti informatici, ma che non sapranno orientarsi nella vita, perché qualcuno nel menage quotidiano ha sempre pensato per loro.
Non bisogna illudersi: oggi la famiglia e la scuola sono più deboli, sia perché la precarietà del lavoro non permette alle famiglie di vivere molto tempo con i figli e di seguire la loro educazione come un tempo, sia perché la scuola, nonostante ripetute ed inutili riforme, non educa più. Ovviamente tutto ciò ha consentito una maggiore presenza e conseguenziale influenza degli amici, aiutati anche dall'ingombrante contributo della TV attraverso la pubblicità evoluta anche in forme non multimediali.
Basta percorrere una qualunque via delle nostre città o dei centri commerciali per capire che lo shopping compulsivo dei nostri giorni ha reso e propone l'idea di una situazione aurea facile, inoltre il governo ci invita a spendere sempre più per far girare l'economia.
Continuando a percorrere questo sentiero potremmo diventare tutti dei Don Chisciotte nella valle dei mulini.
Occorre trovare una nuova "ragion d'essere" e un diverso equilibrio del sistema famigliare. Sempre più famiglie e, soprattutto adolescenti, saranno sommersi da nuovi modelli di vita, legati alla moda, ai costumi, al cibo e alle bevande. Dei must che molti giovani cercheranno di ottenere a qualunque costo, per non sentirsi sfigati, anche mettendo in crisi l'economia famigliare.
L'antica religione ormai è sostituita da nuovi Dei; l'idolatria consumistica della spesa compulsiva ha finora avuto la meglio sulla razionalità, il fascino delle vetrine ha sostituto antiche icone, le sacre letture sono sostituite dalle pagine patinate di rotocalchi inneggianti alla bellezza corporea e alle intelligenze artificiali. Se la crisi economica da un lato abbatte la possibilità di spesa e idealmente contrasta le nuove idolatrie, dall'altra spinge i suoi seguaci, accecati dalla necessità di perseguire i propri bisogni personali attraverso l'ostentazione di sempre nuovi simboli Hi-tech, ad utilizzare ogni mezzo, anche violento, allo scopo di ottenere ciò che la crisi economica gli sta togliendo.
Ciò è dimostrato dalle lunghe code di persone, non solo giovanissimi, che abbiamo potuto vedere in attesa davanti ai negozi in questi giorni per l'acquisto del nuovo iPhone, nonostante ciò il popolo italiano è pienamente immerso ed attanagliato dalla crisi economica e dal lavoro.
Il ruolo della famiglia e del reale valore del denaro saranno gli unici strumenti per riportare alla nostra coscienza antiche regole di convivenza civile. Abbiamo tuttavia di fronte un sistema economico basato non sulla capacità di spesa, ma sulla capacità di indebitamento; proprio di questo si avvantaggeranno solo ed esclusivamente il sistema bancario e le grandi multinazionali. Il bisogno potrà da un lato accomunare chi come obiettivo si pone la garanzia di un sistema di vita senza eccessi, ma fruttuoso se equo per tutti, ma anche (temo), accentuare egocentrismo e individualismo, espediente finora utilizzato dal mondo capitalistico che ha fatto delle differenze il proprio sistema di arricchimento.
La speranza e l'auspicio risiedono nella capacità di volere e sapere cambiare, rinunciando tutti a qualche cosa, possibilmente in forma proporzionale, allontanando così lo spettro di un collasso economico famigliare e celebrando la vittoria su un sistema economico/bancario che ha saputo solo creare una nuova e plurima idolatria.