Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il potere rivela l'uomo

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potereL'Italia vista alla TV o letta sui giornali sembra abitata solo da ladri e certamente non si fa una bella figura a livello internazionale, diventando spesso gli zimbelli degli altri, oggetto di derisioni neanche tanto velate. Anche chi di noi, la mattina appena alzato e pronto ad affrontare una difficile giornata, ascolta la radio mentre si rade, oppure guarda i primi TG della mattina gustando un caffè ristoratore per affrontare le successive difficoltà della giornata, non può fare a meno di ascoltare le solite e forse sempre più tragiche notizie di crolli borsistici, PIL in caduta libera, appropriazioni indebite di faccendieri e tesorieri di partito. Ciò mi permette di elaborare tre pensieri mattutini:
  1. sto ancora dormendo e ho gli incubi;
  2. entrare in un'agenzia di viaggio e scappare in una remota isola di un lontano oceano, possibilmente non segnata nemmeno sulla carta geografica;
  3. buttarsi metaforicamente dalla finestra o augurarsi che un tram ti investa sulle strisce pedonali.
Poi mentre scendi le scale di casa, cerchi di fartene una ragione analizzando la figura antropologica del ladro di pubblico denaro, cioè anche dei tuoi soldi.
E se per definizione il ladro per mestiere ruba, vuol dire che comunque qualcuno o qualcosa lo ha messo in condizione di rubare.
È lo stesso principio semplificato, se volete, della prostituzione e cioè peccano le signore "mignotte" oppure chi paga per comperare i loro servizi?
Da sempre il ladro, nel termine classico, è esistito e come per i cretini è una figura che non si può abolire per legge, ma si può limitarne i danni. Ad esempio se uno ruba per fame o per sfamare la sua famiglia, basterebbe dargli un lavoro che possa permettergli una vita decorosa. Ma chi entra in politica per costruire il "bene comune" secondo le proprie ideologie e poi ruba il denaro pubblico datogli da amministrare, non ruba per fame, non ruba per necessità, ma siamo davanti ad individui che non pongono limiti ai propri desideri, al proprio standard di vita, al proprio appetito e impudicizia.
Ciò unito e favorito da un proprio ego stellare, sempre senza confini.
Catone scriveva in una amara riflessione "Fures privatorum in nervo atque in compedibus aetatem agunt, fures publici in auro atque in purpura", ovvero: "I ladri dei beni privati conducono la vita in carcere e in catene, quelli dei pubblici nell'oro e nella porpora".
Personaggi fuori controllo, in cui non vi è casistica sufficiente ed esaurientemente studiata.
Un caso emblematico, per chi se lo ricorda benché abbastanza recente, riguardava quel "signore" (il termine per questo personaggio è inadatto), Presidente di una società pubblica che bucava le gomme dell'auto del disabile che aveva osato parcheggiare in un area riservata ai disabili, ma che costui abitualmente utilizzava, ritenendolo uno sfregio al proprio ruolo pubblico che ricopriva, e che altezzosamente si atteggiava davanti alle telecamere dell'intervistatore.
Lui e molti altri "politici", (graffo il termine perché non voglio fare di tutta l'erba un fascio) sono pronti a scimmiottare l'interpretazione magistrale di Alberto Sordi nel film "Il marchese del Grillo" con l'ormai famosa frase "Io so io, e voi non siete un c.."!). Malati di egocentrismo che si sentono maestri del furto o di ogni furberia.
Fa più rabbia quando ti rendi conto che le casseforti dei partiti e degli Enti pubblici sono aperte a questi mistificatori che con le loro malefatte cercano di costruirsi castelli legislativi per rendere invulnerabile ed inespugnabile il loro piccolo potentato.
Il vero dramma è che nelle maglie della giustizia terrena cadono in pochi e chi rimane nella rete o è un pesce piccolo o è uno stolto.
Oppure è un pesce talmente ingenuo e scomodo che finisce subito in padella.
Senza cadere in qualunquistici giudizi del tipo "rubano tutti", "sono tutti uguali", o nelle risposte facili del tipo "rubano tutti, perché non posso farlo io?". Non vorrei attendere il giudizio ultraterreno perché sarebbe troppo tardi. Chi si appropria di denari pubblici (di tutti) toglie la possibilità a qualcuno di vivere meglio o anche semplicemente gli rende più difficile sopravvivere.
L'auspicio è che si rinsavisca, si torni ad un sistema semplice e trasparente di gestione dei fondi pubblici, i ragionieri tornino a fare i ragionieri, i revisori contabili facciano i revisori e non i giuristi e il politico, quello vero, terni a fare Politica (quale scienza e arte di governare).