Blog di Dante Paolo Ferraris

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (VI ed ultima parte)

E-mail Stampa PDF
emoGli episodi di violenza di cui gli Emo sono stati vittime si sono diffusi in varie parti del mondo. La violenza che si può scatenare tra varie band giovanili è nota dalla notte dei tempi, pure nei luoghi dove ho sempre vissuto, anche se prima era limitata a "ragazzate" di strada tra giovani abitanti di frazioni diverse dello stesso Comune. Mio padre mi racconta delle rivalità che provocavano vere proprie risse tra tifosi e giocatori di squadre di calcio rionali avverse, o di manifestazioni di scherno durante le feste patronali o altro ancora. Alla notizia nella cronaca nazionale ed internazionale si arriva dopo i primi scontri tra paninari e punk alla metà degli anni 80 in Italia, per proseguire nel decennio successivo quando ci furono scontri tra fazioni avversarie di black metal in Svezia e Norvegia, trasformando cosi le "ragazzate di campanile" in veri scontri tra le varie sottoculture giovanili. Questi scontri non sono più identificabili come monellerie ma ritraggono una vera ondata di odio di grandi dimensioni.
La mia ricerca sugli Emo mi porta a soffermarmi a quanto accadde con le prime avvisaglie che emersero già nell'aprile del 2006, quando l'Encyclopedia Dramatica, un'enciclopedia statunitense di satira online creata sul modello di Wikipedia, istituì il "National Emo Kid Beat Down Day", la "Giornata Nazionale di Abbattimento del Ragazzo Emo", fissandone la data al 6-6-06.
Nel marzo 2008 in Messico sono cominciati i pestaggi veri. Nelle principali città del Paese sono spuntate ronde organizzate per dare la caccia agli adolescenti con il ciuffo e i jeans attillati.
Una maxi-rissa ha visto oltre mille ragazzi affrontarsi nella pubblica piazza di Queretaro, Metallari da una parte, gli Emo dall'altra, ovvero due correnti musicali che si odiano, come decenni fa si odiavano Punk e Mod.
Il giornale "La Crònica De Hoy" scrive: «alcune centinaia di messicani, fan di heavy metal, "skate punk" e alternative rock si sono riuniti Venerdì scorso, 7 Marzo, nel centro della città di Querétaro, in Messico, per affrontare un gruppo di "emos", ovvero seguaci del movimento "emo", che stazionano regolarmente nel centro della città utilizzandolo come proprio luogo di ritrovo».
Risultato: quattro persone sono state ferite e ventotto arrestate, ventidue delle quali minorenni. In totale si ritiene che oltre mille ragazzi si siano affrontati nel Jardìn Guerrero vicino a Plaza De Armas (di fronte al palazzo del Governo). Le autorità messicane sono preoccupate che simili incidenti possano ripetersi e c'è il timore che tale nuova forma di razzismo possa diffondersi in altre città, anche perché è stata lanciata una campagna anti–Emo via internet per sferrare duri attacchi nei confronti di questi ultimi, con vari siti che riportano immagini e slogan emo considerandoli "omosessuali" e "cattiva pubblicità" per i turisti.
Una serie di mega risse e di conseguenti arresti si propaga in tutto il Messico. A Città del Messico avviene un episodio sconcertante che vede protagonista una ragazza Emo e che il quotidiano italiano Repubblica riporta così nella cronaca: "Nayeli è appena scesa in una stazione della metropolitana. Ha 15 anni. Sei giovani la buttano per terra e la riempiono di calci. Se non fosse intervenuta una donna di passaggio, probabilmente l'avrebbero uccisa". Nayeli è una Emo ed in Messico gli adolescenti Emo sono visti come una minaccia al modello "machista" predominante nel Paese, a causa della loro corporatura esile e del look. Vengono accusati di essere sessualmente ambigui, che amino isolarsi, che si droghino; questo è il messaggio che corre tra le band giovanili e che viene riportato dai mass media. Su YouTube infatti si possono trovare molti filmati che invece di favorire la pacificazione tra i ragazzi tendono purtroppo a fomentare l'antagonismo violento, anche se indirettamente.
Nel 2008, i My Chemical Romance esprimono tutto il loro cordoglio alla famiglia di Hannah Bond - fan 13enne originaria del Kent, (UK) che si è impiccata con una cintura - e hanno dichiarato di essere molto contrari al concetto di suicidio, respingendo al mittente quanto affermato dal coroner Roger Sykes che indica il suicidio della Bond direttamente connesso alla sua apparente ossessione con la musica emo, dichiarando di aver trovato il genere deleterio per la psiche di un teenager.
Sul sito ufficiale, la band dichiara che la loro musica mira a portare conforto, sostegno morale e tranquillità interiore ai loro fan e di essere contro la violenza e l'autolesionismo. Inoltre affermano che il messaggio della loro "Black Parade" è quello di portare speranza e coraggio nei cuori dei loro fan.
Il risultato è che migliaia di fan della band marceranno ad Hyde Park contro il modo in cui i Media hanno infangato il gruppo emo, esasperando la connessione tra l'atto estremo della Bond e la musica dei My Chemical.
"Ti sei perso nel dolore / fine sogno / Per cominciare dall'inizio". Suona la canzone cantata dai Tokio Hotel, il gruppo preferito di Andrada Mocanescu, adolescente di 12 anni che viene trovata priva di vita su un marciapiede, dopo essersi lanciata dal decimo piano del palazzo dove abitava a Panteleimon, vicino a Bucarest. Il gesto drammatico di un'adolescente che sembra essere l'imitazione di quello di Indaco, un personaggio del video "Don't jump!" ("Non saltare!"). Nel filmato un ragazzo si siede sul bordo di un tetto, pensando di saltare nel vuoto mentre scorrono nella sua mente tutte le sue vicissitudini della vita. Infine, in un gesto supremo fa un salto all'indietro, tenendo la mano aperta. E così fa Andrada saltando nel vuoto dalla finestra di casa. Il suo gruppo preferito erano i Tokio Hotel. I giornali come il quotidiano online rumeno StiriRol Ro scrivono che si è suicidata a causa di una loro canzone.
In Italia solo un'esigua minoranza, però, è al corrente degli episodi di intolleranza che hanno colpito gli Emo in altri paesi. A Roma gli scontri sono più diverbi a parole, anche se nel 2009 un gruppo degli Emo aveva dato appuntamento ai Truzzi per vendicare l'aggressione a un ragazzino. I carabinieri però li avevano intercettati su un blog, presentandosi sul luogo e all'ora del rendez-vous, sventando la rissa.
Tutto ha inizio quando Giacomo (14 anni) si veste da Emo. La sua voglia di distinguersi dagli altri l'ha pagata cara. Lo hanno picchiato, preso a calci mentre sputava sangue, gli hanno rotto lo zigomo con un tirapugni di acciaio solo perché dava loro fastidio il modo in cui si vestiva. Giacomo alle sette di sera è con due suoi amici, indossa pantaloni skinny e frange piastrate come vuole la moda Emo. La giornata in Piazza del Popolo è finita. Risate, saluti, appuntamento a domani. Sta andando verso la stazione della metro, quella di piazzale Flaminio, per tornare a casa. Sotto la porta di Piazza del Popolo, tra turisti indaffarati e mamme a passeggio coi bambini, una decina di giovani, quelli che si fanno chiamare truzzi, ragazzi rasati con la tuta da ginnastica, la canottiera aderente e il cappellino da baseball li stanno aspettando. Vogliono prenderli in giro come fanno sempre. Una ragazza dei truzzi li guarda e provoca: «A Emo di m..., ma sei un uomo o una donna?». Gli insulti volano come ogni giorno. Solo che stavolta, oltre agli sputi e le parolacce, partono anche le botte.
Il gruppo di bulli lo ferma e lo pesta a sangue fino a fargli quasi perdere conoscenza. Ci si chiede come sia possibile finire in ospedale con il volto tumefatto, solo perché le leggi non scritte di Piazza del Popolo, luogo simbolo della capitale e oggi ritrovo di adolescenti suddivisi in band come emo, dark, truzzi, metallari, non ammettono eccezioni. Per certi bulli se sei un Emo, uno di quelli che si trucca e si veste di nero, devi "pagare" per le tue scelte.
«Un'aggressione spaventosa, senza motivo - racconta Giacomo dal letto dell'ospedale ad un giornale - ci hanno picchiato perché a quelli dà fastidio il modo in cui ci vestiamo. Ho paura, certo. Ma appena guarisco voglio tornare a Piazza del Popolo. Non voglio dargliela vinta, non mi devo mica nascondere. Ognuno è libero di essere quello che vuole».
Sulle scalinate delle due chiese gemelle, come ogni giorno, identità, mode, stili di vita si incontrano e si scontrano: metallari contro i truzzi che odiano il rock, truzzi contro gli emo che si truccano, portano il ciuffo incollato sulla fronte e vanno pazzi per la musica "emotional hardcore".
Risse come quelle sventate dai carabinieri di San Lorenzo in Lucina hanno comunque portato al fermo di giovani trovati in possesso di coltelli e tirapugni impedendo così che i due gruppi si affrontassero.
In Italia non siamo all'emergenza o all'allarme dicono gli esperti, ma quanto stava accadendo a Piazza del Popolo ha cominciato seriamente a preoccupare le forze dell'ordine ed i sociologi. Emo e Truzzi, gruppi di ragazzini tra i 15 e i 17 anni, sono ormai ai ferri corti e "l'odio" tra i due gruppi minaccia di scoppiare anche in altre città, segno di una gioventù che sta subendo il risultato di un grave disagio sociale, che nelle grandi città è marcato segnatamente nel frazionamento in band e gruppi giovanili non solo legati politicamente ma anche dal modo di vestire e dalla musica che ascoltano.
Gli Emo boys e le Emo girl vivono la loro giornata superficialmente, guardando le foto di ragazzi e ragazze, passano il tempo a fare commenti su chi è carino e chi no. Non sembrano preoccupati di ciò che accade loro intorno, né sanno spiegarti bene il perché di tanto odio tra gruppi giovanili.
Le giornate di questi adolescenti scorrono veloci. Stanno seduti sulle gradinate, passeggiano per il centro di Roma e di Milano e di qualche altra grande città.
Ad un giornale, in una loro rara intervista, hanno risposto così alla domanda su che cosa succederà quando tutto quello che stanno vivendo ora finirà: «Ci sarà sempre qualcuno che si sveglierà alla mattina e deciderà di diventare qualcosa. Magari non sarà emo, ma qualcos'altro». Sanno che dovranno cambiare. Non potranno recarsi al lavoro abbigliati da Emo, truccati e imbellettati, ma sicuramente in età adulta saranno persone più tolleranti di molti di noi.



Fine VI ed ultima parte.