Blog di Dante Paolo Ferraris

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A Lisbona con Pessoa (V parte)

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LisbonaCome al solito non ci facciamo mancare la levataccia mattutina, seguita dalla colazione allo Starbucks dove, seduti tranquillamente, giochiamo un po' con i social networks e sfogliamo i giornali locali prima della partenza per una nuova tappa alla scoperta di Lisbona. Secondo le guide turistiche più note, la costa portoghese ha un clima mediterraneo fortemente influenzato dalla corrente del Golfo, che gli dona uno dei climi più miti d'Europa. La città gode di giornate soleggiate per gran parte dell'anno, con una media annua di 2900-3300 ore di sole. Le estati sono generalmente calde e secche con temperature medie diurne di 26-29 °C, che scendono a 16-18 °C durante la notte. Gli inverni sono più freschi e piovosi, con temperature intorno agli 8-15 °C.
Le temperature estreme possono raggiungere i 36 °C nei pomeriggi più caldi d'estate e 2 °C nelle mattinate più fredde d'inverno. Da maggio a settembre la città gode di un clima piacevole, con cieli azzurri e con alcune giornate ventose. La media annuale delle precipitazioni è di 1110 mm, che si sviluppa su circa 100 giorni di pioggia, per lo più da ottobre ad aprile. Per il momento abbiamo vissuto giornate con un clima altalenante, con momenti tanto caldi da doversi togliere la maglia ad altri in cui è necessaria la sciarpa, con improvvisi quanto terrificanti acquazzoni che ci riducono le vesti a stracci da strizzare. La nostra giornata è destinata comunque ad essere intensamente vissuta.
Risaliamo nuovamente, arrancando un po', fino al Largo do Carmo per visitare le rovine del Convento del Carmo, costruito nel sec. XIV ed ora divenuto sede del Museo Archeologico. Le magnifiche rovine del Convento do Carmo, in cima a rua Garret, sono gli unici resti di architettura gotica di tutta Lisbona, divorata in gran parte dal terremoto del 1755. Ciò che rimane sono delle lunghe colonne sottili, dei muri e degli archi rampanti. Al suo interno c'è il museo Arqueològico del Carmo che era stato concepito per custodire i tesori ecclesiastici dopo l'abolizione degli ordini religiosi nel 1834. Conserva una serie notevole di cenotafi scolpiti del XIV secolo, alcuni utensili preistorici e due mummie un po' raccapriccianti. All'altro lato del convento troviamo l'antico Palazzo Valadares, un edificio che ebbe già diversi utilizzi, ma che si erge nel luogo dove fu fondata la prima università portoghese, ai tempi di Dionigi del Portogallo, prima di essere trasferita a Coimbra. Lascio la parola a Pessoa per meglio descrivere la chiesa del convento do Carmo: ... dove una volta sorgeva il convento do Carmo, un monastero fondato nel 1389 dal grande governatore Dom Nuno Alvares Pereira per onorare un voto pronunciato durante la battaglia di Aljubarrota (l'ascesa al trono di re João I fu seguita da aspre battaglie contro gli spagnoli e nel 1358 la vittoria di Aljubarrota fu fondamentale per arrivare alla pace del 1411 in cui si riconobbe la piena indipendenza del Portogallo). Il fondatore qui professò, morì e fu sepolto; in seguito la salma fu traslata nella chiesa di São Vincente, dove è rimasta per molti anni. Nel marzo del 1918 fu portata al Monastero di Jerónimos da cui ancora una volta fu trasferita nella piccola chiesa dell'Ordine Terziario delle Carmelitane, dove si trova tuttora. Pessoa ancora prosegue: La chiesa del convento do Carmo era un edificio notevole. Possedeva tre maestose e impressionanti navate che furono parzialmente distrutte dal Grande Terremoto. Più della metà di quello che era l'edificio del convento è oggi occupato dalla caserma centrale della Guardia Repubblicana. L'antica chiesa e alcune parti adiacenti accolgono il Museo Arqueologico, dove si trovano tombe, statue, iscrizioni, oggetti di araldica, oltre a terrecotte, monete, ecc. Un'attenzione particolare deve essere dedicata al fonte battesimale del 300, dove furono battezzati i figli di re João I, al bacile moresco del convento di Penha Longa, un altro bacile di pietra proveniente da Azamor, una statua in marmo della regina Maria I, eseguita a Roma da José Antonio de Aguiar per un monumento che non è mai stato eretto, la croce di pietra di San Lazzaro, le tombe di Rui de Menezes, Doňa Isabel de Lima, Conçalo de Sousa e San Fra' Gil, una finestra dei Jerónimos, una statua di San Giovanni Nepomuceno, la tomba di re Fernando, azulejos del 500 provenienti dai Conventi di Chelas e di S. Eloi, un modello in legno della tomba del governatore distrutta dal Grande Terremoto, così come molte monete, medaglie e altri oggetti, tra cui due mummie. L'ingresso principale, formato da un portale con sei archi ogivali, è uno dei più belli dell'epoca. Attualmente nell'edificio ha sede l'Associazione Archeologica....
La descrizione di Pessoa è talmente precisa che con la mente faccio fatica a ritrovare tutto ciò che ha descritto, chissà se il mio compagno di viaggio ha così tanta memoria. Di certo possiamo affermare che questa chiesa, ormai tempio aperto, è di proprietà dei gatti: tranquillamente vi abitano senza preoccuparsi dei visitatori, anzi diventandone loro complici, ripagati da immancabili carezze. Tra il Convento e questo Palazzo c'è la porta d'accesso all'Elevador de Santa Justa, che colma il dislivello di quasi 30 metri con il quartiere della Baixa.Lascio descrivere sempre a Pessoa questo particolarissimo ascensore che però noi non abbiamo mai utilizzato: ... troviamo l'ascensore di Santa Justa, così chiamato perché la traversa in cui è stato eretto si chiama Rua da Santa Justa. È uno dei “belvedere” di Lisbona e suscita sempre grande ammirazione nei turisti di ogni parte. È opera dell'ingegnere francese Raoul Mesnier ( Porto 2/4/1849 - Inhambane -Monzambico – 1914) che è stato il progettista di tutti i cosiddetti elevadores di Lisbona, autore del singolare libro l'Arithmotechno, precursore delle moderne macchine calcolatrici), a cui si debbono anche altri interessanti progetti. L'ascensore, tutto in ferro, è molto caratteristico, piacevole e sicuro. Le cabine, a funzionamento elettrico, sono due e salgono fino al Largo do Carmo, dove si trovano le rovine della chiesa del Carmo.
Raggiungiamo, con passo lungo e fiato corto, la stazione ferroviaria di Cais do Sodré, da cui parte la linea ferrata che corre lungo il Tejo in direzione di Belém, che si raggiunge rapidamente a bordo di carrozze ferroviarie pulite e moderne. I pochi passeggeri sono sopratutto abitanti del luogo, poiché la maggioranza dei turisti preferisce prendere il tram per recarsi in questo quartiere, che sorge nella parte più occidentale di Lisbona. Belém si presenta molto affascinante e ricco di interesse storico artistico: qui si concentrano i musei più importanti di tutta la città. Dalla stazione ferroviaria ci rechiamo dapprima al Museo Nacional dos Coches. Questo museo, inaugurato nel 1905 per volere della regina Amélia d'Orléans e di Bragança (moglie di Carlo I), ospita una collezione di una sessantina di carrozze reali, risalenti al periodo tra il XVII e il XIX secolo e provenienti dal Portogallo, Austria, Francia e Italia. L'edificio è collocato nel Picadeiro Real, il vecchio maneggio reale, che fu progettato dall'architetto italiano Giacomo Azzolini ed annesso al Palazzo di Belém, l'attuale residenza del Presidente del Portogallo, in Praça Afonso de Albuquerque. L'edificio è costruito in stile neoclassico con una grande sala coperta lunga 50 metri ed alta forse più di 10 metri, serviva come arena per i giochi equestri. Per facilitare la corte reale nella visione di questi giochi sono stati realizzati al piano superiore dei corridoi con balconate che corrono intorno a tutto il perimetro della grande sala. L'occhio attento, benché distratto dalle magnifiche carrozze, non può non ammirare il soffitto della sala, finemente decorato con motivi che ricordano l'arte equestre, sul quale si possono notare tre grandi medaglioni ovali, decorati con scene allegoriche. La prima rappresenta un cavaliere, simbolo del Portogallo, fiancheggiato da quattro figure femminili che rappresentano i quattro continenti, facilmente riconoscibili per gli animali che hanno vicino: Il cavallo per l'Europa, il cammello per l'Asia, il coccodrillo per l'Africa e un pappagallo per l'America. Nel medaglione centrale una donna tiene in mano una cornucopia, segno di abbondanza, prosperità e pace, mentre nel terzo medaglione un guerriero armato di lancia e scudo corre su un cocchio tirato da leoni. Una figura femminile lo affianca rappresentando la vittoria. Girando con Matteo tra le carrozze, perdiamo il senso del tempo proprio per la loro magnificenza. Alcune, come quelle reali hanno grandi dimensioni e il loro stato di conservazione è eccellente, considerati gli anni che hanno. Il museo ospita cocchi, carrozzelle, berline, ecc. adibite agli usi più disparati (viaggi, sfilate, passeggio, ecc.). Oltre alle carrozze si trovano anche costumi, dipinti (tra cui ritratti di sovrani), armi, ecc. Il pezzo più antico del museo è la carrozza di Filippo II del Portogallo (o Filippo III di Spagna), risalente al 1619. Chissà quali strade hanno percorso queste meraviglie, quali e quanti segreti ed intrighi di Stato hanno ascoltato e quali teste coronate hanno trasportato. Mi corre il pensiero anche al lavoro di costruzione che è occorso per realizzarle e per conservale fino ad oggi. Usciamo soddisfatti, non dopo aver fatto una miriade di foto, tra le quali anche al landò con cui viaggiava re Carlo I° quando fu assassinato il 1º febbraio 1908, mentre faceva ritorno dal palazzo di Vila Viçosa con la famiglia reale. Pessoa nella sua guida così ci descrive il Museo: … nell'ala meridionale ospita il museu dos coches, un curiosissimo museo creato nel 1905 su iniziativa della regina Amelía. Ospita 62 veicoli, uniformi e livree della casa reale, uniformi dell'equipaggio della flotta reale, finimenti, staffe, speroni, distintivi, stampe ritratti, ecc. È superiore ai musei consimili di Versailles e Madri e possiede magnifici esemplari dell'arte portoghese del ‘600 e ‘700. Alcune delle vetture non sono esposte e lo saranno solo quando avranno a disposizione degli spazi di una nuova galleria. L'attuale esposizione propone, nel vestibolo, la carrozza della Senhora do Capo, usata per portare le immagini sacre durante le processioni di Capo Espichrl, con lanterne e portatore in argento; tre lettiere, in stile Luigi XV e Luigi XVI, con bei dipinti; un estafermo, apparecchio in legno e ferro modellato come un essere umano, con uno scudo e una lunga frusta. Quest'arnese era utilizzato nei tornei per determinare la rapidità del cavallo e la destrezza del cavaliere. Il vestibolo ospita anche frecce, lance, scudi, finimenti e gualdrappe. Nel salone, che misura 47 metri per 14, decorato da Francisco de Setúbal e altri artisti, e che comprende dipinti che rappresentano la Scienza, il Commercio ... sono esposti i seguenti veicoli: la carrozza di Filippo II di Spagna, che condusse il re fino in Portogallo per la sua prima visita, un raro esempio del tardo 500; la carrozza di Maria di Savoia, con bei dipinti dell'epoca di luigi XIV; una carrozza di fine ‘600, un magnifico esempio di decorazione; la carrozza di Maria Anna d'Austria, offerta da Giuseppe I, imperatore d'Austria, alla sorella Maria Anna appunto, promessa in sposa a re João; la carrozza della corona, così chiamata perché porta l'emblema reale, che fu ordinata da re Pedro II per il matrimonio di Dom João V, opera dell'architetto Vincente Félix de almeida e dello scultore José de Almeida, con una preziosa decorazione scolpita e dipinta; la carrozza di papa Clemente XI, offerta dal pontefice a Dom José; la carrozza del principe Francisco, che si dice sia stata costruita nel 1722; la carrozza di Dona Maria Ana Vitória, detta anche la carrozza della colonna d'oro; la carrozza dei bambini di Palhavã, cioè dei figli illegittimi di re João V; la carrozza dell'ambasciata a papa Clemente XI, di mirabile e audace disegno, costruita a Roma; tre magnifici esempi di veicoli artistici con preziose incisioni; la carrozza di Dom José, notevole per il lavoro del legno; tre cocchi della fine del ‘700, incisi e dipinti piacevolmente; e prosegue Dopo aver esaminato tutti questi pezzi principali, che danno un'idea abbastanza chiara della vita sontuosa nella corte portoghese di quegli anni, dovremmo ammirare le bacheche del piano superiore dove sono riuniti gli oggetti più piccoli



Fine V parte.