Blog di Dante Paolo Ferraris

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A Lisbona con Pessoa (VI parte)

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LisbonaUscendo dal Museo ci troviamo di fronte Praça Afonso de Albuquerque, che prende il nome dall'esploratore che fu anche secondo governatore dell'India portoghese. Sorge sul luogo in cui nel XVIII secolo sorgeva il porto, da cui nel 1807 la regina Maria I, si imbarcò alla volta di Rio de Janeiro, per sfuggire alle truppe napoleoniche che avevano invaso il Portogallo. Sulla piazza si affaccia il Palácio Nacional de Belém, un palazzo del XV secolo che oggi ospita la residenza ufficiale del Presidente del Portogallo, così lo descrive Pessoa "Sul lato sinistro della Praça Alfonso de Albuquerque, lungo la strada che percorriamo, si trova il Palácio Real de Belém, oggi residenza ufficiale del Presidente della Repubblica. È stato abitato dalla regina Maria II e poi da re Carlos quando ancora era principe ereditario, dopo il suo matrimonio con Dona Amplia de Orléans. Alcuni capi di stato esteri hanno risieduto qui, ospiti del Portogallo" Al centro della piazza è collocato il monumento in stile neo-manuelino, con la statua in bronzo dedicata a Afonso de Albuquerque. Il luogo così viene meglio spiegato da Pessoa: "... ci ritroviamo in Praça Alfonso de Albuquerque, un ampio spazio con giardini, al cui centro si trova il monumento dedicato a quella grande figura storica, il migliore viceré dell'India e fondatore del moderno imperialismo (Alfonso de Albuquerque – 1453 – 1515 fu un grande condottiero portoghese che contributi alla realizzazione dell'impero portoghese in Asia).
Il monumento fu innalzato grazie alla donazione dello storico Luz Soriano; è altissimo e in stile manuelino. Sulla base sono incisi quattro bassorilievi che rappresentano la Sconfitta dei mori a Malacca, il Ricevimento dell'Ambasciatore dei re di Narsinga, la risposta di Albuquerque a un offerta di denaro, la Consegna delle chiavi di Goa, e quattro altorilievi con caravelle e galeoni e altre immagini. Sulla sommità dell'alta colonna è posta la statua in bronzo del grande viceré ... fu in questo punto della sponda del fiume che nel 1759, la nobile famiglia dei Távora fu torturata e uccisa con tutti gli altri sospettati di essere coinvolti nella congiura contro re José". Passeggiamo sull'ampio marciapiede che ci conduce al Monastero dos Jerónimos ("dei Geronimiti"), realizzato in stile manuelino su progetto dell'architetto Diogo de Boitaca e fatto costruire dal Re Manuel I, per celebrare il ritorno del navigatore portoghese Vasco da Gama, scopritore della rotta per l'India. È assolutamente impossibile non visitare il Monasteiro dos Jerónimo; ovvero il trionfo dello stile manuelino ed uno dei monumenti più importanti di tutta Lisbona. La leggenda narra che il monastero venne edificato dove in precedenza esisteva la chiesetta Ermida do Restelo, il luogo nel quale il navigatore ed il suo equipaggio trascorsero in preghiera la notte precedente alla partenza del viaggio che li portò a doppiare il Capo di Buona Speranza, per raggiungere le coste dell'India nel 1498. La sua costruzione iniziò nel 1502 ed ebbe termine dopo circa cento anni e venne finanziata dal cinque per cento delle imposte riscosse sull'importazione delle spezie dall'India. Rimaniamo basiti dallo splendore e dalla maestosità dell'intero complesso dell'edificio che pare un enorme castello di bianca sabbia, costruito su una grande spiaggia. Anticamente il Monastero, quando fu terminato nel 1541, era lambito dalle acque del fiume, che nel tempo si è ritirato. La facciata, dalle linee armoniose sull'intera struttura orizzontale, ci infonde da un lato una grande sensazione di tranquillità, dall'altra il grande e magnifico portale meridionale ci appare disegnato da un folle, ove nel timpano sono rappresentate in alcuni bassorilievi la vita di San Jerónimo e lo scudo portoghese. Pinnacoli, rappresentazioni con statue della Vergine, di Santi e di altri biblici personaggi avvolgono l'ingresso come in una cornice, che all'occhio distratto può apparire una rappresentazione caotica ma invece è un disegno, quasi filigranato, denso di significati religiosi. Il Monastero era affidato ai monaci dell'Ordine di San Gerolamo, i quali avevano il compito di dare assistenza spirituale e conforto ai marinai e pregare per l'anima del re. Nel 1833 l'ordine fu sciolto e gran parte dei locali del monastero fu adibita ad orfanotrofio e scuola fino al 1940 circa.
Pessoa descrive sicuramente meglio questo edificio, nel suo libro "Lisbona quello che il turista deve vedere": "Ancora pochi minuti e ci troviamo al cospetto di quel grandioso monumento che è il Mosteiro (Monastero) dos Jerónimos, un capolavoro in pietra che, una volta visitato, i turisti non possono più dimenticare. Si tratta, infatti, del più importante monumento della capitale. La sua costruzione fu ordinata nel 1502 da re Manuel I e suo architetto è stato Boytac, autore anche di altre opere notevoli in Portogallo. L'ingresso laterale è di una ricchezza architettonica che incanta e delizia tutti. È uno stupefacente esempio di lavoro in pietra, colmo di nicchie, statue, rilievi, stemmi ed emblemi, e che ha i due elementi più notevoli nella statua del principe Henrique il navigatore e, il alto, nell'immagine di Nostra Signora di Belém, con un finestrone decorato sul fondo. Effetto d'insieme di questo portale monumentale, di squisita armonia, profondamente e dolcemente religiosa, ci fa pensare alle meravigliose mani che lo hanno realizzato". Pessoa prosegue nella sua attenta descrizione di particolari che mi pare di rivivere la visita del Monastero. "La facciata occidentale, costruita nel 1517, si deve all'ottimo artista francese Nicolas Chanterene (Chanterenne), che introdusse l'architettura rinascimentale in Portogallo. È un opera magnifica che rivela le grandi capacità del maestro che la realizzò. In tutti i particolari è presente una squisita percezione delle proporzioni e degli effetti: negli archi, nelle cornici, negli scudi e negli emblemi, nelle nicchie piccole e grandi popolate di statue, in tutte le immagini e gli ornamenti che riflettono il soave misticismo del tempo. Proprio al di sopra delle due nicchie laterali ce ne sono altre tre che ospitano statue della Natività, dell'Annunciazione e dell'Adorazione dei Magi. In altre due nicchie sono raffigurati re Manuel I e la regina Maria inginocchiati sotto la protezione di San Giovanni Battista e San Girolamo. I diversi movimenti ornamentali, la posizione posizione delle statue, le loro cornici sono stati progettati ed eseguiti da mani abili e meticolose, i cui secoli a venire saranno sempre grati per le bellezze che hanno realizzato". Come dargli torto!
Entriamo subito nel chiostro che è collegato alla navata di sinistra della chiesa. Alla sua costruzione furono impiegati ben tre architetti, ciascuno dei quali apportò uno stile differente alla struttura che comunque alla fine risultò armoniosa ed elegante. Il piano inferiore, realizzato da Boitac è in puro stile manuelino, nel 1517 l'architetto Castillo finì le volte e costruì due ali del piano superiore in stile plateresco infine l'architetto Torralva, completò le altre due ali in stile rinascimentale. Quasi tutti i turisti, come noi d'altronde, si aggirano storditi, quasi interdetti da quell'assembramento apparentemente caotico ed esuberante di colonne tortili, incisioni zoomorfe impreziosite da decorazioni esotiche, pinnacoli ecc., in quel candido color panna che avvolge il praticello verde che ci appare quasi una pennellata in mezzo al chiostro. Su una parete sono allineati 12 confessionali che servivano ai Monaci per ascoltare i penitenti. Nell'ampia sala capitolare un grande sarcofago contiene le spoglie di Alexandre Herculano (1810 - 1877); per mia ignoranza, devo andare a leggere sulla mia guida chi fosse questo personaggio degno di così tanta attenzione e scopro così, che costui fu un importante storico portoghese del XIX secolo, ma anche uno tra i maggiori esponenti del romanticismo portoghese. Mi soffermo, quasi commosso, ma sicuramente con il cuore palpitante davanti alla stele della tomba dove riposano, dal 1985, le spoglie dello scrittore Fernando Pessoa. Mi sento piccolo e debitore davanti a questa tomba che il turista quasi ignora. Vorrei lasciarci un fiore ma non l'ho con me e gli dedico un pensiero, mentre mi sovviene alla rinfusa anche qualche sua frase: "Tutta la vita dell'anima umana è un movimento nella penombra. Viviamo nell'imbrunire della coscienza, mai certi di cosa siamo o di cosa supponiamo di essere". Mi allontano e raggiungo Matteo che intanto è entrato nel magnifico refettorio del Monastero, un locale abbastanza ampio e coperto da una volta a nervature. Le sue lunghe pareti sono decorate con una cornice a rilievo che disegna una fune marinara e da azulejos (piastrelle decorate) risalenti al XVIII secolo. Entriamo nel tempio da una porta che da accesso alla navata sinistra della chiesa. Nel presbiterio inferiore si trovano le tombe, in stile neo manuelino, del navigatore Vasco da Gama e del cinquecentesco poeta navigatore Luís de Camões. L'interno della chiesa è caratterizzato dalla mescolanza di elementi decorativi che vanno dal manuelino al tardo gotico e rinascimentale. Le alte e sottili colonne sembrano tanti "stuzzicadenti". che vogliono sorreggere una copertura che pare realizzata da un ragno, che abbia qui tessuto la sua ragnatela di pietra. Le cappelle della chiesa furono restaurate in stile rinascimentale nel XVI secolo e contengono i monumenti funebri di Manuele I e della sua famiglia, oltre che di altri Re del Portogallo. Le parole usate da Pessoa descrivere per gli interni sono: "Entrando nel tempio, potremmo prima visitare la Capela do Baptismo, che rimane sulla sinistra; qui si trovano temporaneamente le urne di João de Deus (poeta) e Almeida Garrett (drammaturgo), che in futuro saranno collocati nei tumuli successivi a quello occupato dal corpo di Sidónio Pais (senatore e ministro, assassinato il 14 dicembre 1918) che si trova nel muro di fronte. All'estrema sinistra sorge la cappella di Almeida Garret, dove riposano, nella parte superiore il cardinale Dom Henrique (nel 1562 assunse la reggenza della corona in nome del nipote di soli otto anni D. Sebastião) re del Portogallo e, ai lati, i nove figli di re Manuel I. Al centro, sull'impianto, troviamo la prima pietra posta dal principe Luís Filipe il 9 dicembre 1905, per segnare il luogo dove avrebbe dovuto essere collocato il tumolo di Almeida Garrett, da cui la cappella prende il nome. In questo luogo fu sepolto, il 21 dicembre 1918, il corpo del Presidente della Repubblica Sidónio Pais, accompagnato fino al monastero da una folla di molte migliaia di persone, durante una cerimonia commovente e accorata. In seguito il corpo fu traslato nella capela do Baptismo e quindi nel quarto tumulo, contando dal transetto, dove si trova tutt'ora". Gli ultimi fatti raccontati da Pessoa, furono vissuti da Lui in prima persona e quindi traspare un patos ancora molto acceso, proseguiamo con la sua descrizione: "Sulla destra c'è la sagrestia, interessante sia per la bellezza architettonica che per i suoi dipinti. Tornando alla chiesa, troviamo la cappella di San Girolamo, la cui immagine, in terracotta smaltata, è opera del celebre Luca della Robbia (forse non è vero). È a proposito di questa immagine che si narra la leggenda secondo cui il re di Spagna Filippo II, trovatosi faccia a faccia con questa splendida terracotta e notando la sua splendida espressività, esclamò: "No me hablas, Hieronimo?" ("non mi parli, Girolamo?"). Andiamo poi ad ammirare il magnifico pulpito, meravigliosamente lavorato, e quindi la cappella maggiore dove, dal lato del podio del Vangelo, giacciono il re Manuel I e la regina sua sposa Maria Fernanda. Sul lato delle Epistole riposano suo figlio, re João III e la sua sposa, Catarina Filipa di Pastiglia. Le tombe in marmo di Estremoz, poggiano ciascuna su due elefanti scolpiti in un solo blocco e con le zanne ricavate dal primissimo avorio portato dall'India. Il ciborio della cappella maggiore, tutto rivestito in argento, fu donato nel 1675 da Pedro II quando era ancora principe..." non vi può essere descrizione più erudita e perfetta che quella del nostro Pessoa, pare di avere al nostro fianco un perfetto accompagnatore turistico.
Pessoa prosegue ancora nella descrizione: "Continuiamo la nostra visita e, di fronte alla cappella Almeida Garret, vediamo le tombe di Luís de Camões e di Vasco da Gama, realizzate nel 1894 con la supervisione dello scultore Costa Mota. Nella parte superiore di questa cappella si trova la tomba di re Sebastião e ai lati quelle dei figli del re João III e nipoti quindi di re Manuel I. Nella nicchia, sulla sinistra della tomba di re Sebastião ( non mi perdo a raccontarvi la storia di questo re che meriterebbe un ampia trattazione), troviamo un immagine di San Gabriele: appartiene alla cappella della Nostra Senhora do Desterro e fu portata dall'India da Vasco da Gama nella sua caravella. La volta che si innalza sopra il transetto è un'opera eccellente, adornata con gli originali emblemi bronzei delle caravelle che navigarono verso l'India e il Brasile. Tutto l'interno è mirabilmente lavorato con rilievi di incomparabile bellezza, e anche la lavorazione delle colonne che sostengono la volta non è meno notevole. Dobbiamo concedere una speciale attenzione alla colonna centrale della sagrestia. Attraverso quest'ultima arrivando al coro e ai chiostri dove c'è ancora molto da vedere"



Fine VI parte.