Blog di Dante Paolo Ferraris

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

I cabinotti torinesi

E-mail Stampa PDF
cabinottiLa mia breve presenza a Torino mi ha permesso di apprendere di un mondo che non conoscevo: fortunatamente, mi è sempre piaciuto sapere cosa mi capita intorno: osservare ciò che mi circonda, capire i comportamenti altrui, anche se devo dire che, se li avessi compresi prima, qualche stupidaggine in meno l'avrei fatta.
Uno delle cose che, a distanza ormai di tempo, mi è tornata alla mente, durante una mia breve visita nella capitale sabauda, è stato vedere un gruppo di cabinotti discutere tra loro in piazza San Carlo.
Sono ragazzi, non solo adolescenti, che frequentano locali dall'ambiente curato e bazzicato da coetanei, sempre vestiti con griffe all'ultima moda.
Il termine cabinotti è usato per definire principalmente gli adolescenti della Torino bene, in particolare coloro che generalmente seguono un dress-code ben specifico, anche se non selettivo: indossano capi griffati - ma la firma di uno stilista non è individuabile facilmente -, taglio di capelli un po' lunghi ma alla moda, un leggero trucco e sempre profumati, magari iscritti a scuole private o anche pubbliche ma comunque liceali provenienti da famiglie benestanti. Sono determinanti il loro stato sociale, l'estrazione e il percorso di studio. Se a Torino vengono chiamati cabinotti, gli equivalenti milanesi sono i sancarlini, o pariolini a Roma, gli albarini a Genova, i borghesotti a Varese e i chiattilli a Napoli.
Probabilmente a Torino i primi cabinotti furono così chiamati perché, coincidenza del caso e non voluta, si davano appuntamento nelle vicinanze di alcune cabine telefoniche, forse ora mangiate dal sopravvento della telefonia mobile, all'incrocio tra corso Fiume e corso Moncalieri.
I Cabinotti, al femminile Cabine, cioè coloro che sono "figli di papà", sono vestiti con abiti di ultima moda originali, comprati nei negozi del centro. Dotati di portafogli ben forniti e di una generosa paghetta settimanale concordata e trattata, quasi un contratto collettivo, con propri genitori. Li senti parlare in questi bar "alla moda" e dall'arredamento stiloso, sostanzialmente di Week End nella casa al mare o in montagna, bella vita nelle discoteche e di "viaggi studio" in giro per il mondo. Sono sempre abbronzati dal sole delle spiagge tropicali o magari dal sole delle Alpi, ma in questo caso li riconosci dagli ampie occhiaie bianche lasciate dagli occhiali da sci.
Se appena patentati hanno la macchina nuova, tipo la Mini Cooper, la BMW Z3, la nuova 500L, la GOLF GTI ultimissima serie, e se non hanno ancora l'automobile sono comunque dotati di scooter ultimo modello. Adorano sport come barca a vela, golf e tennis da praticarsi ovviamente nel club privato frequentato da papà. Ma lo sport preferito è sicuramente quello dello shopping, oggetto principale delle discussioni ascoltate involontariamente vicino ai banconi del bar dei diversi locali di intrattenimento da loro frequentati e che a Torino, primo fra tutti il bar Umberto I, sono L'Obelix, Azimut, Kogins, Patio Club, il Gran Bar, Tre galli, il Cacao e la Rotonda, ma sopratutto il Platti, Prince discobar ecc...
Li riconosci dalla faccia da angioletto anche se magari non lo sono, o mentre cercano di dimostrate un età superiore, creando non pochi problemi ai barman dei vari locali esclusivi da loro frequentati qualora chiedessero un alcolico, anche se li ho quasi sempre visti bere succhi di frutta, Coca Cola o cocktail analcolici. Le Cabine le riconosci subito mentre camminano in centro, nello struscio del sabato pomeriggio, perché fanno di tutto pur di farsi notare, assumendo le posizioni più strane. L'appartenere alla medesima fascia di età non è il solo fattore di aggregazione ma risulta importante anche la propria condizione economica che crea una sorta di new - razzismo elitario, forte, compulsivo e dichiaratamente classista.
Se ascolti i loro discorsi studiano per il loro futuro e quello dell'Italia e fa "cool" avere esperienze come PR per le feste esclusive.
Anche se sono tutti diversi, vestono tutti uguali ed è facile riconoscerli dall'ultimo modello delle Nike ai piedi, attendono che da "Jack Plaza" o da "In!", i negozi di tendenza soprattutto per i cabi più giovani (in Via Andrea Doria), arrivino i capi di abbigliamento più esclusivi. Ma non sempre, coniugano perfettamente il capo acquistato nel negozio, con un taglio di capelli di tendenza e giovanile.
Pare che i Cabi non abbiano idee politiche. Sotto elezioni, per dimostrare agli altri il raggiungimento della maggiore età e la loro conseguente "maturità civica", si definiscono in maggioranza di centro destra, ma non disdegnano i temi del sociale, con tratti caritatevoli se non proprio sempre finalizzati ad un concreto risultato.
Ovviamente i cabinotti sono tra loro sempre in competizione, ma i loro veri avversari sono i truzzi. Vi sono leggende metropolitane su truzzi che attendono i cabinotti fuori dalle discoteche per malmenarli, ma non ho trovato nessun riscontro. Di certo c'è che gli "sfottò" sono forti e spesso ai truzzi si affiancano i rapper, i tamarri ecc. Nemmeno tra le ragazze dei due gruppi si scherza tanto, alla faccia del sesso debole, anzi sono orgogliose alla appartenenza ad un gruppo, un vero spirito di corpo. La definizione "quella strana" è il termine più gentile che ho trovato detto dalle cabine nei confronti delle powerfull alternuse, anche definite "cozze" (ragazze dei truzzi).
Questi ragazzi "alla moda", pervasi di briatorismo a tutti i costi, vedono nel loro abbigliamento e nell'ostentare oggetti di lusso ecc.. il loro status symbol, quale elemento identificativo della loro società "rampante". Non amano sentirsi chiamare "fighetti" ma non fanno nulla per non apparire. Se si potesse immaginare una scala gerarchica, il cabinotto è il livello più alto di snobbismo, anche se deprecati, molti vogliono somigliare a loro, entrare nel giro e farsi accettare. Tutto ciò è considerato prestigioso per molti giovani moderni.