D'altro canto era facile fantasticare per chi non aveva mai festeggiato il proprio compleanno o, quanto meno, era sempre stato ricordato sottotono. Più precisamente l'unica volta che lo festeggiai, ormai molti lustri or sono, con simpatizzanti ed amici lo feci in un ristorantino locale. Sono passati ormai talmente tanti anni che non mi ricordo nemmeno chi fossero gli invitati.
Questa volta l'organizzazione era affidata alle mie amiche Paola e Edita; volevo che alla festa del mio primo mezzo secolo di vita fossero invitati gli amici più "intimi" e che non ci si limitasse al pranzo o ad una cena ma che fosse una giornata "diversa".
Il luogo dei festeggiamenti viene scelto sei mesi prima, la lista dei partecipanti preparata con cura e l' organizzazione dell'evento seminascosta al sottoscritto; l'importante era trascorrerlo tra amici. Dalla lista originale ci sono state quasi subito delle defezioni, anche perché non era mia intenzione trascorrerlo in Italia. Dei miei famigliari non può partecipare nessuno, infatti occorre che qualcuno stia con mio padre, ormai anziano e il mio unico nipote è troppo preso dagli studi universitari.
Un breve periodo di scoramento personale, per motivi indipendenti dall'organizzazione, mi aveva portato a pensare di rinunciare a questo mio unico grande evento; il pronto intervento di Paola a rimbrottarmi e di Matteo, un mio "conoscente buono", a spronarmi mi portano a non rinunciare. Inoltre Roberto, che con difficoltà abbandonerebbe la sua Torino, ha manifestato la sua adesione e non potrei assolutamente tradire questa sua disponibilità.
Eccoci partiti, alla fine dovevamo essere in quattordici, ma l'influenza ha decimato la family di Pj e ci ritroviamo in una decina.
Destinazione Karlovac, in Croazia, luogo da me tanto amato. Il viaggio è lungo ma diverse soste per riposarci e il sacchetto viveri di sopravvivenza di Paola rendono i viaggio meno affaticante. Nel viaggio scopro la voracità di Roberto per quelle caramelle gommose, gioia dei dentisti.
Per quasi quattro giorni riesco veramente a distrarmi. Luca, Barbara, Flavio, Paola, Enza, Roberto, Andrea, Elisabetta e Stefano compongono una bellissima congrega.
A Karlovac ritrovo con immenso piacere Edita, una mia grande e simpaticissima amica, ma anche Branca, Valter,Anita e tanti altri che mi pare di conoscere da sempre.
Hanno organizzato un tour de force culinario, inframmezzato da piccoli e comunque appetitosi incontri. Passiamo da un ristorante ad un altro e il tempo per una visita alla città è veramente poco, giusto una corsetta per negozi nel centro di Zagabria. Tutto si potrà dire tranne che è stato riposante, escluso la mattinata alle terme di Lešće.
Mi rendo conto solo ora di quanta gente c'è, che non conosco ma che mi ricorda, e posso affermare che tutti nutrono per il sottoscritto sia stima che immeritata riconoscenza; tutto ciò mi inorgoglisce. Ho passato tutta la vita a sentirmi soddisfatto quando vedevo gli altri felici e in quei giorni mi è sembrato di essere un piccolo principe.
Lo stesso Sindaco della città ha voluto organizzare un momento conviviale, con musica e una buonissima cena a base di pesce. Divento inaspettatamente socio della Hrvatski Creveni Križ durante una piccola e famigliare cerimonia nella quale i giovani dell'associazione si ritrovano tutti insieme per salutarmi e presentare le loro attività. La stessa Direttrice della "casa del bambino" apre le porte dell'istituto al nostro gruppo e ci prepara un gustosissimo benvenuto a base di enormi, caldissimi e buonissimi strudel alle 10.00 del mattino. I bambini ospitati scorrazzano gioiosi intorno a noi, sanno che abbiano portato dei giochi e dei dolciumi per loro e ci accompagnano a vedere le loro camerette.
La cena di compleanno è un momento bellissimo e la vena pessimistica che nel periodo precedente aveva pervaso la mia persona viene cancellata da questi amici. Persone che da sempre mi sono vicini, che davvero mi hanno fatto commuovere. Mi sembrava strano che tutti questi festeggiamenti fossero per il sottoscritto e sinceramente mi sentivo in un profondo disagio. Nella mia vita non ho fatto altro che sognare. Sogni per lo più irrealizzabili, ma che hanno dato senso alla mia vita; non ho mai avuto altra preoccupazione che poter continuare a sognare e intorno a quel tavolo i veri amici hanno trasformato un sogno in realtà, ho compreso il valore dell'amicizia, quella vera e disinteressata, lo considererò il più bel regalo di compleanno mai ricevuto.
Questi giorni di abbracci mi hanno fatto comprendere che questi cinquant'anni li ho veramente vissuti e anche se li ho percorsi talvolta scalzo, li ho camminati tutti, non li ho mai certamente passati in ginocchio. Posso affermare che il miglior modo di festeggiarli è viverli e ricordarli con amici sinceri, un momento felice che ricorderò per sempre.