Blog di Dante Paolo Ferraris

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A Lisbona con Pessoa (X parte)

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LisbonaScendendo incontriamo l'edificio del Limoeiro che rappresenta un importante luogo per la storia della città; sfiorandolo appena mi rimetto alle righe scritte da Pessoa per descriverlo, anche se lui percorre in senso inverso la nostra stessa strada nel suo libro-guida su Lisboa.
"Al lato opposto della strada, sulla destra giacché stiamo salendo, c'è un altra prigione, maschile stavolta, il Limoeiro. Questo grande edificio fu costruito, così come si presenta oggi, nel 700, ma il luogo è strettamente legato alla storia antica del Portogallo. Il Paço dos Infantes (Palazzo dei Prìncipi) un tempo si trovava qui, e qui il conte Andeiro, amante della regina Dona Leonor, fu ucciso dal Mestre de Avis. Sempre qui morì re Fernando e vi furono ospitati la zecca, il Senato cittadino, l'antica corte d'appello, ecc. Il limoeiro è la più antica tra le prigioni civili di Lisbona; fu trasformato in penitenziario nel 700. Pochi anni fa i detenuti lo incendiarono, distruggendone una parte che ancora non è stata ricostruita". L'edificio rimase in uso come penitenziario fino al 1974 ed oggi è sede del Centro de Estudios judiciários.
Mentre cerchiamo di scendere verso la Baixa, sono intento a non scontrarmi con numerose signore anziane, che con i cappelli raccolti da un foulard scendono verso la chiesa de Sé. Lo sferragliare del tram e il caotico traffico veicolare ormai sono come un suono famigliare e affino l'udito per cercare di distinguerli. Quando per troppo tempo non sento lo scampanellio di un tram che chiede strada o annuncia il suo arrivo dietro a una stretta curva, mi sembra che mi manchi qualcosa.
La cattedrale romanica del Sé fu costruita nel 1150 sul sito di un edificio moresco, probabilmente una moschea, poco dopo la conquista della città da parte di Afonso Henriques. La massiccia mole che la fa sembrare un incredibile e imprendibile fortezza, dimostra, a parer mio, che i cristiani non si sentivano comunque molto sicuri. Proprio per i danni provocati dai terremoti, sopratutto quelli del 1344 e del 1755, le sue forme rappresentano un coacervo di stili. La facciata pare scavata da una profonda arcata e da un rosone ed è chiusa da due severe e imponenti torri. Il suo interno è decisamente in stile Barocco. La Cattedrale di Santa Maria Maggiore, chiamata semplicemente dai portoghesi Sé de Lisboa o Igreja de Santa Maria Maior, è certamente il principale luogo di culto cattolico della città di Lisbona. Sé è l'abbreviazione di Sede Episcopalis. Possiamo soffermarci poco al suo interno, è in corso una funzione religiosa e non vogliamo fare la figura dei turisti disturbatori. Non possiamo però non notare come il grande rosone posto sulla facciata faccia filtrare una luce che nel buio della chiesa appare quasi magica. La chiesa pare ornata dalla moltitudine di fiammelle delle candele votive.
Lisbona è proprio un misto di antiche culture che insieme hanno plasmato non solo la sua struttura urbana ma anche la sua società; fenici, romani, mori, iberici, tutti hanno contribuito alla formazione della cultura portoghese, rendendola veramente unica.
Ferdinando Pessoa così ce l'ha descrive "... la Sè Patriarcal, la cattedrale di Lisbona. E' un tempio antichissimo e la data della sua costruzione è sconosciuta, ma si suppone che risalga a molto tempo prima della dominazione mora, o almeno al tempo di re Afonso Henriques. I tanti terremoti sofferti da Lisbona hanno lasciato le loro tracce sulla cattedrale, che ha subìto molti restauri. Bisogna però dire che sono stati effettuati malamente, tanto che oggi è visibile la mancanza di un progetto coerente da parte dei numerosi "restauratori" ... Questo tempio è stato scenario di numerosi avvenimenti storici come, per esempio, la rivolta popolare del 1383, durante la quale il vescovo Dom Martinho Anes fu gettato da una delle torri a causa della sua parzialità nei confronti della politica Dona Leonor Teles. All'interno la Sé è degna di una visita minuziosa durante la quale non devono essere ignorate le tre navate, le arcate, le vetrate, il fonte battesimale dove si crede sia stato battezzato Sant'Antonio nel 1195..."
Devo obbligatoriamente fermarmi nella nostra discesa verso Praça do Comércio, davanti alla chiesa di Sant'Antonio da Sè, costruita sul sito della casa natale del patrono di Lisbona: Sant'Antonio da Padova (1195-1231).
Sant'Antonio di Padova, in portoghese Santo Antonio de Lisboa, al secolo Fernando Martins de Bulhões nasce a Lisbona, 15 agosto 1195 e muore a Padova, 13 giugno 1231), fu un religioso portoghese.
Dell'infanzia di Antonio si sanno poche cose se non il nome di battesimo, Fernando, la sua città natale, appunto Lisbona e che la sua famiglia fosse benestante ed aristocratica.
La sua biografia più antica fu scritta da un anonimo frate nel 1232 ricavata da informazioni ricevute dal vescovo Soeiro II Viegas, vescovo di Lisbona dal 1210 al 1232. Questa opera è conosciuta come Vita prima o Assidua: «I fortunati genitori di Antonio possedevano, dirimpetto al fianco ovest di questo tempio, un'abitazione degna del loro stato, la cui soglia era situata proprio vicino all'ingresso della chiesa. Erano essi nel primo fiore della giovinezza allorché misero al mondo questo felice figlio; e al fonte battesimale gli posero nome Fernando. E fu ancora a questa chiesa, dedicata alla santa Madre di Dio, che lo affidarono affinché apprendesse le lettere sacre e, come guidati da un presagio, incaricarono i ministri di Cristo dell'educazione del futuro araldo di Cristo».
Antonio di Padova era il primogenito in una nobile famiglia. Sua madre si chiamava Maria Tarasia Taveira e suo padre Martino Alfonso de' Buglioni (Martinho Afonso de Bulhões), cavaliere del re e, forse, discendente di Goffredo di Buglione. L'abitazione della nobile famiglia era nei pressi della cattedrale di Lisbona, dove egli ebbe la prima educazione spirituale dai canonici della cattedrale. Nel 1210, all'età di quindici anni, egli decise di entrare a far parte dei Canonici Regolari Agostiniani dell'Abbazia di San Vincenzo di Lisbona.
Molte cose accomunano Sant'Antonio con Fernando Antonio Nogueira Pessoa, infatti non solo portano lo stesso nome, nulla di straordinario se consideriamo che Sant'Antonio non solo è lisboneta ma è anche il patrono del Portogallo e che Pessoa è nato il 13 giugno, giorno della festa di Sant'Antonio.
Papa Gregorio IX nel sentirlo predicare lo definì "Arca del Testamento" e di lui si riportano molti miracoli: guarigioni, profezie e anche esorcismi tra i quali è noto quello riportato su molti "santini" con l'immagine sua e di una donna portoghese indemoniata: "Ecce crucem Domini, fugite partes adversae! Vicit Leo de tribu Iuda, radix Davide. Alleluia, alleluia. "(Ecco la croce del Signore, fuggite avversari! il leone della tribù di Giuda, stirpe di Davide, ha vinto. Alleluia, alleluia). Sant'Antonio di Padova è patrono degli affamati, dei naufraghi, dei messaggeri, degli orfani, dei prigionieri, delle ragazze da marito, dei fabbricanti di maioliche e delle reclute; inoltre viene invocato dai contadini a protezione dei raccolti, contro i terremoti, contro la sterilità coniugale e per il ritrovamento delle cose smarrite. Oltre ad essere patrono del Portogallo è patrono di Padova e del Veneto e di innumerevoli altre città.
Anche il Portogallo ed in particolare Lisbona ha il suo Papa, infatti Petrus Hispanus o Petrus Iuliani, che nacque quasi certamente a Lisbona tra il 1205 e il 1220, fu eletto e incoronato pontefice nel febbraio del 1276, come 187° Papa della chiesa cattolica. Assunse il nome di Giovanni XXI e morì a Viterbo il 16 maggio 1277, per il crollo della sua stanza da letto e studio nel palazzo papale di Viterbo. Fu un pontefice soggetto a critiche da parte della maggioranza degli ecclesiastici della curia romana, non abituati a trattare con un pontefice che era anche medico, scienziato e filosofo. Era considerato un sapientone, una specie di mago, tanto da essere accusato di essere vicino all'eresia da parte dei notabili della curia; non fece mai nulla per dissipare tali dubbi e far tacere le malelingue, comportandosi con disinvoltura ed aprendo il palazzo papale ai poveri ed agli ammalati. Raggiungiamo finalmente Praça do Comércio, dove la luce arriva da lontano e che riflessa sulle acque del Tago diventa poliedrica andando a rifrangersi sugli edifici che si affacciano su questa piazza.



Fine X parte.