Blog di Dante Paolo Ferraris

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Zagreb (I parte)

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ZagrebDi Karlovac ho già scritto tanto e tanto ancora scriverò, la ritengo la mia seconda città, in quanto racchiude molti miei affetti. Della sua capitale Zagabria ho scritto invece poco e merita una mia maggiore attenzione.
Diverse volte ho avuto modo di visitarla ed ho apprezzato il suo stile di vita, la trovo una città romantica, non meno delle più famose Parigi e Venezia, ma anche affascinante e intrigante come Praga o Roma, giovanile e gioviale come Barcellona o Berlino e trasgressiva come Amsterdam o Milano ed inoltre è proprio una città Mitteleuropea che mi piace, piccola, che si può girare a piedi, piena di storia, a misura d'uomo.
È bello perdersi per le sue stradine e vicoli in ciottolato che spesso fanno un percorso annodato, una città che parte dal fiume e sale in collina dopo aver percorso un bel tratto di pianura. Zagabria si presenta al turista come una città dinamica, vivace, ricca di storia rivelata dai suoi molteplici musei, una città d'arte con le proprie architetture che sembra vogliano gareggiare con le stelle e testimoniata dalle innumerevoli gallerie d'arte, dai suoi caffè letterari e dai suoi circoli più esclusivi.
Un tempo era conosciuta quasi esclusivamente come fermata lungo la linea dell'Orient-Express, oggi è una città di costume, pronta a raccogliere stimoli e tradurli in moda. La storia contemporanea è fatta di guerra, sofferenze e atrocità combattute da un popolo che per secoli ha cercato di autodeterminarsi, prima dai romani, poi dagli ungheresi, poi dagli austriaci e recentemente dall'Ex Jugoslavia. Per fortuna la città ha subito nell'ultimo conflitto per l'indipendenza croata pochi danni e i segni e le ferite sono più nell'animo degli zagabresi che negli edifici.
Purtroppo Zagabria è una delle città più sottovalutate dell'Europa Centro-Orientale. I turisti sono soliti dare un'occhiata fugace al centro per poi spostarsi sulle coste dalmate o per recarsi in altre capitali europee. Ed è un peccato perché non è solo la capitale politica, economica e culturale della Croazia ma offre molto di più sia come storia che come cultura.
I suoi abitanti sono conosciuti per il loro forte campanilismo, che poi si traduce in amore per la città, ma anche per l'abilità di fondersi con la città stessa, quasi fosse un matrimonio. Zagabria è una città che vale la pena godersela e va trattata a mio parere come una bella storia d'amore.
La parte bassa della città è un susseguirsi di parchi e piazze. Si tratta di una combinazione di giardini alla francese e parchi boscosi in stile inglese, circondati da grandi palazzi ottocenteschi. In pieno centro si trova il Giardino botanico in grado di svegliare delle fantastiche sensazioni. Un giardino allestito nel 1890 con oltre diecimila piante di cui quasi duemila originarie dei tropici. Credo che debba essere una sensazione fantastica passeggiare per i giardini in primavera o in autunno all'alba, quando tutto si sveglia ed è tutto profumato, un vero must di romanticismo.
Di solito cerco di parcheggiare, quando ci riesco, vicino al magnifico teatro Nazionale croato, in Trg Marŝala Tita. Il monumentale Teatro nazionale Croato, un'opera commemorativa del neobarocco, che è stato inaugurato dall'Imperatore Franz Joseph nel lontano 1895. Il tempio barocco dell'arte drammatica della città di Zagabria offre una sensazione speciale nel guardarlo. Questo immenso palazzo è attorniato da splendidi giardini e da una intrigante e moderna fontana della Vita, opera dello scultore Ivan Meštrović.
Vicino al teatro si trova il museo Mimara, una recente galleria d'arte forse annoverabile tra le migliori di Zagabria, inaugurata nel 1987. Al suo interno vi si trovano esposti reperti egizi, greci e romani insieme a importanti dipinti di Renoir, Rubens e Raffaello.
Al bar Hemingway, dirimpettaio del teatro, solo giovani virgulti con occhiali da sole neri e cellulare incollato all'orecchio. Auto ultimo modello e di grossa cilindrata insieme ad abiti griffati pare siano i principali requisiti per poter accedere al locale. L'esibizionismo di questi giovani croati non era proprio dell'illustre scrittore del celebre romanzo "Il vecchio e il mare".
All'angolo tra la Preradovica ulica e la Masarykova ulica, non puoi non notare la statua dedicata a Nikola Tesla, chiamata il Genio pensoso; il monumento, a grandezza naturale e realizzato in bronzo come altre statue sparse per il centro cittadino, poggia su un basamento che rende la figura di Tesla ancora più imponente. È raffigurato seduto, ripiegato su se stesso con espressione pensosa.
Tesla (1856) nacque da genitori serbi della Lika, regione della Croazia vicino alla Dalmazia. A lui si devono molte importanti scoperte sull'energia elettrica e sul campo magnetico rotante.
Nell'avvicinarsi alla parte centrale di Zagabria corre l'obbligo di scrivere due parole sulla città, anche per comprendere meglio il contenzioso storico esistente tra le vecchie mura. L'area su cui sorge Zagabria risulta abitata sin dal Neolitico, mentre all'epoca dei romani risalgono le vestigia ben conservate di Andautonia. La storia più interessante della città ricorre però solo dall'XI secolo: nel 1094 il re d'Ungheria Ladislao eresse una sede vescovile sulla collina di Kaptol. Sul colle adiacente si sviluppò nel contempo un'altra comunità, indipendente dal vescovo, che prese il nome di Gradec. Nonostante la vicinanza i due insediamenti di Gradec e Kaptol cercarono costantemente di danneggiarsi a vicenda. La città vescovile scomunicava Gradec, che rispondeva incendiando la rivale. I due centri intessevano rapporti solo per motivi commerciali, come le tre grandi fiere.
I due insediamenti subirono pesanti danni durante l'invasione dei Mongoli del 1242. Il re Bela IV fece di Gradec una città regia, ossia non soggetta a signorie feudali, per attirarvi artigiani forestieri e renderla zona d'interesse per scambi commerciali. Gradec e Kaptol divennero un'unica città, Zagabria, all'inizio del XVII secolo.
A ridosso della città, sul monte Medvenica, si erge quello che resta della fortezza di Medvedgrad, eretta tra il 1249 e il 1254 per proteggere Zagabria dalle invasioni dei mongoli e da allora è simbolo della resistenza croata e della lotta per la libertà; in seguito appartenne a diverse famiglie aristocratiche, finché a causa di un violento terremoto venne abbandonata. La fortezza è associata ad una delle leggende più antiche e inquietanti della Croazia, quella della Regina Nera; un personaggio dalla crudeltà leggendaria e chissà se il mito deriva dalla Messalina di Germania, meglio nota come Barbara di Celje (1400 circa). La Regina Nera era una regnante straniera, audace e forte, praticava l'alchimia e si dice anche riti magici, vestiva sempre di nero perché rimase vedova all'età di 46 anni e ciò la porta nell'iconografia fanciullesca a vederla sotto forma di vampiro. Nella leggenda il suo fedele servitore era un enorme corvo che terrorizzava le campagne circostanti. La sua figura è spesso utilizzata per spaventare ed abbonire i bambini croati che ancora oggi giocano a "Crna Kraljica jen, dva, tri!" (Regina Nera uno, due, tre), la versione croata del gioco di gruppo "Un, due, tre, stella!" che ormai i nostri fanciulli non conoscono nemmeno più. La tradizione vuole che l'oro della Regina sia ancora nascosto nelle segrete della Fortezza.
Per raggiungere il centro della città si transita lungo strade affollate ad ogni ora del giorno e della notte dalla gioventù universitaria zagabrese e non solo. In Trg Cvjetni e nelle vie adiacenti, oggi zona pedonale della parte bassa della città, si trova il luogo di incontro preferito dagli zagabresi, un punto caotico della capitale soprattutto nell'ora di punta. Vi trovi spesso le bancarelle di varie associazioni, di organizzazioni religiose e non solo, per la distribuzione di volantini ma anche di promozioni commerciali. Un luogo ideale per fare sosta durante lo shopping, dove fino a tarda notte è possibile fermarsi a chiacchierare amabilmente nei tanti bar con i loro dehors dalle poltroncine di paglia e dai caratteristici ombrelloni colorati. Non a caso in questa piazza è stato eretto il monumento a Petar Preradović, poeta del movimento illirico che scriveva "al cuore umano manca sempre qualcosa, l'animo è sempre insoddisfatto", parole struggenti di un poeta, profondo conoscitore dell'animo umano e dal pensiero sempre attuale. Sulla piazza bellissimi chioschi di venditori di fiori che pare siano stati appositamente collocati per offrire al passante il gusto di assaporare profumi e colori. Questa è una piazza che non va raccontata ma semplicemente vissuta. Tra l'altro all'estremità settentrionale della piazza si trova la Chiesa ortodossa di Santa Trasfigurazione, costruita nel 1866.
In centro città si trova la Piazza Trg Josip Jelačića, collocata tra la moderna città bassa e la città alta, costituita dai due antichi villaggi di Gradec e Kaptol, la cui unione diede vita a Zagabria. La Trg Josip Jelačića è la piazza più importante della capitale croata, se la città ha un cuore questo è il cuore di Zagabria; è un luogo che con il suo sferragliare dei tram in continuo transito la rende ai miei occhi particolarmente affascinante. Artisti di strada, venditrici di mazzetti di fiori e incontri casuali sono la sua quotidianità, tutto all'ombra del monumento equestre che vi campeggia. Il monumento è dedicato al Ban (vice re) Josip Jelačić che nel XIX secolo guidò l'esercito croato in una sfortunata battaglia contro l'Ungheria, nella speranza di ottenere maggiore autonomia per il suo popolo se non addirittura l'indipendenza.
È curioso sapere che la statua equestre fu rimossa dalla piazza nel 1947 dal Governo di Tito, ritenendo che rappresentasse un simbolo per i nazionalisti croati e quindi un pericolo per la neo nata Federazione di Jugoslavia. Nel 1990, ad indipendenza ottenuta, il nuovo governo, tra le prime decisioni che assunse, prese quella di ricollocare il monumento equestre al centro della piazza nella sua antica posizione originaria.
Nella parte destra della piazza c'è una moderna fontana rotonda, la fontana Mandusevac a cui è legata una leggenda. Pare che tempo addietro la fontana fosse rifornita da una sorgente di acqua. Nei documenti dei processi alle streghe veniva indicata come il loro luogo di ritrovo. Si dice che durante una giornata molto calda ed assolata, il Ban di ritorno da un importante battaglia, passò, stanco e assetato davanti alla fonte. Vedendo una giovane popolana, che si chiamava Manda, accanto alla sorgente, le domandò di attingergli dell'acqua per poter dissetarsi. La ragazza, attinse l'acqua e gli porse da bere. Da questo fatto la sorgente prese il nome di Mandusevac con riferimento alla bella e gentile Manda e il luogo, dal verbo attingere, che in croato antico è "zagrabiti", fu chiamato Zagreb, che diede poi formazione del nome della città Zagabria. Si diffuse subito la diceria che chi si dissetava con l'acqua della fonte di Manda sarebbe ritornato in visita alla città. Oggi si crede che porti fortuna gettare nel piatto della fontana una monetina e come succede per il pozzo di san Patrizio e per la romana Fontana di Trevi, si dice che sia di buon auspicio per tornare a far visita a Zagabria. Questa piazza non è mai deserta, passanti indaffarati, casalinghe con le sportine cariche di spesa, innamorati mano nella mano, fanciulli divisi in crocchi a chiacchierare e uomini d'affari muniti di valigetta 24h sono parte della sua vita quotidiana.
Vicino si trova anche la cattedrale in stile neo-gotico dedicata all'Assunzione di Maria ed ai due re Stefano I e Ladislao I e rappresenta l'edificio di culto più alto del paese. Costruita originariamente in epoca medievale, la cattedrale custodisce un tesoro d'inestimabile valore con oggetti risalenti al periodo che va dall'XI al XIX secolo. In essa riposano le spoglie di numerosi protagonisti della storia come quelle del Beato Alojzije Stepinac, arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960 e cardinale tra i più giovani del tempo, una figura però piuttosto controversa. Da una parte è accusato di collusione con il regime ustascia di Ante Pavelić, dall'altra viene considerato un martire perseguitato dal regime comunista jugoslavo.
La costruzione della cattedrale ebbe inizio nel 1093 e fu completata nel 1217 ma con l'invasione mongola del 1242 fu rasa al suolo dagli invasori. Successivamente il vescovo Timoteo (1263 - 1287) fece ricostruire una nuova cattedrale sulle rovine di quella distrutta. Il nuovo edificio fu dedicato al re ungherese Stefano I, poi santificato. A seguito delle invasioni delle armate dell'Impero ottomano che occuparono la Croazia e la Bosnia nel XV secolo, fu deciso di costruire delle mura di fortificazione, alcune delle quali sono ancora intatte. Una torre di guardia fortificata in stile rinascimentale fu eretta nel XVII utilizzata come punto di osservazione militare al fine di contrastare la minaccia ottomana. La torre prese il nome di Torre Bakac, in onore dell'allora arcivescovo di Esztergom Toma Bakac. La cattedrale venne seriamente danneggiata dal terremoto di Zagabria del 1880. La navata principale crollò e fu danneggiata irreparabilmente anche la torre. Il restauro della cattedrale fu condotto da Hermann Bollé. L'attuale fisionomia dell'edificio in stile neogotico risale a quel periodo. Durante il restauro due grandi guglie alte108 metri furono erette sul lato occidentale della struttura.
Ogni volta che vi entro rimango impressionato per il gruppo di statue che raffigurano la crocifissione di cristo e dei due ladroni e raramente ho potuto vedere un gruppo scultoreo che comprendesse l'intero avvenimento. Sopra al gruppo statuario c'è una lunga frase in glacolitico, il più antico alfabeto slavo conosciuto. Venne creato dal missionario Cirillo, insieme a suo fratello Metodio, intorno all'862-863 per tradurre la Bibbia e altri testi sacri in antico slavo ecclesiastico.
La cattedrale è anche raffigurata sul retro delle banconote da 1000 kuna ( moneta nazionale croata) emesse nel 1993. Di fronte alla cattedrale di Zagabria si trova la Fontana degli Angeli del XIX secolo, dove sembra che i 4 angeli stessero a guardare la costruzione della cattedrale. Nella parte sommitale della colonna la Vergine Maria domina la piazza.



Fine I parte.