Comunque mi siedo e riguardo la foto, ormai velata dal tempo e che ritrae un giovane mingherlino, con grandi occhialoni quadrati, capelli corti, viso lungo e smunto, due orecchie quasi alla Dumbo, gambette striminzite color latte con indosso un paio di pantaloncini corti e una t-shirt. Quanti anni sono passati da quel breve viaggio nell'isola di Minorca con Emilio e Cicu. Era il maggio del 1992 e di quel viaggio in questa piccola isola delle Baleari mi sono rimasti pochi ricordi, confusi e velati come quella vecchia foto. L'alloggio era in un moderno resort, sul litorale meridionale non lontano dall'aeroporto, a poche decine di metri da una lunga spiaggia di cui poco ricordo se non il bianco degli edifici illuminati dal sole che abbagliavano la vista. La costa nord di Minorca, da quel che ricordo di un cosiddetto safari attraverso l'isola, termine assolutamente falso per una breve escursione con piccoli fuoristrada su strade sterrate, è aspra e fortemente scoscesa, mentre la parte centrale è caratterizzata da una pianura piuttosto arida nella quale crescono arbusti di rosmarino selvatico, cardi spontanei curvi dal vento che percorre spesso l'isola, ma anche ulivi e pini. Piccole gole, non sempre raggiungibili in auto, si aprono sul mare che forma piccole baie con spiagge di sabbia bianca nel sud dell'isola. Il paesaggio agreste è tagliato longitudinalmente, o almeno lo era, da una strada che unisce le cittadine di Ciutadela e Mahon, i due centri più importanti situati rispettivamente alle estremità occidentali ed orientali dell'isola. Si incontrano anche altri piccoli centri abitati caratteristici, con piccole case bianche o dai tenui colori pastello e dall'aspetto spesso arabeggiante.
Minorca è un'isola di 700 chilometri quadrati, dove sono sbarcati tanti e diversi popoli, fenici, iberi, romani, arabi, inglesi ecc.. che hanno plasmato sull'isola una popolazione forte e determinata, lasciando nell'architettura locale evidenti segni del loro passaggio. Certe dolci atmosfere, così diverse da quelle caotiche delle vicine Maiorca ed Ibiza, si rispecchiano nelle acque placide del mare nelle calette, con i pescatori che rientrano dalla pesca nei porticcioli e nelle bianche vele delle barche che invece corrono tra le onde, quasi a volare, nei tratti di mare aperto. I bagnanti in questo inizio di stagione estiva sono già sdraiati a prendere il sole facendosi accarezzare da un vento leggero e caldo.
Il ricordo vola sulla corsa dei cavalli minorchini, alti e neri che corrono nel paesaggio rurale, essendo l'allevamento di questi cavalli un importante voce nell'economia dell'isola stessa. Invece ho poca memoria dei talayotes, monumenti megalitici simili ai nuraghe della Sardegna, che forse erano camere mortuarie o templi antichi. Durante il "safari" ricordo anche il transito vicino ad una barriera di dune nei pressi di una laguna, piccola oasi che offre un comodo seppur limitato rifugio all'avifauna locale e migratoria.
Merita un cenno anche il grande porto della capitale Mahon, che si fregia tra l'altro di essere il comune più orientale della Spagna, una vera roccaforte naturale che per secoli ha offerto riparo ai naviganti del Mediterraneo centrale proteggendoli dai venti del nord.
Anche se la "movida" delle vicine Palma, Ibiza e Formentera è di più facile richiamo all'italico viaggiatore, quella minorchina non è poi così da meno mettendo a disposizione ai cultori della vita notturna diverse opportunità di divertimento. Ricordo in particolare una suggestiva discoteca ricavata in alcune grotte scavate dalla natura in una falesia rocciosa a picco sul mare e anche un divertente spettacolo teatrale in cui "le protagoniste" erano tutti uomini travestiti. Per chi vuole osare di più non mancano night club e locali simili, in ogni caso sempre contraddistinti da buon gusto e riservatezza. Locali che ho comunque voluto frequentare, proprio per offrirmi momenti di personale ed esclusivo svago. Ricordo che fu lo stesso concierge della struttura turistica ad indicarmi un vicino locale notturno. Minorca, anche se non è un paradiso della vita notturna e della trasgressione, qualche momento piacevole lo lascia nella memoria di un giovane, ed eccomi così in un club privè, uno di quelli avvolti in un sapore e stile retrò. Il Club si esprime attraverso il suo piccolo ingresso e il suo lungo bancone del bar, un linguaggio estremo e forte che da vita ad un ambiente minimal accogliente ed ospitale. Dall'ingresso del locale al bancone soffuse luci rosse danno quel tocco in più di atmosfera di un exclusive night. Serata speciale di elegante divertimento, carica di energia e di straordinaria bellezza, ambientata in piccoli spazi delimitati da vetuste poltrone su cui sprofondano gli avventori insieme a licenziose ragazze o su alti sgabelli dove procaci signore invitano i clienti a godere di un attimo fuggevole. Trovi subito colei che ti strizza l'occhio sia per farsi offrire un cocktail o per offrirti un vivace post-cena. Musica soffusa, non certo create dai famosi DJ Set di oggi, ma comunque invitanti fino a creare delle magie e malizie elettrizzanti. I drink sapientemente miscelati da abili barman corrono velocemente con chiacchiere e divertimento fino a tarda notte, il tutto sotto la regia firmata da un collaudato team di professioniste della nightlife. Una serata alternativa trascorsa senza i miei compagni di viaggio tra i privè di un locale di cui non ricordo nemmeno il nome ma in un ambiente non esageratamente "Exclusive" ma comunque appagante per un giovane "provincialotto" di campagna.
In sostanza Minorca è un luogo piacevole dove trascorrere qualche giorno di vacanza, lontano da mete celebrate ma sicuramente più caotiche nello scenario del Mediterraneo, uno dei mari più belli del pianeta.