Già devi augurarti che nel luogo che vuoi raggiungere ci siano ancora i binari, già perché da quando le ferrovie in Italia sono in mano a diversi attori che si spartiscono l'obbligata clientela che deve utilizzare il treno per recarsi a lavorare, tutto è diventato più difficile. Prima ci si lamentava, ma da Torino o Trieste, salivi su uno sgangherato treno e potevi raggiungere Palermo o il tavoliere delle Puglie senza fare cambi, ora devi cambiare spesso treno, tener conto delle coincidenze e pagare un salatissimo biglietto.
Se poi pensi di viaggiare su linee secondarie, rischi di non trovare più i binari. Già perché mentre vogliamo ridurre il traffico veicolare su gomma, privatizzando e suddividendo in tante distinte società quelle che erano le vecchie Ferrovie dello Stato, che tra l'altro esiste ancora, le varie neo-società che devono fare business e ovviamente tagliano tutto ciò che non rende e quindi alla fine si favorisce il trasporto su gomma. Ciò è molto più semplice che modernizzare linee e rendere il viaggio in treno un momento d'incontro e svago, unendo tutti i piccoli centri abitati alle città maggiori. Con l'invenzione dell'alta velocità che fa a gara con l'aereo si sono unite le città metropolitane di Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli e per essere certi che i “supertreni” chiamati frecce, fossero sempre pieni si sono ridotti se non aboliti i vecchi intercity e gli Euronotte. Così se da Alessandria voglio andare in Sicilia, posso raggiunge l'isola con almeno 2 cambi, con condizioni di viaggio al limite del carro trasporto animali. Se dalla mia città decido di arrivare a Roma per un week-end posso contare su un Euronotte che da Torino va a Salerno, partenza da Alessandria ore 22.59 con arrivo Roma Ostiense ore 05.55, giusto in tempo per vedere le paritetiche rientrare a casa e i netturbini iniziare il loro lavoro.
Se vuoi prendere il Frecciarossa o lo pseudo concorrente Italo, devo obbligatoriamente salire a Torino raggiungendola in treno, per fortuna senza cambi o Milano con 2 cambi, fatto salvo alcun giorni feriali in cui Trenord mette a disposizione dei treni per i pendolari, comunque sta il fatto che devo salire di 100 Km per poi discendere, ed ancora devo studiare bene i cambi, calcolare numero e peso dei bagagli da dover trascinare da stazione in stazione.
Vi racconto a sommi capi uno di questi viaggi, che definire della speranza è un eufemismo.
Partenza ore 22.59 da Alessandria, una volta tanto trovo il posto assegnato libero, ma la cabina è una cuccetta trasformata con sei poltroncine. Non so se avete mai preso una cuccetta, quella più verso terra è terribile in quanto la seduta è leggermente convessa verso lo schienale per permettere che diventi una poltrona quando lo scompartimento non è trasformato in un loculo con sei cuccette. Risultato scomoda per coricarsi, in quanto stretta e obliqua e scomodissima come seduta perché più bassa del normale, tanto da dover tenere le ginocchia quasi in bocca se sfortunatamente sei un po' alto. Inoltre se lo scompartimento è tutto completo risulta impossibile allungare le gambe da seduto onde evitare che il formicolio e l'intorpidimento degli arti abbia la meglio.
Il viaggio inizia in queste condizioni, inoltre gli odori notturni dei miei compagni di viaggio e il russare dell'unico viaggiatore che è riuscito ad addormentarsi, rendono impossibile l'abbiocco oltre ad avere la perenne paura dai essere derubato.
All'arrivo, tra l'altro puntuale, vaghi per una stazione semi deserta, ti fanno compagnia decine di homeless che hanno trovato casa provvisoria sotto cartoni e coperte lungo i corridoi dei sottopassaggi ferroviari e della metrò.
Il viaggio di ritorno, è ancor più complesso, per prima cosa mi rendo conto che la biglietteria della stazione di Alessandria, mi ha prenotato il treno giusto ma in un giorno sbagliato. Ti rechi all'ufficio informazioni dove ti prepari per una lunga attesa, circondato da innumerevoli discussioni tra viaggiatori perché su 4 distributori elettronici del famigerato numerino di prenotazione per accedere allo sportello solo uno funziona.
Ti senti dire da una cortesissima impiegata di Trenitalia che devo rifare il biglietto e poi fare reclamo. Cosa che farò sapendo comunque di non trovare soddisfazione per uno sbaglio non mio.
Mi reco alle macchinette per fare il biglietto, ripago il biglietto facendo così diventare esosissimo il mio viaggio romano, una schermata mi fa scegliere il posto; scelgo finestrino in una carrozza senza scompartimenti.
Oblitero il mio biglietto, salgo sul vagone assegnatomi e scoperta delle scoperte è un vagone con gli scompartimenti e il posto da me richiesto è diventato un posto lato corridoio.
Viaggio tra zingare che salgono e scendono dai vagoni nelle varie fermate del treno, molti siedono sulle valigie in corridoio e allora la domanda che mi pongo è perché ti fanno scegliere un posto a sedere che poi non c'è? Una raccomandazione: partite sempre con la vescica vuota e senza altri stimoli da recarvi in bagno perchè se non lo trovi chiuso a chiave, come accaduto sulla mia carrozza, lo trovi con il liquame del wc quasi a bordo tavoletta. Ovviamente il colore e profumo lo lascio immaginare, ovviamente senza carta igienica e senza della carta per per asciugarti le mani, ma intanto non serve perché non c'è nemmeno l'acqua corrente dal rubinetto.
Raggiungo Alessandria, dopo aver fatto cambio treno a Genova Brignole e nel frattempo mi domando se davvero si considera la ferrovia un bene nazionale ed essenziale per favorire la movimentazione delle persone o soltanto un sistema per trasportare dei polli pagatori ! Forse qualche percorso ad alta velocità in meno e qualche treno più pulito e un servizio migliore sulle reti principali e secondarie minori fornirebbe un servizio migliore agli italiani e non farebbe scappare i turisti schifati dalle condizioni di viaggio.
Eppure continuerò a viaggiare in treno, continuerò a scrivere reclami, continuerò ad inveire verso chi vuole fare business su chi non può permettersi un viaggio in aereo, auto o sull'alta velocità. Viaggiare in treno è diventata una cosa da ricchi, chissà cosa ne pensa Paleocapa o chi ha fatto del treno un trasporto di massa e non per soli ricchi?
Ovviamente ho fatto reclamo per lo sbaglio di prenotazione e dopo qualche settimana mi è giunta l'attesissima risposta. Una lunga risposta, infarcita di belle parole, sostanzialmente mi dice che la colpa è mia perché non ho controllato il biglietto dopo che mi è stato consegnato. Evito ulteriori commenti!