Blog di Dante Paolo Ferraris

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Chiaroscuri nella città eterna (XI parte)

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RomaInizio a discendere dal Pincio in direzione piazza di Trinità dei Monti, dove vi è collocato un altro obelisco. Prima di arrivarci mi soffermo davanti a Villa Medici che anch'essa ha tra i suoi tesori un importante obelisco.
Questa villa sorge nel luogo dove un tempo, Lucio Lucinio Lucullo (115 - 57 a.C.), generale romano, fece collocare i suoi giardini (conosciuti come horti Luculliani), siamo alla fine del periodo repubblicano e tra il 66 ed il 63 vi fece costruire una grande villa.
La villa fu abitata anche da Valerio Asiatico e poi da Messalina, moglie dell'imperatore Claudio, la quale, al fine di impadronirsi della villa, non esitò a ricoprire di false accuse Valerio Asiatico, che fu così costretto al suicidio nei giardini nel 47 d.C.
Seguono come abitanti la famiglia patrizia degli Acili, e poi dei Pinci, da cui l'attuale nome della collina fintanto che nel cinquecento il cardinale Marcello Crescenzi decise di ingrandirlo ed abbellirlo per farlo divenire un palazzo in grado di competere con le dimore signorili dell'epoca. La primitiva casa a due piani con torre diventa una delle più prestigiose ville di Roma. Successivamente nel 1564 la villa con gli splendidi giardini furono acquistati da Giulio e Giovanni Ricci, nipoti del cardinale Ricci da Montepulciano che la rinnovarono ed l'abbellirono ulteriormente edificandoci un ingresso monumentale su via di Porta Pinciana, ampliandone anche le proprietà terriere.
La villa, nel 1568, fu collegata all'acquedotto Vergine, permettendo così all'ingegnere Camillo Agrippa di sistemare meravigliosamente i giardini. Un nuovo proprietario si ha nel 1576 quando la villa fu acquistata da Ferdinando de' Medici, da cui il nome odierno, trasformandola ulteriormente ed aumentandone il suo splendore.
Furono creati al di sopra della loggia un appartamento nobile ed aggiungendo un ulteriore ala al palazzo, destinata ad accogliere la galleria statuaria; fu aggiunta anche una seconda torre, quella che si rivolge verso Trinità dei Monti. La facciata interna fu abbellita con busti e statue e bassorilievi e gli interni furono decorati da Jacopo Zucchi. Fu potenziato il sistema idrico con il convogliamento dell'Acqua Felice. Quando Ferdinando de' Medici divenne Granduca di Toscana, la villa passò in possesso del cardinale Alessandro de' Medici, che diverrà poi papa con il nome di Leone XI, che l'arricchì con importanti reperti archeologici, tra i quali la famosa statua di Venere detta dei Medici, rinvenuta negli scavi di villa Adriana e ritenuta da Innocenzo XI troppo scandalosa per la dimora di un prelato e che fece trasferire a Firenze.
Con la morte di Ferdinando, la famiglia Medici inizio a disinteressarsi della villa, sia perché poco utilizzata e sia perché era molto costosa nella manutenzione, altrettanto fecero i Lorena che la ereditarono, tanto che alla fine del settecento fu messa in vendita. Ovviamente in questo periodo di tempo la villa fu depauperata di molte opere d'arte. Tra i reperti portati a Firenze nel 1790 dagli antichi proprietari vi era un obelisco, facente parte dell'antica collezione di reperti voluti dal cardinale Ferdinando, questo obelisco era posto al centro del giardino del palazzo, ed era stato rinvenuto nel 1550 nel Tempio di Iside. L'obelisco, alto m 6,27, costituito da un monolito di granito rosa proveniente dalle cave di Assuan fu portato a Roma nel I secolo a.C., la sua provenienza ancora oggi non è certa, per molto tempo si è ritenuto che provenisse dal Tempio di Ammone a Tebe (oggi Luxor) e che fosse datato al 1500 a.C., ma altri studi più recenti ne collocano la realizzazione durante il regno di Ramesse II ossia tra tra il 1297 ed il 1213 a.C. e la provenienza, come per altri obelischi portati a Roma, da Heliopolis.
L'obelisco fu trasportato a Firenze per volontà di Pietro Leopoldo di Lorena per ornare i giardini di Boboli, dove tuttora si trova. Solo dopo l'acquisto della villa da parte del governo francese, il complesso inizio a riacquistare la sua antica funzione. Nel 1803 Napoleone volle che la villa divenisse la nuova sede dell'Accademia di Francia. Particolarmente fastosi i festeggiamenti che vi furono organizzati in occasione dell'ultima incoronazione di un sovrano francese, Carlo X, avvenuta a Reims nel 1825 ed in questa occasione si volle realizzare una copia dell'obelisco che ormai ornava i giardini di Boboli collocandolo nei giardini della villa.
Pare che l'iscrizione in caratteri geroglifici di questo obelisco rechi le lodi al nuovo sovrano e che per la sua stesura ci si avvalse dell'opera dell'egittologo Champollion.
In asse con la porta d'ingresso di Villa Medici è situata una maestosa fontana in granito, costituita da una semplice vasca ottagonale di raccolta. Dalla fontana si eleva una bella tazza circolare di granito rosso, a forma di coppa. La fontana parrebbe provenire dal monastero di san Salvatore in Lauro e fu acquistata da dal cardinale Fernando de' Medici per 200 scudi. Al centro della coppa della fontana la sfera o palla dalla quale fuoriesce uno schizzo d'acqua. Su questa sfera o palla vi sono diverse leggende che hanno in comune Cristina di Svezia. Una leggenda vuole che la sfera sia una palla di cannone sparata da Castel S. Angelo, per ordine di Cristina di Svezia, ubriaca, in una notte di baldoria. Una altra leggenda vuole che nel 1655 la regina Cristina, fece sparare la cannonata allo scopo di svegliare il padrone di casa per invitarlo ad andare a caccia. Un ulteriore leggenda, questa evidentemente falsa, vuole che Cristina di Svezia avesse promesso a Charles Errad, direttore dell'Accademia di Francia a Roma, di bussare al suo portone ad una determinata ora, ma che essendo impossibilitata a mantenere la parola data, fece bussare alla sua porta da un colpo di cannone. Versione falsa perché l'Accademia di Francia s'insedio a Roma solo nel 1666 e non fu ospitata a villa Medici che dal 1803. La versione più conosciuta dell'aneddoto vuole che un giorno Cristina avesse un appuntamento con il cardinale Decio Azzolino, uomo dalla mente brillante e liberale, a villa Medici,con la quale Cristina di Svezia avesse stretto un forte legame, tanto che si diceva che i due fossero amanti e che costui non si presento. Tornata infuriata a Castel sant'Angelo fece sparare una cannonata in direzione della villa.
Conosciamo un po' di più questo controverso personaggio: Cristina di Svezia è sicuramente una delle donne di maggior cultura del XVII secolo ma anche una delle più controverse e dal carattere forte. Nasce nel 1626 e a soli sei anni sale sul trono di Svezia, per sua decisa volontà non volle mai sposarsi e anzi si converti alla religione cattolica e dopo insanabili controversie con la sua corte decise nel 1645 di abdicare e di abbandonare la Svezia. L'anno successivo fu accolta a Roma da Papa Alessandro VII, costei parlava fluentemente l'italiano senza averci mai vissuto. Visse ospitata in diversi palazzi nobiliari di Roma, contornandosi di illustri amicizie come il commediografo Carlo Goldoni, il poeta Pietro Metastasio, il compositore Alessandro Scarlatti e Gianlorenzo Bernini. Oltre ad amare le arti, si narra che si dedicasse anche a pratiche esoteriche, tuttavia l'amicizia con il Papa la proteggeva da qualunque accusa. Famosa per la sua alterigia e per le sue abitudini piuttosto stravaganti, come quella di vestirsi da uomo per girare a cavallo per Roma, disdegnando la preziosa carrozza messale a disposizione dal Papa. Amava socializzare con gli uomini, tanto da creare molte chiacchiere, il suo atteggiamento poco femminile come accavallare le gambe mentre era seduta la faceva ritenere molto volgare come il suo linguaggio disinibito tenuto con gli uomini. Lei stessa affermava che "le donne non dovrebbero mai regnare" avendo però lei regnato 22 anni. Alla sua morte avvenuta nel 1689 fu sepolta nelle grotte vaticane sotto la basilica di san Pietro insieme ai Papi ed ad altri regnanti.
Di quella cannonata l'unica cosa certa e che sul portone bronzeo della villa vi sarebbero comunque dei segni di una palla di cannone realmente sparata.
Mi piace ricordare che nel periodo in cui la villa rimase di proprietà dei Medici, divenne il luogo più elegante di Roma nonché sede degli ambasciatori fiorentini alla Corte Vaticana; vi alloggiarono, fra gli altri, anche Maria de' Medici (regina consorte di Francia come seconda moglie di Enrico IV), il pittore spagnolo Diego Velázquez e Galileo Galilei durante il periodo del suo processo. Ora dal 1803 ospita l'Accademia di Francia a Roma ed è il punto più alto di Roma.



Fine XI parte.