Blog di Dante Paolo Ferraris

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Alla scoperta della generazione fluida

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Generazione FluidaAscolto, involontariamente una discussione tra giovani ragazzi, seduti sullo stesso treno regionale che da Milano porta a Genova.
Sono due ragazzi e una ragazza, intorno ai vent'anni. Lei, alta, capelli lunghi neri e lucidi, un viso chiaro con un leggero trucco che ne evidenzia la giovane età, due occhi scuri, con due ciglia lunghe e nere, un naso delicato, sottile e aggraziato su una bocca piccola con due labbra fini e rosee. Veste con un jeans sdrucito e attillato, una camicetta chiara e sottile che mette in evidenza le dolci forme di un piccolo seno. Orecchini vistosi e scuri pendono dai lobi delle due piccole e chiare orecchie. Un paio di scarpe da ginnastica in tela rosa, senza calzini completano l'abbigliamento. Una borsa enorme e colorata, contiene anche i libri di scuola che ne fuoriescono.
I due ragazzi, che dalla chiacchierata comprendo, non frequentano la stessa facoltà universitaria, sono anch'essi magri e alti, quello dai capelli castano scuro leggermente più alto del ragazzo riccioluto sul biondo-rossiccio. Il primo ha un capello curato, con un grande ciuffo sulla fronte e quasi rasato ai lati della nuca. Il viso e ovale e leggermente olivastro, due occhi grandi e scuri, un naso lungo ed adunco, su una bocca piccola ma con due labbra carnose. Le guance sono prominenti, ma aggraziate con il viso. Porta un piccolo orecchino nero sul lobo sinistro ed indossa un paio di jeans scuri, con un paio di sniker bianche, senza calzini. Una t-shirt bianca con una maglietta di filo o cotone leggera con scollo a V, color arancione sopra. L'altro ha una viso tondo, due occhi chiari e con le sopracciglia spesse ma curate. Sulla riccioluta testa, ha posato un paio di occhiali da sole a specchio, color azzurro pastello. Il naso piccolo e tondo, la bocca con labbra sottili e lucide, quasi usasse il lipgloss. Due guance rosee e il sorriso permanentemente scolpito sul volto ne rendono l'aspetto particolarmente gioviale. Due spalle larghe e il fisico atletico, indicano un ragazzo che svolge un intensa attività sportiva. Veste anch'esso con una t-shirt gialla, ma invece della maglietta sottile, porta uno smanicato scuro con molti disegni floreali e un paio di jeans neri attillati con un paio di sniker chiare, anch'esso è privo di calzini. I discorsi sono quelli degli esami, del lavoro che non si trova in Italia e quindi costretti a emigrare. Giovani che si caratterizzano per essere sfiduciati, incerti ed entrati in stato di precarietà esistenziale. Infatti la gerontocrazia li ha relegati in un angolo, in attesa che si aprano degli spazi. Per loro, questa è l'età in cui si costruiscono una propria identità.
Ma nonostante ciò, questi giovani non si arrendono e cercano di trovare comunque delle risposte per il loro futuro.
I loro sorrisi, le loro battute scherzose sui loro amori e infatuazioni, una caratteristica della loro età, li rende comunque i giovani di sempre, uguali in tutte le epoche. La ricchezza che li contraddistingue dalla mia è che i ragazzi del Terzo millennio possiedono maggiore destrezza nel padroneggiare le tecnologie mediatiche. Inoltre sono più flessibili, più dinamici, più aperti a diversità e cambiamenti e sicuramente più smaliziati.
Rimango colpito, ma non meravigliato, quando iniziano parlare della vita sentimentale di un giovane cantante, credo loro coetaneo che recentemente ha fatto coming out. Dalla discussione che ne è nata tra i ragazzi, comprendo come questa sia una generazione "fluida", come loro stessi affermano.
Ossia, non più etero, omo o bisex: il futuro è "pansessuale" e la sessualità diventa "fluida" quando non si definiscono né completamente eterosessuali, né completamente gay, ma neppure bisessuali, poiché anche quella è una scelta d'identità. Il nuovo orientamento, sembra non avere un'identità, come navigare a vista. Le loro parole sulla ricerca dell'amore, raccontano di un nuovo modo di concepire i rapporti sentimentali.
Mi fanno comprendere che le etichette tradizionali appartengono alle vecchie generazioni, quindi anche mie, e che discendono da un modo di ragionare superato e anche un po' discriminatorio.
I ragazzi, parlano di relazioni fluide, di una storie d'amore, dove regole del gioco non sono ne maschili ne femminili e quando le impari, non ti interessa se si trattava di un uomo o di una donna ma di qualcuno/a che ti completa, così affermano. I commenti delle vecchie generazioni, non li spaventano, semplicemente perché i "vecchi non capiscono", liquidando il discorso.
Mi è difficile tracciare un identikit dei giovani d'oggi. Più che mai le loro identità sono multiple, plurime, complesse e fortemente dinamiche. In questo, i giovani sono sicuramente molto diversi dai loro genitori; quando dopo gli studi occorreva iniziare a lavorare, e questo coincideva spesso con la formazione di una nuova famiglia. Oggi si fanno figli molto più tardi e spesso fuori dal vincolo del matrimonio, in un contesto di crescente precarietà lavorativa e quindi anche esistenziale.
L'aumento del livello di scolarizzazione, la conoscenza di diverse lingue, la padronanza delle nuove tecnologie, la maggiore possibilità di viaggiare per il mondo sono gli aspetti positivi di questi cambiamenti, che gli permettono di aprirsi e comprendere le diversità, perché la diversità è diventata parte del vissuto quotidiano.
Ciò consente ai giovani di costruirsi identità flessibili, più completa e al tempo stesso più aperta ai cambiamenti.
Il fatto che oggi, nessun giovane si stupisca che uno si sia innamorato di una persona dello stesso sesso o si sia infatuati di persone più giovani o più anziane, par oramai è un dato assodato.
Ma è anche vero che vivono la propria sessualità, molto distinta dal concetto di un tempo, l'eccesso di comunicazione, spesso gli fa sentire soli, proprio perché il rapporto è basato su una ricerca virtuale. L'amore oggi risponde più a un bisogno fisico che emotivo. È pur vero che c'è sempre ricerca dell'emotività e quindi del sentimento, ma il sesso è fine a se stesso.
È effettivamente intrigante il discorso che hanno avviato i ragazzi, indifferenti alle orecchie dei compagni di viaggio che potrebbero ascoltare, dimostrazione della normalità dei loro discorsi e pensieri.
Si comprende dal loro chiacchiericcio che per loro la sessualità smette di essere una scelta nel momento in cui la scelta diventa emozione. Ossia quando incontrano una persona che li ha emozionati, che sia maschio o femmina è del tutto irrilevante
Di certo, comprendo che alcuni di loro hanno paura di innamorarsi, l'amore inteso come sentimento fa paura perché è condivisione e possesso.
Il primo amore è perfetto, tutto è bellissimo, ma solo che quando ti rendi conto che non si è una coppia perfetta, come immaginata nei propri sogni è già troppo tardi. Il problema, continuano, e che le pagine dove sono stati scritte gli errori restano lì, non puoi strapparle dal diario della vita.
Sono discorsi, liberi ma profondi fatti da questi tre ragazzi, non mi sarei mai aspettato tanta riflessione, peccato che il viaggio giunge per me al termine e così anche il mio inopportuno ascolto.
Sarò stato curioso, impiccione ma ero desideroso di comprendere. Ed infatti mi sono reso conto come questa "generazione fluida", pansessuale come viene definita dai rotocalchi abbia una "vision" della vita maggiore della mia, ma che comunque anche loro hanno dei confini da rispettare.