La mattina, dopo aver stropicciato gli occhi, mi affaccio alle finestre dell'albergo, e un groviglio di pensieri sulle cose viste e vissute in un solo giorno di viaggio mi assale, non sento nemmeno la sveglia che imperterrita continua a suonare, ma presto il desiderio di partire in questa seconda giornata di viaggio con il calessino mi sprona da questo stato confusionale.
Nonostante il sole non sia ancora alto, i suoi raggi sono già caldi, fortunatamente un leggero venticello rallegra la giornata giocando con le bianche nuvolette nell'azzurro del cielo. Dobbiamo fare una breve variazione al percorso che ci eravamo dati. Siamo costretti a raggiungere un concessionario della Piaggio a Cossato, affinché sistemi l'impianto elettrico del nostro Calessino.
Raggiungiamo così Cossato, località di origine romana, benché delle sue antiche vestigia rimane praticamente nulla. Anche la parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta è stata edificata nel Seicento su una costruzione preesistente. La storia del suo trascorso medioevale è importante, ma nel centro urbano ne rimangono ben poche memorie.
L'abitato passa dai domini del Vescovo di Vercelli ai signori Bulgaro per concessione imperiale nel X secolo. Nel 1198 i figli di Giacomo Bulgaro si dividono i possedimenti; Raineri entrò in possesso di Trivero, Rossiglione, Lessona, Villarboit, Candelo e una parte di Cossato, mentre a Umberto rimase Mottalciata, Gifflenga e Castellengo. Raineri dovette fronteggiare le rivendicazioni degli Avogadro di Cerrione che vantavano privilegi su uno dei castelli del paese, il Fiardo; quest'ultimo situato nella borgata Motto.
Secondo uno storico locale, Carlo Antonio Coda (1657), sul territorio di Cossato esistevano quattro castelli, ossia il Fiardo, il Broglio, Castellazzo e Castellengo. Forse il Castellazzo era la residenza dei Bulgaro; oggi al posto dell'antico castello esiste la settecentesca Villa Basso.
Anche del castello del Fiardo non vi è più traccia, se non in un toponimo della borgata del Motto, come "dietro il castello". Pure del castello del Broglio non vi è nessun ricordo, la sua collocazione è individuata dove oggi c'è via Tarino.
Cossato a partire dal XIII secolo fu possesso della famiglia Avogadro, che nei rami di Cerrione e Collobiano, esercitava i diritti signorili distribuiti su varie porzioni di territorio. Il castello del Broglio era di proprietà degli Avogadro di Collobiano, si racconta che nel 1930 per sistemare la strada provinciale i suoi pochi ruderi scomparvero. Gli Avogadro di Collobiano e di Cerrione consegnarono il feudo di Cossato il 7 Agosto 1404 ad Amedeo VIII di Savoia.
Le lotte tra Francesco I, re di Francia e Carlo V, imperatore di Germania, portarono morte e distruzione a Cossato. Nel 1527 il conte Filippo Tornielli, a capo delle truppe spagnole distrusse nuovamente il paese e ancora nel 1553 con il maresciallo Brissac che occupò Cossato e il Biellese. Le tragedie si ripeterono ancora nel 1664 e 1649 con nuovamente gli spagnoli.
Nel Novecento dopo le grandi migrazioni nelle americhe, causate dalle misere condizioni di vita causate dalla prima guerra mondiale, per Cossato iniziò una nuova vita. Si edificarono durante il ventennio fascista l'asilo infantile, la caserma dei Carabinieri, la colonia elioterapica, un dopolavoro e si restaurò il municipio, che insieme all'espandersi di capannoni industriali, soprattutto per la lavorazione del tessile, cambiò radicalmente l'aspetto del paese. Rapidamente si moltiplicarono anche gli abitanti e le vie di comunicazione furono potenziate con la costruzione della linea ferroviaria Biella–Novara che integrò con la sua stazione la tramvia Biella–Cossato esistente dal 1875 e la Biella–Vallemosso e la Cossato- Masserano ormai tutte scomparse.
Il patrimonio culturale si racchiude ormai in pochi beni architettonici. Nella seicentesca chiesa parrocchiale dedicata a Maria Assunta, ricostruita a tre navate, e se l'edificio non presenta particolarità artistiche rilevanti, la ricchezza del patrimonio ligneo, delle opere pittoriche ne raccontano la storia, la ricchezza e la magnificenza, come le statue della Madonna e dell'angelo dell'Annunciazione o l'opera pittorica di Bernardino Lanino dell'Assunta.
Interessanti anche gli oratori delle borgate, come quello di Santa Caterina del XV secolo in frazione Lavino. Mentre nella borgata Santa Margherita si trova l'omonimo oratorio, posto nelle adiacenze del settecentesco palazzo del conte Fecia di Cossato. Questo oratorio di origine medioevale era già indicato come chiesa nel 1348. Della famiglia Fecia è ricordato il conte Carlo Feccia (1908 -1944) ufficiale della Regia Marina e sommergibilista nel secondo conflitto mondiale. Da citare anche la Rettoria di Santa Anastasia a Ronco di Cossato, con il suo minuscolo campanile posto in facciata. Mi fa piacere ricordare che tempo fa raccolsi alcune caratterizzazioni e alcune leggende sul borgo e frazioni di Cossato: Gli abitanti della frazione Spinei, venivano indicati con un nomignolo non proprio simpatico, i "cubia tavan" che stava ad indicare l'amore degli abitanti per gli animali e la loro capacità di farli accoppiare. Mentre gli abitanti di Lavino erano detti "nota chés" perché annotavano i fatti altrui o meglio si facevano i fatti degli altri. Gli abitanti di Margherita erano soprannominati "salva ginestre" per la loro riconosciuta volubilità a cambiare idea. Una leggenda tenta di spiegare perché gli abitanti di Cossato sono soprannominati "brusa Crist": Si racconta che costoro, in segno di gratitudine per essere stati liberati dalla presenza di frà Dolcino, avessero deciso di recarsi ogni anno in processione a San Bernardo di Trivero. In occasione di una di queste processioni, sorpresi da una forte pioggia, i pellegrini trovarono rifugio presso il forno di Mosso Santa Maria. Il portatore del Crocifisso appoggiò per sbadataggine la croce vicino al forno, cosicché si trasformo presto in cenere. Un'altra versione vuole che gli abitanti di Cossato furono colpiti durante una processione da una mostruosa tempesta di pioggia, grandine e vento che distrusse tutti i raccolti, creando gravi danni alla comunità. Raccolti in preghiera, invocarono l'aiuto divino affinché la tempesta venisse a cessare, ma senza risultato, presi allora dallo sconforto e dalla rabbia, decisero di bruciare il crocifisso processionale. Un ulteriore versione, cambia la parte finale e vuole invece che dopo la preghiera rimasta inascoltata, i cossatesi gettarono in acqua il crocifisso, visto che questo non voleva affondare, gli diedero fuoco, ma il crocifisso così bagnato non prese fuoco, allora lo gettarono sotto la grandine dicendo " a niè ‘l nia gni, brusì, al brusà gni: ciapla ?anca ti, Cristo". Ovvero: annegare, non annega, bruciare non brucia, prendila anche tu (la grandine) Cristo!.
Cossato è piena di leggende che vede protagonisti preti, animali e streghe.
Riparato rapidamente il nostro Calessino, riprendiamo il nostro percorso e mentre ci dirigiamo verso Candelo e il suo ricetto, ricordiamo con Gian, a quali personaggi famosi Cossato ha dato i natali: Alberto Gilardino è il primo che ci sovviene; giocatore di calcio nato nel 1982 e che ha militato dopo le squadre della Cossatese e del Biellese, in importanti squadre di calcio come Milan, Parma, Fiorentina, Genoa, Bologna, Palermo e molte altre. Fece parte della squadra azzurra, campione del mondo nel 2006 e vinse una U.E.F.A. (Union of European Football Associations) Champions League, una supercoppa U.E.F.A. e una coppa del mondo per club F.I.F.A. (Fédération Internationale de Football Association). Un altro noto personaggio televisivo, nato a Cossato nel 1954 è l'attore, conduttore televisivo, regista, sceneggiatore, scrittore e comico Ezio Nereo Greggio, meglio conosciuto come Ezio Greggio.
Ci sarebbe piaciuto passare da Castellengo, ora frazione di Cossato, Comune autonomo fino al 1930 ma le riparazioni per il calessino ce lo hanno impedito. A Castellengo, ai margini delle Baragge di Candelo vi è un antico maniero. Il castello, secondo gli storici, fu edificato verso la fine del X secolo, è posto sopra una collina che domina il corso del torrente Cervo. Nei pressi del castello si erge la medioevale parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, mentre nel castello vi è la cappelletta gentilizia, oratorio dedicato a San Giovanni Battista con notevoli affreschi.
Fine X parte.