Blog di Dante Paolo Ferraris

  • Aumenta dimensione caratteri
  • Dimensione caratteri predefinita
  • Diminuisci dimensione caratteri
Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Baghdad: una missione apparentemente impossibile (VI ed ultima parte)

E-mail Stampa PDF
Missione BaghdadSi può dire che la guerra sia ancora in corso, che già gli iracheni mettono in circolazione Dinari falsi e ciò ci spinge ad essere maggiormente attenti. Intanto che continuo a verificare i possibili fornitori per i generi alimentari, materiale elettrico, carpenteria, servizi di pulizia e interpretariato, i colleghi ottengono le necessarie autorizzazioni dal governo provvisorio e della I.R.C.S. (Iraq Crescent Society)
I direttori sanitari dei due ospedali si dimostrano particolarmente disponibili e felici del nostro arrivo mentre gli unici a mostrare una certa ostilità sono i ginevrini che temono invasioni di campo, ma per noi questo è un problema politico tra Roma e Ginevra
Le mie telefonate quotidiane fatte dal tetto dell'Ambasciata sono piuttosto difficoltose, con il vecchio telefono satellitare consegnatomi alla partenza che stenta a trovare la copertura necessaria, ragion per cui utilizzo soprattutto il satellite francese. Le relazioni dettate vengono trasformate in appunti dalla mia segreteria in Alessandria e inviate via fax a ROMA, nonostante le comunicazioni quotidiane dirette a M.S.
Con il rientro dell'Ambasciatore nella sede cittadina la nostra delegazione, esaurito il proprio compito, può far rientro in Italia, raggiungendo Amman a bordo di grandi fuoristrada condotti da questi "cammellieri". Ricomincia così un viaggio con un autoradio che suona musiche e canzoni, ormai non più tanto strane. Uscendo da Baghdad mi volto indietro per guardare ancora una volta questa misteriosa ed affascinante città, e mi corre il pensiero a quanto visto e vissuto in questi giorni.
Alla mattina quando mi risvegliavo, dopo che il Muezzin aveva chiamato i fedeli alla preghiera, e dopo essermi accertato che le sparatorie notturne e talvolta mattutine non avessero creato danni alla nostra piccola comunità, iniziava una giornata che mi sembrava lunghissima nonostante il nostro lavoro sia sempre stato concitato, alterando la percezione del tempo che scorreva. Ora, allontanandomi dalla città, mi sembra che queste giornate siano volate in un batter d'occhio.
Mi corre in mente la processione degli sciiti vista qualche giorno prima percorrere a piedi le strade di Baghdad diretta verso la città di Kerbala, circa 100 km più a sud. Una lunga fila di pellegrini, composta di giovani e vecchi uomini che cercano di raggiungere la città santa sciita per commemorare il martirio di Hussein Alì, nipote del Profeta. Il pellegrinaggio era proibito durante la dittatura di Saddam Hussein e ora trova in questa moltitudine di persone che si flagellano il corpo fino al sanguinamento con corde e lame affilate, la propria libertà di credo. Mi ha impressionato molto vedere queste persone che con le loro litanie e le loro bandiere iniziavano questo lungo percorso a piedi. Chi per vari motivi non poteva raggiungere Kerbala a piedi si faceva comunque trasportare su camioncini di fortuna, divenuti per l'occasione improvvisate ambulanze scoperte.
Il vento di sabbia comincia a soffiare rabbiosissimo e gonfia le verande dei negozi affiancati lungo la strada del ritorno.
Ormai fuori città, in pieno deserto, il vento riprende a fischiare al di là di ogni umana immaginazione.
Cerco di appisolarmi, appoggiato al finestrino dell'auto e la litania diffusa dalla radio aiuta un sonno ristoratore. Dopo giornate estenuanti e cariche di tensione crollo rapidamente.
Adesso il sole è diventato rosso, totalmente rosso vermiglio e l'aria calda si mescola alla polvere del deserto e il vento soffia sempre più forte. I colori nell'aria cambiano improvvisamente passando dall'arancio al giallo ad un bianco accecante. Sembra che la tempesta di sabbia voglia darci una testimonianza di potenza.
Mentre il sole sta calando noto che il tramonto nel deserto ha una dolcezza particolare e che da qualche chilometro anche la sabbia è tornata giallognola, non è più ingrigita come a Baghdad.
Un rientro tranquillo da Amman con una breve sosta ristoratrice. All'arrivo all'aeroporto di Fiumicino troviamo ad attenderci i colleghi ai quali passiamo le consegne e il materiale. La missione per Baghdad è partita


Fine VI ed ultima parte.