Voglio, innanzitutto, con voi ripercorrere brevemente la storia di questo famoso personaggio. La vita in fanciullezza del piccolo Leonardo ce la riporta suo nonno Antonio da Vinci raccontandoci che Leonardo viene alla luce alle tre di notte di sabato 15 aprile 1452, secondo il calendario gregoriano, ossia alle ore 21.40 del 23 aprile secondo il calendario precedente; figlio primogenito nato da una relazione illegittima tra il notaio ventiquattrenne Ser Piero da Vinci e Caterina, una donna di estrazione sociale modesta.
«Nacque un mio nipote, figliolo di ser Piero mio figliolo a dì 15 aprile in sabato a ore 3 di notte Ebbe nome Lionardo. Battizzollo prete Piero di Bartolomeo da Vinci, in presenza di Papino di Nanni, Meo di Tonino, Pier di Malvolto, Nanni di Venzo, Arigo di Giovanni Tedesco, monna Lisa di Domenico di Brettone, monna Antonia di Giuliano, monna Niccolosa del Barna, monna Maria, figlia di Nanni di Venzo, monna Pippa di Previcone» come scritto sugli atti notarili dallo stesso nonno Antonio. Nel registro non è indicato il luogo di nascita di Leonardo, ma si ritiene che fosse la casa che la famiglia di ser Piero possedeva, insieme ad un podere, ad Anchiano nei pressi di Vinci e dove vivrà con la madre per i primi anni. Il battesimo avvenne nella vicina Chiesa Parrocchiale di Santa Croce a Vinci, ma sia il padre che la madre erano assenti, poiché non sposati.
La madre, Caterina, si sposerà nel 1453 con un contadino, Piero del Vacca da Vinci detto l'Attaccabriga, che accettò la sua situazione "compromessa". Il padre Piero nel 1452 si sposò con Albiera di Giovanni Amadori, dalla quale non avrà figli. Leonardo, in seguito trascorse l'infanzia in seno alla famiglia paterna, in compagnia dello zio Francesco. Con la morte del nonno, Leonardo raggiunse il padre a Firenze, dove era notaio della Signoria fiorentina, ed iniziò a frequentare la scuola d'abaco e successivamente entrò come allievo nella bottega dei uno dei maggiori artisti dell'epoca, Andrea del Verrocchio.
In questa occasione ebbe modo di conoscere altri allievi che divennero grandi maestri nell'arte della pittura, come Sandro Botticelli, il Perugino, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi. Nella bottega del Verrocchio si svolgevano diverse attività artistiche, dalla pittura alle varie tecniche scultoree ed intaglio ligneo, ma anche carpenteria, meccanica, ingegneria e architettura. Ben presto fu introdotto a lavorare per Lorenzo il Magnifico grazie al suo maestro Verrocchio e, nonostante avesse due accuse di sodomia dell'aprile e giugno del 1476, fu scagionato grazie alle influenze delle famiglie degli altri accusati. Il giovane artista fu inviato da Lorenzo il Magnifico, nell'ambito delle sue politiche diplomatiche, con le Signorie italiane a Milano alla corte di Ludovico il Moro. I maestri-artisti fiorentini erano spesso inviati come "ambasciatori" nelle diverse capitali, a voler indicare il predominio artistico e culturale di Firenze sulle altre capitali e città.
Questo è il periodo della storia d'Italia, conosciuta come il "Rinascimento" e comprende il XV e XVI secolo, un epoca in cui si vuole la rinascita delle Arti e delle Scienze accantonate nel Medioevo. Sicuramente tra coloro che contribuirono a rendere quest'epoca eccelsa in queste arti, figura Leonardo da Vinci che fu pittore, scultore, architetto, matematico, ingegnere, astronomo, fisico, naturalista, chimico e musicista.
Alla corte di Ludovico il Moro, Leonardo rimase fino al 1499, anno in cui realizzò importantissime opere e progetti, come le macchine militari, edilizia civile e militare, realizzando anche quel capolavoro che è "l'Ultima cena".
Tra i progetti che ideò a Milano ci fu un nuovo tipo di fortezza, questa consisteva in due cinte separate fra loro da profondi fossati e collegate da cunicoli sotterranei. Realizzò anche il completamento del canale della Martesana, del Naviglio interno e del Naviglio grande con la protezione delle sue conche. Riprogettò anche il piano urbanistico di Milano nel XV secolo, con ampie strade e comode abitazioni, servizi pubblici e rete fognaria.
Delle sue opere scultore non ci rimane nulla se non i progetti e i disegni, al monumento equestre a Francesco Sforza, che non riuscì a realizzare perché nel 1499 le truppe francesi entrano a Milano. In questa occasione, Leonardo si rifugia dapprima a Venezia, poi a Firenze e infine a Roma, dove ha modo di conoscere il Bramante, Raffaello Sanzio e Michelangelo, ma ormai essendo anche lui famoso, principi e re fanno a gara per averlo a corte.
Nel 1516, Leonardo è nel castello di Cloux-Lucé ad Amboise in Francia, ospite del re Francesco I di Valois. Ad Amboise vi muore il 2 maggio 1519 all'età di 67 anni, dopo che gli ultimi anni una paralisi gli aveva colpito la mano destra, impedendogli di lavorare.
Delle sue opere pittoriche, le più famose sono sicuramente la già citata "Ultima cena" che si trova nel refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, "La Gioconda" che è il ritratto della gentildonna fiorentina Monna Lisa, moglie di Ser Francesco del Giocondo, che si trova nel museo del Louvre a Parigi.
Per Firenze progettò la costruzione di un canale navigabile che, passando per Prato, Pistoia, Serravalle e Fucecchio, unisse la città al mar Tirreno e a Roma studiò come bonificare le paludi Pontine.
Posso così iniziare la mia visita per Vinci prima di recarmi ad Anchiano.
Vinci è sovrastato da un castello che venne fondato dai Conti Guidi attorno all'anno Mille ed il suo nucleo originario è costituito da un alta torre risalente alla prima metà del XII secolo. Quando Vinci passò sotto il controllo del comune di Firenze nella seconda metà del XIII secolo, la Rocca divenne sede del rappresentante della città dominante. In questo periodo vennero fatti ampliamenti, riedificate mura, ripristinate torri e ripuliti ed ampliati i fossati restituendo efficienza alle difese. Non posso farmi sfuggire una visita al castello e al museo leonardiano dove sono contenuti, oltre alla storia del contado e del castello, anche opere e riproduzioni delle macchine progettate da Leonardo da Vinci.
Ecco che vi trovo la riproduzione delle macchine da guerra, come il cannone a bocche multiple, munito di canne, capace di sparare cariche di undici colpi consecutivi, direi l'antesignano della mitragliatrice, ma anche del lanciarazzi Katjuša o Katiuscia di fabbricazione russa. Vi è anche la riproduzione, ovviamente in scala ridotta, di un "carro armato" di cinquecento anni fa con la copertura conica.
Il suo studio per navigli e paludi lo portò anche a progettare una barca munita di ruote a pale, come lo saranno tre secoli dopo le barche a vapore, il suo progetto ipotizzava una velocità di 50 Km orari e le pale erano azionate dalla forza delle braccia. La draga lagunare disponeva di casse escavatrici che potevano scaricare il materiale raccolto in appositi galleggianti di raccolta, un principio identico alle draghe moderne. E se non aveva applicato la potenza del vapore alla sua barca munita di ruote a pala, ci si avvicinò molto con l'apparecchio che chiamò "architronico" in cui riuscì a sperimentare l'incredibile forza del vapore.
Tra le sue idee e invenzioni troviamo anche l'igroscopio, dal greco hygrós ossia umido e scopéo ossia osservo, che serve "per vedere quando si guasta il tempo" come disse Leonardo, funzionante con l'aumento del peso della bambagia con l'umidità posta su un piattello. Considerato che amava suonare la cetra, perfezionò gli allora strumenti musicali come Liuti, Lire e Viole. Ci rimane anche il progetto e la riproduzione in scala della gru girevole, poggiata su una piattaforma a rulli, con cassone di contrappeso e munita di arresto a dente, molto simile alle attuali. Ma anche l'affascinante riproduzione del progetto dell'invenzione della bicicletta.
Se gli attuali palombari possono scendere nelle "profondità" del mare è anche grazie allo studio dello scafandro, molto simile a quello ideato da Leonardo, tra l'altro dotato di pinne palmate natanti simile a quelli in uso oggi per le immersioni subacquee. Ma la vera attrazione per Leonardo era il volo, studiò e disegnò un apparecchio simile ad un aliante mutuando il volo degli uccelli e ebbe l'idea del paracadute, lasciando scritto "se un uomo ha un padiglione di panno che sia di 12 braccia per faccia e alto 12, potrà gittarsi da ogni altezza senza danno di sé". La "vite aerea" è invece considerata l'antenata dell'elicottero: quattro uomini, facendo forza con le mani sulla sbarre, dovevano far ruotare un albero collegato ad un elica, la "vite" avrebbe fatto presa sull'area innalzandosi.
Dopo la visita alla rocca e alla Palazzina Uzielli che conserva altre macchine leopardiane, mi soffermo in Piazza Guido Masi, dove c'è un notevole punto panoramico sulla campagna e sulle colline vicine e dove è collocata anche la grande scultura in legno di Mario Ceroli che interpreta l'immagine "dell'Uomo vitruviano" di Leonardo.
Prima di andare a visitare la Chiesa di Santa Croce, voglio perdermi tra le strette vie medioevali del borgo, dove fiori e arredi caratteristici la rendono un cittadina da cartolina; nelle antiche case sono ricavate trattorie, osterie e negozi dove si vendono i prodotti del territorio, soprattutto vino e olio del Montalbano, una qualità molto pregiata con caratteristiche organolettiche uniche. Il vino prodotto è il Chianti del Montalbano, il Bianco dell'Empolese e il Vin Santo del Chianti di Montalbano. Raggiungo così la vicina Chiesa di Santa Croce, con l'antico fonte battesimale presso il quale si ritiene essere stato battezzato Leonardo. L'edificio ha origine duecentesca, ma ripetutamente restaurata nel corso dei secoli, non conserva più la struttura originaria. I lavori in stile neorinascimentale attuali sono stati eseguiti nella prima metà del XIX secolo. L'aspetto attuale della facciata è in cotto, con leggere lesene che la tripartiscono. Un marcapiano suddivide la parte centrale con il secondo ordine, ove vi è un grande oculo sottostante il timpano. L'interno è a tre navate e nelle testate vi sono due cappelle dedicate a Sant'Andrea e alla Vergine del Rosario. La Chiesa duecentesca era a navata unica.
Nella parete destra si trova la Cappella del Battistero, risistemata nel 1952 con l'antica fonte battesimale, in cui si ritiene sia stato battezzato Leonardo da Vinci. E' presente inoltre una Cappella del Crocifisso con un antico Cristo Crocifisso, opera lignea della prima metà del Quattrocento, e la scultura del Cristo morto giacente datato 1614. Vi sono anche alcuni dipinti del XVI-XVII e XVIII secolo provenienti da Conventi fiorentini soppressi.
Un breve giro per Vinci mi permette di vedere anche il piccolo Santuario della Santissima Annunziata, antico oratorio sorto probabilmente durante il secolo XVI. L'attuale edificio fu riedificato dal 1713 al 1723 per l'accresciuta devozione popolare; presenta un bel portico d'accesso e una struttura a tetto a capanna. E' a navata unica e sull'altare vi è una tavola dell'Annunciazione, attribuita a Fra Paolino da Pistoia, pertanto databile nella prima meta del XVI secolo. La Santissima Annunziata fu dichiarata con decisione pubblica patrona di Vinci.
Nei dintorni di Vinci ci sono diverse altre interessanti chiese come la Chiesa di Santa Maria Assunta che si trova nella frazione di Faltognano, edificata nel XIII secolo, è stata più volte rimaneggiata, fino alla radicale ristrutturazione del 1895. Questa chiesa conserva diverse opere d'arte del XVI e del XVII secolo.
La chiesa di Santa Maria Assunta che si trova a Spicchio, nonostante l'aspetto moderno, è già menzionata nel 1119 e conserva opere trecentesche e seicentesche. Invece la pieve di San Giovanni Battista a Sant'Ansano si trova nella frazione omonima, datata 998, ha un impianto a tre navate divise da quattro archi poggianti su colonne e conserva una tavola di scuola giottesca con Sant'Ansano e angeli, attribuita a Puccio di Simone. Nella navata destra della chiesa si trova un'urna con i resti di San Bonifazio, traslate nel 1680 dalle catacombe romane a questa Pieve. La facciata della Pieve è in puro stile rinascimentale anche se è stato privato del suo portico.
La chiesa di San Pietro si trova invece nella frazione di Sant'Amato e fu fondata nel XII secolo. Da citare anche la Chiesa di Santa Maria a Petroio e l'Oratorio dell'Erta o della Madonna dell'Erta che è un piccolo luogo di culto nei dintorni di Vinci.
Ormai in auto, percorro tra gli oliveti e vigneti la strada che mi conduce ad Anchiano, immergendomi nel paesaggio perso fra terra, cielo, sapori e profumi legati alla civiltà contadina.
Ad Anchiano, la casa natale di Leonardo è la tipica dimora rurale quattrocentesca del contado toscano, immersa nella campagne di Vinci. Ora la casa natale è un museo virtuale sulla vita del genio.
La casa, dove si conserva ancora lo stemma della famiglia Da Vinci, è composta da tre stanze: quella centrale dove si accede, mostra un vecchio camino, un tavolo di legno e una scultura con il volto di un Leonardo dalla lunga barba che punta lo sguardo su chiunque entri in casa sua. La stanza con dei pannelli dove vi è la descrizione della storia della casa e del suo illustre abitante.
La stanza di sinistra invece ospita un allestimento museale con l'ologramma a grandezza naturale di Leonardo da Vinci che mi accoglie raccontandomi la sua storia e le sue vicissitudini.
Il mio viaggio a Vinci si conclude con una passeggiata intorno alla casa natale di quel genio che fu Leonardo da Vinci e di cui ancor così poco conosciamo. Il viaggio a Vinci tra passato e presente, con un sottofondo di leggenda, è stato anche un impareggiabile viaggio tra arte storia architettura e perché no, anche sogno.
Rientro ricordando quanto ebbi la fortuna di vedere, non solo le molte opere esposte nei vari musei del mondo, ricordo la calca delle persone davanti alla "Gioconda" a Parigi, ma anche le tele di "San Giovanni Battista", di "Bacco", di "Santa'Anna, la Vergine e il bambino con l'agnellino" e "L'Annunciazione" sempre al Louvre. La lunga coda per vedere "L'ultima Cena" a Milano nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie. Oppure a "la Vergine delle Rocce", il ritratto di " Ginevra de' Benci" al National gallery di Londra. Alla Galleria degli Uffizi a Firenze ebbi modo di vedere "L'Annunciazione", il "Battesimo di Cristo", "L'adorazione dei magi". A San Pietroburgo all'Ermitage, "la Madonna Litta" e "la Madonna Benois". Ancora "San Girolamo" nella Pinacoteca Vaticana e il "Ritratto di musico" nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Credo poco mi rimanga da vedere nelle collezioni pubbliche, ma quella che mi ha più entusiasmato è stato il suo Autoritratto, un disegno a sanguigna su carta, databile 1515 e conservato nella Biblioteca Reale di Torino, all'interno dei Musei Reali di Torino che occasionalmente aprono al pubblico.