Il mio paese d'origine è piccolo e nei giorni festivi assume un'aria gioiosa, soprattutto la mattina quando le campane chiamano a Messa.
Il pensiero corre sul tempo passato e su quanto visto e vissuto nel mio paese d'origine con i miei nonni: Se il mio mondo non è ancora collassato è perché esiste e resiste una forza misteriosa che sono i nonni.
Sul sagrato della chiesa di San Giorgio non è difficile vedere nonno e nipotino, mano nella mano mentre si dirigono in chiesa.
Nonno e nipotino, benché vestiti a festa; pantaloni con la piega appena stirati al nonno, jeans ultima moda al piccolo; entrambi camicia bianca, cravatta e panciotto, cappello a falde larghe e giacca il nonno, giubottino di gran marca e cappellino per il bimbo.
Pur se vestiti nello stesso modo rappresentano due epoche diverse, sono le mani callose del nonno che stringe quelle bianche e delicate del bimbo che uniscono i due mondi.
Il nonno rappresenta la tradizione, il faticoso lavoro nei campi, l'alzarsi quando il sole deve ancora sfidare le tenebre, all'alba è già nella stalla ad accudire gli animali. Ma anche la razionalità dei tempi e delle stagioni basate su un calendario lunare, importante strumento per sapere quando e cosa seminare, tagliare il fieno, travasare il vino e imbottigliarlo. Il bambino che va all'asilo, la sua vita è gestita dagli orari della fabbrica o dell'ufficio dei genitori; i beni di consumo sono nel supermercato sotto casa e le ferie sono già da tempo programmate.
Ma il bambino che non sa e forse non saprà mai cosa vuol dire la perdita del raccolto o lavorare, sotto le intemperie, mostra fierezza nell'andare a passeggio con il nonno, si sente protetto quasi fosse un tutt'uno con l'anziano che teneramente lo guida.
Un immagine che ti fa rendere conto quanto è bello il trascorrere della vita.
Non sarò mai nonno, mi accontento di sperare che quel bimbo possa prendere per mano il suo nonno per andare a Messa, chissà magari sullo stesso sagrato della chiesa di Castelceriolo.