La sua storia è molto antica, addirittura risalente all'epoca del bronzo. Infatti vi sono stati ritrovamenti di tre Castellieri dell'Età del Bronzo Medio ed i primi secoli dell'Età del Ferro.
Il suo nome pare derivi da Ursaria che significa sorgente, infatti Vrsar è conosciuta per le fonti d'acqua. Abitata dagli Histri, gli antichi abitanti della penisola istriana, che furono sconfitti dai Romani nel I sec a.C.
Il suo territorio fu abitato in epoca romana e resti di ville, di un molo e di una basilica paleocristiana del IV secolo lo testimoniano. In quel periodo Orsera fu un importante centro commerciale in cui vivevano ricchi aristocratici romani e con la diffusione del cristianesimo nel IV secolo, Orsera divenne un importante centro del primo Cristianesimo. Infatti è stato recentemente scoperto un mosaico policromo pavimentale tardo-antico realizzato nella seconda metà del IV secolo. Le sue dimensioni sono di circa 70 m² di superficie, apparteneva ad un complesso residenziali rurale romano. Si tratta di un mosaico, con tessere di ceramica, di pietra e di pasta vitrea multicolore con raffigurazioni di animali domestici e selvatici, inseriti in un paesaggio di pascoli e boschi. Infatti, oggi come ieri il territorio attorno a Orsera è coltivate a vite ed olivo.
Anche nei pressi della vicina penisola di Montraker sono visibili i resti di una necropoli romana.
Parcheggio l'auto vicino al Parco delle sculture di Dušan Džamonja. Nel 1965, questo artista di fama mondiale, iniziò la costruzione di una sua casa con materiali naturali per abitarvi nei mesi estivi. In ogni parte della proprietà posizionò una scultura monumentale, realizzando così il sogno di avere un giardino di sculture. Il complesso comprende un laboratorio, una galleria e uno spazio espositivo che è stato aperto al pubblico nel 1981 ed è tutelato dal governo croato. Il Parco delle Sculture comprende 26 sculture realizzate in metallo, pietra, cemento e poliestere.
Dušan Džamonja nacque a Strumica in Macedonia il 31 gennaio 1928 e morì a Zagabria il 14 gennaio 2009. Si diplomò all'Accademia delle Belle Arti di Zagabria e organizzò la sua prima mostra nel 1954. L'artista durante la sua attività, durata mezzo secolo, ricevette numerosi riconoscimenti. E se le sue sculture sono esposte in gallerie e nei più rinomati musei del mondo, famosi sono i suoi progetti della moschea di Fiume e di un grattacielo di cento piani. È inoltre autore di numerosi monumenti alle vittime della guerra croata.
Voglio vagare per questo antico borgo, senza costruirmi un itinerario preciso per meravigliarmi di ciò che scoprirò. Mentre salgo verso il colle su cui è arroccato l'antico borgo, riprendo il suo percorso storico.
I franchi occuparono l'Istria alla fine del VI secolo e introdussero un nuovo sistema feudale dopo aver cacciato le prime tribù slave che s'insediarono dopo la caduta dell'Impero romano. Dal 983 Orsera cadde sotto l'autorità della diocesi di Parenzo, dove rimase fino al 1778. Alcuni documenti lo descrivono come feudo del vescovo di Parenzo, che aveva costruito qui una delle sue residenze estive, fino a quando Orsera passa sotto la tutela diretta di Venezia dopo che nel 1778 il senato veneziano abolì la contea della chiesa.
Entrò a far parte della Repubblica di Venezia nel XIII secolo che ne sfruttò ampiamente le cave di Pietra d'Istria per la costruzione di chiese, palazzi e ponti di Venezia. È interessante sapere che nonostante la presenza e la sottomissione alla Serenissima Repubblica di Venezia, Orsera non dovette pagare le imposte ai doge veneziani o ai patriarchi di Aquileia.
Dopo l'occupazione napoleonica entrò nei possedimenti dell'Impero d'Austria. Dopo il crollo della monarchia austro-ungarica, a seguito della prima guerra mondiale, Orsera come anche il resto dell'Istria, passò sotto il dominio dell'Italia.
Nel mese di ottobre 1943, l'Istria fu occupata dai tedeschi e nel 1945 Orsera fu finalmente liberata e divenne parte della Jugoslavia e infine, nel 1991 parte integrante della Repubblica di Croazia.
Mi inizio ad arrampicare verso il centro, attraverso scalette in pietra e strette stradine, ho così modo di vedere la Chiesa di Sant'Antonio di Padova, che si trova vicino alla porta più antica della cittadina.
La chiesa fu eretta nel 1656, come attestato dall'iscrizione incisa sull'architrave del portale, in pietra calcarea locale ed in stile veneziano rinascimentale. Si tratta di un edificio rettangolare di non grandi dimensioni ad una navata. Davanti alla chiesa vi è un'ampia loggia con colonne alte e sottili, collegate da archi, sui i cui muriccioli sono incise nella pietra antichi giochi, forse il filotto.
La chiesa fu costruita dopo la guerra degli Uscocchi del 1615-1618) e dopo l'epidemia di peste in Istria del 1632. In quel periodo il vescovo di Parenzo risiedeva stabilmente nel Castello di Orsera. La collocazione di questo edificio, vicino alle porte cittadine, aveva il suo ruolo simbolico di custode della città proteggendola da malattie e incursioni. Dalla piccola finestra della chiesa posso intravedere un altare Barocco ligneo, riccamente decorato con doratura sempre in stile Barocco e la pala dell'altare raffigurante la Vergine col Bambino, Sant'Antonio di Padova, San Sebastiano e San Rocco.
Vicino alla chiesetta vi è il belvedere più antico del borgo che offre una vista bellissima sull'isola di San Giorgio, sul porto storico e sulla marina. Nei suoi pressi, tra tavolo di pietra e di panchine, vi è la tradizionale cisterna istriana, utilizzata quest'ultima per l'approvvigionamento idrico della cittadina.
Accedo al borgo antico attraverso la piccola porta cittadina di origine medievale e facente parte del sistema difensivo cittadino o del castello, come un tempo si diceva. Questo tipo di porta rappresentava l'ingresso secondario e in gran parte ad uso pedonale in quanto anticipate da scale di larghezza ridotta, in cui i carriaggi avevano l'impossibilità d'accesso. Sulle porte, nella seconda metà del XVII secolo, i Veneziani collocarono il loro stemma araldico del Leone di San Marco. Sulle antiche mura adiacenti è possibile vedere due palle di cannone sparate dalle navi inglesi, all'inizio del XIX secolo durante l'occupazione francese dei napoleonici. A differenza della grande porta di Santa Fosca, questa conduce, ancora oggi, direttamente alla piazza principale. Piazza sulla quale, oggi vi è collocato un monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale. In passato la Piazza ospitava la Chiesa Parrocchiale, la berlina, il mercato e l'edificio destinato alla riscossione delle imposte feudali. Su questa Piazza le autorità proclamavano gli editti e venivano eseguite le esecuzioni. Nel 1941, per ampliamento della Piazza fu demolita la vecchia Chiesa Parrocchiale di San Martino e dell'annesso campanile. La Piazza ospita il Palazzo Comunale, sicuramente uno degli edifici più ben conservati di Orsera, eretto nel tipico stile architettonico veneziano.
L'antica chiesa parrocchiale, ormai scomparsa, viene menzionata nell'atto di donazione del 1178 da Papa Alessandro III al Vescovo di Parenzo. Nel suo interno si trovavano alcuni interessanti altari e la tomba del vescovo Tritonio.
Tra le cose da ammirare a Orsera vi è sicuramente anche la grande Porta di Santa Fosca, collocata vicino all'omonima Chiesa. La Chiesa ha una semplice facciata rinascimentale con elementi di stile Barocco, sopra il portale vi è un piccolo rosone, ai lati della porta due piccole e quadrate finestre. Il tetto della chiesa è sormontato da un campanile a vela a due luci orma vuote dalle campane.
La Chiesa al suo interno è ad navata unica. Sul pavimento della Chiesa, realizzato con lastre di pietra, ci sono diverse lastre tombali con iscrizioni in latino. La Chiesa presenta tre altari: su quello maggiore è presente un trittico e sugli altri due altari laterali si conservano dei dipinti di arte sacra. Un tempo nella chiesa si conservavano le reliquie di San Placido.
Santa Fosca è considerata la co-patrona di Orsera, insieme a San Martino.
Altre interessanti chiese di Orsera sono quella di San Giorgio, presente sull'omonima isola presente nel golfo del borgo e che fu eretta nel IX secolo in stile romanico. L'attuale Chiesa di San Giorgio, è forse stata edificata su un precedente edificio sacro ed appartiene ad un gruppo di edifici proto-romanici a navata unica con un'iscritta abside semicircolare con caratteristiche bizantine. La costruzione ha forma di parallelepipedo con due absidi poco profonde ricavate nel muro posteriore. La sua costruzione dovrebbe risalire al periodo del IX secolo.
Il luogo dove è situata l'odierna chiesa, in epoca romana vi era ubicata una residenza di campagna (villa rustica) e si suppone la presenza di una chiesa più antica del IV secolo, eretta in seguito all'Editto di Milano del 313, che permetteva la libera professione della fede cristiana.
Già nel XIX secolo l'edificio era diroccato, oggi benché restaurato, non è adibito ad attività religiose.
Un altra interessante Chiesa è quella dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria situata presso il porto di Orsera. Questa Chiesa nelle antiche fonti viene citata come Basilica di Maria. Questo edificio fu costruito nel periodo dal IV al VI secolo, come chiesa Paleocristiana, con pianta quadrangolare e nartece, fu ricostruita dal VIII al XII secolo dopo la devastazione avaro-slava.
Nel periodo Romanico a nord dell'edificio Paleocristiano fu edificata la Basilica di Santa Maria del Mare. Questa Chiesa è a tre navate, con arcate romaniche negli absidi e pilastri monolitici. Di questa chiesa, edificata in epoca medioevale, si conserva lo stile Romanico e la facciata del XVII secolo.
Orsera conserva un centro storico che ha mantenuto l'impianto medioevale e fino alla metà del XVII secolo era contenuta dentro le antiche mura cittadine. Le parti meglio conservate delle mura si trovano nei pressi della Piccola e Grande porta, presenti ancora oggi due torri e le mura stesse del Castello. Si poteva accedere a Orsera solo attraverso le due porte che erano ben custodite.
Percorro le vie della città vecchia che s'inerpicano fino al culmine della collina, dove sorgono la Chiesa Parrocchiale con il suo campanile ed il Castello.
Il Castello che attualmente si ammira è il risultato di una trasformazione avvenuta attraverso i secoli. Il Castello di Orsera fu palazzo di residenza del Vescovo di Parenzo, che governò Orsera dal VI secolo fino al 1778. Il Vescovo di Parenzo risiedeva regolarmente nel Castello, specialmente nei periodi di guerra, di epidemie e di pericolo. Nel XIX secolo divenne proprietà della famiglia Vergottini. Fu restaurato nel 2001 ed attualmente è adibito ad edificio abitativo.
Il castello di Orsera fu eretto in questo luogo nel IX secolo, certamente era di minori dimensioni e fu sede della Contea di Orsera; fu il Vescovo parentino Ottone 1256-1282 a rimodernarlo e fu ancora nel XVII secolo a ristrutturarlo completamente il parentino Adelasio che lo barocchizzo. Fino ad allora il Castello aveva delle mura di difesa con torri romaniche, feritoie, scuderie e l'edificio residenziale.
Nei suoi pressi è collocata la Chiesa Parrocchiale di San Martino, Vescovo di Tours. La Chiesa, elevata da un ampia gradinata che ne forma anche il sagrato, presenta una facciata intonacata a salienti con un frontone triangolare sulla facciata ed una sola porta d'accesso, sovrastato da un timpano ed il tutto incorniciato da un ampio arco a tutto sesto di mattoni.
La Chiesa fu consacrata nel 1935. Il suo interno presenta tre navate ed il presbiterio è rialzato rispetto al livello del pavimento delle navate. L'altare maggiore è ligneo arriva dalla chiesa di Sant'Eufemia di Rovigno e vi è stato collocato nel 2008 per problemi di staticità del presbiterio. Il battistero marmoreo proviene dall'antica Chiesa di S.Martino, mentre alcune statue e l'acquasantiera, se non erro, provengono da altre chiese locali.
In seguito all'aumento del numero degli abitanti sorse la necessità di erigere una nuova e più grande Chiesa. I primi lavori di costruzione iniziarono nel 1805, ma con l'arrivo del governo francese di Napoleone si interruppero.
L'attuale Chiesa parrocchiale fu terminata nel 1934, eretta gradualmente a partire dagli Anni Venti del XX secolo, parallelamente alla demolizione della vecchia Chiesa. L'adiacente campanile è stato eretto nel 1991ed è l'edificio più alto di tutta Orsera. Il vecchio campanile medievale era situato nella Piazza principale, ma fu abbattuto negli anni Venti del XX secolo.
La storia di Orsera si intreccia con il soggiorno del famoso seduttore e avventuriero italiano Giacomo Casanova che visitò per due volte Orsera e di cui scrisse nelle sue memorie. Come egli stesso narra, la prima volta che soggiornò ad Orsera fu per 3 giorni, nell'agosto del 1743, quando era ancora un prete povero; mentre la seconda volta vi arrivò come soldato su una nave che gettò l'ancora nel porto di notte per ritirare un carico.
Casanova descrive Orsera come un abitato in stato di abbandono e di desolazione. Nelle sue Memorie Casanova descrive il suo secondo soggiorno ed il suo incontro con un uomo che aveva lavorato per 20 anni come chirurgo locale, ma a quel tempo disoccupato, che l'aveva invitato a colazione lodando il proprio Refosco. Nell'episodio descritto viene menzionata altresì l'avventura di Casanova con un ragazza locale, serva di Don Girolamo.
Due sono le torri, arrivate ai nostri giorni, che appartenevano al sistema delle fortificazioni di Orsera. Le torri sono costruite in stile Romanico, una fu destinata a diventare il "Rifugio di Casanova", nonché centro informativo multimediale contemporaneo, che documenta il soggiorno di Giacomo Casanova ad Orsera.
La mia passeggiata continua nella romantica città di Orsera, visitando i belvedere presenti nel borgo, da cui si possono ammirare le bellissime isole, isolotti, insenature e piccole baie che sono intorno al centro storico.
Un belvedere si trova dietro la Chiesa parrocchiale di San Martino, da cui la vista si allarga verso nord e sull'arcipelago di Fontana. A poche decine si trova il punto di osservazione soprannominato "Bepo e Tonina". Quest'ultimo è un belvedere da dove la vista spazia verso nord-ovest, noto per la statua stilizzata di un uomo e una donna, chiamati Bepo e Tonina, che costituisce lo schienale della panchina.
Esiste anche il belvedere "Casanova", da dove si gode una bella vista sul porto, sulla marina e sull'isola di San Giorgio.
Dalla collina sovrastante la baia, si nota come il porto sia protetto dai venti dall'isola di San Giorgio, ciò rese Orsera, nel corso della storia, un perfetto luogo di ancoraggio. Dall'epoca romana a quella medievale, fino ai giorni nostri, il porto ha rappresentato il centro della vita economica del borgo. Infatti, se la città vecchia sulla collina rappresentava il luogo di riparo sicuro e di gestione del territorio, nonché riserve inesauribile di sorgenti di acqua potabile, il porto di Orsera ne permetteva scambi commerciali ed economici. Ancora oggi, il centro amministrativo è posto sulla collina, mentre il centro economico e turistico è nella città bassa, proprio sulle rive del porto di Orsera.
La cittadina non traeva dal mare solo sostentamento dalla pesca, ma soprattutto attraverso il commercio della produzione locale di vino e di olio d'oliva e dalle saline, oltre allo sfruttamento della pietra. Infatti dalle cave di Orsera, come quelle di Rovigno, si estraeva la pietra che permise la realizzazione di importanti palazzi e chiese di Venezia.
La realizzazione di una moderna Marina ha ampliato il potenziale del turismo nautico ad Orsera, infatti dispone di una struttura di eccellenza, con servizi di altissimo livello, con moltissimi ormeggi e che può accogliere yacht lunghi fino a 50 m.
La vista dalla collina di Vrsar è veramente magnifica: un arcipelago con 18 bellissime isole ed isolotti che sembrano stesi su un manto blu del mare.
Lascio la collina con le sue strette viuzze per raggiungere il porto e la marina, colgo così l'occasione per godere di una bellissima passeggiata lungomare, ove posso ammirare le moderne costruzioni turistiche e una moltitudine di bagnanti che si godono un mare cristallino. Impossibile non rendersi conto che Orsera o Vsar è un comune bilingue, quindi nelle scuole si studia sia il croato, sia l'italiano; per i turisti provenienti dall'Italia è pertanto abbastanza facile dialogare con gli abitanti del luogo e il personale delle strutture turistiche ed alberghiere.
Tra i siti di interesse di Orsera va menzionata la località Velika Stancija, situata su un'altura nei pressi del locale cimitero e della Chiesa di San Pietro di Flabana. Anche qui sono presenti ruderi di un insediamento di età romana.
Velika Stancija con i suoi edifici in pietra, era parte dei possedimenti della famiglia parentina Vergottini, per cui veniva chiamata anche Stancija Vergottini ed indicata nelle mappe come "Stabile delli Signori Vergottini". Dopo la Seconda Guerra Mondiale questi possedimenti diventarono proprietà dello Stato. La Chiesa di San Pietro di Flabana fu eretta nel 1900 sul sito di una più antica, oggi totalmente scomparsa ed intitolata al medesimo Santo. Accanto al nome del Santo venne aggiunta la locuzione Flaban, dal nome del vicino stagno.
Si tratta di una chiesa quadrangolare con un solo altare e con un piccolo campanile a vela in pietra. La facciata è semplice, priva di finestre è intonacata ed ha un timpano semicircolare. Altri interessanti edifici religiosi presenti nei dintorni di Orsera sono la chiesa parrocchiale a Gradina e la chiesa della Beata Vergine Maria al cimitero di Gradina o Madonna del Carmelo.
La Chiesa Parrocchiale di Gradina è intitolata a Sant'Andrea Apostolo e fu costruita nel XVI secolo sul sito di una vecchia costruzione del secolo XI, di cui è rimasto conservato l'abside sporgente sul muro settentrionale della odierna chiesa. Fu successivamente ampliata nel XVIII secolo. Si tratta di un edificio a capanna con una porta si tuata centralmente alla facciata e con due finestre ai lati. Sopra la porta è stuato un oculo. Sul culmine della facciata vi è il campanile a vela con due luci. L'interno è a navata unica con nicchie absidali.
La Chiesa della Beata Vergine Maria al cimitero di Gradina, invece, fu eretta nel 1746 e ha una navata e un solo altare. La struttura di questa Chiesa cimiteriale, realizzata per ospitare i nobili di Gradina deceduti nel marzo del 1748, probabilmente per un epidemia di vaiolo, è assai semplice con un tetto a capanna, due finestre sulle pareti laterali e, sulla facciata, è situato il campanile a vela. A Funtana è ammirabile la Chiesa di San Bernardo, costruita nel 1621 a navata unica. Su un lato della Chiesa è visibile una lapide che ricorda il conte Borisi, Signore di Funtana. Sempre a Funtana, lungo la strada principale, si può visitare la piccola Chiesa di Santa Lucia, eretta nel 1750.
Inoltre oltre al bellissimo fiordo di Leme che merita assolutamente na visita è interessante la grotta di San Romualdoposta nelle sue vicinanze. Sempre degna di nota è anche la Chiesa piccola di San Michele Arcangelo a Kloštar.
Prima di lasciare il Borgo di Orsera, che ricordo che il nome è derivante dall'antica parola mediterranea "ur", che significa fonte, devo ricordare cosa accadde il 21 dicembre 1991.
Quel Sabato fu bombardato il piccolo aeroporto di Orsera "Crljenka" situato nei pressi del Canale di Leme ed ha pochi chilometri da Orsera. Questo bombardamento da parte dell'Armata Federale jugoslava fu eseguito da due MiG-21 e altrettanti Galeb G4 che, utilizzando razzi bombe a frammentazione a napalm, rasero al suolo: tutti i mezzi aerei presenti, la pista gli uffici e la torre di controllo. Nel bombardamento morirono due militari: il capitano Dragutin Barić e aspirante ufficiale Dragan Gavran.
Lascio così una delle città più caratteristiche in Istria, felice di averla potuta visitare.