Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Salasco

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SalascoL'auto corre tra le risaie, sono un continuo alternarsi di laghetti quadrati pieni d'acqua dove le piantine di riso sembrano galleggiare; qui e là ogni tanto una bianca garzetta o un airone cinerino sono in attesa della loro preda.
Il Borgo è tipicamente agricolo, poco distante da Vercelli. Il suo toponimo con il suo suffisso - asco richiama gli insediamenti delle tribù liguri, mentre Sala potrebbe essere di origine longobarda ad indicare un magazzino annesso ad un castello ove la popolazione ammassava i propri prodotti agricoli.
Prima di entrare a Salasco mi soffermo davanti ad un enorme cascina, una parte ancora fortificata. Infatti nella frazione Selve, anticamente sorgeva l'Abbazia fortificata dei Santi Pietro e Benedetto, fondata nel 1101 dal Vescovo di Vercelli. I monaci, che da prima furono chiamati ad abitare il monastero di Selve, furono i benedettini, ai quali nel 1253 succedettero i vallombrosani.
L'attuale chiesa, dedicata alla Santissima Vergine Assunta in Selve, risalente al XVIII secolo, nelle sue forme barocche è, insieme al quattrocentesco complesso del castello a pianta rettangolare con cortile interno, torre quadrata con porta carraia e pusterla, un tempo munita di ponte levatoio, parte di una grande azienda agricola.
La torre con le porte d'accesso, sporge dalla cortina muraria, ed è ancora visibile una torre cilindrica e resti di due torri quadrata agli spigoli della fortificazione.
Selve, Selva o anche Sellua un tempo non era frazione di Salasco, ma già contado dei Gazelli di San Sebastiano, e poi dei Casella, patrizii di Revello. Questo piccolo Borgo con le risaie, il castello appare nel film "Riso Amaro", girato nell'immediato dopoguerra, diretto da Giuseppe De Santis, uscito nelle sale cinematografiche è considerato uno dei più importanti film del neorealismo italiano.
Raggiungo così Salasco in precedenza Salascum, parcheggiato l'auto nella piccola piazzetta del Borgo; munito di macchina fotografica inizio ad aggirarmi per il Paese.
Salasco è radunato intorno al Castello e alla Chiesa Parrocchiale. Si conosce poco della storia di Salasco, si è solo certi che nel XIII secolo i Signori di Salasco sono sottomessi al Comune di Vercelli. Il villaggio di Salasco anticamente apparteneva alla nobile famiglia dei Canera originari di Pinerolo, che lo tenevano con titolo di contado. A inizio XIV secolo sono già Signori di Salasco i Margaria, antica famiglia Guelfa vercellese. Il Borgo tra il XIII e il XIV secolo subisce diverse distruzioni, proprio per l'appartenenza alla parte guelfa dei suoi Signori. Nel 1334, Salasco passa sotto il dominio di Azzone Visconti a cui i Margaria - Margaria alias de Riciis, si sottomisero.
Con la morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402, anche Salasco, che aveva già subito i danni della guerra tra i Signori di Milano e il Marchese del Monferrato che guidava la coalizione antiviscontea, vede i Margaria nel 1404 fare sottomissione ai Savoia, nel timore di perdere i loro possedimenti.
Le prime notizie certe del Castello risalgono al XV secolo, forse in precedenza era solo una costruzione avente lo scopo la conservazione e protezione dei prodotti agricoli dalle frequenti scorrerie di truppe al soldo dei vari contendenti.
L'attuale edificio a pianta quadrilata con quattro torri cilindriche agli angoli pare in buone condizioni. L'antico Castello di Salasco fu ridotto a casa signorile di campagna con annesso giardino alla foggia inglese. Testimonia questo diverso uso del Castello il bel trionfale portone d'accesso alla corte di servizio del Castello.
La Chiesa Parrocchiale, posta a poco distanza dal Castello, è dedicata a San Giacomo. Questo edificio religioso è a navata unica, fu costruita nel XVIII secolo su un edificio religioso precedente. La facciata è semplice, con quattro lesene che la ripartiscono e un unico portone d'accesso anticipato da tre gradini che ne facilitano l'accesso. Ai lati del portone vi sono due nicchie con statue. Il frontone è leggermente sporgente, con un tondo nel timpano affrescato al suo centro. Ma è il campanile che colpisce la mia attenzione, con la sua forma tozza e quadrata alla base, con un grande orologio e la sua bizzarra costruzione superiore della cella campanaria con i quattro lati concavi.
Vicino alla Chiesa vi è il Palazzo Municipale, con la lapide dedicata ai caduti nelle guerre mondiali e una piccola ma graziosa fontana in pietra.
Salasco diedi i natali a uno dei più grandi pittori Divisionisti del Novecento: Giacomo Cominetti. Costui nacque il 28 ottobre 1882, era il fratello maggiore del regista e sceneggiatore Gian Maria Cominetti. Sue opere sono presenti nella Galleria d'Arte Moderna di Genova, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, alla Galleria Comunale d'Arte di Cagliari e al museo Borgogna di Vercelli.
Ma il nome di Salasco è soprattutto legato a Carlo Felice Canera Conte di Salasco, nato a Torino nel 1796 dal Conte di Salasco Ignazio e da Daria dei Marchesi Belcredi. Costui fu un generale del regio Esercito, capo di stato Maggiore ed aiutante generale di Re Carlo Albero di Savoia. Dopo la Battaglia di Custoza, il 9 agosto 1848, a Vigevano sottoscrisse l'armistizio con l'Austria, detto "armistizio di Salasco" che sancì la fine della Prima Guerra d'Indipendenza.
I Canera erano originari di Pinerolo e grazie alle ricchezze accumulate con la finanza e il commercio avevano ottenuto nel Seicento un'arma nobiliare e nel 1661 gli avi di Carlo Felice Canera poterono fregiarsi del titolo di Conti di Salasco, il cui feudo era stato comperato l'anno precedente. I Canera rimasero feudatari si Salasco fino all'abolizione dei diritti feudali negli ultimi anni del XVIII secolo.
Anche il bar - ristorante, posto sulla piccola Piazza, porta questo nome "L'Armistizio 1848", dove mi reco per ristorarmi e riposarmi, prima di fare ritorno verso casa, soddisfatto di aver visitato un altro piccolo Borgo del mio Piemonte.