Il Borgo è invaso da turisti: chi si avventura nelle piccole spiagge, speranzoso che il sole faccia capolino, chi si addentra tra i vicoletti alla ricerca del piacere della scoperta.
Le strette stradine intorno al porto sono ricolme di persone che curiosano nei negozietti che si affacciano sulla via, qualcuno esce con gli acquisti, chi si limita a chiedere i prezzi. Sono tante le carrozzine con bimbi piccoli spinte dai genitori. Le strade principali, anch'esse assai strette, sono decorate con colorati ombrelli multicolore appesi su fili che attraversano la strada. Infatti ogni tanto incontri persone con il naso all'insù a scattare foto agli ombrelli aperti in cielo.
Le casette a due/tre piani sono in stile veneziano, alcune anche nel gotico veneziano, ricordi di un antica dominazione.
È bello perdersi tra il dedalo di viuzze, scoprire ciò che rimane delle antiche mura, di cui la città era cinta, erette dalla Repubblica di Venezia nel XIII secolo. In cima alle mura risalta la merlatura, ma vi sono anche torrioni circolari e uno a base quadrata in prossimità dell'ex Porta Maestra.
Vicino al mare c'è la Loggia Belvedere, forse costruita su un torrione delle antiche mura medioevali; realizzata probabilmente nel XVI secolo è stata poi modificata nel 1860 e nel 1930. La loggia è posta vicino a Porta Marina che conduce a mare.
Passeggiando e perdendosi con lo sguardo tra gli incuriositi turisti, osservo gli antichi edifici che come vecchie signore mettono in mostra i loro gioielli, come finestre gotiche con bifore addobbate da colorati vasi di fiori. Ma vi sono anche edifici del XX secolo costruiti su modello gotico veneziano che ben si confondono con la più antica architettura del luogo. Presenti nelle case anche portali tardo barocchi.
Un palazzo, conosciuto come il Palazzo Patrizio, costruito intorno al 1760, obbliga tutti i turisti, anche i più distratti, ad alzare lo sguardo. É in stile Barocco, con una facciata ricca di armoniosi elementi ornamentali; fanno della dimora patrizia dei conti Rigo, un interessante richiamo turistico.
Mi hanno raccontato che a pochi chilometri da Novigrad, esattamente a Carpignano, vi sia un complesso di edifici barocchi risalenti alla seconda metà del XVIII secolo e voluti dal conte Carlo Rigo e che avrebbe urgenti interventi di restauro.
Nel centro della città di Novigrad, sono presenti diverse altre memorie storiche, come la cisterna Pozzo Nuovo, di forma circolare in lastre di pietra ornate dal simbolo del Comune di Novigrad di inizio XIV secolo. Ma anche la boccia di una antica cisterna di fine XIV secolo con interessanti decorazioni vegetali, o il sarcofago di periodo paleo cristiano.
La storia di Novigrad è raccontata dai suoi palazzi ma anche delle sue chiese. Infatti ci raccontano che il Borgo esisteva come Neapolis e Civitas Novum nel XI secolo.
Il periodo più fulgido lo vive proprio tra l'VIII - XI secolo per la sua felice posizione geografica, subendo però le egemonie bizantine tra il VI e VII secolo, franca dal VIII al IX secolo, poi tedesca nel X- XI secolo.
Con la dominazione veneta, 1270 - 1797 si arricchisce grazie ai traffici navali ma subì anche, tra il XVI e XVII secolo diverse epidemie che decimarono la popolazione. Gli stranieri che la governarono, dopo i veneziani, furono i francesi di Napoleone tra il 1805 e il 1813, poi gli austro-ungarici 1814-1918 e poi ancora gli italiani 1918-1943.
Tutti i dominanti lasciarono qualcosa a Novigrad e se non nelle architetture, lo lasciarono nella lingua locale nella gastronomia e nella musica.
Diverse le chiese presenti in città, anche grazie al fatto che, vescovile dal V secolo al 1831, fu anche sede vescovile suffraganea di Aquileia e Grado. Nelle testimonianze ecclesiastiche dei primi secolo è citata come Emona, Emonia, Aemonia.
L'alto campanile della Basilica, ma isolato da essa, sembra voglia vegliare la città da coloro che vi arrivano dal mare. Il campanile fu costruito nel 1883 su modello del ben noto campanile di Venezia, in cima alla cuspide si erge la statua lignea, rivestita in bronzo di San Pelagio, compatrono della città e vi fu collocata nel 1913.
La vicina Chiesa Parrocchiale, una Basilica a tre navate che fino al 1831 era cattedrale, ha una facciata moderna, neoclassica, risalente agli anni trenta del secolo scorso. L'attuale edificio è sorto sul più antico insediamento religioso cristiano del V-VI secolo e più volte modificata e ampliata. La Chiesa è dedicata a San Massimo e San Pelagio. Il vecchio campanile della Chiesa era posto sul fronte della facciata e fu demolito nel 1874, scomparso anche l'antico battistero, demolito nel 1872. Invece è conservata la cripta, posta sotto l'altare maggiore, risalente al primo periodo romanico.
L'interno della Chiesa, benché di origine romanica, fu barocchizzata nel XVIII secolo, Sono presenti in chiesa anche diverse e interessanti pale d'altare.
Il Borgo, nonostante il massiccio afflusso turistico, i suoi negozi di souvenir e di ristorazione non ha perso nulla della città marinara. Sempre nel Borgo, appena fuori le mura, la dedizione religiosa si esprime con altre chiese, come la Chiesa della Beata Vergine del Carmelo, costruita nel XV secolo e rinnovata nel XVIII e nel XIX secolo. La Chiesa a navata unica ha la facciata a capanna. Un tempo vi sorgeva un piccolo monastero domenicano, fino al XVII secolo, poi arrivarono gli agostiniani e per ultimi i frati francescani minori.
Ma sono presenti anche altre chiese nelle vicinanze di Novigrad, come quelle erette nel vecchio cimitero e dedicata a Sant'Agata. Questa Chiesa è un classico esempio di architettura romanica a tre navate, è datata tra il IX e il XIII secolo, ma anche la chiesa di Sant'Antonio, costruita in periodo gotico e restaurata nel XIX secolo merita una visita.
La storia di Cittanova, si trova anche nei musei, come nel Lapidarium, dove sono raccolti i monumenti di pietra e lapidi recuperati in città e nei dintorni, come davanzali, stemmi, capitelli, colonne ma anche altari liturgici.
Di particolare interesse è il ciborio del Vescovo Maurizio, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale e realizzato nel periodo di dominazione di Carlo Magno.
Un altro interessante museo è quello dedicato alla Marina da Guerra austro-ungarica, dove tra i modelli di navi, vi sono anche carte geografiche, carte navali e fotografie. Presenti anche le uniformi dei marinaia e degli ufficiali della imperiale e reale Marina austro-ungarica, che raccontano la storia di una potenza navale mondiale.
Nei ristoranti i menù sono i più vari, ma il piatto simbolo di Novigrad sono le Capesante, uno dei frutti di mare più gustosi. Le coltivazioni di Capesante prodotte nell'area marina di Novigrad, godono di una zona dove l'acqua marina salata si mescola con l'acqua dolce. Ma non manca il pesce crudo, il prosciutto e il vino istriano.
Le acque per la balneazione sono limpide e trasparenti, non si trova sabbia ma ghiaia e aree pavimentate per sdraiarsi e godere del sole.
Ormai è tempo di lasciare Novigrad e lentamente mi dirigo verso il Mandracchio o Mandrac, il porto per pescherecci, dove si svolge il mercato del pesce. Luogo, questo, simbolo del Borgo e della sua comunità marinaresca. Mentre il sole cala dietro i pescherecci, lasciando sfumature rosse e gialle, mi allontano da questa piccola perla del mar Adriatico.