La storia della Chiesa è assai antica, solo con recenti scavi archeologici è stato possibile ritrovare resti risalenti all'età romana, ed hanno inoltre accertato la presenza di un primo luogo di culto paleocristiano, risalente al V secolo.
Il culto a San Vincenzo pare sia dovuto ai prigionieri romani cristiani di origine orientale, che erano condannati a lavorare nelle miniere di ferro e sassi della Val Seriana. Divenuti liberi e create una comunità anche a Bergamo, edificarono San Vincenzo di Saragozza Martire, la propria chiesa. Quando i veneziani distrussero la Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna, il corpo di Sant’Alessandro venne traslato in San Vincenzo, facendo convivere le due devozioni. La Basilica venne definitivamente dedicata a Sant'Alessandro nel 1704 e a San Vincenzo venne dedicata una cappella laterale del presbiterio. Per l’edificio attuale occorre attendere il 1459 perché venga posata la prima pietra. Il progetto fu affidato all’Architetto fiorentino Antonio di Pietro Averlino, o Averulino, detto il Filarete, ma morì durante l’esecuzione dei lavori. Ciò provoco l'abbandono della costruzione, anche perché nel frattempo il Vescovo Giovanni Barozzi, colui che volle la costruzione di un nuovo edificio religioso, fu elevato a Patriarca di Venezia; inoltre anche l’incendio del 1513 dell'attiguo Palazzo della Ragione, creò problemi all’edificazione della nuova Cattedrale.
Per circa trent'anni i lavori rimasero fermi e proseguirono poi a rilento, fino al 1611, quando venne nominato a dirigere l’edificazione l'Architetto Vincenzo Scamozzi. Poi il cantiere passò a Carlo Fontana che modificò e ristrutturò l’edificio innalzando la cupola e allungando l'abside. I lavori terminarono finalmente nel 1693. L’edificio subì ancora altri rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi, soprattutto il campanile, la cupola e l'interno, ma anche la facciata.
L'esterno della Cattedrale di Sant'Alessandro è caratterizzato dalla facciata ottocentesca in marmo bianco. Il suo prospetto è preceduto da una scalinata in granito rosso che salgo fino a il portico a tre fornici che anticipa l’ingresso. Il portico è realizzato con archi a tutto sesto sorretto da pilastri. Le campate laterali del portico possiedono una cupoletta internamente affrescata ed esternamente sormontata da statua bronzee raffiguranti le virtù teologali Fede e Speranza. Nella parte centrale del portico, più alto delle parti laterali, vi sono due medaglioni raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, e sopra vi è collocata la statua raffigurante Sant'Alessandro. La parte superiore della facciata è a capanna, con una grande finestra rettangolare inquadrata fra due colonne corinzie al centro, ai lati vi sono due nicchie con statue.
Entro nella cattedrale di Sant'Alessandro che già da subito si presenta magnifica. Ha una pianta a croce latina, con navata unica che si apre sulle cappelle laterali e ha la volta a botte lunettata. Inizio ad aggirarmi, quasi stordito dalle opere d’arte che mi circondano. Nel transetto di destra vi è il grande Altare dei Santi Fermo, Rustico e Procolo, progettato da un Architetto che ha tanto lavorato in Piemonte, il messinese Filippo Juvarra. Invece in quello di sinistra vi è l'Altare dedicato alla Madonna della Pietà.
Anche le cappelle sono molto belle come quella intitolata a San Benedetto dove vi è la pala cinquecentesca San Benedetto da Norcia fra San Gerolamo e San Lodovico da Tolosa. Ma mi soffermo a guardare anche la pala della Madonna con il Bambino in gloria e i Santi Caterina d'Alessandria e Gerolamo, anch’essa di fine Cinquecento. La cappella del Crocifisso conserva un bel crocifisso cinquecentesco. Molte sono le tele conservate all’interno della Cattedrale. In corrispondenza della crociera, si eleva la cupola, terminata nel 1829. Questa presenta un alto tamburo con finestre quadrangolari ed una copertura in rame sormontata da una statua dorata raffigurante Sant'Alessandro Vessillifero. Il tamburo della cupola è interamente affrescato. L’accesso al presbiterio è anticipato da sette gradini in marmo bianco e da una balaustra marmorea nera.
Su un moderno altare con mensa in marmo è posto un prezioso paliotto seicentesco in argenteo, mentre al centro vi è l'urna settecentesca d'argento contenente le spoglie di Sant'Alessandro Martire. Mentre l'altare maggiore è del 1588, decorato di marmi policromi e figure in metallo dorato. Un gruppo di angeli sorreggono un piccolo tempietto semiottagonale. Questo tempietto presenta le immagini dei quattro evangelisti, di San Pietro e San Paolo, mentre sulle sommità l'immagine di Cristo risorto.
Nella portella del tempietto vi è dipinto il Redentore e sul retro l'Ultima cena dell’artista Enea Salmeggia. Nell'abside maggiore, dietro l'altare, sono collocati sette grandi dipinti raffiguranti i Santi venerati a Bergamo, al centro il Martirio di Sant'Alessandro del 1694, la Consacrazione episcopale di San Narno, la Predicazione di San Viatore, il Martirio di San Giovanni Vescovo di Giambattista Tiepolo il Martirio di San Proiettizio, il Martirio di Sant'Esteria e il Martirio di San Giacomo, mentre un Sant'Alessandro è posto in un tondo nel catino absidale.
Gli stalli del coro, sono delicatamente scolpiti con cariatidi raffiguranti alcuni temi biblici. La cattedra vescovile posta al centro del coro presenta in alto il blasone del Vescovo Luigi Ruzzini, decorata inoltre con due medaglie lignee raffiguranti Salomone e Il tempio di Gerusalemme e L'unzione di Samuele al re Davide.
A destra dell’altare, trovo la Cappella dedicata al Papa bergamasco, Giovanni XXIII. Qui sono conservate le reliquie del pontefice, la cassa che ha ospitato il corpo del Papa Buono, la sua tiara e altri oggetti.
Prima di uscire dalla Cattedrale mi reco a visitare la cripta, che si trova sotto al presbiterio, qui sono conservate le tombe dei Vescovi che si sono succeduti nella città di Bergamo.
Uscito dalla cattedrale vado dapprima a vedere il Battistero, posto di fronte all’ingresso cattedrale, sul lato opposto della Piazza. Il Battistero fu costruito nel 1340 e venne edificato dapprima all’interno della Basilica Santa Maria Maggiore, chiesa che fino al XV secolo formava con l’antica chiesa di San Vincenzo, un unico complesso. Successivamente quando la Cattedrale si staccò dalla Basilica di Santa Maria, il Battistero venne smontato, nel 1660, e collocato dapprima nel chiostro della Canonica e poi, nel 1898, di fronte al Duomo, dove si trova tuttora. Questo Battistero, stile neogotico, oltre ad essere luogo di fede è anche luogo di arte. Realizzato in forma ottagonale, esternamente è caratterizzato da un portale strombato a tutto sesto e da un finto loggiato costituito da esili colonnine. Agli spigoli vi sono le statue delle Virtù Teologali (Fede, Speranza, Carità), delle Virtù Cardinali (Giustizia, Prudenza, Fortezza, Temperanza), più la Virtù della Pazienza.
La copertura del Battistero presenta un tiburio privo di tamburo, completato da una piccola lanterna sormontata dalla statua di un Arcangelo. L'interno del Battistero è formato da un'unica aula ottagonale, al centro trova luogo il fonte battesimale, opera di Giovanni da Campione, che lo realizzò nel 1340, con decorazioni gotiche. Vi è un piccolo altare, sormontato da una statua marmorea, raffigurante San Giovanni Battista, posta all'interno di una nicchia ogivale trilobata, intorno sono conservate due importanti cicli scultorei: otto formelle con gli episodi più salienti della vita di Gesù Cristo (Annunciazione, Natività, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio, Battesimo, Cattura e Condanna, Crocifissione, Deposizione e Risurrezione).
Originariamente la Piazza Duomo, è il luogo dei proclami pubblici e il centro del commercio cittadino, come dimostrano ancora le barre in ferro poste sul fianco della Basilica di Santa Maria Maggiore. Le barre rappresentano quindi le unità di misura in uso a Bergamo in periodo medievale.
Fine III parte.