La funicolare di San Vigilio copre una lunghezza di 630 metri e un dislivello di 90, con una notevole pendenza e mi permette di ammirare attraverso le sue vetrate un vasto panorama volto sui colli e sulla pianura della provincia bergamasca. La storia di questa funicolare è assai antica e risale al 1907 e fu realizzata interamente da maestranze bergamasche. Lasciata la stazione di arrivo della funicolare, mi ritrovo immerso in un altro mondo, dove lo sguardo spazia veramente sull'intera città. La giornata è splendida, vi è molta gente a passeggio; sono tante anche le persone sedute ai tavoli dei bar. Inizio così aggirarmi lungo la strada che conduce alla chiesa di San Vigilio o meglio di San Vigilio sul Monte.
Anche da qui il panorama è incantevole, complice lo splendido sole che oggi accompagna il mio vagare. Accedo al suo sagrato mediante scala. La sua facciata è semplicissima, un tetto a capanna con un frontone triangolare, l'unica decorazione sono due fasce intonacate che continuano sino all'imposta del timpano triangolare. Il portale è in arenaria dotato di architrave sagomato sormontato da fregio. Su un fianco dell'edificio vi è un ingresso secondario, sormontato da una lunetta in cui è posto il busto di San Vigilio, realizzato in marmo. Si ha notizia che venne fondata una chiesa sulla sommità del colle già nel VIII secolo ma che venne dedicata a San Vigilio solo dopo, da cui prende il nome anche al colle. Furono diversi gli Ordini che la gestirono, dai domenicani agli umiliati. Assunse l'aspetto odierno con gli interventi del XVIII e XX secolo e fu ancora restaurata nel 1913 e 1951. La chiesa internamente si presenta a navata unica con lesene in stucco dipinte a finto marmo complete di capitelli. Sono presenti diverse tele tra cui una raffigurante San Remigio, una tela raffigurante la cena di Emmaus e ancora quadri con scene bibliche. Riprendo la mia passeggiata salendo fino al Castello san Vigilio che si trova sul colle omonimo ad un'altezza di circa 496 metri s.l.m. Dalla sommità del castello è possibile controllare il monte Bastia, nonché i paesi sottostanti. Mi si racconta che forse già in epoca romana vi fosse collocata una torre di avvistamento, ma le prime notizie di una fortificazione risalgono all'incirca al VI secolo. Un tempo infatti nella zona era insediata una piccola comunità ecclesiastica, la quale vi costruì un piccolo edificio di culto intitolato a Santa Maria Maddalena. Edificio religioso che era talmente piccolo da essere identificato non come chiesa, ma come cappella. In conseguenza di ciò, la piccola fortezza fu chiamata per diverso tempo "Castello della Cappella". Fortezza che subì nei secoli diversi assedi e conquiste, come nell'889 da parte del futuro re d'Italia Arnolfo di Carinzia. L'importanza di questa struttura difensiva per Bergamo era molto elevata, tanto che nel 1166 vi fu edificato un fortilizio più grande. Saranno ancora poi i Visconti nel 1335 ad ulteriormente ingrandirlo e rafforzarlo. Con la dominazione della Repubblica di Venezia, alla struttura fortificata, sul finire del XV secolo vennero aggiunti quattro torrioni muniti di cannoniere e feritoie, collegati tra loro, nonché un fossato di protezione. Il forte fu continuamente oggetto di assedi, conquiste e riprese dalle diverse forze in campo come quando nel corso del XVI secolo fu attaccato e preso dalle truppe francesi del ducato di Milano e ripresi dalle truppe della serenissima dopo un assedio. Fu anche segretamente collegato con un altro fortilizio, detto di San Marco per potenziarne l'efficacia. Il fortilizio fu in parte smantellato dagli austriaci, tra i quali nel 1829 fu demolita anche la monumentale porta di accesso. Non sono il solo ad aggirarmi tra gli spalti, i diversi locali e i camminamenti, vi sono altri turisti che come il sottoscritto sono tra l'incuriosito e l'affascinato a girovagare tra le sue mura a rubarne la storia.
È ormai ora di scendere, il mio obiettivo è raggiungere la Fontana del Lantro. Ripresa la mia funicolare m'avvio così, superata porta Sant'Alessandro per via della Boccola fino a raggiungere la chiesa di San Lorenzo. Questa chiesa risulta citata in un atto rogato nel 1044. L'edificio che io oggi posso ammirare è sicuramente diverso da quello originale, infatti l'antica chiesa fu distrutta, intorno al 1580 per la costruzione della nuove mura cittadine venendo poi riedificata alla fine del XVI secolo sopra la fontana del Lantro sulla piazzetta dell'Olmo. La facciata della chiesa è molto semplice, intonacata con tetto a capanna. Possiede un solo grande portale d'ingresso realizzato in pietra arenaria con un timpano triangolare. La parte superiore presenta una finestra rettangolare con arco leggermente strombato. La facciata prosegue con il piccolo oratorio edificato per la peste del 1630 con il suo bel portico.
Lungo la passeggiata che dalla porta di Sant'Alessandro mi ha condotto fino alla chiesa di San Lorenzo, ho potuto vedere, anche se da lontano e dall'alto sia la polveriera del forte San Marco, che Porta San Lorenzo con vicino l'omonimo bastione. Sulla medesima piazza della chiesa si trova la colonna detta di San Lorenzo con piedistallo e capitello dorico. La fontana del Lantro non è visitabile, oggi inserita nel piano interrato della struttura della chiesa dedicata a San Lorenzo. Questa fontana è antichissima ed è già citata in un documento datato 928. Questa fontana è alimentata da due sorgenti, quella del Lantro che nasce proprio sotto la chiesa di San Lorenzo e l'altra di san Francesco che nasce da sotto le mura urbiche veneziane della città alta di Bergamo. Allungo leggermente il mio percorso per raggiungere Porta San Lorenzo o Garibaldi. Questa è la più piccola delle porte di accesso delle mura venete della parte alta della città di Bergamo. Porta San Lorenzo, rivolta verso nord, costruita dalla Serenissima prese il nome dalla chiesa di San Lorenzo che venne distrutta per la costruzione delle mura. Sulla facciata vi è un cartiglio che ricorda il capitano veneziano Giovanni Antonio Zen, che durante il periodo della peste del 1630, quando tutti gli amministratori cittadini fuggivano, si assunse la direzione della città. Anch'egli si ammalò di peste e ne morì. Un ulteriore cartiglio, posto sulla facciata esterna nel 1907, ricorda l'entrata nella città, liberata dagli austriaci, di Giuseppe Garibaldi l'8 giugno 1859, da qui anche il nome di Porta Garibaldi. Risalgo verso la chiesa di San Lorenzo e m'avvio verso Via Tassis. Al n° 21 di questa strada c'è palazzo Rivola, un antico e interessante palazzo signorile oggi bed & breakfast. Ma particolarmente interessante è seminarino e la chiesa San Matteo, posti in una piccola trasversale denominata vicolo seminarino. La casa detta del seminarino è stata per più secoli istituto scolastico diocesano. La sua storia vuole che il primo seminario a Bergamo fosse stato fondato dal vescovo Federico Corner, il 1º ottobre 1567, nei locali della chiesa di San Pancrazio per poi essere spostato nella piccola trasversale di via Tassis nel 1572 dove rimase aperto per 250 anni. Il palazzo fu chiamato seminarino solo nel XIX secolo. Il palazzo fu ripetutamente ampliato per meglio ospitare i seminaristi. A fianco del palazzo c'è la chiesa di San Matteo che era destinato a uso del seminario ma che era già documentata nel 1100, ma la tradizione popolare la vorrebbe fondata da Carlo Magno. Alla fine del Cinquecento la chiesa fu oggetto di un grande restauro, venendo completamente demolita lasciando integro solo il campanile, viste le pessime condizioni in cui versava. La chiesa è anticipata dal piccolo sagrato con pavimentazione in conci di fiume. La facciata a capanna dell'edificio di culto è divisa su due ordini: quello inferiore è in conci di pietra con l'ingresso principale avente un portale in pietra arenaria; mentre l'ordine superiore è intonacato e ospita la finestra rettangolare sagomata con una vetrata raffigurante san Matteo. Trovo la chiesa fortunatamente aperta, alcune persone stanno eseguendo delle pulizie; ciò mi permette di vedere il suo interno che è a pianta rettangolare ad unica navata. Le sue campate presentano semplici lesene terminanti con capitelli ionici, mentre la volta è a botte. Posso osservare un bel dipinto dell'Addolorata e altre tele raffiguranti santi. Su via Tassis si affaccia anche Casa Betania, Istituto Suore Domenicane del SS Rosario. Una lapide su questo edificio ricorda che vi nacque Oscar Chisini il 14 marzo 1889 e che morì a Milano 10 aprile 1967. Costui fu in insigne matematico e accademico, scrisse il trattato Lezioni sulla teoria geometrica delle equazioni e delle funzioni algebriche insieme a Federico Enriques. Fondò 1929 l'Istituto di matematica dell'Università degli studi di Milano, assieme a Gian Antonio Maggi e Giulio Vivanti. Fu docente nelle Università di Bologna, Modena, Cagliari e al Politecnico di Milano. Fu altresì membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei; a lui si devono l'introduzione della Media Chisini nel 1929 e gli studi sulle trecce algebriche. Scrisse vari manuali universitari e fu direttore della rivista Il Periodico di matematiche, organo della Società Mathesis. Ma la storia di questo edificio è ancora più intrigante. Infatti uno stemma araldico posto sul portale del civico 10 mi racconta la sua storia. Questo è uno scudo diviso in quattro parti con all'interno scolpiti due aquile bicipiti e due tassi, sormontati da un corno. Questo mi rimanda alla famiglia Tassis, inventori del servizio postale europeo nel XV secolo. Infatti il corno ricorda i corrieri postali, le aquile bicipiti è riferimento ad un ramo della famiglia i Tassis o Taxins della Germania. La parte più edificio è di origine tardo medioevale e fu costruito da Gabriele Tassis, Maestro delle Poste Pontificie al servizio di Leone X e delegato dell'amministrazione delle poste di Innsbruck.
Fine VIII parte.