Blog di Dante Paolo Ferraris

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Bergamo (XIII parte)

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BergamoRaggiungo Piazza Pontida, il più antico luogo del commercio di Bergamo che portava un tempo il nome di piazza della Legna, perché ogni mattina arrivavano i contadini a vendere i propri prodotti: legna, verdure e frutta. Le abitazioni che la coronano hanno portici risalenti al XV secolo che sono posti su tre lati. Fu in questa piazza che durante l'occupazione napoleonica, venne posto al suo centro il Palo della Libertà.
E sempre su questa piazza, da balcone di Casa Engel che si affacciò Giuseppe Mazzini per convincere la popolazione cittadina a insorgere contro la dominazione austriaca ed andare in aiuto ai milanesi. Come riporta l'epigrafe posta su una targa a lui dedicata: «Su questa piazza il 3 agosto 1848 Giuseppe Mazzini, milite e alfiere della legione Garibaldi per la salvezza della Patria, il popolo a nuovi eroismi incitava». Lapide posta molto in alto, dove un turista poco attento ha difficoltà a vederla. Sotto i portici trovo un monumento con il mezzobusto Pietro Ruggeri. Costui aggiunse al suo nome la dicitura "da Stabello" in onore del piccolo paese della valle Brembana in cui nacque nel 1797, fu uno dei più grandi poeti dialettali che la bergamasca abbia conosciuto. Proseguo per via Broseta, ormai non più lastricata in porfido ma asfaltata per raggiungere la Chiesa san Rocco. Nei suoi pressi c'è l'antica trattoria i tre gobbi, che sarà oggetto di una mia gustosa sosta dopo la visita alla adiacente chiesa.
La chiesa di san Rocco fu costruita nella seconda metà del XV secolo, per volontà degli abitanti per adempiere a un voto al santo protettore della peste, malattia che li stava falcidiando. La chiesa fu sede della confraternita dei disciplini verdi dal colore verde della cappa. L'edificio fu ricostruito tra il 1630-1650 e nuovamente nel XVIII secolo; interventi che modificarono l'aspetto interno. Nel 1630 venne creata la copertura a volta dell'aula che nascose quella lignea del tetto. Mentre nel 1713 furono collocati gli orologi sulla facciata. Il primo posto a destra indica le dodici ore e i giorni del mese e fu voluto dalle autorità del quartiere San Leonardo, mentre quello a sinistra indicava i giorni della settimana i mesi dell'anno e le dodici ore, pare fosse azionato manualmente e doveva regolamentare i turni d'irrigazione dei numerosi orti presenti nel rione. Infatti è molto curioso trovare due orologi posti in facciata della chiesa e non sul campanile. La chiesa è preceduta da un ambulacro a sei campate con colonne e capitelli e fu costruito nel 1482. Dall'ambulacro si accede all'interno della chiesa attraverso l'ingresso centrale o dai due laterali. Il colonnato sorregge l'intera facciata che presenta una cornice marcapiano in cotto sagomato. La parte superiore è tripartita da lesene in mattoni a vista, quella centrale è più alta delle altre due e presenta una grande finestra sagomata al centro. Le due laterali presentano due nicchie vuote e sopra vi sono collocati i due orologi e terminano con piccoli frontoni triangolari spezzati e pinnacoli. Invece nella parte centrale le lesene pare reggano un alta trabeazione e frontone spezzato sempre in cotto. Accedo alla chiesa e trovo l'aula a croce latina, divisa in quattro campate da lesene in muratura con capitelli in stucco corinzi che sorreggono la trabeazione. L'arredo interno è tipicamente barocco; mi soffermo ad osservare la tela della "sacra conversazione" raffigurante Madonna in trono col Bambino e santi Battista, Carlo, Francesco. Vi è anche una cappella è intitolata ai santi Fermo e Antonio da Padova. Nel transetto vi sono le cappelle dedicate a san Francesco Saverio e alla Madonna della Pietà.
Dopo la mia lauta sosta torno indietro e da Largo Rezzara imbocco via XX settembre; la vera via dello "struscio" di Bergamo, una galleria commerciale all'aperto. Una vetrina dietro l'altra di negozi di importanti marche. La strada è lastricata in pietra e le case sono tutte ben conservate in tinta pastello. Trovo sulla mia destra vicolo delle Macellerie, un passaggio pedonale fra via XX settembre e via Zambonate. La toponomastica lo vuole con questo nome ma per i bergamaschi è la Stretta degli Asini, ovviamente detto in dialetto. Il motivo lo si trova su una lapide posta all'angolo con via Zambonate. In questo vicolo, il più corto di Bergamo, un tempo vi venivano legati gli animali da soma che erano utilizzati sia per trasportare le merci che per il traino dei calessi. Sempre su via XX settembre incontro la Chiesa della Madonna dello Spasimo. Un bell'edificio barocco interamente intonacato. Questa chiesa fu edificata nel 1764 su una precedente chiesa eretta nel 1592. Questo nuovo edificio religioso fu dedicato alla Beata Vergine dello Spasimo ma è anche detta di santa Lucia. La facciata è partita in due ordini di identica, tripartiti entrambi da lesene con capitelli. I due ordini sono suddivisi da un bel marcapiano sporgente e sagomato. Al centro, nel primo ordine vi è un bel portale, mentre nel secondo vi è un ampia la finestra dai contorni modanati coronata da uno stemma che spezza il frontone triangolare. Nelle parti laterali dei due ordini, vi sono quattro nicchie ospitanti le statue dei profeti Geremia, Isaia, Simone e Davide. Il frontone terminale è curvilineo con una trabeazione aggettante. Raggiungo cosi piazza Matteotti, divisa da via XX settembre dalle due colonne di prato. Infatti queste due colonne, ricostruite come le originali, indicavano il limite della zona franca della fiera di sant'Alessandro dal Borgo di San Leonardo. Realizzate nel 1620, scomparvero nottetempo nel 1882 per volere del Comune di Bergamo. Furono ricostruite in marmo di Zandobbio e ricollocate nel 2007 all'inizio del Sentierone. Su una di esse vi è una targa incisa con tecnica a sbalzo una raffigurazione dell'area nel XIX secolo. Ormai il pomeriggio volge al culmine e le persone si stanno riversando in via XX settembre per fare shopping o semplicemente per incontrare gli amici, ma io ho ancora tante cose da vedere a Bergamo. Da qui parte il Sentierone che arriva fino alla chiesa dei santi Bartolomeo e Stefano. Si tratta di un lungo viale alberato dal forte impatto scenico che fu costruito nei primi anni del Seicento per ospitare il mercato cittadino. Da sempre è la naturale prosecuzione di via XX settembre, mantenendo inalterata l'ideale via dello struscio per eccellenza di Bergamo.



Fine XIII parte.