L'edificio fu ricostruito per via di un nuovo piano urbanistico della città del XIX secolo, che vedeva la realizzazione di un viale che collegasse la stazione ferroviaria austro-ungarica al centro cittadino. La chiesa venne abbattuta nel 1856 per essere poi riedificata in una sede leggermente spostata. La sua prima edificazione nasce dalla visita di Bernardino da Siena a Bergamo. Costui vi giunse per la seconda volta nel volta nel 1419 e fu ospite nel convento di san Francesco, fu sua intenzione, con la sua predicazione, sedare le faide che dividevano le famiglie guelfe e ghibelline della città. Tal Pietro Ondei di Alzano Lombardo, influenzato delle sue predicazioni, donò al santo una porzione di terreno per edificare una chiesa e il convento per i frati francescani. La chiesa fu fondata nell'aprile 1422, nei pressi del prato di sant'Alessandro e delle Muraine dal vescovo Francesco Aregazzi, sopra ad un più antico luogo di culto dedicato alla Carità o forse a santa Margherita, al fine di convalidare la rappacificazione raggiunta tra le fazioni. L'antica basilica era dedicata alla Madonna delle Grazie, ma con la proclamazione dogmatica dell'Immacolata Concezione avvenuta dell'8 dicembre 1854, il Vescovo volle integrare l'intitolazione della chiesa come chiesa di santa Maria Immacolata delle Grazie diventando altresì santuario nel dicembre 1878.
Gli antichi ambienti del Convento divennero prima ricovero per anziani e solo nel 1928 divenne palazzo sede della banca Credito Bergamasco. Al suo interno la chiesa è in stile neoclassico ed a croce greca; è interessante l'abside affrescato con "Papa Pio IX che proclama il Dogma dell'Immacolata, mentre l'altare maggiore fu consacrato nel 1907 da Angelo Roncalli e raffigura le "Eroine bibliche. Un importante affresco dell'ex convento delle Grazie e oggi custodito in una cappella della chiesa e rappresenta l'immagine di Cristo mentre cadeva sotto il peso della croce sulla salita del Calvario. Si vuole che il 30 aprile 1544 alcuni testimoni videro l'immagine sudare sangue, questo sanguinamento si ripeté il 5 aprile 1575, periodo in cui era presente sul territorio di Bergamo san Carlo Borromeo che riconobbe il miracolo. Mentre il 15 settembre 1608, alcuni ragazzi videro dall'affresco alzarsi il Cristo, sanguinare, spostare la croce sulla spalla libera, ed apparire sul suo corpo i segni della passione trasfigurandosi nell'immagine del Cristo risorto. La ricorrenza del Miracolo dell'affresco del Santo Jesus è tutt'oggi uno degli avvenimenti religiosi più importanti di Bergamo ed è festeggiato ogni 15 settembre. Uscito dalla chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie incontro la statua Anima Mundi, la grande statua in bronzo policromo dello scultore bergamasco Ugo Riva. L'opera, raffigura un grande angelo alto tre metri e mezzo, con un apertura alare di oltre due metri e mezzo.
Superato nuovamente Porta Nuova e rientrato lungo il Sentierone, trovo tra le aiuole fiorite il monumento a Francesco Nullo, volontario nei Cacciatori delle Alpi che si dette da fare a raccogliere volontari per la spedizione in Sicilia. Ed è grazie all'impegno di costui che Bergamo si poté indicare la Città dei Mille. La spedizione dei Mille lo vide protagonista di atti di valore, tanto che fu lui a piantare il primo tricolore a Palermo, il 27 maggio 1860. Ebbe tra i garibaldini una carriera militare assai veloce, che lo vide passare dal grado di capitano, dopo il suo ferimento nella battaglia di Calatafimi a quello di tenente colonnello, per terminare a quello di generale. Già in precedenza, prima di prendere parte alla spedizione dei Mille con Garibaldi, partecipò, coi suoi due fratelli, a fianco della popolazione milanese nelle barricate delle cinque giornate di Milano, durante i moti del 1848. Arruolatosi nei Corpi Volontari Lombardi del generale Michele Allemandi nel mese di aprile prese parte alla sfortunata invasione del Trentino del 1848. Dopo la caduta del governo Rattazzi, a causa della generale indignazione per i fatti d'Aspromonte, a cui partecipò al fianco di Garibaldi, formò una legione di volontari per intervenire al fianco degli insorti polacchi contro la dominazione russa.
Il 5 maggio 1863 prese parte alla battaglia di Krzykawka, insieme agli Zuavi della Morte dei Legionari di Polonia e cadde in battaglia trafitto da un proiettile cosacco. Il monumento, sotto il suo busto, lo ritrae in un altorilievo, lanciato a cavallo oltre le trincee nel momento che fu colpito. Nei pressi di questo Monumento si erge il teatro Donizetti. Il primo teatro fu costruito intorno al 1790 da un commerciante di nome Bortolo Riccardi da cui prese il nome di teatro Riccardi. Questo teatro fu distrutto da un incendio e ricostruito poi nel 1800 e verrà in seguito intitolato al maestro bergamasco Gaetano Donizetti, nel 1897, anno del centenario della sua nascita. L'attuale Teatro Donizetti ospita diverse iniziative di prosa e teatro contemporaneo, per il sottoscritto è particolarmente famoso per il "Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo. Negli adiacenti giardini di Piazza Cavour vi è il grande monumento che la città di Bergamo a voluto realizzare a ricordo del suo illustre concittadino e famoso maestro e compositore Gaetano Donizetti. Collocato nel mezzo del giardino dove il compositore è accomodato su un divano e guarda ammirato Melopea, la musa ispiratrice.
L'opera è dello scultore Francesco Jeraci, e fu inaugurata nel 1897 in occasione dei cento anni dalla nascita del compositore. Però è curioso apprendere che questo bel monumento lo scultore non l'aveva pensato per Donizetti ma per il compositore catanese Bellini, ma in seguito ad una divergenza con la città di Catania decise di riciclarlo e donarlo a Bergamo, semplicemente sostituendo la testa di Bellini con quella di Donizetti. Se sul fianco di questa piazza c'è la biblioteca Ciro Caversazzi, sul lato opposto di via Torquato Tasso all'angolo con largo Bortolo Bellotti vi è la Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano. Ed è proprio in faccia a questa chiesa che termina il bel Sentierone di Bergamo. Questa chiesa si presenta con una facciata di fine XIX secolo in stile neoclassico. La facciata si sviluppa su due ordini divisi da una cornice marcapiano modanata. L'ingresso centrale è preceduto da un pronao composto da due colonne ioniche che sostengono il timpano. Sopra il portone vi è una lunetta affrescata raffigurante Maria che consegna il Rosario a san Domenico con santa Caterina da Siena.
Sempre nella parte inferiore poste in due nicchie vi sono le statue raffiguranti san Francesco e san Domenico. L'interno è a un'unica navata con cinque cappelle su ogni lato. Nell'ampio presbiterio sopraelevato, terminante con il coro ligneo dell'abside vi è posizionata la grande pala Martinengo, un dipinto di Lorenzo Lotto, databile al 1513-1516. Questo è sicuramente il più grande dipinto realizzato dall'artista veneziano. Si tratta della raffigurazione di una sacra conversazione tra la Madonna col Bambino seduta su un trono con i santi che la circondano. Il soffitto della chiesa è completamente affrescato con opere settecentesche, conferendo all'aula una maggiore altezza e profondità in forme armoniose. Visto che sono vicino a piazza Dante Alighieri vado a vederne la "Fontana del Tritone Infatti al centro dei giardini di piazza Dante, campeggia la monumentale fontana conosciuta come la "Fontana del Tritone per la statua di Nettuno che sovrasta la vasca risale, La fontana risale al 1740 ed è opera dell'architetto e scultore Gian Battista Caniana.
Un tempo era collocata al centro della area della Fiera di Bergamo. Nei pressi della fontana c'è la scultura di un Pavone, realizzata dallo scultore bergamasco Elia Ajolfi. Il Pavone che mi accoglie con la sua ruota di piume aperta ed è realizzato in bronzo, simboleggia la longevità, l'amore, la primavera e la rinascita. E se per qualcuno è simbolo di vanità per gli antichi romani rappresentava la regalità la bellezza e l'immortalità, tanto che accompagnava il viaggio nell'aldilà delle imperatrici. Su questa piazza si affacciano importanti palazzi, come quello del primo Novecento che ospita la banca d'Italia, quello della Camera di Commercio che è del 1925. In particolare mi soffermo ad osservare il Palazzo di Giustizia.
Questo è un edificio quadrangolare che sorge isolato su quattro lati con il prospetto principale su piazza Dante. Si presenta imponente e severo grazie al rivestimento in pietra e all'alto zoccolo sul quale si impostano lisce lesene di ordine gigante che inquadrano due piani di finestre. Sulla facciata verso la piazza il prospetto è ingentilito grazie a tondi raffiguranti dall'effige marmorea di sei giureconsulti bergamaschi. Al centro della facciata si apre un monumentale portale d'ingresso, anticipato da una scalinata bicroma è fiancheggiato da due statue in bronzo dello scultore Giuseppe Siccardi raffiguranti la "Legge" e il "Diritto". Il portale d'accesso è altresì sormontato dal tondo con la testa di Minerva. Torno su via Torquato Tasso e continuo il mio girovagare per Bergamo.
Fine XV parte.