La chiesa, del XVI secolo, fu edificata in stile rinascimentale, su un edificio preesistente risalente al 1311 a cui era annesso monastero, ma subì comunque diversi rimaneggiamenti ed ampliamenti come quello di fine XIV secolo che lo ampliò a tre navate. Sulla facciata della chiesa che non fu mai terminata, risalta la scultura bronzea di Francesco Somaini realizzata nel 1972 raffigurante la discesa dello Spirito Santo. Al suo interno trovo pregevoli e preziose tele.
Inizio a percorre Via Pignolo in via Camozzi che diventa via Frizzoni proprio nel punto in cui io l'attraverso.
Proseguo per via Borgo Palazzo dove al civico 3 trovo una lapide su Giuseppe Garibaldi, voluta dal consiglio comunale di Bergamo che ricorda che nel palazzo vi fu ospite il famoso Generale. La strada che sto percorrendo, benché non abbia i luminosi negozi del centro storico o del "sentierone", conserva gli aspetti delle contrade vivaci dei piccoli borghi con le sue caratteristiche case basse e i piccoli negozi rionali. Arrivo sul ponte del torrente Morla dove vi è la statua di san Giovanni Nepomuceno. La sua collocazione sul ponte, non è casuale, infatti il Santo è invocato quale protettore di chi sta per annegare e dalle alluvioni. La statua è settecentesca e fu voluta, come recita l'iscrizione, dal "Cavaliere Conte Girolamo Albani Maresciallo Cesareo". Originario di Napomuk, Giovanni Nepomuceno fu sacerdote nella città di Praga, per volere del re Venceslao, nel 1383 fu gettato nelle acque della Moldava, perché accusato di nascondere la verità sull'adulterio della moglie del re.
Il giorno seguente, il corpo venne ritrovato avvolto da una luce misteriosa. Mi allontano dal ponte e prima di rientrare in Via Pignolo, faccio due passi per il quartiere di Borgo Palazzo fino al santuario della Madonna della Neve. Questo santuario fu edificato a seguito di un voto e si tratta di un piccolo santuario a forma ottagonale ad aula unica, dove è intensa la devozione popolare. Proseguo la mia passeggiata, ripercorro via Pignolo fino a piazzetta Santo Spirito e proseguo questa lunga strada lastricata in pietra, molto ben conservata su cui si affacciano bei palazzi con diversi esercizi commerciali al piano terreno. Assai meritevoli, sono lungo la strada i diversi portali in pietra di queste antiche abitazioni.
Al civico 56 una lapide ricorda che in questo edificio vi nacque nel 1714 il conte Giacomo Carrara. Costui fu un importante collezionista e storico d'arte; riuscì ad accumulare un patrimonio artistico ingente che per contenerlo decise di costruire un edificio neoclassico per creare una Pinacoteca ed una Scuola d'arte. Raggiungo così la Chiesa di San Bernardino in Pignolo che sorge all'incrocio tra via Pignolo e via san Giovanni, dove la via inizia ad arrampicare verso Bergamo alta. Questa chiesa presenta facciata neogotica, tripartita da quattro lesene in marmo con tetto a capanna. Il portale è sormontato da un architrave a sesto acuto. Sopra il portale vi è una grande finestra centrale e due nicchie laterali contenenti la statua di san Bernardino e san Antonio da Padova. Questa chiesa fu edificata nella seconda metà del XV secolo, ed al medesimo periodo risale l'istituzione della Schola di disciplini o flagellanti dedicata al santo che vi ebbe sede.
La chiesa non è sempre visitabile, dopo i gravi furti subiti ed infatti la trovo chiusa. Ma avevo appreso che l'interno della chiesa è a un'unica navata con tre cappelle per lato. Sul presbiterio vi è la pala d'altare di Lorenzo Lotto della Madonna in trono con il Bambino i santi Giuseppe, Bernardino, Giovanni Battista, Antonio abate e angeli, considerata tra le migliori opere dell'artista veneziano. Il palazzo Bassi Rathgeb un'abitazione civile rinascimentale la cui costruzione risale al XVI secolo è al civico 72, divenuto sede del Museo Diocesano Adriano Bernareggi e di alcune aule del Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell'Università degli studi di Bergamo. Una targa ricorda che vi abitò Roberto Bassi Rathgeb, collezionista e famoso critico d'arte. Vi abitò anche il pittore savonese, paesaggista e ritrattista ottocentesco Cesare Tallone. Al civico 84 di via Pignolo vi è Palazzo o Casa Monzini risalente al XVI/XVII sec. Il cui carattere secentesco è manifestato dal portale d'ingresso in pietra ad elementi bugnati con decorazioni barocche e i tipici mascheroni.
Originariamente l'edificio era di proprietà dei conti Mosconi, dopo alcuni passaggi fu acquistato nel 1907 dalla consorte dell'Avvocato Monzini ed è tutt'ora di questa famiglia. Invece al civico 86 si prospetta Palazzo Agliardi. Il palazzo fu fatto costruire nel XVI secolo da Alessandro Martinengo, nipote del famoso condottiero Bartolomeo Colleoni. Passo di proprietà nel 1741 la famiglia dei Conti Mosconi che lo ricostruì in stile settecentesco, per poi passare definitivamente nel 1845 ai Conti Agliardi, tuttora proprietari. Quasi di fronte si erge maestosa la Chiesa di Sant'Alessandro della Croce.
Il primo documento che nomina è la eclesie S.ti Alexandri de Mugazone ed è datato 1183. L'edificio sacro venne successivamente ampliato e ricostruito nel 1617, ma la facciata venne ultimata solo nel 1923. La chiesa è a una sola navata con un transetto a braccia corte, tre altari per lato in stile tardo barocco. L'altare maggiore di forma neoclassica, è molto bello. Vi trovano collocazione le statue di Santi e degli evangelisti. Domina la scena però la tela Martirio di sant'Alessandro di Antonio Cifrondi, pittore di Clusone della seconda metà del XVII secolo. Mentre l'altare comunitario è un grande sarcofago che era stato originariamente la prima tomba di sant'Alessandro, poi traslato nel Duomo. Questo sarcofago prima di diventare altare fu anche utilizzato come sepoltura di santa Grata, anche lei poi traslata nella chiesa di Santa Grata in Columnellis. Dal transetto sinistro, attraverso un corridoio è possibile accedere all'Oratorio di San Lupo un tempo cimitero della chiesa.
Via Pignolo era abitata dalla nuova borghesia cittadina, formata da commercianti arricchitisi dopo l'occupazione veneta, grazie al commercio dei panni lana e ai tessuti. Se il primo tratto è pieno di negozietti e ristoranti, nel secondo ho potuto ammirare importanti palazzi patrizi. Infatti con i palazzi edificati nel Cinquecento la via divenne tra le più rinomate della città orobica, tanto che continuarono le costruzioni di palazzi anche tra il Seicento e nel Settecento.
Dopo Palazzo Agliardi, prima di girare a destra, per imboccare via San Tomaso posta leggermente in discesa i soffermo in una piazzetta dove al centro vi è la Fontana del Delfino, in marmo bianco. La fontana del Delfino è coeva alla edificazione delle molte case nobiliari infatti anche se era alimentata dall'acquedotto di origine romana, risale al 1526, forse commissionata da una di quelle famiglie proprietarie dei cinquecenteschi palazzi che si affacciano sulla piazzetta e su questa parte di via Pignolo. La fontana, non di grandi dimensioni, è composta da una vasca a pianta ovale posta su di uno scalino dentro la quale è posizionata una pilastro a forma quadrata in marmo bianco. Su due lati del pilastro vi sono due mascheroni dalle cui bocche spruzza l'acqua. Mentre gruppo scultoreo posto in cima alla stele, rappresenta un tritone a due code di pesce, che cavalca un delfino dalla lunga coda. Una grossa pigna è scolpita sulla stele rappresenta e da il nome alla strada che prima di essere urbanizzata era un bosco di conifere.
Fine XVI parte.