Blog di Dante Paolo Ferraris

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Viaggi pruriginosi (IV ed ultima parte)

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misexIl mio viaggio pruriginoso certamente non può giungere ad una conclusione semplicistica ma devo chiudere questo post, e lo farò attraverso un breve excursus sull'ipocrisia che adoperiamo oggi pensando al sesso.
Ci sono cose che si possono fare ed altre che per pudicizia non si possono dire ma che amiamo fare; ci sono altresì cose che si possono dire ed altre che vogliamo raccontare come fantasie.
Come bambini quando si parla di sesso ci sentiamo capo cannonieri del campionato di serie A più importante del mondo, ma mistifichiamo i nostri goal e i nostri desideri di tirare in rete come se parlarne o tirare in rete fosse un peccato.
Viviamo ancora con l'idea del peccato originale, ove parlare con serenità della vita ed esperienze sessuali sia peccato, come se dietro l'angolo ci fosse l'inferno ed il prete non potesse assolverci.
Poi quando leggiamo sulla stampa di uomini importanti con i pantaloni abbassati godiamo delle prestazioni altrui fino a difendere comportamenti assolutamente poco edificanti, giustificati dal termine "tra le mura domestiche".
Benché l'ipocrisia del circo dell'informazione oscuri sia la portata della corruzione politica sia la quotidianità dell'infedeltà sessuale, dello stupro e degli abusi, che non sono certo esclusiva del ricco e famoso. Oggi si tende ad accettare e difendere questi personaggi mentre si addita come "sporcaccione" chi non è invece ricco e famoso, il che fa presupporre che sfruttamento sessuale e potere vadano a braccetto.
E' perdonabile o addirittura ammirabile l'anziano e famoso personaggio politico o di spettacolo che fa sesso con ragazzine/i talvolta minorenni ma non è perdonabile né ammirabile colui di pari età e non famoso che va con delle prostitute; trovo sinceramente che questa ipocrisia non abbia limiti.
Fa sorridere il famoso personaggio che va a cercare rapporti sessuali con personaggi dello stesso sesso dimenticandosi come il mito dell'identità sessuale non possa più essere tabù né oggetto di discriminazione; basti pensare che solamente dall'ottocento l'omosessualità diventa peccato e chi la compie è considerato un "diverso per natura", ma di questo parleremo in un altro post...
Ma l'evento di novità di questo nuovo millennio, è il nuovo modello di gigolò e delle escort di cui si sente tanto parlare. La novità è che si è trovato un nuovo modo di vendersi, di fare marketing, cioè non pensare solo più all'atto sessuale ed al corpo ma anche alla sessualità, creare uno status di finto fidanzamento, il cosiddetto girlfriend experience o boy friend, un rapporto sul modello dell'amore che benché sia a pagamento riesce nel mondo "dell'apparire" a dare un impronta della donna o dell'uomo "vissuto" ed esperto.
La verità è che i nostri novelli gigolò o gigolò 2.0 lasciano comunque un impronta, danno una sferzata di dinamicità alla routine quotidiana, un appassionante e romantico momento, una focosa esperienza in una società dove tutto scorre troppo velocemente, dove i ritmi sono dettati dai trilli telefonici del nostro cellulare, dove non si può rimanere al palo e guardare gli altri che vivono nuove esperienze e le diffondono sui maggiori socialnetworking. Si rischia di rimanere fuori dal circo della quotidianità.
Il Gigolo 2.0 ha l'effetto di un placebo per rimettere, almeno per alcuni istanti, tutto in equilibrio.
Tutto questo sembra una fiction, ma non lo è, ed io preferisco tornare a sorseggiarmi un buon dolcetto di Ovada da Monica e Piercarla svagandomi con i vecchi e tradizionali approcci pur rimanendo attento a ciò che mi accade intorno per non essere considerato "Vintage".



Fine IV ed ultima parte.