Tra il 1922 e il 1928 Gli U.S.A ebbero una rapida ed enorme crescita economica e la produzione industriale fece un balzo del 64%. Vi fu una trasformazione dei consumi della popolazione, dovuta ad una produzione di massa in tutti i settori, da quello alimentare, a quello automobilistico fino a quello tessile. Per favorire i consumi di massa furono incentivate i pagamenti rateali, rendendo più facili gli acquisti non solo di beni primari ma anche di beni capaci di modernizzare le case delle famiglie, anche quelle meno abbienti.
Inoltre occorre anche comprendere come il nuovo sistema di distribuzione era reso più facile, comodo e allettante soprattutto per il successo che ebbero i grandi magazzini. Tutto ciò favorito dalle innovazioni tecnologiche della pubblicità. Se dovessimo fare un esempio, se negli Stati Uniti circolava 1 automobile ogni 5 abitanti, in Europa i rapporto era 1 a 83. Circa il 20% della popolazione statunitense possedeva in casa la lavatrice e il tostapane, ciò grazie anche al fatto che l'elettrificazione del paese procedeva a grandi passi. Tanto ché nel 1922 vi erano 400 mila apparati Radio, divenuti 800 mila nel 1928. Questa diffusione del benessere diffondeva entusiasmo nella nazione. Ciò permise, anche per dimenticare i sacrifici della guerra, la diffusione di distrazioni e divertimenti, passati alla storia come "ruggenti anni Venti" dove trionfò il Jazz ed i night club. Gli Stati Uniti erano diventati la prima potenza mondiale, privilegio che creò nella popolazione il rifiuto di ogni forma di condivisione e di intervento politico a favore del Vecchio Mondo, con il concetto che ogni tipo di intervento militare sarebbe costato nuovi sacrifici e una minaccia per il benessere raggiunto dalla nazione. Lo attesta il rifiuto del Senato di ratificare il trattato di Versailles e di non entrare nella Società delle Nazioni. Con la vittoria repubblicana si accentuò l'orientamento isolazionista degli Stati Uniti. Ma la volontà di difendere il benessere raggiunto e la volontà di un mantenimento di un ordine sociale interno fece nascere intolleranze nei confronti soprattutto degli stranieri. Ma i pregiudizi colpirono anche chi non era di religione protestante e tra gli europei abbondavano i cattolici e gli ebrei. Questa forma di intolleranza o meglio xenofobia era anche favorita dal fatto che gli europei che erano sbarcati erano prevalentemente dei disperati e molti di questi erano pronti ad affrontare qualunque tipo di rischio pur di "fare soldi", anche delinquere. Inoltre tra gli europei arrivarono anche idee politiche diverse, rivoluzionarie ritenute pericolose per il mantenimento dello status quo. Pertanto "europeo" era identificato con "sovversivo". Anni in cui il famigerato Ku Klux Klan, una società segreta razzista trovo molti consensi. Gli "anni ruggenti" furono anche gli anni del proibizionismo, cioè vendere e consumare alcolici. Tra i maggiori bevitori di alcool erano annoverati gli Irlandesi e i Tedeschi, ma anche gli Italiani che si distinsero per la produzione clandestina e contrabbando degli alcolici. Ciò fece quindi prosperare la criminalità organizzata i cui capi gangster accumulavano grandi profitti e tra questi ricordo Al Capone, altro immigrato italiano. Inoltre con la fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918, l'economia degli Stati Uniti aveva risentito dei costi dello sforzo bellico: i prezzi dei generi alimentari si erano alzati notevolmente, ma anche il tasso di disoccupazione e il tasso di criminalità crebbero a dismisura. Sul fronte politico, l'ascesa di Lenin al potere impressionò gli americani e nacque la cosiddetta Paura Rossa, che scatenò quella che forse possiamo definire un'isteria di massa, che fomentò discriminazioni socio-culturali di tutti i tipi. Chiunque non fosse allineato con il pensiero politico della Casa Bianca poteva essere un bolscevico pronto a rovesciare il governo. Gli immigrati finirono nell'occhio del ciclone in particolare gli italiani e tutti coloro che avevano tendenze anarchiche, confuse spesso con il bolscevismo.
In questo ambito di tensioni e paura nasce la vicenda di Sacco e Vanzetti. Era la mattina del 24 dicembre del 1919 quando due impiegati della White Shoe Company, una fabbrica di Bridgewater, erano alla guida di un auto nera che trasportava le buste paga degli operai, quando una Hudson Overland tagliò loro la strada e li costrinse a fermarsi. Dalla vettura scesero tre uomini a volto scoperto che aprirono il fuoco e tentarono di sottrargli il denaro. La rapina non si concretizzò e nessuno rimase ucciso.
Alcuni mesi dopo, il 15 aprile del 1920, il cassiere di un'altra fabbrica, di South Braintree, fu aggredito da due individui. Con lui c'era una guardia giurata, Alessandro Berardelli che insieme stavano portando il salario agli operai. Secondo il racconto dei testimoni costoro furono uccisi a sangue freddo, e i ladri s'impossessarono dei soldi per poi fuggire a bordo di un auto scura con dentro due complici. Il caso fu affidato a Michael Stewart, capo della polizia di Bridgewater, che subito propose un collegamento fra le due rapine. Per Stewart i colpevoli erano gli appartenenti a un gruppo anarchico. La macchina della rapina venne ritrovata in una località non troppo distante da una zona in cui si riunivano degli anarchici italiani.
Uno dei principali indiziati fu Ferruccio Coacci che si diede alla macchia e lasciò gli Stati Uniti. Altro indiziato fu Mario "Mike" Boda, anarchico, amico di Coacci e possessore di una Hudson Overland. Stewart ordinò la caccia all'uomo, ma anche Boda non fu possibile rintracciarlo. Però l'anarchico aveva portato la sua auto da un meccanico per farla riparare e la polizia decise di tendergli un'imboscata. La sera del 5 maggio del 1920 Boda si recò a ritirare l'auto insieme a tre uomini, fra i quali Sacco e Vanzetti. Il Boda insospettito scappò in moto. Nella retata vennero fermati Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti che si erano allontanati su di un tram, dove furono intercettati e ammanettati. I due operai italiani di note simpatie anarchiche erano in possesso di volantini politici e armati entrambi di una pistola. Il possesso delle armi lo giustificarono come la necessità di difendersi dagli attacchi dalle "squadracce" assoldate dagli industriali e con la paura alimentata dalle ostilità anti-italiane. Infatti, qualche giorno prima un anarchico italiano Andrea Salsedo, inserito dal Dipartimento di Giustizia in una lista di persone sospette che si erano sottratte alla leva militare, il 25 febbraio del 1920 fu arrestato mentre distribuiva degli opuscoli anarchici. L'FBI lo sottopose a un durissimo interrogatorio e alle 04:20 di mattina del successivo 3 maggio, cadde dal 14° piano del Park Row Building, sede del Dipartimento di Giustizia. Per le autorità si trattò di un suicidio; ma la sua morte è avvolta nel mistero. E certo che fu uno degli episodi più controversi di quel periodo. Durante l'interrogatorio, condotto da Stewart, Sacco e Vanzetti negarono di essere anarchici e di conoscere Boda, ma il giorno successivo davanti al procuratore distrettuale Frederick Katzmann la loro posizione si aggravò. Anche costui era convinto che dietro alle due rapine ci fossero gli anarchici. Sacco e Vanzetti erano convinti di essere in stato di fermo per motivi politici o per il possesso illegale di armi; quindi, continuarono a mentire e contraddirsi per scongiurare un'eventuale espulsione. L'anarchico Aldino Felicani costituì un Comitato di difesa Sacco e Vanzetti ed indisse manifestazioni raccogliendo fondi, facendo diventare la vicenda di pubblico dominio.
Conosciamo meglio i protagonisti di questa vicenda. Ferdinando Sacco nacque il 22 aprile del 1891 a Torremaggiore, in provincia di Foggia. Terzogenito di una famiglia di umili agricoltori, e dopo la morte di un fratello minore ne assunse il nome e cambiò quello di battesimo con Nicola. A 17 anni, stanco della vita da bracciante agricolo le sue ambizioni lo portarono negli Stati Uniti d'America quando un amico del padre invitò suo fratello maggiore, Sabino, nel Massachusetts. Nicola volle accompagnarlo, e i due si imbarcarono a Napoli e arrivarono a Boston il 12 aprile del 1909. Sabino, dopo circa un anno, tornò in Italia, mentre Nicola trovò un impiego da calzolaio in una fabbrica di Milford, e si sposò Rosina Zambelli nel 1912 ed entrò a far parte di un gruppo di anarchici italiani. Nel 1916 Sacco fu arrestato e multato per aver parlato a una riunione anarchica non autorizzata. Bartolomeo Vanzetti invece nacque l'11 giugno del 1888 a Villafalletto, in provincia di Cuneo. Dopo la morte per cancro della madre, evento che lo segnò profondamente, abbandonò l'Italia contro il volere paterno. Il 13 giugno del 1908 giunse negli Stati Uniti e cercò occupazione facendo diversi lavori, ma le condizioni della classe operaia lo spinsero ad abbandonare l'ottimismo del sogno americano per abbracciare gli ideali anarchici. I due sventurati si conobbero nel maggio del 1917. Gli ideali anarchici non sono da confondere con il socialismo né con il comunismo, l'anarchismo era una filosofia politica nata in risposta alle precarie condizioni della classe operaia del XIX secolo. La sua ideologia prevedeva il rifiuto di ogni forma di autorità e la nascita di una società senza Stato, con uguaglianza sociale e un'economia non capitalista. Intanto, il 6 aprile del 1917 gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Germania ed entrarono nel primo conflitto mondiale. Secondo la concezione del mondo anarchico era inammissibile che un governo obbligasse un uomo libero ad arruolarsi e combattere contro persone che non gli avevano fatto niente. Per sottrarsi alla leva militare, Sacco e Vanzetti scapparono in Messico e quando la situazione si normalizzo, alcuni mesi dopo, Sacco tornò dalla moglie e dal figlio Dante, mentre Vanzetti intraprese il mestiere di pescivendolo. L'istruttoria del caso di Bridgewater, priva dell'aggravante omicida, si svolse in tempi brevissimi. Katzmann desiderava archiviare subito la pratica per concentrarsi sugli eventi di South Braintree e Sacco fu depennato dalla lista degli indagati perché aveva un alibi confermato, ma Vanzetti non fu altrettanto fortunato, il suo alibi per il 24 dicembre non fu ritenuto credibile. Vanzetti era al suo banco da pescivendolo a vendere delle anguille, ma Katzmann screditò l'attendibilità dei testimoni affermando che essendo tutti degli immigrati italiani erano quindi propensi alla menzogna, addirittura un testimone era minorenne. Il processo ebbe inizio il 22 giugno del 1920 a Plymouth, sotto la presidenza del giudice Webster Thayer e il 16 agosto fu pronunciata la sentenza. Vanzetti fu riconosciuto colpevole di rapina a mano armata e condannato dai 12 ai 15 anni di carcere. Felicani che aveva costituito il Comitato per la difesa di Sacco e Vanzetti assunse Fred Moore, esperto in difese complesse in quanto presagì che anche nel processo di South Braintree il procuratore Katzmann avrebbe adottato una tattica discriminatoria nei confronti dei due italiani. Moore coinvolse l'opinione pubblica e moltiplicò gli sforzi propagandistici a favore dei suoi assistiti. Il secondo processo ebbe luogo il 31 maggio del 1921 in un clima di tensione crescente. Inizialmente l'accusa si concentrò sulla necessità di riconoscere l'identità dei banditi che avevano preso parte alla rapina, ma Sacco e Vanzetti avevano un alibi che in molti potevano confermare. Ma per Katzmann i testimoni della difesa furono ritenuti poco credibili per via delle loro origini italiane. I testimoni dell'accusa, invece, furono presi in considerazione nonostante le tante incongruenze e contraddizioni. Katzmann inoltre tentò di dimostrare che l'arma del delitto era la pistola di Sacco e che, il giorno dell'arresto, Vanzetti era in possesso del revolver sottratto a Berardelli, la guardia assassinata, ciò in virtù di esami balistici che ne confermarono la tesi benché fatti in maniera facilmente oppugnabile. Fra più dubbi che certezze il processo continuò, e si spostò sul fronte ideologico. Il procuratore accusò gli imputati di aver manifestato la loro colpevolezza attraverso una condotta ambigua ed infine, evidenziò che si erano sottratti alla leva militare per non servire il paese che li aveva accolti. Le obiezioni della difesa furono vane, e il 14 luglio del 1921 la giuria emise il verdetto: Sacco e Vanzetti erano colpevoli. Giudice del processo ero lo stesso Webster Thayer de processo del caso di Bridgewater, che aspirava diventare governatore del Massachussets e doveva dimostrarsi inflessibile con i "sovversivi". La sentenza suscitò vasto clamore nel mondo, diventando un caso internazionale, occupando le prime pagine di tutti i maggiori giornali. A Ginevra fu saccheggiato il Palazzo della Società delle Nazioni, in Francia si sfiorò l'insurrezione popolare, in Italia lo stesso Duce invio ripetute richieste di atti di clemenza. Mussolini si schierò al loro fianco nonostante l'evidente incompatibilità di visione politica. Dai documenti sappiamo che il Duce giudicò l'operato del tribunale di Dedham una farsa ricca di pregiudizi, e la sua prima richiesta formale di revisione del caso fu nel 1923; l'ultima un mese prima dell'esecuzione, quando scrisse personalmente al governatore del Massachusetts. "La clemenza dimostrerà la differenza dei metodi bolscevichi da quelli americani". Nel mentre, il 18 luglio, l‘avvocato Moore presentò a prima domanda di revisione del caso e adottò una tattica provocatoria nei confronti di Thayer considerando il processo infarcito da sentimenti ideologici e pervaso da interessi politici e tali motivi il verdetto e doveva essere invalidato. Ma senza risultato alcuno. Nel novembre del 1925 si verificò una svolta sul caso Sacco e Vanzetti: Celestino Madeiros, condannato a morte per omicidio e rinchiuso della stessa prigione di Sacco, professò l'innocenza dei due anarchici e confessò il suo personale coinvolgimento nella rapina di South Braintree, ma si rifiutò di rivelare i nomi dei complici. La deposizione di un criminale era una prova troppo debole perciò la difesa tentò di rafforzare l'attendibilità dei nuovi sviluppi individuando i responsabili della rapina nella banda Morello, legata alla Cosa Nostra statunitense, e alcuni testimoni confermarono la versione di Madeiros. Il 26 maggio del 1926 Moore presentò la sesta istanza di riapertura del processo, ma Thayer la rispedì al mittente e, vista la sua reticenza a non fare nomi, giudicò Madeiros un complice dei due imputati. Intanto Sacco e Vanzetti erano detenuti rispettivamente nel carcere di Charlestown e in quello di Dedham. Sacco sofferente per la lontananza della moglie e del figlio nel 1923 iniziò uno sciopero della fame che gli valse un ricovero nell'ospedale psichiatrico di Boston. Quando tornò a Charlestown ebbe ripetute crisi e tentò di suicidarsi. Vanzetti sembrò inizialmente accogliere con stoicismo il verdetto, ma i continui rifiuti di revisione gli crearono episodi di deliri e allucinazioni e da gennaio a maggio del 1925 fu ricoverato in un ospedale di Lawbreaker. Mentre gli intellettuali di mezzo mondo, lo Albert Einstein e lo scrittore John Dos Passoa accostavano i nomi di Sacco e Vanzetti a quello di Alfred Dreyfus e nelle principali città d'Europa e degli Stati Uniti si svolgevano manifestazioni, scioperi e proteste, la giuria si riunì un'ultima volta il 9 aprile del 1927. Dopo 8 richieste di revisione respinte e innumerevoli appelli alla Corte Suprema, come da procedure, agli imputati fu concesso di prendere la parola prima della sentenza definitiva. Sacco pronunciò solo poche frasi, poi lasciò la parola a Vanzetti, che invece fece un lungo e appassionato discorso di quarantacinque minuti dove riassunse tutte le contraddizioni e le iniquità del processo. Infine, Thayer pronunciò la sentenza. A Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, colpevoli di omicidio e rapina a mano armata, spettava la sedia elettrica. Su iniziativa di William Thompson, nel frattempo succeduto a Moore come avvocato difensore, ai due anarchici non restò che inoltrare una richiesta di grazia al governatore del Massachusetts. Sacco si rifiutò di apporre la sua firma in quanto voleva l'assoluzione piena. La domanda di grazia del solo Vanzetti fu consegnata il 4 maggio del 1927. Fuller, il Governatore aveva il potere di intervenire nelle sentenze emesse nel suo Stato e, pur essendo anche lui xenofobo come sotto la pressioni dell'opinione pubblica rinviò la data dell'esecuzione, prevista per l'11 luglio, e nominò una commissione di tre membri per svolgere ulteriori indagini, ma, dopo due settimane il capo della commissione, confermò che Sacco e Vanzetti erano colpevoli e pertanto la grazia fu negata. La fine di tutte le speranze arrivò con il rigetto di una nuova istanza di revisione del processo e un'infruttuosa lettera di grazia al 30° presidente degli Stati Uniti,Calvin Coolidge. La sentenza venne eseguita a Boston nella notte fra il 22 e il 23 agosto del 1927, Celestino Madeiros, colui che si era accusato dell'efferato crimine ma non fu creduto precedette i due anarchici sulla sedia elettrica del carcere di Charlestown. Poco dopo toccò a Sacco che prima di ricevere la scarica mortale urlò: «Viva l'anarchia!» e morì alle 00:19 e Vanzetti lo raggiunse alle 00:27 dopo aver stretto la mano alle guardie carcerarie e al direttore del penitenziario e riaffermò un'ultima volta la sua innocenza.
Il 28 agosto del 1927 le salme dei due anarchici giunsero nel Forest Hills Cemetery di Boston e l'addetto alla cremazione compì un gesto simbolico ma emblematico. Sulle schede numero 10201 e 10202, accanto ai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, morti il 23 agosto del 1927, indicò l'elettroshock come causa del decesso e aggiunse la dicitura Judical homicide, omicidio giudiziario. Il suo j'accuse, non solo fu una provocazione ma rispecchiava il pensiero di chi, come lui, era consapevole di aver assistito a un processo non equo. Il giorno dell'esecuzione, Boston fu paralizzata da uno sciopero generale e vi furono durissimi scontri che fece molti feriti.
Il 23 agosto del 1977, il governatore del Massachusetts, Michael Dukakis, invalidò ufficialmente la sentenza di cinquant'anni prima. "Dichiaro che ogni stigma e ogni disonore vengano per sempre rimossi dai nomi di Sacco e Vanzetti".
Impressionante come il procuratore potesse affermare che Sacco e Vanzetti non solo erano immigrati, ma erano anche più pericolosi perché anarchici, che si muovevano all'interno di un sistema di potere che sfrutta quelli come loro per arricchirsi. Razzismo esasperato quando il procuratore parla di italiani, greci, polacchi e gentaglia simile che va in America a cercar fortuna. Se è vero che la civiltà occidentale era genericamente razzista, gli statunitensi guardavano gli italiani immigrati come gentaglia di bassissima lega, a nostra volta noi italiani andavamo colonizzare in Africa con l'idea di sottomettere popoli incivili. Era un razzismo in prospettiva, sempre relativo al chi guarda chi. Ma certamente questa forma di razzismo non te l'aspetti dagli statunitensi in quanto anche Katzmann o il giudice Thayer, altri non erano che figli o nipoti o bisnipoti di pellegrini scappati dalle proprie terre d'origine in cerca di miglior fortuna in America. Sulla storia di Sacco e Vanzetti sono stati scritti tanti libri, girato film e sceneggiati, drammi teatrali e scritto canzoni. Tra i quali lo sceneggiato televisivo The Sacco-Vanzetti Story scritto da Reginald Rose nel 1960 per la NBC; Il film del 1971 Sacco e Vanzetti diretto da Giuliano Montaldo; lo sceneggiato Sacco e Vanzetti, regìa di Giacomo Colli, protagonisti Franco Graziosi e Achille Millo, prodotto dalla Rai nel 1964, ma mandato in onda solo nel 1977. Tra le canzoni ricordo solo tra le tante: la canzone popolare Sacco e Vanzetti interpretata da Francesco De Gregori e Giovanna Marini; Ballad of Sacco e Vanzetti di Woody Guthrie composta nel 1946-47 ma uscirà solo nel 1964; Sacco and Vanzetti del gruppo ska Against All Authority del 2001.