06:15 AM
Martedì 05 Aprile 2011 10:30
Vi faccio una confessione: a chi di noi non piace stare nel letto la mattina appena svegliati, girarsi sotto sopra, rannicchiarsi in posizione fetale, stirarsi per il lungo, e poi rannicchiarsi nuovamente, tirarsi su le coperte per assorbire quel calore che solo il proprio caldo letto ti offre, giocare con le lenzuola cercando di rimetterle in ordine dopo una nottata di riposo, cercando di riordinarle come si cerca di riordinare le proprie idee.
Girarsi su un fianco a cercare chi ha fatto con te il viaggio per tutta la notte, ma che è passata in un battibaleno, invidiare il suo continuare a riposare, leggere la soddisfazione del meritato sonno ristoratore su dei lineamenti sereni e distesi ma ancora spenti, mentre le labbra gia appaiono lanciare un timido sorriso.
Aprire e chiudere gli occhi, con pigrizia sfregarseli cercando di affermare che l'ora è giunta, ed è passato da un po' di tempo il trillo della nefasta sveglia che ti richiama agli obblighi domestici.
E allora si!, ti rendi conto che la vita è una merda, che devi lasciare quel letto che per una notte ti ha ricordato il calore e l'ospitalità del ventre materno, ed ora devi prendere il coraggio, quello di tutti i giorni, superare il freddo del primo momento, alzarti e ricominciare ad attendere che torni sera, per trovare rifugio nel nido del tuo letto con te stesso e le tue meraviglie, accolto da Morfeo che rimane li ad attenderti.
Metti le ciabatte, ti stiracchi un po la schiena che ti duole e ricomincia una nuova giornata mentre cerchi di raggiungere la caffettiera.
Crisi in Nord Africa e nuove tecnologie
Martedì 29 Marzo 2011 16:32
Il salotto di casa da qualche settimana è diventato una tribuna particolarmente attenta allo svolgersi di un melodramma il cui finale non è ancora stato scritto sulla partitura.
Scorrono sul palcoscenico televisivo le immagini di violenti scontri tra popolazione civile, forze di polizia ed esercito.
Se passo da un canale all'altro della TV, saltando dal digitale terrestre al satellite, cambiano gli idiomi, cambia la voce ma purtroppo si vedono sempre immagini di violenza.
Il comune denominatore di tutti questi moti di rivolta è la richiesta di maggiore libertà, di democrazia, una lotta contro dittature mascherate, anche in quei paesi dal benessere effimero.
A muovere tutto, questa volta, non è la religione, non è il petrolio, ma la ricerca di un maggior benessere sociale.
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Dietro le quinte di Cuba (III parte)
Lunedì 14 Marzo 2011 14:02
Mentre Wilmer si mette ai fornelli a casa di Fernando, io vado a comprare
due cervezas e due gazzose. Sui fornelli cuoce il riso con i fagioli neri e in altra pentola il maiale con i peperoni e le cipolle, aggiungiamo una
insalatina ad arricchire il nostro pranzo pasquale.
Wilmer si è trasformato in uno chef e con una insolita capacità, passa a
curare i vari tegami con attenzione, quasi stesse danzando, da come
il mestolo e i vari cucchiai passano da un intingolo all'altro.
Il tempo del pranzo scorre tranquillo in questa bella giornata, il sole
è caldo ma c'è molto vento e riusciamo a far bere un goccio di rum
a Fernando, mentre Wilmer si rifiuta categoricamente anche solo di
odorarlo.
Lasciamo casa di Fernando per andare a fare due passi sulla bahia
di Matanzas.
La cittadina è in fermento come se ci fosse sempre mercato, in centro
sono comparse delle bancarelle dove artigiani locali vendono le
proprie produzioni in pelle, cinture, portachiavi ecc, molte le
bancarelle di profumi ed essenze e bigiotteria femminile. Passeggio
tra le bancarelle incuriosito come un bambino, passo di fronte al
forno del panettiere dove esce un profumo di pane caldo che mi attira
tantissimo e se non avessi appena finito il pranzo mi fermerei a
comprarlo per mangiarlo.
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Una nazione dai 100 popoli
Mercoledì 09 Marzo 2011 14:55
Tra qualche giorno sarà il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, unità discussa che contrappone Italiani e "secessionisti".
D'altronde la nostra unità nazionale non nacque dalla volontà popolare, come
avvenne in Francia e in altre nazioni europee, ma grazie ad una
Monarchia, che raccolse intorno a se tanti idealisti, anche di
matrice repubblicana, ma che impose a gran parte degli altri Stati
della penisola il suo Governo.
Personalmente credo, in maniera imprescindibile, nelle capacità di questa nazione, che mi ha dato i natali e che mi fa commuovere durante l'ascolto
dell'inno nazionale, ma altresì sono fiero della mia esistenza
"mandrogna", terra che mi ha cullato ascoltando i miei primi
vagiti e mi ha cresciuto tra le terre rosse delle "trunere".
Inoltre, intendo proprio partire dalla mia terra, anzi correttamente, da oltre
la Bormida, per festeggiare degnamente l'Unità Nazionale e partire
da un po' più lontano del 1861, cioè dal 10 marzo 1821.
Ricorrenza strana, ma che ha trovato in me sempre grande enfasi, soprattutto
quando ho saputo che il Nostro tricolore, in occasione del 10 marzo
2011, per celebrare il 150°, svetterà dai bastioni della cittadella
di Alessandria.
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Baghdad: una missione apparentemente impossibile (III parte)
Martedì 01 Marzo 2011 14:59
La guerra è iniziata il 21 marzo
2003 ed è proseguita con una serie di attacchi aerei su Baghdad e
alle principali vie di comunicazione, per impedire che all'esercito
iracheno si affiancassero altri arabi, richiamati dalla "guerra
santa".
Il Pentagono definisce i bombardamenti "chirurgici"
e indispensabili a diffondere paura e sgomento. L'entrata in Iraq
delle truppe di terra di combattimento è iniziata con i carri armati
Abraham M1A1 e blindati trasporto truppe
Ci fermiamo per delle brevi soste in mezzo al deserto,
in improvvisati distributori di benzina costituiti da camioncini
ricolmi di taniche che vendono la loro benzina. Ne approfittiamo
tutti per scendere dalle auto, per sgranchirci le gambe. Accanto a
noi nel frattempo compaiono alcuni iracheni, probabilmente arrivati
dai villaggi vicini, ci guardano come si può guardare un marziano
rosa.
Il viaggio è infinito, e nessuno in cabina ha più la
forza di dire una parola, non che prima si parlasse molto, ma qualche
parola stemperava lo stato d'animo.
Il paesaggio e assolutamente costante, la sabbia
giallastra è compatta, nulla interrompe la visione piatta davanti ai
nostri occhi, tutto sembra immobile intorno a noi, come morto.
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Baghdad: una missione apparentemente impossibile (IV parte)
Giovedì 31 Marzo 2011 10:48
È consuetudine degli abitanti vendere taniche di benzina e bombole del gas ai lati della strada, in improvvisate bancarelle, ovviamente a prezzo maggiorato. Le bombole del gas fanno veramente impressione solo a guardarle da quanto sono mal messe, ammaccate in ogni lato e sembrano essere pronte ad esplodere in qualunque momento.
Gli ospedali a Baghdad sono tanti, generalmente sono specialistici e il maggior numero di essi è concentrato in un unico quartiere; gli ospedali specialistici sono privi di pronto soccorso, qualcuno è anche privato, gestito generalmente da ordini religiosi, come il Saint Raphael, a cui facciamo visita.
È un ospedale con diverse specialità, ortopedia, ginecologia, oftalmologia e chirurgia generale ed è dotato di un bel gabinetto radiologico. Ha subito anch'esso durante questi duri anni di embargo momenti difficili sopratutto per il reperimento di medicinali anche comuni. È molto ben arredato, pulito e simile agli standard europei, di cui ne è sostanzialmente un'emanazione.
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Notte tricolore
Venerdì 18 Marzo 2011 22:22
Da giorni avevo programmato la mia partecipazione alla "notte tricolore"
che la prima capitale d'Italia aveva organizzato in occasione della
ricorrenza del 150 genetliaco della nostra nazione.
Imprevisti di lavoro, stavano allontanando questo importante appuntamento, non
più ripetibile per la mia vita.
Però poi i colleghi riescono ad organizzare un turno di lavoro che mi permette
di assentarmi il tempo necessario per parteciparvi.
Non riuscirò certo a godermi per intero l'evento, ma sicuramente godrò
appieno le poche ore che mi sono concesse, anche se con l'angoscia
di un rapido rientro.
Con i cellulari ben caricati di energia, mi dirigo con occhi stanchi
verso l'autostrada che mi condurrà nella capitale sabauda, non
prima però di essere passato un attimo in via Vochieri, davanti alla
casa natale di un giovane alessandrino che diede la propria vita a
favore di quell'Italia unita per la quale io corro a festeggiarne
l'anniversario.
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Con il pensiero verso Haiti (II parte)
Sabato 12 Marzo 2011 19:31
Haiti è un paese nel quale la mortalità infantile supera gli 80 morti ogni 1000 nati vivi, dove la speranza di vita non arriva a 60 anni e dove decine di migliaia di persone muoiono per malattie come tubercolosi, malaria, dengue. Questa improvvisa comparsa di migliaia di medici provenienti da tutto il mondo sembra come una manna caduta dal cielo.
La Bastille è un campo appena fuori Port au Prince; qui gli operatori di Oxfam sono impegnati a fornire acqua e i servizi igienico sanitari, un campo nuovo appena individuato dal governo per spostare gli attendati della capitale, ma non molto ben accettato dagli homeless creoli.
Da diverso tempo i medici e gli infermieri della Brigata Medica Cubana partono dal loro ospedale di Croix del Bouquet per raggiungere le zone più disagiate del paese come Port Salut o Lasil. Qui le telecamere mediatiche del mondo non sono ancora arrivate e con loro nemmeno le grandi organizzazioni umanitarie.
La Marché en Fer è quello che rimane del mercato in stile Liberty della capitale, costruito nel cuore della città, uno dei 12 simboli che vogliono subito ricostruire per riavviare il piccolo commercio ufficiale.
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Il dolore dello stretto (Messina ottobre 2009)
Giovedì 03 Marzo 2011 14:59
Vi ripropongo alcuni pensieri che di getto scrissi a fine del 2009 in
una mia epistola, ma che sono sempre attuali e qui pubblico con la
stessa enfasi.
Questa volta vorrei descrivervi una mia personale esperienza vissuta con il
cuore e con la pancia, sicuramente non condivisibile ma fortemente
significativa.
Per studio e volontariato ho trascorso alcuni giorni nella terra
messinese e sui monti peloritani nelle aree recentemente devastate dal nubifragio del 2009.
Non voglio con voi ripercorrere la storia dell'evento o della catastrofe "denunciata": lo farò forse poi con calma in altri racconti
Per la prima volta invece, ho preso parte ai funerali delle vittime: non
avevo mai partecipato a funerali di Stato a seguito di una tragedia, anche se
professionalmente ne ho viste tante, forse tutte.
Sabato, quel sabato 10 ottobre, mi sono preso un giorno di riposo, ho posato carta e penna, ho tolto il fango dagli scarponi, mi sono recato la mattina presto in piazza Duomo a Messina.
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Un viaggio in Masovia tra Plock e Varsavia
Martedì 22 Febbraio 2011 08:38
La mattinata mandrogna inizia presto, la sveglia suona prima del canto
del gallo della vicina cascina, veloce doccia e colazione, un occhio
alla valigia preparata la sera prima, controllo del biglietto aereo,
documenti ecc... e già suona alla porta Emilio che mi condurrà
all'aeroporto.
Passiamo a prendere Matteo in ufficio e ci dirigiamo al casello autostradale.
Dopo una serie di peripezie stradali, chiacchiere al vento con i miei
compagni di viaggio, ci giunge la telefonata dall'aeroporto che ci
comunica che il nostro volo per Varsavia è annullato.
Visi oscurati da mille domande, sembra che la sfiga voli in aereo con me.
Giungiamo all'aeroporto, le gentilissime e interessanti hostess
della LOT, ci promettono un imbarco sul volo della sera.
Abbiamo la giornata destinata al "cazzeggio", tanto il volo è per le
19.00. Malpensa non è cosi grande come si pensa e poco dopo siamo
già stanchi di vedere vetrine con mille cose inutili, di commentare
le passanti, di leggere riviste, meno male che posso passare il mio
tempo con l'Ipad.
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