Blog di Dante Paolo Ferraris

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A zonzo con il calessino (XI parte)

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CalessinoEntriamo strombazzando con il clacson in Candelo, un centro agricolo e industriale posto in una vasta area su un terrazzamento pianeggiante che prende il nome di Baraggia o Baraggione. Alcune case poste in via Santa Croce, Mazzini e San Sebastiano conservano sulle facciate notevoli affreschi. La chiesa, dedicata a Santa Maria Maggiore, già attestata nel 1182 e poi trasformata nei secoli, dimostra l'antica storia del borgo.
Lo dimostrano anche gli antichi affreschi quattrocenteschi, i capitelli gotici e il notevole pulpito seicentesco. Mentre la chiesa rettoria di San Lorenzo è stata realizzata tra il 1675 e il 1696, contenente una grande icona in legno scolpito raffigurante il martirio di san Lorenzo del XVI – XVII secolo. La chiesa è stata interamente ricostruita su una precedente chiesa edificata intorno all'anno 1000. Anche la chiesa di San Pietro crollò a fine seicento; la sua ricostruzione si protrasse praticamente fino al XX secolo.
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NEET

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NovalesaLa giornata era uggiosa, ero uscito in bicicletta per recarmi in paese in farmacia. Dovevo comprare alcune medicine per Birba, la mia gatta diciannovenne. Dopo aver acquistato i farmaci, nel riprendere la bicicletta avevo visto seduto al tavolino del vicino bar un ragazzino, mi aveva colpito perché l'avevo visto più volte sempre seduto al bar impegnato a leggere o scrivere sul suo smartphone. Il ragazzino lo ritrovo la settimana dopo, sempre al bar, sempre a smanettare sullo smartphone. Dopo essere entrato nel locale ed aver bevuto un caffè caldo, mi avvicino al giovane ragazzo per prendere il giornale posto sul suo tavolino. Entriamo quasi subito in confidenza a causa della stessa squadra di calcio per cui tifiamo. Mi racconta che ha finito le scuole e che non ha intenzione di proseguire gli studi, in quanto è inutile studiare per poi rimanere disoccupato, così almeno afferma. Il giovane ragazzo ha una corporatura minuta la sua altezza è nella media degli adolescenti di oggi, ha una testa coperta da una folta capigliatura riccia castana. Il viso è allungato con due occhi castani, grandi e curiosi, due sopracciglia fini e curate gli fanno da contorno. Il naso è leggermente adunco mentre la bocca è sottile e piccola con due labbra rosee. Sono le orecchie un po' grandicelle ed a sventola a caratterizzarlo.
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A zonzo con il calessino (X parte)

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CalessinoLa giornata si conclude con l'allegra compagnia degli amici e un riposo ristoratore nella città di Biella.
La mattina, dopo aver stropicciato gli occhi, mi affaccio alle finestre dell'albergo, e un groviglio di pensieri sulle cose viste e vissute in un solo giorno di viaggio mi assale, non sento nemmeno la sveglia che imperterrita continua a suonare, ma presto il desiderio di partire in questa seconda giornata di viaggio con il calessino mi sprona da questo stato confusionale.
Nonostante il sole non sia ancora alto, i suoi raggi sono già caldi, fortunatamente un leggero venticello rallegra la giornata giocando con le bianche nuvolette nell'azzurro del cielo. Dobbiamo fare una breve variazione al percorso che ci eravamo dati. Siamo costretti a raggiungere un concessionario della Piaggio a Cossato, affinché sistemi l'impianto elettrico del nostro Calessino.
Raggiungiamo così Cossato, località di origine romana, benché delle sue antiche vestigia rimane praticamente nulla. Anche la parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta è stata edificata nel Seicento su una costruzione preesistente. La storia del suo trascorso medioevale è importante, ma nel centro urbano ne rimangono ben poche memorie.
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Il mio Piemonte: Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso

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Sant'Antonio di Ranverso.Da tempo mi ero ripromesso di andare a vedere l'antica Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso; con l'auto m'avvio in autostrada mentre in cielo, nuvole dai colori incerti vogliono annunciare la prossima fine dell'estate. Ma il sole non intende arretrare e con lui il caldo e nonostante ciò siamo ai "coriandoli" di un estate che passa, ma rimango fiducioso che mi accompagnerà per tutta la giornata.
Raggiungo così il breve viale alberato d'accesso al complesso religioso e parcheggio l'auto nei pressi muro dell'antico ospedalino e a pochi passi dal lungo braccio metallico del peso pubblico che ancora oggi orna la strada.
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La Vigna di nonno Dante

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Nonno DanteNonno Dante seduto sotto la grande e frondosa noce, si riposa dopo aver zappato ed estirpato le erbacce tra i filari del prezioso nettare di bacco. Vicino al nonno, con la sua immancabile paglietta in testa, c'è la pompa dell'acqua del vecchio pozzo, immerso nella piccola vasca di pietra, il bottiglione da due litri di vino, frutto delle sue fatiche nella vigna. Due tovaglioli a scacchi bianchi e rossi sono aperti sulle sue e mie gambe, distese sul verde dell'erba.
Su di essi, due rosette con prosciutto cotto per me e salame per il nonno; è la merenda che nonna Pierina ci ha preparato per la giornata. Mi divertivo molto ad ascoltarlo mentre mi raccontava un mucchio di storie di un tempo passato e con lo sguardo gli rubavo la grande manualità ed esperienza nel curare la vigna; esperienza che ha appreso da suo padre Giovanni quando rientrò migrante dall'Argentina.
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A zonzo con il calessino (VIII parte)

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CalessinoAll'angolo sud–est si apre una irregolare piazzetta sulla quale si prospetta la chiesa di San Giacomo. La costruzione è del XIII secolo con facciata del XVI secolo nella quale compaiono elementi gotici. Di forme gotiche anche il trecentesco campanile, la cui eleganza e leggerezza è affidata al sapiente alternarsi di alte bifore con colonne e capitelli che creano un bel gioco di pieni e vuoti, mentre il protiro della chiesa è del XVII secolo. La posizione della piazzetta con la chiesa, gli importanti palazzi che la coronano e la stretta via che ne diparte, conferiscono a questo scorcio di Biella Piazzo un aspetto medioevale. Hai quasi l'impressione di attendere l'arrivo di dame e cavalieri, sentire arrivare gruppi di armati a cavallo con lo sbandierio dei loro stendardi, attesi dal parroco con i chierichetti sul sagrato della chiesa pronti ad officiare la solenne funzione.
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Il mio Piemonte: Orta San Giulio

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OrtaOggi voglio andare alla scoperta di uno dei borghi più romantici di tutto il Piemonte. La giornata è iniziata con la consapevolezza che fuori di casa c'è il sole che mi aspetta. Sono certo che le sue carezze scioglieranno il fresco che all'alba ho trovato, quando è trillata la sveglia.
In auto, percorro un tratto di autostrada ed è veramente piacevole essere scortati dai raggi del astro diurno che si sono anch'essi appena stirati dopo la nottata, dove la luna è stata padrona del cielo stellato. Lasciata l'autostrada m'avvio a raggiungere il lago Cusio e il suo centro abitato più famoso, Orta San Giulio.
Prima di entrare in Orta San Giulio, uno sguardo da sempre curioso viaggia su un meraviglioso edificio, pare di essere nel cuore di un paese arabo posto al centro del Piemonte. Un luogo da mille e una notte con un edificio di architettura moresca con il suo alto minareto. È Villa Crespi; antica dimora privata voluta da Benigno Crespi, ora è divenuta un albergo di lusso, ma che prima di diventare un Grand Hotel a 5 stelle questa lussuosa e particolare residenza ha ospitato tantissimi nomi illustri come re Umberto I che vi passava lunghi periodi di riposo.
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Andy Warhol: un mito del suo tempo, una storia americana

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Andy WarholL'occasione mi viene data dopo aver visto un manifesto che annunciava una mostra dedicata a Warhol a Genova. Opportunità alquanto ghiotta per scoprire l'artista della pubblicità delle scatolette della soup Campbells. Anche il viaggio in treno è stato particolarmente interessante per la presenza di maestre di scuola che rientravano a casa dopo una mattinata di lezioni, un viaggio veramente divertente e anch'esso alternativo come l'artista che sto andando a vedere; infatti ho raccolto un vero campionario di pettegolezzi su colleghe e bidelle. Arrivato a Genova Brignole lentamente attraverso piazza Giuseppe Verdi e raggiungo via XX settembre. I bar e le trattorie sono ancora pieni di impiegati che si godono la pausa pranzo. Le vetrine dei negozi di abbigliamento portano tutte le scritte che annunciano i saldi. Raggiungo piazza Deferrari, dopo aver assistito a una sgradevole manifestazione di omofobia. Due ragazzi mano nella mano presi in giro e canzonati da un gruppo di ragazzini in età scolare.
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A zonzo con il calessino (IX parte)

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CalessinoSubito dopo palazzo La Marmora si affaccia sul corso del Piazzo la chiesa del Santo Sudario del XVIII secolo; chiusa al culto nel 1807, fu poi riaperta alla devozione nel 1834 da Carlo Ferrero della Marmora. Presenta una facciata semplice, suddiviso in tre parti da semplici lesene, una ampia cornice marcapiano la divide in due ordini, nella cui parte centrale superiore, una semplice finestra rettangolare sovrasta la porta d'accesso. Non vi sono sulla candita facciata orpelli, affreschi e decorazioni. Subito dopo il Palazzo dei Ferrero principi di Masserano; edificio che conserva ancora i caratteri del XVI secolo. Dal cortile interno si può ammirare la torre ottagonale, detta dei Masserano e risalente al primo quarto del XVI secolo, oggi bisognosa di importanti ed urgenti restauri. Il palazzo per una quindicina d'anni, a partire dal 1864, fu adibito a stabilimento idroterapico. Attualmente è trasformato in lussuosa residenza, suddivisa in importanti appartamenti privati.
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Il mio Piemonte: Abbazia di Rivalta Scrivia

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Rivalta ScriviaIl pomeriggio è caldo ed il sole già alto. Con amici e famigliari ci siamo ritrovati e riuniti a festeggiare il "il dopo", ossia la fine di una spiacevole avventura in cui ero stato coinvolto e che con questo incontro a pranzo ho voluto considerare conclusa, tirando così una linea su una pagina di storia della mia vita e ricominciare, quasi fosse l'alba di un nuovo giorno.
Dopo il pranzo, qualcuno si deve purtroppo allontanare, ma con Paoletta, Marco, Gian e Lele, Alessandro e Paola ci rechiamo a Rivalta Scrivia. Voglio portare questi miei amici torinesi, biellesi e lombardi a visitare una piccola perla della marca Obertenga.
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Il paese dei gamberi

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GamberoLeggo i quotidiani della mattina e non posso non commentare e sfogare la mia rabbia con poche e semplici considerazioni su un sistema di Protezione civile che era un fulgido esempio di buona legge, sicuramente mal applicata ma comunque sempre funzionale.
In un paese nel quale si occupano di prevenzione a vario titolo 3.600 enti, e che conta per la definizione dei procedimenti ambientali circa 1.200 norme, parlare di protezione civile e francamente difficile.
Infatti non voglio nemmeno accennare al problema ricostruzione di un territorio sia sotto l'aspetto urbanistico che antropologico post evento calamitoso, voglio soltanto parlare di come e soprattutto di chi è titolato oggi a mitigare il danno atteso, fare prevenzione e gestire un emergenza.
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