Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (VIII parte)

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paradisoNei primi anni del ventesimo secolo Amalfi pian piano diventa una meta turistica molto ambita con gli amalfitani che comprendono la grande opportunità offerta loro e che intelligentemente si attrezzano realizzando comode strutture alberghiere cercando di prendere per la gola i primi turisti con le squisitezze gastronomiche locali ma aiutati in egual modo dallo splendore dei panorami e dalla grandezza della propria storia.
Un grande contributo lo offrì Mauritius Cornelius Escher ( incisore e grafico olandese), che nel 1923 visitò Amalfi restandone incantato e trovando così l'ispirazione per numerose sue opere. Nel dopoguerra Amalfi risorge ed assieme al boom economico molti artisti di ogni genere e molti ricchi avventurieri si riversano tra Capri ed Amalfi e Positano; Nel girovagare con il mio blog incontreremo molti attori e registi nonché luminari della cultura e dello spettacolo che qui hanno trovato il loro paradiso, una fantastica fusione tra arte e natura, poesia e bellezza ed amori appassionati nati sulle scalette delle stradine della costiera che hanno contribuito a trasformare queste amene località in un richiamo turistico di rilievo internazionale.
Con i miei amici mi inoltro per ATRANI, un piccolissimo Comune diviso da Amalfi da una buia galleria. Con i suoi 900 abitanti circa è il più piccolo comune del Mezzogiorno per superficie con i suoi 0,20 km², secondo in Italia solo dopo a Fiera di Primiero (TN).
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Too little...

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SomaliaDa qualche giorno i telegiornali di tutto il mondo non mostrano più le immagini che spezzano il cuore di bambini somali malnutriti, con le pance gonfie, di lattanti che poppano dagli scarni seni di madri senza latte, mentre le mosche si muovono ronzanti intorno agli occhi delle piccole creature. Le scene delle madri, dalle braccia scarne e con gli occhi che sembrano fuori dalle orbite, che cullano i piccoli corpicini dei loro bambini, cercando di farli addormentare, cosi da non sentire così i crampi della fame, colpiscono sempre l'immaginario collettivo.
Immagini che trovi oggi solo negli appelli, ad esempio di M.S.F. o di AGIRE, in onda su alcuni canali nazionali e non sempre nelle ore di maggior ascolto, ACNUR, UNICEF, S.O.S. VILLAGGIO DEI BAMBINI, OXFAM invece preferiscono lanciare appelli sui maggiori social network, mentre le nostre ricche trasmissioni di Rai e Mediaset continuano invece a regalare migliaia di euro a chi scopre la scatola giusta.
La maggioranza degli italiani sdraiati comodamente sotto gli ombrelloni di una qualunque spiaggia, sfogliano distrattamente la decima pagina di un qualche giornale nazionale, ove un piccolo trafiletto accenna alla tragedia somala; il tutto mentre svogliatamente ci si gusta un bel gelato.
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Il desiderio che appaga corpo e palato (II ed ultima parte)

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peperoncinoLa ricerca di sensazioni forti, che stimoli maggiormente la sensualità del partner desiderato, la ricerca di quel qualcosa che aumenti le proprie prestazioni, tali da farti sentire appagato con te stesso, desiderato dal partner e invidiato dagli amici, porta a sentirsi quasi un novello Don Giovanni dell'opera teatrale o di un moderno Casanova.
La letteratura ci ha riempito pagine e pagine di storie di amanti, gelosie, storie a lieto fine o tragedie in cui già ai tempi scolastici ci siamo immedesimati e di cui possiamo citare la passione tra i personaggi. Come non ricordare Romeo e Giulietta di shakespeariana memoria, Ginevra e Lancillotto (Cavalieri della tavola rotonda), Tristano e Isotta (di Wagner) Otello e Desdemona (The tragedy of Othello, the Moor of Venice), Tancredi e Clorinda (Gerusalemme liberata), Dante e Beatrice (Divina Commedia), Arianna e Teseo (Creta - mitologia greca), Orfeo e Euridice (Metamorfosi di Ovidio), Renzo e Lucia (Promessi Sposi), Ulisse e Penelope (l'Odissea di Omero), Tosca e Cavaradossi (Tosca), Tamino e Pamina - Papageo e Papagena (Flauto magico), Aci e Galatea (mito greco), Eco e Narciso ( Metamorfosi di Ovidio), Ettore e Andromaca (Iliade), Elena e Paride (Iliade), Arianna e Teseo (mitologia greca), Amore e Psiche (Le metamorfosi di Apuleio), Violetta e Rodolfo ( La traviata), Cyrano e Rossana (Cyrano de Bergerac di Rostand) e ancora Aragorn e Arwen (il Signore degli Anelli), Paolo e Francesca (Divina Commedia) e non dalla letteratura, Cleopatra, Cesare e Antonio, ma anche Napoleone e Giuseppina, e di risorgimento memoria Garibaldi Giuseppe e Anita ma Oscar Wilde con Lord Alfred Bruce Douglas che gli dedico una struggente poesia.
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Il mio blog in un mese (agosto 2011)

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statisticheL'8 gennaio del 2010 vedeva la luce il mio blog; una raccolta di storie, pensieri, idee e proposte, che non aveva e non ha tuttora lo scopo di essere un giornale o un saggio, ma vuole semplicemente descrivere ciò che io sono, pregi (pochi) e difetti (molti). Non ho cercato ne cerco successi, non li ho mai cercati nella mia vita e non è certo ciò che attendo scrivendo il mio blog. Altrettanto la mia scrittura non può certamente influenzare la mia esistenza o quella di qualche malcapitato lettore.
Narrazioni di viaggi ed attività compiute, viste dall'occhio del protagonista che scava nella memoria, alla ricerca delle sensazioni provate. Sono i sentimenti che provo ogniqualvolta apro un giornale e leggo qualche notizia che attira la mia attenzione, purtroppo quasi sempre con una sensazione di disprezzo e protesta invece che di manifesto compiacimento.
Le visite al sito sono sempre state altalenanti, come in ogni blog che si rispetti: grazie a questo strumento, ho ritrovato degli amici che sono diventati miei lettori e ho trovato lettori di cui sono diventato amico.
Ho trovato un mondo di blogghettari con cui scambiare idee e pensieri e promuovere le nostre attività, insomma mi sono e mi sto divertendo; questo già mi basta e mi appaga.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (V parte)

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paradisoLa Torre dello Ziro è perfettamente individuabile anche dal mare, posta sulla cima della dorsale del parco del Monte Aureo che chiude ad est nel fitto labirinto di pini marittimi.
Il nome di origine araba le fu attribuito per la somiglianza ad un contenitore tipico di forma cilindrica utilizzato per la conservazione di olio e cereali.
Costruita dal duca Antonio Piccolomini nel 1480 sull'ultima propaggine verso il mare del Castrum Scalellae che, insieme al Castrum Pigellulae (oggi Pogerola), costituiva le mura del Ducato di Amalfi e anche qui come in ogni luogo da "favola" insiste la sua leggenda.
La torre è costruita sui ruderi preesistenti della rocca di S. Felice del XII secolo e la fantasia unita alla tradizione vuole che un alone di mistero e di immaginazione racconti la triste storia della duchessa di Amalfi, Giovanna d'Aragona che qui fu rinchiusa e uccisa insieme ai suoi figli. Figlia illegittima di Ferdinando I d'Aragona nel 1490, all'età di dodici anni, la fanciulla andò in moglie al duca di Amalfi Alfonso Piccolomini. Pare che costui fosse un uomo dissoluto e corrotto e la lasciò vedova e madre di due figli molto presto con il gravoso compito di guidare un Ducato che praticamente era in rovina. Disegnata come giovane e caparbia, riuscì a risollevare il governo e, con l'avvenente maggiordomo di corte, tale Antonio Bologna, a ricostruirsi una famiglia.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (IV parte)

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paradisoLa prima sosta obbligata è proprio vicino al duomo dove finisce la piazza ed inizia Via Lorenzo di Amalfi. Poco prima del semaforo che regola il senso di marcia dell'unica via carrabile che attraversa la città c'è il Ristorante "Da Maria", luogo di pausa per un pranzetto ristoratore, dove la pizza verace e i piatti tipici partenopei la fanno da padrone. L'ambiente non è molto grande e la sala da pranzo si affaccia direttamente sulla cucina, dove con maestria i cuochi si dannano tra i fornelli in una giornata infuocata dal sole cocente, due scialatielli con il pesce appena pescato non possono che aiutarci ad affrontare il prosieguo della visita. Qui con Andrea, con Guido, il "conte" ed altri, ho passato magnifiche serate a raccontarci gli accadimenti di tutti i giorni. Le serate erano ingentilite dalla simpatia dei ristoratori che accompagnano da sempre le vivande con una "battuta" cordiale, che indica la simpatia tutta amalfitana.
Via Lorenzo di Amalfi è piccola e stretta, accompagnata ogni tanto da piccoli portici, realizzati con muri spessi e tutti intonacati di bianco, come tutte le case che si affacciano sulla via. Fanno bella mostra lungo tutta la strada che dopo poche centinaia di metri cambierà nome in via Pietro Capuano e poi ancora in via del Giudice e via delle Cartiere dove morirà vicino all'antico mulino della cartiera Amatruda in quella che viene chiamata la valle dei mulini, da lì parte infine un sentiero che s'inerpica sui monti Lattari. Piccoli negozietti dalle vetrine semplici ma stracolme di souvenir, alcune di abbigliamento ed elettrodomestici, ma anche molte simpatiche botteghe di frutta e verdura, dove limoni grossi come cedri fanno ombra a lunghissime trecce di rosso peperoncino piccante. Splendidi i negozi di pesce, sempre freschissimo, gli aromi della via sono quelli dell'origano, del finocchio selvatico.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (VII parte)

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paradisoSotto il Municipio, fronte mare il Gran Caffè, c'è il bar dell'aperitivo, sorseggiato in riva al mare, guardando dalla balconata del lungomare la sottostante spiaggia, ancora piena di avventori.
Il cocktail di sempre è il Martini Bianco con una scorza di limone, Spesso Andrea cede alle mie pressioni e invece di bersi una Coca Cola sorseggia il calice di Martini. Gli effetti sono quasi sempre devastanti. Assolutamente astemio una piccola goccia di alcool lo porta ad una grande euforia che gli fa accelerare la parlata. Stefano, detto il "marchese", invece beve tranquillo il suo fresco cocktail.
La spiaggia di Amalfi è immersa in un'atmosfera di altri tempi per la presenza, alle sue spalle, della città medievale di Amalfi e delle alte scogliere, costellate di edifici ecclesiastici, antiche torri di avvistamento e anche di piccole botteghe che si integrano in modo armonioso con il paesaggio.
La deliziosa spiaggia, delimitata alle estremità da alte ed imponenti scogliere, su cui corrono la strada e la balconata della passeggiata, è un ampio arenile di sabbia fine; non si può definire immensa, rapportandola alle spiagge adriatiche, ma sicuramente è sempre affollata durante la bella stagione.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (VI parte)

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paradisoLa strada che porta al porticciolo è stretta e trafficata, oltre ad essere a doppio senso di circolazione, e su questa via si affacciano la caserma della Capitaneria di Porto e un noto albergo.
Sempre su questo lungomare dedicato ai Cavalieri vi è il garage della SITA, la società di pullman che collega l'intera costiera con il capoluogo e con Napoli.
L'autorimessa non è grande e devo francamente affermare che ho sempre ammirato la destrezza di questi autisti che con questi moderni autobus percorrono le stradine della costiera e riescono ad entrare nel minuscolo garage che si affaccia su una strada così stretta. Nella mia città di pianura, vista comunque la velocità che tengono su queste difficili strade, un autista di questi mostri d'acciaio, da 54 posti a sedere, potrebbe sembrare un marziano per le sue evoluzioni nella guida, e potrei assimilarli a piloti di torpedoni da corsa.
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Di corsa con le piume al vento

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bersaglieriEra mia intenzione poter assistere al raduno nazionale dei bersaglieri che si è svolto a Torino, anche questo in occasione del 150° dell'unità nazionale. Purtroppo diversi impedimenti non me lo hanno permesso.
Sono sempre stato ammaliato da questo corpo militare un po' per la sua specificità di arma un po' per la sua storia, infatti i cappelli piumati dei bersaglieri sono parte integrante della storia d'Italia e hanno contribuito a scriverla, dalla guerra di Crimea, alla Liberazione fino alle attuali missioni internazionali.
Il Corpo è tornato a Torino in occasione del 150° dell'Unità Nazionale nella città che gli diede i natali il 18 giugno 1836 per volontà ed iniziativa del Generale Alessandro Ferrero della Marmora. Mi sarebbe piaciuto vederli marciare o meglio correre per le strade con i loro cappelli piumati, mentre animano le piazze sabaude con le loro fanfare, tra una folla di gente che li considera tra i corpi più amati del nostro esercito.
Un Corpo valoroso, sempre ritratto dai più grandi artisti durante i fatti d'arme più importanti della nostra Italia fin dai primi passi del processo di unificazione italica. Dalla guerra d'indipendenza a quella di Crimea, dalla presa di porta Pia allo sbarco di Trieste del 1918, dalla guerra di liberazione alle prime missioni di pace del Generale Angioni in Libano nel 1982.
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Il desiderio che appaga corpo e palato (I parte)

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peperoncinoDopo una serie di post su temi di drammatica attualità, voglio per un attimo volgere le spalle all'ipocrisia mediatica, tapparmi il naso per proteggermi dai miasmi dei potentini di turno e "stravaccarmi" un attimo su un post legato ai costumi tradizionali e magari un po' "piccanti" per rendere la lettura curiosa.
Ho avuto occasione nei giorni scorsi di assaggiare sia una serie di piatti arabi che caraibici; devo dire da uomo di forchetta che sono, non ho disdegnato assolutamente i sapori, i profumi e colori di questi piatti. La cosa particolare che mi ha insaporito la curiosità, uso questo lemma perché in tema con il post, è stato l'uso di molti ingredienti che nel dire "comune" definiamo afrodisiaci.
E qui il pensiero corre sui tipi di prodotti afrodisiaci, su come funzionano, sul perché si usano e su chi ne fa uso etc., e nasce questa mia piccola pillola che vi propino; tranquilli non è Viagra o prodotti similari.
Da bravo cultore del buon cibo e da Gran Priore della Confraternita del Grappolo e della Spiga devo francamente dirvi che ho sorriso non poco e mi sono un po' schifato nel leggere ciò che ho trovato in un libro del XVI secolo, "Il giardino profumato" dello sceicco di Tunisi Omar Ibn Muhammed al Nefzawi, il quale elargiva preziosi consigli su come aumentare la propria capacità sessuale.
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Il teatrino italiano delle dimissioni

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dimissioniSeduto sulla poltrona della mia scrivania in ufficio, con i raggi del sole che attraversano la finestra rendendo così la giornata ancor più torrida e benché il climatizzatore provi ad attenuare l'ondata di calore, tento di leggere sullo schermo del computer una di quelle prolisse leggi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale che con tutti i suoi rimandi ad altre leggi e circolari non fanno altro che confonderti le idee.
Il telefono di color nero della scrivania squilla con insistenza e dall'altro capo dell'apparecchio, dopo i soliti saluti e convenevoli, un responsabile di un associazione di volontariato lancia strali nei confronti della sua sede nazionale e dei suoi attuali vertici, annunciandomi le sue dimissioni e di una folta schiera di volontari.
Ascolto con calma le sue rimostranze, sa benissimo che io posso solo dare ascolto e non altro, che posso solo raccogliere le sue recriminazioni e poi come un sacco d'immondizia buttare via il tutto, ma ciò gli serve per scaricare la sua rabbia.
La televisione accesa nel mio ufficio manda in onda delle interviste televisive in cui giovani disoccupati e lavoratori precari chiedono ad alta voce le dimissioni del premier e dei suoi ministri.
Sull'altro canale alcuni parlamentari annunciano dimissioni e elezioni anticipate. La parola dimissioni pare essere nel lessico quotidiano tra le più usate e ciò mi porta un po' a riflettere su come il potente di turno o chi si crede tale valuti veramente questa possibilità, quale atto volontario e facoltativo.
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