Blog di Dante Paolo Ferraris

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Dietro le quinte di Cuba (IX parte)

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Cuba (04/2010)Passo gli ultimi giorni a visitare Matanzas e le piccole cittadine vicine, tra le quali Càrdenas, località a est di Matanzas e a soli 20 Km dal centro di villeggiatura più rinomato di Varadero. Non a caso è chiamata la città delle biciclette, sono ovunque, tante e di tutte le forme, dalle tradizionali biciclette a due ruote ai tricicli a quelle a quattro ruote per gli scarsi turisti che abbandonano le bianche spiagge alla ricerca di una Cuba più autentica e meno stereotipata.
Càrdenas però merita sopratutto il titolo ufficiale di "Città della bandiera" in quanto fu la prima città dell'isola a vedere issata la bandiera cubana, già nel lontano 1850, quando l'avventuriero venezuelano Narciso LOPEZ insieme ad un gruppo di mercenari americani issò la bandiera dopo lo sbarco nell'inutile tentativo di liberare l'isola dall'occupazione spagnola.
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Viaggi pruriginosi (III parte)

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misexLa Vineria di Monica e Piercarla è da sempre uno dei punti di ritrovo per i pochi appuntamenti che offro agli amici. Questa volta mi ritrovo all’ora di pranzo nel giorno della festa del Borgo, con Pj e la sua gentile consorte.
Pj è un amico di vecchia data che si è trasferito per lavoro a Venezia e mi fa sempre piacere incontrarlo visto che è stato anche una buona spalla in alcuni difficili momenti.
Parliamo del blog e dei primi due post, insieme a Monica e Piercarla e ci vengono in mente molte idee e molte domande che raccolgo e alle quali vorrei provare a trovare una risposta.
Mentre attendo il mio calice di un buon dolcetto di Ovada, le domande che ci poniamo sono diverse. Quale è il motivo che spinge un uomo a diventare gigolò, ma la domanda si può porre anche nella versione femminile e poi ancora è davvero trasgressione tutto ciò? come lo è il rapporto omosessuale? Con queste domande mi bevo il mio vinello pronto a continuare la mia ricerca.
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La festa dell'ipocrisia

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pinocchioQuesta mattina come al solito prima di scendere dal letto, dopo essermi stiracchiato bene tra le lenzuola, arruffate per una notte accaldata, sfoglio i giornali dal mio iPad. Le notizie scorrono velocemente sui soliti scandali sportivi; la cronaca racconta delle indagini sui più famosi omicidi che hanno fatto tenere il naso schiacciato allo schermo televisivo alla maggioranza delle casalinghe italiane. Sono di veloce lettura anche le pagine sulla visita del Papa a Zagabria.
Salto le pagine economiche e calcistiche perché non ne ho né interesse né cultura. Mi soffermo sulle pagine della guerra in Libia, degli sbarchi dei migranti in Italia, sull'ipocrisia di un governo che continua a dire che va tutto bene e che la crisi è superata, sull'incapacità dell'opposizione parlamentare ad avere un leader e a capire cosa vuole esattamente la maggioranza degli italiani.
Sembra una giornata normale come tante altre, fuori piove, i vetri della camera da letto riportano i disegni del temporale notturno che ha lasciato le goccioline sui vetri, la speaker alla radio ripercorre le stesse notizie avanti lette senza aggiungerci né enfasi né tristitudine.
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La gramigna

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gramignaIl caldo di questi giorni è veramente soffocante anche nel fare due passi per la campagna. È come avventurarsi nei gironi dell'inferno dantesco, preferisco fare una camminata anziché una corsetta.
La campagna è comunque bellissima, i campi sono coltivati, il colore delle spighe del grano in maturazione rende fantastica la visione, dal giallo intenso ad un oro brillante trasformando quel campo in uno spettacolare mare che una leggera brezza muove soavemente.
Anche i campi incolti hanno colori fantastici, sembrano usciti dai dipinti espressionisti di Manet o Cėzanne.
Il bianco dei convolvoli è alternato al rosso vivace della moltitudine di papaveri che sembrano tanti soldatini dalle rosse giubbe. Il giallo della camomilla, il blu dei fiordalisi fanno di ogni terreno erboso un dipinto che ti attira a correrci dentro all'infinito.
Farfalle di ogni colore svolazzano di fiore in fiore, pare che annuncino l’arrivo della dea Cecere pronta alla festa dell’Ambarvalia.
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Dietro le quinte di Cuba (VII parte)

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Cuba (04/2010)La casa di Levian è nella periferia di Ciego de Avila, una piccola casetta in muratura dove vive con la moglie e la figlia, nata da pochissimi mesi.
Levian ci attende sulla strada con la sua stampella in pantaloncini corti con le infradito ai piedi. E' di carnagione più chiara di Wilmer con capelli ricci castano scuro e si presenta a torso nudo, con un fisico scolpito da far invidia ai nostri culturisti palestrati. In questo caso comprendo che è la danza che la fa da padrona con le sue quotidiane prove degli spettacoli che i ragazzi devono fare.
La moglie, coetanea di Levian, è in cortile impegnata a lavare in un mastello l'abbigliamento della loro bambina che diventa subito il giocattolo per tutti noi.
I capelli e gli occhi scuri sono quelli della mamma, ma la vivacità è sicuramente del padre.
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Viaggi pruriginosi (II parte)

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misexSimone mi aveva fatto riflettere molto su questo antico mestiere in quanto lo avevo sempre preso in considerazione nella versione femminile e all'idea del "prostituto" non avevo mai prestato particolare attenzione.
Questa sosta al MI.SEX mi permette anzi di "aprirmi intellettualmente" a un mondo che è sicuramente "sommerso" ma è di una tale ampiezza che merita ogni tipo di attenzione e riflessione, cosa che farò sicuramente e cercherò prossimamente di analizzare e studiare e non mancherò certamente di scriverne.
Il mio amico mi aveva fatto conoscere un suo "collega" forse "concorrente", direi leggermente più anziano, che si era unito al nostro tavolino del bar sotto la galleria Vittorio Emanuele a Milano. Daniele ma soprannominato professionalmente Daniel era entrato con molta "nonchalance" nel nostro discorso e senza grandi difficoltà, non vedendomi né come giornalista né tanto meno, e purtroppo per me, come un probabile concorrente, aggiunge al nostro discorso particolari importanti per farmi comprendere perché una donna dovrebbe andare a cercare un gigolo a pagamento.
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Dietro le quinte di Cuba (VIII parte)

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Cuba (04/2010)A Ciego de Avila decidiamo che è il momento di prenderci un po' di riposo in un parco vicino alla città con al centro un laghetto dove stradine colorate disegnano un percorso lungo tutto lo specchio d'acqua e piccoli chioschi di venditori di bevande e noleggiatori di barchette a remi fanno da cornice alla strada.
Ci soffermiamo a bere qualche cosa mentre mamà e Yanelis si gustano un fresco gelato. Io però rimango ammaliato più dalle auto parcheggiate, una sorta di vetrina di auto americane anni 50/60 dai colori sgargianti e dalle cromature un tempo luccicanti, ma che rappresentano comunque uno degli elementi più caratteristici di Cuba e mi sembra doveroso fotografarle per il mio blog.
Chiacchierando amabilmente rientriamo verso Jatibonico, visto che domani partiremo per Matanzas e dobbiamo preparare ancora tante cose.
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Un viaggio in Moldavia (Romania)

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RomaniaIl volo, a parte lo strillare dei bambini della fila che mi precede, è stato tranquillo. Già all'imbarco temevo che le poche ore di viaggio che uniscono Levaldigi a Bacau, fossero drammatiche per la quantità di rumeni che rientrano nelle città, che diedero loro i natali, visto l' ingente numero di persone trovate al gate dell'aeroporto.
Ho potuto conoscere meglio i miei compagni di viaggio durante il tragitto in pulmino tra Torino e il minuscolo aeroporto di Cuneo Levaldigi. Saremo ospiti per pochi giorni della città rumena di Bacau, capoluogo dell'omonimo distretto della Regione della Moldavia, una località molto antica situata ai piedi dei Carpazi, bagnata dal fiume Districa che si getta nel Siret, a circa otto km a sud della cittadina.
All'arrivo ci attendono i conoscenti rumeni con cui stringiamo subito amicizia. Ci portano alla loro sede sociale su un vecchio pulmino Fiat, dono di una associazione di Moncalieri che ha organizzato il viaggio per cementare il gemellaggio con la consorella rumena.
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La finestra

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finestraLa mia reggia è piccola, veramente piccola per potersi definire un maniero, ma è abbastanza grande per essere il castello dei miei sogni. Ogni angolo contiene uno scrigno di segreti, ogni parete sprigiona dai libri appoggiati su traballanti mensole, storie fantastiche e sogni.
Vi è in tutta la casa una sola finestra, non è grande, non si apre sul mare per farti godere il tramonto della vita quotidiana ma nemmeno sulle bianche montagne delle Alpi per farti ammirare l'alba della speranza che nasce dietro a quella vetta aguzza come una lucente lancia.
Si apre su una stradina piccola e sterrata, ove passano poche persone e poche auto.
La finestra è in legno di ciliegio, di quel colore rossiccio che ti mette serenità, con le dolci nervature del legno che sembrano disegnare antichi geroglifici. Una leggera tenda, sempre di color pastello, gialla o azzurrina la veste decorandola.
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Notte Verde con le Penne Nere

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alpinoL'attesa sulla banchina del binario 5 è lunga e cerco di far passare i 50 minuti di attesa del regionale per Torino ascoltando la musica dall'Ipod e guardandomi intorno come per capire come sia cambiata la stazione ferroviaria della mia città negli ultimi anni. Non utilizzo molto il treno per gli spostamenti, sia per pigrizia sia per non sentirmi legato da orari.
Questa volta però lo ritengo assolutamente necessario: sono convinto che avventurarsi oggi verso Torino sia una "missione impossibile". Intorno a me crocchi di giovani fanciulli dall'aria inebetita dalla splendida e calda giornata che fanno confusione con i loro urletti scemotti, ma è tutto permesso vista la loro giovane età. Mi colpiscono due giovanissime coppie teneramente abbracciate che continuano a baciarsi, probabilmente dichiarandosi amore eterno, apprezzo il bello delle prime infatuazioni, quando pensi di essere al centro del mondo e di aver scoperto il valore della coppia e della vita.
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Dietro le quinte di Cuba (VI parte)

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Cuba (04/2010)Passiamo la giornata con una visita con la famiglia di Wilmer a Sancti Spiritus, la strada è un ampio viale bellissimo, bordato di flamboyant, alberi dai fiori rossi, che generano una esplosione di rosso e verde che si staglia su un cielo azzurro, sfrutterò questa giornata per curiosare tra i negozietti della cittadina alla ricerca di qualche regalino da portare a casa agli amici più stretti.
La giornata scorre tranquilla, impegnati a fare i veri turisti per negozi e a far fotografie vicino alle statue di illustri personaggi cubani. Yanelis si presta volentieri ha farmi da damigella in posa per le mie fotografie.
I negozi vendono essenzialmente prodotti nazionali ma si può trovare anche merce asiatica o sud americana.
Sono alla ricerca di una Guayabera che mi piacerebbe regalare al mio amico Roberto che la vorrebbe aderente per mettere in evidenza il suo fisico ma la Guayabera è una camicia a manica lungha o corta, caratterizzata da pieghettature verticali (alforzas) e dotate di due o quattro tasche. E' molto popolare in America Latina ed è anche utilizzata come camicia nuziale in Messico, sopratutto diffusa per i matrimoni celebrati in spiaggia per la combinazione di stile e comfort.
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