Blog di Dante Paolo Ferraris

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Rovigno

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RovignoIl viaggio in auto è lungo ma l'aspettativa è alta. Varcato il confine italiano, dobbiamo attraversare un breve tratto di strada in Slovenia, prima di raggiungere la Croazia. In Istria il panorama è verde e lussureggiante, la strada si snoda tra dolci colli, dove i campanili gareggiano con gli alti alberi che da secoli caratterizzano la Croazia i borghi che attraversiamo si susseguono con i loro antichi castelli e le lussuose dimore nobiliari. Da lontano lo skyline della città di Rovigno mi appare caratterizzato dall'alto campanile della chiesa di Sant'Eufemia.
La storia della cittadina in cui passeremo le ferie è molto antica e risale all'età del ferro e del bronzo, quando quest'area era abitata dalla tribù mercantile degli Hisri. Nel 177 a.C. Rovigno diventò parte dell'impero romano e assunse il nome di Arupinium o Mons Rubineus ossia pietra preziosa. Più tardi assunse il nome di Ruginium e Ruvinium ma anche Ruigno, Ruinio, Revigo, compare anche come Rubinum. Alcuni credono che il nome possa derivare da Rufinius del nome di un proprietario terriero in epoca romana. Dopo un lungo periodo di prosperità e con l'inizio del decadimento dell'impero romano, Rovigno diventò oggetto di saccheggi sia da parte degli unni che di altri popoli nomadi assetati di conquista.È in questo periodo che gli abitanti iniziarono a trasferirsi sulle isole fortificandole. Rovigno, dopo il periodo di dominio britannico, passò sotto il controllo dei longobardi e poi dei franchi.
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Il mio Piemonte: Valprato Soana

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Valprato SoanaLa primavera è volata via in un attimo tra la voglia di godersi il sole e la necessita di ferie. Così arriva l'estate con il sole mattutino luminoso e i pomeriggi brucianti che spopolano le vie delle città, per riempirle di nuovo quando le ombre si allungano. La giornata la cercherò in un luogo fresco, all'ombra di qualche montagna piemontese. In auto mi dirigo verso le Alpi Graie, percorro il Canavese ed in particolare mi inoltro in valle Orco, fintato che trovo il cartello stradale che mi porta alla meta scelta. Inizio a risalire, lungo una strada stretta e tortuosa, ma il panorama che si apre davanti ai miei occhi mi fa dimenticare la stanchezza. La strada è coronata da boschi di betulle, faggi, castagni, i prati sembrano dipinti da pittori espressionisti. Prima di entrare a Valprato Soana, faccio una breve sosta al Santuario della Natività di Maria Vergine in località Iornea. Debbo fare qualche centinaia di metri in salita, lungo un bel sentiero per visitarlo. Il Santuario è caratterizzato da una struttura di forma ottagonale. Il suo ingresso a è preceduto da un pronao d'ingresso porticato e voltato a crociera con l'affresco dell'Annunciazione posta sopra la porta d'accesso. L'edificio ha la caratteristica copertura montana "a lose". Il suo interno è decorato con affreschi ben conservati. Questo edificio fu costruito nel 1731 sulla base di una cappella preesistente. Dal sagrato con giardino del Santuario osservo lo scorrere tumultuoso delle acque del torrente Soana e la verdeggiante vegetazione di conifere che le fanno da corona. Mentre mi riposo scorro rapidamente la storia del borgo che sto per visitare.
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Il mio Piemonte: Alluvioni Cambiò

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AlluvioniCambioQuesta domenica la mia gita fuori porta non è molto lontana dalla mia abitazione, infatti sono pochissimi i chilometri che devo percorrere per raggiungere Alluvioni Cambiò. Il nome di questo borgo abitato è più che rivelatore. Infatti Alluvioni Cambiò è posto vicinissimo alla confluenza del fiume Tanaro in Po e non è nemmeno molto distante dal torrente Scrivia.
Il territorio è stato soggetto per un centinaio di anni ad alluvioni, anche catastrofiche che hanno modellato il territorio, spostando diverse volte i corso dei fiumi e conseguentemente dei centri abitati.
Il luogo da sempre fu importante perché vi transitavano strade commerciali e lungo le sue coste vi era un porto natante che permetteva il collegamento tra le due sponde del Po. Fino al 1716 il centro abitato più importante era Sparvara, posto in riva sinistra del grande fiume.
Questo borgo era già citato nel medioevo nell'actum di Sparvoario dell'anno 1180". L'origine di questo toponimo è molto discusso, per alcuni è di origine romana, per altri longobarda.
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Il mio Piemonte: Magnano

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MagnanoIl borgo è posto in una splendida posizione sulla collina morenica della Serra al confine con il Canavese, conserva integre numerose tracce del suo passato medioevale. Il comune ha un territorio molto vasto, comprendente le tre frazioni: San Sudario, Broglina e Piletta. Il toponimo, quello del capoluogo che dovrebbe derivare dai Magnani, termine dialettale con cui venivano chiamati i fabbri e gli artigiani del ferro in genere.
Probabilmente il territorio fu in antichità abitato dai Victimuli ma le prime notizie documentate del territorio di Magnano risalgono agli inizi dell'XI secolo, quando fu infeudato al Capitolo di Sant'Eusebio di Vercelli. L'antico paese di Magnano sorgeva anticamente, intorno alla chiesa di San Secondo, che fu fondata anch'essa nel XI secolo, presumibilmente ad opera dei monaci benedettini.
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Il mio Piemonte: Villamiroglio

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VillamiroglioDa poco ho iniziato a percorrere la strada provinciale n° 3 dei fagiolini, il suo nome è a ricordo dei prodotti ortofrutticoli che un tempo erano prodotti in questa zona, nei comuni di Moncestino e Villamiroglio. La vallata è percorsa dal rio Marca e appena accedo nel territorio comunale di Villamiroglio, trovo posto tra i verdi campi e il rio Valle, la chiesetta della Madonna della Neve. Mi fermo un attimo per scattare qualche foto e osservare da vicino questo edificio. Il prospetto ha tetto a capanna, tripartito da lesene diviso in due ordini. Presenta nel primo ordine la porta d'accesso affiancata da due finestre quadrate e leggermente strombate. Nel secondo ordine vi è una finestra rettangolare affiancata da due nicchie vuote. Nel timpano del frontone una finestra tamponata conclude la sua facciata. Riesco a sbirciare dentro da una finestra e posso vedere una serie di panche con inginocchiatoi di legno, assai impolverati. Le pareti hanno come unico decoro l'umidità e intonaco staccato. Grazie ad una finestra ad oculo, posta nella piatta abside, un raggio di sole illumina l'altare, bianco e spoglio. Sopra di esso vi sono poste tre statue che non riesco a identificare. Questo edificio ha sicure origini seicentesche ed un tempo nei suoi dintorni si svolgeva una fiera popolare nel giorno della ricorrenza della Madonna della Neve, il 5 agosto.
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Il mio Piemonte: Casanova Elvo

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Casanova ElvoLa stagione estiva volge al termine, il riso è quasi pronto da essere trebbiato, la vendemmia è iniziata da qualche giorno. Sono i pensieri che mi hanno accompagnato stamattina, nel viaggio alla scoperta di un nuovo borgo. Da poco ho lasciato Olcenengo che già mi trovo a Casanova Elvo. Il toponimo del borgo che mi sono promesso di visitare è composto dal sostantivo casa, inteso come casa massaricia, ossia podere a conduzione familiare e dall'aggettivo nuova. Casanova era già attestato nel secolo IX è fu accompagnato successivamente dall'idronimo del torrente Elvo. Popolarmente invece, si collega il nome al fatto che gli abitanti siano stati costretti molte volte a ricostruirsi le proprie abitazioni a causa delle alluvioni provocate dal torrente che vi scorre nei pressi. Devo ancora entrare in paese che già mi fermo con l'auto per osservare e fotografare l'Oratorio di San Rocco, posto nei pressi del torrente Elvo. Questo edificio risale al 1852 ed è di semplice fattura, molto alto, con detto a capanna, triparto da la leggere lesene. Presenta un unica porta d'accesso affiancate da due finestre. Sopra la porta è presente un ampia finestre rettangolare. Osservo con meraviglia un bellissima altorilievo con la figura del Santo in ceramica, collocato nel timpano del frontespizio.
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Il mio Piemonte: Briona

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BrionaL'alba è passata da diverse ore, ho lasciato la mia città che ormai la luce del giorno si era impossessata di ogni cosa. L'autostrada stamattina era quasi deserta, uscito dal casello, un veloce caffè è poi diretto a Briona, borgo posto al limite tra la pianura e le colline Novaresi. Il suo toponimo deriva da Breòn, Bregundum o Brigodunum, che significa luogo fortificato in alto - rocca dell'altura, di certa derivazione celtica. Il Comune di Briona ha diverse frazioni che cercherò di visitare per quanto possibile. Un territorio ricco, non solo di storia ma anche di una diversificata agricoltura che grazie torrente Strona, al rio Nocca e dalla Roggia Mora che lo attraversano lo ha reso particolarmente fertile; senza contare le sue verdeggianti colline. Infatti, questo centro agricolo fornisce vini generosi come il Nebbiolo, anche nelle pregiate versioni dello Spanna e del Caramino, oltre al Rosso delle colline Novaresi d.o.c. Mentre raggiungo l'antico borgo e le sue frazioni ripercorro brevemente la storia del suo territorio. Il luogo fu abitato fin dai tempi più antichi come dimostrato gli scavi archeologici che hanno trovato reperti in selce riferibili soprattutto al periodo di transizione fra l'età della pietra e quella del bronzo ossi all'Eneolitico.
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Il mio Piemonte: Mornese

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MorneseAnche se uscire di casa al mattino provoca ancora un sussulto per via del freddo, la mai titubanza si scioglie lentamente mentre salgo verso la collina dell'alto Monferrato.
La primavera è sbocciata e il mio umore è già più festoso anche se il clima può essere pazzerello.
Per raggiungere Mornese sono passato davanti alla chiesa campestre della Vergine santissima di Pompei, posto ai confini del comune, al bivio delle strade che conducono a Montaldeo e Parodi Ligure; mi sono soffermato brevemente per ammirarla, leggere le lapidi poste sotto il piccolo porticato e scattare qualche foto.
La chiesetta a navata unica ha un tetto a capanna e fu eretta nel 1898, le lapidi poste sulla facciata ne ricordano la fondazione e il suo centenario.
Prima di entrare nell'antico borgo, devo fare un ulteriore sosta per meglio vedere la chiesa campestre dedicata a San Rocco.
La chiesetta si presenta semplice sulle linee costruttive,con un tetto a capanna e sulla facciata prospetta un portale rettangolare con due finestre ai lati munite di grate.
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Il mio Piemonte: Bassignana

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BassignanaL'occasione per una visita a Bassignana me la offrono Vito e sua moglie Paola. Ero già stato in questo borgo ai confini con la Lombardia, diverse volte, sia a casa di un'amica ormai scomparsa che per incontrare altri compagni di avventure. La storia di Bassignana si perde nella notte dei tempi ed è percorsa da tante battaglie. È la sua posizione che ne ha fatta da sempre una zona di particolare interesse soprattutto economico. Infatti, il paese è posto tra due fiumi, il Po e il Tanaro, su importanti direttrici commerciali. Il borgo ha sicure origini romane, infatti, tanti sono stati i ritrovamenti che indicano un'importante villa, residenza di famiglie aristocratiche all'interno della centuriazione romana voluta dopo la fondazione di Derthona o Tortona.
Il toponimo Bassignana potrebbe derivare da villa Bassiniana poi in forma contratta Bassinianica dall'eponimo Bassinus di origine romana. Sono convinto che la sua particolare posizione abbia già visto in precedenza la presenza di una popolazione gallica – ligure. Con la caduta dell'Impero romano il borgo diventa un castrum longobardo, presidiata probabilmente, affermano gli studiosi, da una guarnigione gepidica, una popolazione germanica affine ai Goti.
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Il mio Piemonte: Spineto Scrivia

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Spineto Scrivia.La mattina mi accoglie con un cielo terso, prima che il caldo soffochi questa bella giornata, decido di andare a fare una passeggiata tra le colline del tortonese. Con l'auto mi immetto su una stretta stradina, dopo aver lasciato l'antica via Postumia, ormai asfaltata. Voglio raggiungere dapprima la frazione Villa Mariana, o Mariane e non Marianne come è consuetudine dire.
Questa frazione del Comune di Spineto Scrivia è posta su un altipiano, nei suoi pressi corre il Rio Magarotto ed è composta da un gruppo di abitazioni civile con piccoli cortili e rimesse per le attrezzature e mezzi agricoli.
Il rio Magarotto ha diversi racconti da ricordare, come la morte sulle sue rive di un soldato tedesco al soldo della Spagna o quando nel 1313, un mercante di Milano fu depredato dei suoi averi mentre percorreva le sponde del Rio e chiese risarcimento del danno subito al Comune di Tortona. Non si sa quando questa borgata sia stata fondata, le fonti più autorevoli affermano che fu fondata ai tempi del dominio dei Ghibellini su Tortona, dall'unione di famiglie provenienti da altri luoghi. In questo luogo esiste un complesso di edifici che realizzano una interessante forma di castello, circondato da ripe, alti muri. L'edificio è difficilmente raggiungibile ed è in evidente stato di abbandono ma conserva tratti trecenteschi e quattrocenteschi. Di certo si sa che all'inizio del XVIII secolo fu incendiato e devastato dagli spagnoli. Il complesso è poi stato anche convento per frati mendicanti.
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Il mio Piemonte: Pallanzeno

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PallanzenoArrivo con Stefano a Pallanzeno dopo una mattinata di girovagare per la bassa valle Ossola. Parcheggiato l'auto vicino alla chiesa sostiamo brevemente sotto il viale della Rimembranza e ripercorriamo la storia del borgo. Pallanzeno è posto sulla riva destra del fiume Toce. Il toponimo deriva dal celtico palanz, traducibile come un luogo d'incontro o luogo di mercato. Quindi è facile ipotizzare come in questo luogo avvenissero scambi commerciali e che pertanto abbia una storia antichissima. Abitato dapprima dai Leponzi, l'Ossola passò poi sotto il controllo romano. La storia del villaggio seguirà le vicende di Roma e la sua successiva decadenza. Arrivarono i Goti e poi i Longobardi e il villaggio di Pallanzeno come tutta l'Ossola dipendette dal duca longobardo che risiedeva sull'isola di San Giulio sul lago d'Orta. Dopo il periodo di dominazione franca, tutta l'Ossola diventò feudo del Vescovo di Novara. Iniziò un periodo di conflitti tra gli uomini fedeli al Vescovo, i conti di Castello e di Biandrate. Pallanzeno nel 1307 insorse insieme con altri centri abitati, contro il Vescovo di Novara, Uguccione de Borromei che si era opposto alla costruzione della fortificazione della città di Domodossola. In quell'anno, il nobile Guglielmo di Petrazzano che possedeva beni terrieri a Pallanzeno a Villa e Trontano, con un gruppo di Ossolani attentò alla vita del Vescovo. Il gruppo armato assalì la casa del vicario del Castellano di Mattarella uccidendolo insieme a tre notabili, mentre il vescovo Uguccione si salvò mettendosi in fuga. Il Vescovo reagì lanciando un interdetto su Domo e scomunicò Guglielmo da Petrazzano e i suoi uomini.
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