Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Viù

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ViùLa pioggia scroscia generosa e il vento la porta dove vuole. L'autunno ci sta per lasciare, gli alberi abbandonano le foglie. L'alba è strapazzata da un cielo che porta tempesta ma man mano che salgo verso la montagna le nuvole sembrano abbandonarmi. Supero Lanzo, porta delle Alpi Graie, ed immerso nel verde inizio ad arrampicarmi per la Valle di Viù. Sinuosamente la strada segue il percorso delle montagne mentre nel fondovalle corre impetuoso lo Stura di Viù.
La sua storia è antica infatti il territorio fu abitato sin dall'età preistorica, come attestano alcuni reperti neolitici e da alcune incisioni rupestri. Tra il VI e V sec a.C. alle popolazioni di stirpe ligure, che vivevano nelle Alpi occidentali, si sovrapposero quelle Celtiche formando così delle tribù celto-liguri, tra cui quella dei Garocaeli o Graiocaeli, che popolò la Valle di Viù. La presenza dei Romani in valle è testimoniata dal ritrovamento negli scavi effettuati nei pressi del Castello di parecchie monete romane. E se la Valle di Viù faceva parte del regno di Cozio ai tempi di Giulio Cesare, questo fu assorbito completamente dall'Impero Romano sotto l'Imperatore Nerone. La valle, viste le difficoltà di collegamento, non fu oggetto di incursioni barbariche ma tuttavia fu sottomessa ai Burgundi e ai Franchi.
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25 Aprile

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25 AprileCome sono cambiati i tempi, le idee e i sentimenti legate alla festa della liberazione.
Da bambino mi ricordo che a scuola vi erano dei concorsi di disegno per i più piccoli, temi per i più grandi, sulla liberazione e sul sacrificio di tanti partigiani: erano definiti patrioti e martiri della libertà. Si arrivava al fatidico giorno, dopo aver sentito racconti e letto pagine di storia. Addirittura ci portarono a vedere la casa dei fratelli Cervi e alla Benedicta dove i martiri della libertà si immolarono in un sacrificio estremo.
Poi la mattina del 25 aprile, davanti al monumento dedicato ai partigiani del mio paese, ci si ritrovava in tanti. Gli anziani con il foulard tricolore insieme ai tanti bambini con i genitori ascoltavamo un oratore che ripercorreva quei tragici fatti dal 1943 al 1945. Non capivamo la differenza tra partigiani bianchi o rossi, ma sapevamo che il nazismo e il fascismo erano il male.
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Il mio Piemonte: Ponzano Monferrato

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Ponzano MonferratoLa giornata primaverile si annuncia luminosa e la mia meta stamattina saprà dare il meglio di sé perché il borgo sulle colline del Monferrato casalese che visiterò è un "comune fiorito" e "paese del giardino diffuso".
Supero i binari della linea ferroviaria Castagnole-Asti-Mortara a binario unico con la vicina sua Stazione abbandonata di Ponzano Monferrato che era una semplice fermata. La linea purtroppo fu soppressa nel 2003. La fermata fu inaugurata il 12 luglio 1870 contestualmente all'apertura della linea ferrovia. La linea era gestita Società per le Ferrovie dell'Alta Italia il cui esercizio fu ceduto dallo Stato nel 1905 dopo diversi passaggi di proprietà. La linea fu soppressa nel 2010 a causa di cedimenti strutturali della galleria presso Ozzano Monferrato. L‘origine del borgo di Ponzano risale all'epoca tardo-romana, quando si insediarono i legionari premiati con la concessione di terre. Successivamente divenne insediamento longobardo come lo testimonia il toponimo frazione Salabue di chiara derivazione longobarda, ossia"Sala" da magazzino fortificato per gli uomini e bestiame. Entrata poi in possedimento al marchese di Monferrato Guglielmo V "Il Vecchio" da parte di Federico I Barbarossa. Nel 1390 il borgo di Ponzano è tra I possedimenti di Bernardo Saliceto. Passa poi in diversi mani.
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Il mio Piemonte: Ailoche

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AilocheLa giornata è splendida, ormai i fiori hanno invaso i campi, non c'è più traccia dell'inverno se non un venticello marzolino. Stamattina sono partito presto, il mio dito sulla vecchia cartina geografica mi ha indicato un piccolo paese nel cuore della Valle Sessera, posto al confine nord orientale della provincia di Biella. Con la l'auto percorro queste zone magnifiche zone del biellese, che ancora oggi raccontano dell'operosità delle genti impegnate nelle diverse manifatture tessili. Ailoche è un borgo adagiato su un territorio prevalentemente montano suddiviso in diverse borgate che oggi mi propongo di visitare. Infatti Ailoche possiede oltre al capoluogo le frazioni di Venarolo, Lora, Piasca, Vacchera, Peiro, Ponte Strona, Gabbio, Giunchio, per un totale di pochissimi residenti, circa 320 abitanti che tendono a raddoppiare durante il periodo estivo in quanto zona di villeggiatura.
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Il mio Piemonte: Casalino

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CasalinoL'idea di andare a vedere Casalino mi arriva da Maurizio che mi chiede informazioni su un personaggio di Ponzana, frazione di Casalino che fondò nel 1922 la Croce Verde di Gorizia.
Come esco dall'autostrada imbocco la strada provinciale 11 Padana superiore in direzione Novara e mentre mi dirigo verso Orfengo, prima frazione di Casalino ne ripercorro brevemente la storia. Le origini di questa borgata sono antiche e lo testimoniano il ritrovamento nel suo territorio testimonianze di epoca romana. Invece sono ben note le vicende risorgimentali che la videro scenario di due scontri armati. Il primo avvenne il 7-8 aprile, durante i moti liberali del 1821.
La storia ci racconta che dopo che il principe Carlo Albero fu sconfessato dal Re Carlo Felice per aver concesso la Costituzione, avvenuta dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I, costui fu obbligato a lasciare Torino e portarsi a Novara sotto la protezione degli austriaci. Ma la macchina insurrezzionalista era partita sia per l'aderenza della borghesia che di alcuni ufficiali del regio esercito sabaudo. Proprio ad Orfenfo le poche truppe costituzionaliste, comandate dal generale Regis, vengono sconfitte dalle soverchianti truppe austriache. Il secondo episodio è del 22 maggio 1859 quando Orfego divenne sede di un "posto di sicurezza" dove gli austriaci comandati dal colonnello Ceschi inviava drappelli di soldati a "saggiare" la presenza di truppe piemontesi lungo il fiume Sesia e in Vercelli.
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Il mio Piemonte: Strevi

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StreviLa giornata inizia con i raggi solari che attraversano i vetri della finestra e mi invitano a uscire rapidamente da casa alla scoperta di un altro piccolo borgo.
Coglierò l'occasione per andare a trovare il mio amico Paolo, noto produttore vitivinicolo e a scoprire il borgo di Strevi.
Strevi è un piccolo borgo che sorge alla base, ed alla sommità, di un contrafforte che si affaccia sulla sinistra del fiume Bormida. Lo raggiungo agevolmente e prima di incontrare Paolo voglio fare due passi per i due borghi, quello Superiore ed Inferiore che ne costituiscono il nucleo principale.
Inizio da quello Inferiore che più semplicemente gli Strevesi, lo indicano come di Sotto (Borg ad suta )
Dopo aver parcheggiato l'auto, inizio a scendere delle strette stradine fino a raggiungere il Borgo inferiore, che probabilmente fu il primo agglomerato urbano di Strevi in quanto situato nella zona pianeggiante. Il borgo oggi si presenta con un agglomerato di case, con fattezze rurali e qualche importante palazzo storico con fattezze signorili, costruite intorno all'oratorio dell'Angelo Custode o della Santissima Trinità. Nel borgo inferiore insistono importanti case vitivinicole, la Pro Loco, la stazione ferroviaria e gli impianti sportivi. L'oratorio presenta una facciata senza particolari pregi architettonici, fatto salvo un affresco posto sopra la porta centrale.
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Il clima cambia intorno a Noi

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Kyoto Protocol 2005Fa caldo. La temperatura sulla terra è cresciuta in cento anni di 0.74 gradi Celsius, con una vistosa impennata a partire dagli anni ‘70 ma potrebbe ancora salire. È l'allarme dell'IPPC, la Commissione O.N.U. sul cambiamento climatico, che si ripete ormai come un mantra.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici si materializzano oggi attraverso un numero crescente di eventi metereologici estremi (tifoni, siccità, uragani, alluvioni), nell'innalzamento dei livelli del mare e nello scioglimento dei ghiacciai ritenuti perenni solamente quando io andavo a scuola.
Bisogna equilibrare il problema dei cambiamenti climatici con il diritto allo sviluppo sostenibile dei popoli. A soffrirne sono soprattutto le popolazioni che vivono in povertà e che non subiscono solo l'effetto del mutamento climatico, ma molti altri effetti, quali scarsità di cibo e acqua: sono attese nel mondo ulteriori crisi umanitarie.
Con estremo cinismo, il cambio climatico sta facendo già pagare il prezzo più alto ai paesi più poveri; il maggior numero di eventi climatici estremi si trova nel sud del mondo: Sri Lanka, Honduras, Bangladesch, India, ecc..
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Il mio Piemonte: Pozzol Groppo

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Pozzol GroppoÈ ancora grigio il cielo con nuvole anche oggi avare di pioggia e quell'aria calda che si fa sempre meno impertinente, quasi dolce. Oggi è comunque un bel giorno e sono certo che i colori riempiranno la mia giornata. Apparentemente non vado molto lontano ma la strada per raggiungere il territorio del mio girovagare non è né facile né agevole. Sono strade anche strette e tortuose che s'inerpicano sulle prime propaggini dell'Appennino tortonese. Anche la storia di questi borghi che visiterò non è facile delineare. Il territorio ha borghi sparsi e unificati sotto un unico Comune solo nel 1928. I due borghi principali si trovano rispettivamente sulla cresta di una collina che separa le valli Curone e Staffora, ossia San Lorenzo quasi in cresta e Biagasco in fondovalle sulla sinistra del torrente Staffora. Sono tredici le borgate e gli agglomerati di case che formano il comune di Pozzol Groppo, dominate dal castello dei Malaspina.
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Il mio Piemonte: Vinadio

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VinadioMi rendo conto che quest'anno il lavoro è stato molto stressante e che ho bisogno di staccare con il mondo, devo rifugiarmi in quale luogo a me sconosciuto e darmi alla sua scoperta. Decido di scappare dalla routine quotidiana e di rifugiarmi nella Valle Stura di Demonte sulle Alpi Marittime, lungo il fiume Stura. La mia scelta cade su Vinadio che mi promette belle passeggiate e molte scoperte.
Il viaggio anche se lungo è piacevole, sia per la musica che ascolto sull'autoradio sia per gli splendidi panorami che trovo appena imbocco la valle Stura. Ho prenotato una stanza in uno chalet, la cui direzione è nel bar del paese. Il parcheggio è centrale, comodo e gratuito e questo è importante per me e chi non si fissa programmi a lungo termine. Sono arrivato comodamente con la strada statale 221 del colle della Maddalena. Intorno alla piazza vi sono tutti i servizi necessari per un breve soggiorno. Dopo aver ricevuto la chiave della stanza, acquistato una guida della vallata vado a depositare i bagagli nella stanza. È piccola ma linda, carina e la finestra con il balcone si affaccia sul borgo e rimango subito impressionato dalle imponenti mure del suo forte che circondano quasi tutti l'abitato.
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Il mio Piemonte: Aisone

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AisoneLa giornata mi permette di raggiungere una piccola e caratteristica località della valle Stura nelle Alpi Marittime. Superato Borgo San Dalmazzo il panorama cambia e l'aria di montagna con il caldo sole mi accompagneranno nella giornata di visita ad Aisone.
Il toponimo ha due versioni in merito al nome di Aisone. La prima vuole che in prossimità del concentrico esistesse un tempietto dedicato alla Dea del destino, Aisa. Invece la seconda versione, che forse è la più probabile, vorrebbe che il toponimo derivi dall'antica consuetudine di coltivare la canapa che veniva fatta macerare in pozze d'acqua dette "Isou”. Ciò ci indica quanto sia antico il borgo che voglio visitare. Infatti a monte del concentrico sono state rinvenute in alcune grotte naturali, tracce di presenze umane risalenti al periodo neolitico. Il primo atto che ricorda questo borgo fu stipulato a Vinadio nel 1165 con il quale il marchese di Saluzzo, Manfredo I, fece pace e restituì ogni diritto ai signori del luogo. Infatti già nell'XI secolo Aisone faceva parte dei possedimenti dei marchesi di Busca e conti di Loreto. Successivamente venne riscattato dal marchese Bonifacio del Monferrato che lo cedette poi al figlioccio Bonifacio, marchese di Saluzzo.
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Il mio Piemonte: Castellazzo Novarese

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Castellazzo NovareseStamattina mi avventuro nella verdeggiante campagna novarese per raggiungere il piccolo borgo di Castellazzo Novarese. Questo paese ebbe origine nel periodo medievale, anche se negli anni 50' del secolo scorso, sono stati ritrovati reperti del I secolo d.C. tali da far pensare ad un insediamento di età romana. Il toponimo, è un diminutivo e dispregiativo di castellum, inteso come castello, testimoniata da un'antica fortificazione di cui la massiccia mole del castello è arrivato fino ai giorni nostri.
Castellazzo Novarese ha avuto origine nel periodo medievale ed il nome del luogo pare essere stato era stato Camodeia, nome dei signori del luogo, Da Camodeia. Questa fu una potente famiglia della zona tra il Duecento e il Trecento e che aveva edificato il castello. Il centro abitato si sviluppò attorno alla antica chiesa ormai scomparsa, intitolata a Santa Maria. Sotto il dominio del Comitato di Pombia prima, divenne in seguito un possedimento di numerosi casate: gli Scazzosi di Biandrate, i signori di Asigliano, i Tizzoni, i Caccia di Mandello che acquisirono il feudo nel 1667.
Raggiungo così il borgo, il sole è già alto e i suoi raggi creano particolari giochi di luce specchiandosi nelle risaie allagate che circondano il borgo. Sono molto poche le persone che trovo in giro, d'altra parte gli abitanti sono poche centinaia ed è un giorno feriale. Il castello si erge monumentale al centro del paese, quasi da fare ombra alle poche case del borgo. Parcheggiata l'auto nei pressi del Municipio, un lungo e bell'edificio che ospita il locale ufficio postale e sulla cui facciata una lapide ricorda i militari caduti nelle guerre mondiali.
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