Blog di Dante Paolo Ferraris

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Triora, un borgo ligure da scoprire - I parte

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Triora
Stamattina il cielo è leggermente velato da capricciose nuvole che portano con sé un venticello fresco e frizzante. La mia levataccia mattutina trova così un soffio d'aria fresca che mi accarezza il volto. Lascio la mia città ancora sonnacchiosa per recarmi al visitare un borgo assai lontano.
Triora è uno dei borghi più belli d'Italia, incastonato dell'Alta Valle Argentina, sull'antica Via del sale. Un tempo fu considerata anche granaio della Repubblica di Genova. Il borgo è circondato da corsi d'acqua, il principale è il torrente Argentina e da una rigogliosa vegetazione.
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Il mio Piemonte: Vidracco

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VidraccoOggi il mio girovagare per il Piemonte mi porta in Val di Chy, una valle situata nel territorio della provincia di Torino. Questa valle è nota per il suo paesaggio montuoso e per i piccoli borghi che la caratterizzano, ricchi di storia e tradizioni locali. È conosciuta come Valchiusella ed è attraversata da vari corsi d'acqua che confluiscono tutti nel torrente Chiusella. La valle presenta paesaggi suggestivi e luoghi ideali per periodi di relax. Essendo circondata da montagne la vallata offre molte opportunità per attività all'aperto soprattutto per escursioni e trekking. La Val di Chy ospita diversi borghi storici, ognuno con le proprie tradizioni e architetture tipiche del Piemonte.
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Il mio Piemonte : Carmagnola - II ed ultima parte

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CarmagnolaIl centro storico di Carmagnola è bello ed interessante e credo che lo sia anche la periferia e le frazioni. Certamente nelle frazioni non troverò castelli o palazzi nobiliari che ho visto in città ma sicuramente storie, chiesette e la bella campagna carmagnolese.
Lungo via del Porto trovo all'incrocio con via San Francesco di Sales, una piccola chiesetta, intitolata a San Antonio abate. La sua facciata presenta due lesene culminati con timpano triangolare. Il portone ligneo di accesso è a due battenti ed è fiancheggiato da due finestrelle ovoidali. L'edificio è sormontato da un timpano triangolare ed è interamente intonacato con una zoccolatura in lastre di materiale lapideo. Presenta un campanile a vela che si appoggia sulla muratura perimetrale.
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Il mio Piemonte: Silvano d'Orba

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Silvano d'OrbaLa mattinata estiva, calda e afosa mi invita a cercare il fresco; colgo l'occasione per andare nell'ovadese. Voglio visitare un interessante e storico luogo che fin da bambino mi ha attratto. Un grande castello si erge a dominare l'intero borgo quasi a gareggiare con il campanile della chiesa che come un dito alzato sembra fare il solletico alle nuvole. Il borgo pare incollato a delle lussureggianti colline e ai suoi piedi corre il torrente Orba che sposa ai piedi del paese il torrente Piota.
Silvano d'Orba è un comune con una storia ricca e antica, che affonda le sue radici nell'epoca romana e si sviluppa attraverso il Medioevo fino ai giorni nostri. Le origini di Silvano d'Orba risalgono all'epoca romana, anche se non ci sono molte testimonianze dirette di questo periodo. Il nome "Silvano" potrebbe derivare dal latino "Silvanus", il dio delle selve, suggerendo una zona ricca di boschi.
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Cremona la città dalle tre T - III parte

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CremonaDa Piazza Sant'Agostino, attraverso via Breda raggiungo via Oscasali dove subito trovo una lapide che ricorda la visita della regina Margherita di Savoia che nel 1925, fu ospite di Mons. Comm. Emilio Lombardi. Subito dopo c'è Palazzo Cattaneo Ala Ponzone formato dalla fusione di due proprietà risalenti XV secolo, già di proprietà della famiglia del nobile Ariberti, alla fine del XVIII secolo fu ristrutturato per il marchese Antonio Cattaneo. Presenta una facciata assai semplice ritmata da finestre frontonate al piano nobile, difronte al palazzo vi è la chiesa intitolata ai santi Egidio e Omobono.
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Tutti i giorni boccaloni

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boccaloneTutti i giorni incontriamo persone che si credono superiori, che ti guardano con sufficienza, che faticano a farti un cenno di saluto o ti ignorano.
Tutti noi crediamo di essere nella parte del giusto e di avere la verità in tasca.
In realtà non siamo che un frammento del nulla nel vorticoso mondo della supponenza che non è altro che una faccia dell'ignoranza.
Ciò l'hanno capito i veri furbi che ci manovrano e ci fanno credere quello che vogliono, riempiendoci la testa di false ideologie o strumentalizzando la verità.
Come boccaloni rimaniamo appesi all'amo e godiamo del nostro "essere superiori".
Intanto sempre nella padella del qualunquismo finiremo.
Allora cosa serve la supponenza, l'alterigia, l'egoismo se non a far credere a noi stessi ciò che non siamo?
 

Cremona la città dalle tre T - IV ed ultima parte

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CremonaM'avvio per via Trecchi ove si erge l'omonimo palazzo. Si tratta di un bell'edificio fatto costruire nel 1494 dal marchese Giacomo Trecchi e venne successivamente rielaborato con gusto neo-medioevale con ispirazione romantica nel XIX secolo. La facciata è arricchita da merlature di coronamento, torrette angolari e ornamenti neogotici. Il cortile presenta cinquecentesche colonne di marmo rosso di Verona e decorazioni neogotiche. Palazzo Trecchi, ricorda una lapide affissa sulla facciata, ospitò Giuseppe Garibaldi nel aprile del 1862 accompagnato da Nino Bixio, un altro eccellente ospite fu l'imperatore Carlo V.
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Pillole di Storia: l'eccidio di Babyn Yar

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Babyn YarUn passo indietro nella storia è necessario per ricordare un passato che non vogliamo che ritorni. Siamo in Ucraina, all'epoca dei fatti afferente all'U.R.S.S.. Durante la seconda guerra mondiale, tra il 1941 e il 1944, l'Ucraina fu occupata dalle forze dell'Asse nell'ambito della campagna di Russia. La Germania nazista vi instaurò il Reichskommissariat Ukraine. Oltre 30.000 ucraini si arruolarono nelle Waffen-SS in funzione antibolscevica ed antirussa. Il fatto narrato ha come prologo l'arrivo dei tedeschi a Kiev che vi giunsero il 19 settembre 1941.
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1994 - 2024 memorie della "Grande Alluvione" da volontario

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Alluvione Alessandria 1994A distanza di trent'anni da quel tragico 6 novembre 1994, che mi resterà indelebile nei ricordi, anche quest'anno la mia città si ferma a ricordare, in un mesto silenzio, le vittime di quella che fu definita La Grande Alluvione. Il giornale "La Repubblica" il 7 novembre di quell'anno scriveva: «Una regione schiacciata tra la terra e l'acqua, dal fango delle sue colline e della piena del Po, del Tanaro, della Bormida e di decine di altri fiumi e torrenti... Ad Alessandria il centro cittadino è completamente sommerso, un quartiere è stato sgomberato, così come parte dell'ospedale civile. Il sindaco Francesca Calvo è intervenuta in diretta a "Tutto il calcio minuto per minuto" lanciando un appello ai proprietari di gommoni e barche " ci servono per salvare chi è rimasto isolato"».
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Il mio Piemonte : Carmagnola - I parte

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CarmagnolaLa mattinata si presenta già calda benché la levataccia mattutina sia all'alba. Oggi mi sono promesso di fare una visita ad una cittadina piemontese che mi ha sempre incuriosito. Carmagnola è una destinazione interessante per vari motivi, che vanno dalla sua ricca storia, la cultura fino alla sua famosa Fiera Nazionale del Peperone. Ma il richiamo che da sempre mi ha affascinato e incuriosito è legato alle vicende di un suo famoso cittadino Francesco Bussone, soprannominato il Carmagnola.
La sua storia è assai oscura e con tante versioni diverse; il Manzoni ne fa una figura eroica nella sua prima tragedia il "Conte di Carmagnola" scritta tra il gennaio 1816 e il dicembre 1819 e pubblicata nel gennaio del 1820. La storia che preferisco sul Conte di Carmagnola vuole che Francesco Bussone che nacque tra il 1382 e il 1385 e come spesso accadeva nei secoli passati, prendeva il nome dal luogo di nascita: Carmagnola fosse figlio di contadini, gente molto povera.
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Il mio Piemonte: Melazzo

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MelazzoLa giornata è calda ed afosa, il clima è opprimente con l'aria satura di umidità tanto da sudare copiosamente. Cerco di fuggire verso l'Appennino ligure lasciandomi alle spalle la pianura padana Il cielo è di un azzurro pallido, velato da una leggera foschia che sfuma il paesaggio montano man mano che mi avvicino alle prime vette. Raggiungo Melazzo, anticamente nominato come "Melaceus" o nelle varianti Melacius", "Melagius", "Melaxus", "Melazius". Diverse sono le possibili derivazioni del toponimo: da Melas (oscuro, cupo), Meladium, ossia luogo coltivato a meli, oppure da Melo (collina) o da Mellax, personale romano.
Probabilmente il borgo era abitato da tribù di origine ligure, in seguito romanizzate, infatti in epoca romana il territorio era parte del percorso dell'acquedotto romano di Acqui Terme. E ancora presente con un cunicolo che portava le acque del torrente Erro nella città termale. Inizialmente fu feudo della chiesa milanese poi nel corso dell'XI secolo passò ai conti di Acquesana, feudatari imperiali e signori di parte di Acqui Terme. Melazzo diede i natali a San Guido d'Acqui, città nella quale fu vescovo dal 1034 al 1070. Costui donò i propri diritti signorili alla chiesa di Acqui, la quale ne ottenne conferma del possesso nel 1039 e successivamente nel 1052 dall'imperatore Enrico III. Passò poi dalla Chiesa d'Acqui al Comune e successivamente ai Marchesi del Bosco.
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