Luci ed ombre a Torino (LVIII ed ultima parte)
Lunedì 01 Maggio 2017 10:42
Unci-Unci è un folletto o meglio un Goblin che ho conosciuto molto tempo fa, durante la mia permanenza nella Hogwarts torinese. E se la Rowling nel racconto lo definisce una piccola creatura umanoide dall'intelligenza straordinaria che ha dita lunghe, piedi grandi e corpo tozzo ma che dispone di un potente potere magico, l'Unci-Unci torinese, di magico non ha nulla se non l'essere spocchioso. E se nel romanzo lavora alla Gringott, la banca dei maghi, costui invece lavora in proprio. Nel romanzio, da secoli i Goblin controllano la Gringott, ossia la banca dei maghi, Unci-Unci torinese e i suoi amici mangiamorte da poco invece controllano la Hogwarts torinese, ma forse la controllavano già da prima, solo che non in maniera pubblica.
Dopo essersi salutati, insieme attraversiamo corso Vittorio Emanuele II, Unci-Unci mi invita a prendere un caffè, considerato che ho ancora un po' di tempo prima della partenza del treno, accetto volentieri.
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Pipetto
Martedì 11 Aprile 2017 12:32
Pipetto era un aereo da guerra notturno. I suoi obiettivi erano normalmente le grandi industrie e le stazioni ferroviarie ma anche le finestre illuminate delle case in cui qualche sprovveduto o incosciente aveva lasciato la luce accesa. Il suo arrivo era annunciato dall'allarme aereo. Mio padre mi raccontava che il misterioso aereo solitario compariva all'improvviso nei cieli volando a bassa quota e seminava il panico tra gli anziani ma anche tra i giovani. Mio padre era convinto che fosse stato un aereo italiano o meglio della RSI (Repubblica Sociale Italiana) o addirittura tedesco, impegnato a far rispettare l'ordine dell'oscuramento imposto sia nei grandi centri urbani che in quelli piccoli nelle vicinanze di impianti industriali o grandi direttrici ferroviarie e stradali. C'è anche chi afferma che fosse inglese o statunitense, o meglio americano come si diceva per indicare gli U.S.A. In tanti hanno scritto su Pipetto (Pippetto o Pippo) sia chi si è trovato la casa mitragliata, oppure il fienile della cascina incendiato o anche chi percorrendo la strada a bordo di autoveicoli doveva affrontare le mitragliatrici di Pipetto. Di questo aereo si sa poco, credo sia stato un aereo tipo "Mosquito". Mi immagino mio padre, ancora ragazzino essere richiamato in casa all'imbrunire dai suoi genitori o dalle sorelle più grandicelle con la frase "Sbrigati, arriva Pipetto!!!".
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Il bigliettaio del bus n° 5
Martedì 21 Marzo 2017 10:39
In televisione, un vecchio film in bianco e nero mi ha riportato alla mente particolari momenti della mia infanzia. La scena in questione era quella del bigliettaio che sugli autobus prendeva i soldi consegnando il permesso di viaggio o obliterava l'abbonamento. Il film mi ha ricordato quando da piccolo prendevo l'autobus da Marengo per andare a scuola a Spinetta. La memoria mi lancia un flashback in cui i passeggeri stavano rigidamente seduti vicino alle porte posteriori dell'autobus e vicino ai finestrini. L'unica porta da cui potevi accedere all'autobus era quella posteriore, dove stava il bigliettaio, seduto come su un trono, su un piccolo sgabello, mentre la porta anteriore era riservata alla discesa. Il bigliettaio aveva sempre un cappello con fregio societario e visiera, camicia azzurra con cravatta scura e completo blu scuro. Con sguardo truce ti guardava quando tra bambini alzavamo un po' la voce per scherzare.
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Luci ed ombre a Torino (LVI parte)
Mercoledì 01 Marzo 2017 10:42
Nell'adiacente via Antonio Fabro, una lapide ricorda che al civico n. 6 che vi abitò, una delle più note figure dell'antifascismo torinese: Piero Gobetti.
Raggiungo il luogo d'appuntamento e trovo ad attendermi Ron e Erminione davanti ad un locale di ristorazione recentemente aperto il M** BUN. Il locale è un agrihamburgheria di tradizione piemontese. Infatti vi puoi trovare solo prodotti slow fast food prodotti in Piemonte. Ron che è un divoratore di carne, è particolarmente affezionato a questo locale, che nemmeno io disdegno, sia per la qualità dei prodotti che per il rapido servizio. Ordiniamo due bei panini con carne di fassone piemontese, il locale serve anche robiole al forno, carne cruda battuta al coltello, acciughe in salsa verde e rossa, dolci tipici come bônet e panna cotta, vini piemontesi e altre bevande prodotte in Piemonte.
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Pina, la mia lucertolina
Sabato 11 Febbraio 2017 10:15
Ancora intorpidita, Pina, così ho chiamato la mia lucertolina, esce da chissà quale buco dove è rimasta nascosta dormendo tutto l'inverno. Mi soffermo a guardarla, mi aveva tenuto compagnia tutta l'estate precedente sul piccolo balconcino che si affaccia sulla cucina. Le piaceva prendere il sole tra i vasi delle piante aromatiche, ma non disdegnava nemmeno una passeggiata tra i vasi dei gerani. Quante volte, annaffiando i vasi, le ho fatto il bagno, facendola scappare quando si mimetizzava tra le alte foglie della menta o si nascondeva sotto i grandi fiori delle zinnie. Era l'unico momento che la vedevo scappare, per il resto, la mia presenza anche se rumorosa sul balcone non la spaventava. Sono contento di rivederla, ha messo fuori la testolina e la muove da tutte le parti, come a voler riconoscere il luogo che la ospita. Ogni tanta la linguetta biforcuta guizza svelta dalla bocca.
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Il Mio Piemonte: Santa Giustina di Sezzadio
Venerdì 21 Aprile 2017 12:37
È una fresca domenica primaverile. Il sole si nasconde un po' tra le nuvole ma non c'è più il vento di stamattina. Voglio dedicare questo bel pomeriggio per visitare l'Abbazia di Santa Giustina di Sezzadio.
Grazie all'assenza di traffico raggiungo velocemente la mia meta. Vengo accolto nel parco da grandi platani che incorniciano parte dell'antica Abbazia. Il prato verde di erba ancora tenera e giovane è colorato da piccoli ciocchi di violette e margherite. Un Labrador, dal bel mantello crema, mi corre incontro scodinzolando, pare voglia darmi il benvenuto.
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Luci ed ombre a Torino (LVII parte)
Sabato 01 Aprile 2017 10:42
Mi avvio in Corso Galileo Ferraris, questa ampia strada alberata, parrebbe non nascondere nulla d'interessante, ma non è vero. Infatti subito s'incontra l'Istituto Magistrale Augusto Monti. Un bell'edificio in stile liberty, progettato da Giorgio Scagnatta e Camillo Dolza, costruito nel 1906. Colpiscono l'ingresso coperto da un elegante tettoia in ferro battuto e vetro e i molto curati e bei finestroni.
L'area dove sorge attualmente anche l'Istituto, è ancora oggi denominata " Siberia" Un tempo vi era una grande piazza, oggi scomparsa dedicata alla città di Venezia. La "Siberia" era una zona malsana ma che può raccontare molte storie. Come quella delle tote Rostagn, ossia le "Signorine di Rostagno" come venivano chiamate delle asinelle, dal nome del loro proprietario. Il grande prato erboso in cui girovagavano le asinelle, era anche stato scelto come deposito per materiale da costruzione. Il latte di queste asinelle si credeva fosse prodigioso per curare il mal di petto., ed il prato era indicato come il "prato del lattaio".
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Pensierino inutile della domenica mattina
Sabato 11 Marzo 2017 09:31
Dopo aver letto il giornale e ascoltato il radiogiornale, mi core veloce un inutile pensiero, quasi uno sfogo. Fintanto che metteremo la nostra croce sulle schede elettorali a vassalli di un imperatore non otterremo mai nulla per la plebe. Continuiamo a farci imbonire da venditori di sterco magico che cura tutte le malattie, continuiamo a credere che il futuro si legga nella sfera della fattucchiera, che il più forte ha sempre ragione, che sia giusto vivere divisi in classi sociali, in base al colore della pelle, che noi, io compreso, siamo i detentori della verità, che l'urlatore saprà difendere gli altri, che lamentarsi è giusto perché gli altri non fanno nulla, perché intanto tutti rubano, perché l'erba del vicino è più verde. Continuiamo a credere a chi promette il bene della società, plaudiamo chi ci garantisce sicurezza, lavoro e paradiso eterno. Continuiamo ad illuderci che abbiamo la pancia piena, le scarpe nuove, un vestito firmato, l'iPhone, la casa con piscina e un posto da tronista da Maria de Filippi. Ecco, mentre Voi credete queste cose e il nostro bel Paese va in merda, io mi metto le vecchie scarpe, il consunto ma colorato vestito e dopo il caffè, dopo aver mandato a cagare il mondo patinato dei superficialotti ipocriti vado a fare due passi e a godermi la domenica.
Un uomo deve saper piangere
Martedì 21 Febbraio 2017 10:32
Un detto popolare dice che un uomo non piange mai. Ma non è vero: anche gli uomini piangono. Piangere non è un male, non è un atto di debolezza, non è da considerare un peccato o espressione di paura. Il corpo umano ha bisogno di piangere, perché piangere aiuta a scaricare la tensione nervosa e lo stress. Aiuta a riflettere, a ritrovare se stessi ed ha un effetto sedativo dopo aver subito momenti di tensione emotiva.
Le ragioni del perché un uomo pianga sono molteplici, le più comuni sono la tristezza, la rabbia, la frustrazione, ma è anche espressione di gioia ed allegria.
D'altra parte se ci pensiamo, quando siamo nati la prima cosa che facciamo è urlare e piangere, è un modo di comunicare che non va represso. Poi da bambini, qualcuno mi raccontava che gli uomini non devevano piangere, che il pianto è associato alla debolezza.
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Luci ed ombre a Torino (LV parte)
Mercoledì 01 Febbraio 2017 10:42
Ormai sono in via Monte di Pietà e manca poca strada per raggiungere il luogo d'incontro con i miei amici.
Questa strada prende il nome dall'Istituto che forniva prestiti su pegni, ora sede di una banca. Il Monte dei pegni fu fondato da Claudio di Seyssel, docente all'università di Torino e vescovo di Marsiglia nel 1519. Costui fu giureconsulto e letterato di chiara fama e le sue spoglie furono tumulate nel duomo di Torino. Mori infatti un anno dopo aver istituito il Monte dei Pegni. Questa istituzione ebbe nella sua lunga storia diverse traversie, infatti dopo qualche anno di attività cadde in crisi per colpa delle guerre che tormentarono la seconda metà del 1500. Nel 1579, dopo un periodo di chiusura, fu riaperto per iniziativa dei Gesuiti. Nel 1825 l'amministrazione dell'ente venne affidata alla Compagnia delle Opere Pie di San Paolo, ora è sede di una banca, come ovvio che sia. Molti non lo sanno ma il cosiddetto Monte di Pietà è così chiamato perché il primo e più famoso Banco dei Pegni a Roma si trova a Piazza Monte di Pietà.
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