Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio piemonte: Rosazza

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RosazzaLa settimana volge al termine. Il cielo è turbato, diviso tra sole, nuvole livide e un vento che non sa dove andare. Raggiungo il biellese dove troverò degli amici per una nuova escursione, un nuovo viaggio tra le bellezze e i misteri del Piemonte.
Lele e Gian mi accolgono, benevolmente, sempre con il sorriso. Anche Pizza e Blog, due bellissimi cani meticci provenienti dal canile mi fanno festa. Blog ha la stazza e la fisionomia di un Rotwailler ma ha la dolcezza di un barboncino, il suo manto ricorda il colore della Nutella. Ha un morso forte, e la sua mole l'aiutano a vincere nei giochi di forza. Pizza invece è un cane raccolto da uno dei tanti appelli di ricerca nuova casa e arriva dal napoletano. Di quella terra calda e solare ha raccolto la voglia di saltare, giocare, fare permanentemente festa. Con il suo continuo abbaiare mi ricorda tanto il continuo pettegolezzo delle comari napoletane. Il manto è nero focato, certamente nel suo sangue, oltre l'esplosione vesuviana del carattere, ha preso molto dal Labrador, a cui molto assomiglia.
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Luci ed ombre a Torino (XLVII parte)

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Ron Weasley e Hermione GrangerVicino a via Franco Bonelli, ed esattamente in via Sant'Agostino vi è l'omonima chiesa. Essa è stata costruita tra il 1551 e il 1582, consacrata nel 1643. Tra la metà del XVIII e XIX secolo è internamente rimaneggiata da Carlo Ceppi. Essa sorge sul luogo dell'antica chiesa dedicata ai santi Giacomo e Filippo risalente al IX secolo. La facciata è maestosa, e benché collocata in una via stretta viene comunque evidenziato il suo stile architettonico manierista. Scandita da paraste corinzie, l'accesso al grande portone è preceduto da una bella scalinata. L'interno a tre navate conserva stupende tele del settecento ed alcune sepolture, tra le quali spicca il cenotafio realizzato da Ludovico Vanello nel 1578 per il viaggiatore e collezionista d'arte biellese, Cassiano del Pozzo.
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Il pittore dell'acqua

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Impression, soleil levantÈ una giornata d'inverno dai colori grigi e un freddo secco e pungente. Decido di andare a vedere un'importante mostra di pittura alla G.A.M. di Torino. Ne hanno scritto tutti i giornali, ne hanno parlato amici e conoscenti. Questi quadri ho già avuto modo di vederli al Museo d'Orsay a Parigi, ma voglio rivederli all'interno di una cornice diversa.
Giunto a Torino con il mio amico Daniele, dopo aver cercato un parcheggio libero per diverso tempo, ci avventuriamo verso la Galleria d'Arte Moderna. La coda alla biglietteria è lunghissima, per fortuna avevamo prenotato una visita guidata e pertanto riusciamo ad entrare abbastanza agevolmente. La guida ci consegna gli auricolari e con lei ci inoltriamo nel mondo di Claude Oscar Monet. È un viaggio interessante ed esaltante. Mentre la guida ripercorre la vita del pittore, raccontandone i momenti più salienti, io mi abbandono a osservare i capolavori del più grande artista dell'Impressionismo.
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Chiaroscuri nella città eterna (XVII ed ultima parte)

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RomaRaggiungo viale Luigi Einaudi nei pressi delle terme di Diocleziano; qui quasi nascosto da alti alberi di leccio, e da una lunga serie di orribili edicole dove antiquari e rigattieri vendono la loro mercanzia c'è l'ultimo obelisco del mio tour. I giardinetti, sono poco curati, quasi tetri e bui per colpa delle frondose piante dei lecci, tra i quali rami si nascondono centinaia di storni. Il loro guano non solo ricopre l'arido terreno, ma anche panchine e l'obelisco di Dogali. Dove una volta cresceva l'erba, ora pare vi sia una brutta asfaltatura color marrone.
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Luci ed ombre a Torino (XLV parte)

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Susan BonesPercorrendo via della Basilica, nell'isolato Santa Chiara mi ritrovo davanti al maestoso, quanto decadente portone di Palazzo dei Cavalieri. Questa costruzione comprende anche la Basilica Mauriziana e l'ospedale Mauriziano. L'edificio è stato costruito verso il 1575 per ospitare i locali di rappresentanza dell'ospedale.
Dopo il trasferimento dell'ospedale in altro luogo, nel 1890, Lorenzo Rivetti realizzò la galleria commerciale Umberto I, con negozi al piano terreno e i magazzini al primo piano. Dell'antica struttura rimangono il palazzo dei Cavalieri e l'antica farmacia posta nella galleria. Quest'ultima collega via della Basilica con piazza della Repubblica.
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La fabbrica dietro l'angolo

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solvayHa appena smesso di piovere, il cielo è ancora plumbeo e l'aria è fresca. Le pozzanghere che incontriamo per strada sembrano piccoli laghi, il vento che vi soffia sopra sembra costruire lunghe ed alte onde. Esso ha fatto cadere le ultime foglie, ormai ingiallite da un autunno precoce, accartocciandole lungo il marciapiedi. Non vi è molta coda davanti all'ingresso dello stabilimento. Ci accolgono dei giovani ragazzi, in divisa da custode. Le uniformi sembrano appena uscite dalla sartoria, si nota come questi giovani ragazzi, forse neoassunti, non siano abituati a stare con una camicia inamidata con tanto di cravatta, giacca e per di più berretto con visiera. Ci accolgono con un sorriso e un cordiale benvenuto, consegnandoci una piantina e un programma della visita allo stabilimento.
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La terra degli dei (V parte)

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greciaRaggiungiamo finalmente Nauplia, comune situato nella Argolide del Peloponneso, con alcune decina di migliaia di abitanti. Cerchiamo subito un alloggio per qualche giorno, infatti Nauplia dovrà essere luogo di relax fatto di spiagge, mare e lauti pasti, ma anche luogo di partenza per le nostre scoperte dell'Argolide. Troviamo alloggio in una piccola ed economica pensioncina, proprio nei pressi di Platìa Syntàgmatos, ossia piazza dello Statuto. Una grande camera con tre letti e servizi in camera. Non ci serve di più, visto che passeremo poco tempo in stanza. L'importante è che sia pulita e arieggiata. Andiamo quasi subito alla scoperta di questa cittadina che è stata dal 1829 al 1834, la prima capitale della Grecia indipendente; la capitale fu poi trasferita ad Atene. Secondo la mitologia Nauplia prese il nome dal suo fondatore, Nauplio, figlio del dio del mare Poseidone e della danaide Amimone.
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Luci ed ombre a Torino (XLVI parte)

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Peter MinusMentre mi incammino per via delle Tre Galline, cerco nella mia mente tutti i film da me conosciuti in cui vi siano scene girate al mercato di porta palazzo o al Balon e mi sovvengono: Vincere, film storico del 2009, diretto e sceneggiato da Marco Bellocchio; Razza Selvaggia di Pasquale Squitieri, del 1979 che narra la Torino vista dagli immigrati, sospesi tra illegalità e lotta per far valere i propri diritti; girato al Balon invece Ritorno a se stesso, film amatoriale muto di Fernando Cerchio, del 1934 ambientata nella Torino anni 30 del XX secolo, iI film racconta di un calzolaio del Balôn, umile venditore di scarpe usate; Italia a mano armata del 1976 regia di Marino Girolami, il film poliziesco inizia proprio con immagini di porta Palazzo; l'episodio del frigorifero del film di Monicelli Le coppie del 1970 dove la protagonista, interpretata da Monica Vitti, per pagare le rate del frigorifero si prostituisce sotto la tettoia del mercato dei contadini a porta Palazzo; Stanno tutti bene del 1990 di Giuseppe Tornatore; invece in Libero Burro del 1999 di Sergio Castellitto, alcune scene sono state girate oltreché a porta Palazzo anche all'arsenale della pace, il protagonista è un "terrone" estroverso, simpatico e pieno di idee in cerca di fortuna a Torino.
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Alla scoperta del "Body Shaving", il nuovo trend estivo maschile

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body shavingNon ho molto tempo nè denaro per permettermi delle ferie in luoghi di villeggiatura. Ogni tanto, mi concedo la libertà di una fuga al mare o in montagna, una giornata di relax, poche ore lontano da casa.
In una di queste giornate, passate in un'amena cittadina ligure di villeggiatura, passeggiavo contemplando il cielo terso su un mare che sembrava un tavolo da biliardo. Lo sguardo cadde sui bagnanti, giovani ed anziani che si divertivano e si "rosolavano" sotto un cocente sole. Mentre i bambini giocavano sul bagnasciuga costruendo castelli di sabbia, non lontano dagli sguardi attenti di mamme e nonne, signore attempate che si dilettavano in frivole letture rosa sotto gli ombrelloni colorati, sdraiate comodamente vicino al consorte.
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Io Nerd di prima generazione

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sapiosexualsI mutamenti generazionali, le mode, i trend dei costumi sono talmente rapidi che spesso non riesco a starci dietro. Sarà l'età, sarà che i mutamenti generazionali sono talmente concitati, tanto da sovrapposi che finisco di comprenderne una che già s'affaccia un'altra tendenza. Nella mia piccola cittadina trovi ancora i lumbersexual, gli ubersexual e fanno ancora furore i metrosexual. S'intravedono timidamente i primi gender fluid e gender variant, tutti stili di vita basati sugli aspetti fisici. Ma finalmente trovo consolazione anche io che posso solo autodefinirmi un "nerd di prima generazione". Infatti sui socialnetwork di massa, timidamente ultimamente, hanno fatto la comparsa i "sapiosexual". Parrebbe una buona notizia anche per noi diversamente belli o affascinanti o più chiaramente definiti "cessi" per i maschietti e "cozze" per le femminucce.
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Luci ed ombre a Torino (XLIV parte)

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Petunia DursleyRiprendo la mia passeggiata verso via Milano. Mi fermo all'angolo tra l'attuale via Milano e via Corte d'Appello dove una volta c'era una pietra lucida, levigata dall'uso, era il "masso dei falliti". La gogna per i debitori e i banchieri. Gli insolventi erano fatti sedere sulla dura pietra, e dopo la lettura della sentenza e della condanna il debitore veniva fatto sbattere con il sedere sulla pietra, tra il pubblico ludibrio.
La storia ci racconta che il termine bancarotta, nasce dalla rottura della panca di legno che a colpi di sedere il fallito doveva rompere per ripetere simbolicamente il suo reato.
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