Blog di Dante Paolo Ferraris

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A Lisbona con Pessoa (IX parte)

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LisbonaIl quartiere dell'Alfama è un intrico di strade ripide, scalinate, case con il bucato steso fuori ad asciugare, piccoli negozi di alimentari dai nomi caratteristici e taverne e cantine, dove è facile trovare gli anziani che giocano a carte sotto un pergolato di bougainville; scene di vita quotidiana con gente che mangia e beve in allegria.
Attraverso il fitto dedalo di viuzze cerchiamo di raggiungere il Castelo de São Jorge, centro del potere monarchico fino alla fine del XVI secolo.
Tutta la zona intorno al Castello è molto particolare, fatta di stradine con scale strette e tortuose, porte colorate, muri decorati con disegni del folclore locale e finestre con appese gabbiette per uccellini; tutto molto lusitano style. Le palazzine sono piccole e luminose nei loro vivaci colori pastello e viste le poche le auto in circolazione è gradevole passeggiare nella cittadella, tra negozi di souvenir e prendipolvere, un passatempo perfetto prima di entrare a visitare il Castelo de São Jorge. È un quartiere straordinario, ma lo è sopratutto nel tardo pomeriggio, quando realmente risulta affascinante e quasi magico. Gli abitanti si radunano in piccoli crocchi a parlare e il sottofondo di musica che esce dalle finestre spalancate è di origine per lo più è africana, infatti molti abitanti della zona provengono dalle ex colonie del Mozambico e da Capo Verde, ma non manca l'immancabile fado.
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Facciamoci prendere in giro

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ItaliaDifficilmente scrivo di politica sul blog ma questa volta proprio non ce l'ho fatta a resistere. Le televisioni, le radio, i giornali, i socialnetwork sono stati invasi di notizie e contronotizie su quanto è accaduto per arrivare all'elezione del Presidente della Repubblica Italiana.
La cosa mi ha da un lato molto divertito e dall'altro mi ha gettato nel più profondo stato d'angoscia, pensando allo stato delle cose nel nostro bel paese.
Praticamente abbiamo assistito all'ascesa all'olimpo del Parlamento del nuovo partito, che non ama farsi chiamare così, ma di fatto lo è, cioè il Movimento 5 stelle, nato sull'onda del disgusto degli italiani sul modo di gestire l'Italia. Movimento sviluppatosi attraverso la rete dei socialnetwork, grazie a Beppe Grillo, comico televisivo, che da bravo istrione ha saputo cavalcare bene il malcontento popolare. Dapprima è riuscito a mettere in crisi i due elefantiaci partiti di centro destra e centro sinistra, tanto da impedirgli di riuscire a formare un Governo che possa ritenersi stabile, poi è riuscito a spiazzare le candidature dei maggiori partiti anche alla presidenza della repubblica.
I fatti così come letti e vissuti sono: Grillo, leader del movimento 5 stelle, propone ufficialmente per il Quirinale lo statista Stefano Rodotà, come miglior candidato immaginabile alla Presidenza della Repubblica.
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Sotto lo sguargo della Maga Circe

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TerracinaIl viaggio in treno è lungo e i miei occasionali compagni di viaggio, una bella famigliola di turisti giapponesi, passano tutto il tempo a guardare e leggere le cartine di Firenze. La ragazza più giovane discute con la madre di come organizzare il tour, almeno così credo, mentre il ragazzo passa tutto il tempo a tamburellare sulle cosce al ritmo della musica che ascolta sull'Ipod. Il padre, tranquillamente, se la dorme. Solo il passaggio del controllore lo sveglia ma poi tranquillamente riprende a russare. Una volta giunti a Pisa, riesco a "conquistare" il mio posto che avevo prenotato vicino al finestrino. Una volta scesi i giapponesi sale una famigliola napoletana con due bambini piccoli e tutto si rallegra. Ad attendermi a Latina c'è Loredana con un volontario del gruppo comunale e durante il tragitto da Latina a Terracina discutiamo sugli argomenti della lezione che dovrò tenere il giorno dopo. Latina è una città particolare, c'ero stato di sfuggita in un'altra occasione per una udienza in Tribunale, ma è anche la città natale di uno dei cantautori italiani da me più amati. Mi piace citare una sua frase dalla canzone "Troppo buono": tutto quello che ho sbagliato lo so bene anche io ma non sono mai arrivato a sentirmi così tanto inutile e in tempi avversi ti salvai la vita tante volte, non ti accorgesti ... (Tiziano Ferro).
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I cabinotti torinesi

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cabinottiLa mia breve presenza a Torino mi ha permesso di apprendere di un mondo che non conoscevo: fortunatamente, mi è sempre piaciuto sapere cosa mi capita intorno: osservare ciò che mi circonda, capire i comportamenti altrui, anche se devo dire che, se li avessi compresi prima, qualche stupidaggine in meno l'avrei fatta.
Uno delle cose che, a distanza ormai di tempo, mi è tornata alla mente, durante una mia breve visita nella capitale sabauda, è stato vedere un gruppo di cabinotti discutere tra loro in piazza San Carlo.
Sono ragazzi, non solo adolescenti, che frequentano locali dall'ambiente curato e bazzicato da coetanei, sempre vestiti con griffe all'ultima moda.
Il termine cabinotti è usato per definire principalmente gli adolescenti della Torino bene, in particolare coloro che generalmente seguono un dress-code ben specifico, anche se non selettivo: indossano capi griffati - ma la firma di uno stilista non è individuabile facilmente -, taglio di capelli un po' lunghi ma alla moda, un leggero trucco e sempre profumati, magari iscritti a scuole private o anche pubbliche ma comunque liceali provenienti da famiglie benestanti. Sono determinanti il loro stato sociale, l'estrazione e il percorso di studio. Se a Torino vengono chiamati cabinotti, gli equivalenti milanesi sono i sancarlini, o pariolini a Roma, gli albarini a Genova, i borghesotti a Varese e i chiattilli a Napoli.
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Luci ed ombre a Torino (IX parte)

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Draco MalfoyTrovo Draco Malfoy appoggiato alla sua Mini Cooper gialla, con il suo classico atteggiamento altezzoso e "scazzato". Draco è figlio di Lucius ed è un mangiamorte come il padre.
Mi attende in piazza Solferino, una delle "location" predilette dai più grandi registi italiani, come Michelangelo Antonioni, che qui girò nel lontano 1950 alcuni esterni del suo film "Cronache di un amore", con grandi interpreti come Lucia Bosé, Massimo Girotti e Gino Cervi.
Draco è un ragazzo superbo, che ha un'alta opinione di sé, convinto di essere l'unico depositario della verità e che tratta tutti i suoi compagni come inferiori. Sono poche le persone che vengono trattate da lui come suoi pari.
L'ho conosciuto nell'ultimo anno di permanenza a Torino, presentatomi dal maligno in persona, solo che allora non avevo ancora capito chi avevo di fronte.
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A Lisbona con Pessoa (VI parte)

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LisbonaUscendo dal Museo ci troviamo di fronte Praça Afonso de Albuquerque, che prende il nome dall'esploratore che fu anche secondo governatore dell'India portoghese. Sorge sul luogo in cui nel XVIII secolo sorgeva il porto, da cui nel 1807 la regina Maria I, si imbarcò alla volta di Rio de Janeiro, per sfuggire alle truppe napoleoniche che avevano invaso il Portogallo. Sulla piazza si affaccia il Palácio Nacional de Belém, un palazzo del XV secolo che oggi ospita la residenza ufficiale del Presidente del Portogallo, così lo descrive Pessoa "Sul lato sinistro della Praça Alfonso de Albuquerque, lungo la strada che percorriamo, si trova il Palácio Real de Belém, oggi residenza ufficiale del Presidente della Repubblica. È stato abitato dalla regina Maria II e poi da re Carlos quando ancora era principe ereditario, dopo il suo matrimonio con Dona Amplia de Orléans. Alcuni capi di stato esteri hanno risieduto qui, ospiti del Portogallo" Al centro della piazza è collocato il monumento in stile neo-manuelino, con la statua in bronzo dedicata a Afonso de Albuquerque. Il luogo così viene meglio spiegato da Pessoa: "... ci ritroviamo in Praça Alfonso de Albuquerque, un ampio spazio con giardini, al cui centro si trova il monumento dedicato a quella grande figura storica, il migliore viceré dell'India e fondatore del moderno imperialismo (Alfonso de Albuquerque – 1453 – 1515 fu un grande condottiero portoghese che contributi alla realizzazione dell'impero portoghese in Asia).
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Luci ed ombre a Torino (X parte)

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Pomona SproutLascio Piazza Solferino proprio all'incrocio tra via Pietro Micca e via Cernaia, di fronte alla Fontana Angelica, dove sorge il bel palazzo delle Assicurazioni Generali, realizzato da Fenoglio nel 1909 in puro gusto liberty francese, per entrare in una delle più famose vie del centro storico di Torino. Sotto questo Palazzo, all'angolo con via Botero, una lapide parzialmente nascosta da un edicola di giornali, ricorda Giovanni Moncalvo, un ragazzo appena diciannovenne appartenente alla 47a brigata Garibaldi che qui morì durante gli scontri armati tra partigiani e forze repubblichine, il 27 aprile 1945.
Durante lo scontro il giovane ragazzo, appostato al secondo piano dello stabile, fece fuoco contro gli automezzi dei repubblichini in transito ma le schegge delle cannonate sparate dai blindati nemici lo colpirono all'addome ed al volto. Perì durante l'inutile corsa verso l'ospedale.
Via Pietro Micca ha inizio in Piazza Castello e termina in Piazza Solferino. La matrice architettonica che caratterizza tutta la strada è lo stile eclettico. La via è intitolata al patriota biellese Pietro Micca, soldato del Regio Esercito sabaudo, che sacrificò la propria vita sbarrando il passo alle truppe francesi che assediarono Torino nel 1706.
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A Lisbona con Pessoa (VIII parte)

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LisbonaDecidiamo di esplorare Lisbona a bordo del tram 28, divenuto una vera attrazione turistica. Nei negozi di souvenir il modellino di questo tram, molto antico e caratteristico, è sempre in bella mostra e lo troviamo anche raffigurato su cartoline, poster, magneti, ecc. Questo tram si arrampica lungo le viuzze dell'Alfama compiendo manovre impossibili, dando l'impressione che nonostante l'età ami correre e inerpicarsi su per le colline, apparendo ai miei occhi come uno dei tram più belli del mondo.
Saliamo sul Tram 28 in Largo Martin Moniz, nel cuore del centro storico, da dove si dipana il suo percorso che fa tappa negli angoli più belli della città. Questi piccoli tram gialli sono vecchissimi e divertenti, non solo perché si arrampicano su e giù per i vicoli, infilandosi talvolta in passaggi strettissimi, ma anche per la gente che ci sale. È divertente infatti ascoltare i mexericos (pettegolezzi) delle donne anziane, cariche di sporte con la spesa o i gioviali discorsi dei giovani studenti che vanno o vengono da scuola.
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A Lisbona con Pessoa (VII parte)

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LisbonaUsciamo storditi da questa enorme chiesa, fantastica per le sue architetture ma scarsamente illuminata, se non dalla poca luce naturale che filtra dalle grandi vetrate che disegna splendidi arabeschi sulle bancate. Ci avventuriamo in Praça do Imperio e mi volto un ultima volta verso il Monastero dos Jerónimos, mi sovviene che il 13 dicembre 2007 in questo monastero è stato firmato il Trattato di Lisbona che riforma i Trattati su cui si fonda l'Unione Europea, "La visita al Monastero dos Jerónimos, per essere una vera visita, deve essere fatta senza fretta. Tutte le bellezze qui ospitate devono essere accuratamente esaminate: la lavorazione di ogni dettaglio, le immagini, le tombe, le colonne, le volte, specialmente quella del transetto che non è sostenuta da colonne, i dipinti, il coro, da dove si può vedere gran parte dell'interno della chiesa, il chiostro, che è uno dei più belli al mondo, la Sala del Capitolo, con le tombe di Alexandre Herculano e del gran poeta Guerra Junqueiro, il vecchio portico dove si trovano i dormitori, la cappella di Cristo", Pessoa cosi ci invita a visitare il Monastero, oggi ospita nel chiostro anche la sua eterna dimora, quella di un poeta "fuori dal coro" che ha amato la sua terra.
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Pantera grigia

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panteraHo una malattia, si chiama fantasia, porta quasi all'eresia, è considerata pazzia. (Il Cappellaio Matto in Alice in Wonderland).
È una frase che mi ha sempre attratto, quasi fosse il leit motiv che cerco, forse lo è veramente!
Ma poi, nonostante la mia schizofrenica fantasia, un senso di amarezza mi assale, perché è anche vero che la fantasia scorre come i sogni che raccontano desideri irrealizzabili; ed i sogni nel cassetto fanno la muffa.
Un giorno, tempo fa, mi sono svegliato, mi sono posto davanti allo specchio ed ho iniziato a parlare con la figura che mi stava di fronte. Non ammettevo che fosse la mia immagine riflessa, mi ponevo domande a voce alta, lui mi rispondeva con una voce a me nota, ma che volevo pensare straniera.
La mia voglia di guardarmi dentro è grande, quanto la voglia di rinascere, uno sguardo con occhi stanchi allo specchio, nella solitudine dei miei pensieri.
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Un weekend nel cuore verde d'Italia

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OrvietoLa strada è lunga, il nastro d'asfalto all'imbrunire raccoglie le ombre consumate di una giornata fredda e invernale. Mi fa compagnia in questo viaggio Matteo, una recente conoscenza, con il quale non ho quasi nulla in comune, ma solo un grande affetto che mi stringe a lui. Riusciamo spesso a bisticciare sulle cose più disparate, ma forse è per questo che mi piace la sua compagnia.
Giungiamo ad Orvieto dopo alcune soste nei vari autogrill, che ci hanno permesso di riposarci e distrarci un attimo dalla lunga fila di autocarri e auto che affollano l'autostrada.
Il viaggio, anche se stancante, è volato in fretta grazie anche alla loquacità di Matteo con cui ho chiacchierato tutto il tempo. L'albergo Aquila Bianca è in centro ed è sicuramente comodo per visitare la cittadina che ci ospiterà per due giorni. Il concierge è tutt'altro che socievole, anzi è piuttosto freddino e un po' scontroso. L'albergo è situato nel cuore del centro storico di Orvieto, alle spalle della duecentesca sede del municipio cittadino ed è allocato in un antico palazzo nobiliare con una sala per le prime colazioni finemente arredata in stile fine XIX secolo, realizzata nell'antica sala da ballo. Di particolare fattura anche i corrimano, peccato che la nostra stanza non sia molto grande e che il bagno non sia proprio un esempio di modernità, anzi se ti muovi un po' bruscamente è facile, visto le dimensioni, che inavvertitamente ne smonti un pezzo. Il parcheggio a pagamento è nel piccolo cortile del palazzo, ovviamente non coperto. Ci riposiamo un attimo e ci rinfreschiamo prima di buttarci a conoscere la città della rupe tufacea.
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