Blog di Dante Paolo Ferraris

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Luci ed ombre a Torino (III parte)

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Minerva McGranittQuesta Piazza da sempre è palcoscenico privilegiato ad ospitare diversi avvenimenti storici e sociali, tra cui comizi elettorali, concerti, manifestazioni politiche e sindacali oltre ai festeggiamenti per i trionfi delle società di calcio cittadine, la Juventus e il Torino, ma anche della nazionale di calcio. Passeggiando sotto i portici con Minerva non possiamo non lanciare uno sguardo veloce ed indiscreto nei cortili dei palazzi che vi si affacciano, sedi oggi di importanti istituzioni economiche e culturali, tra cui Intesa San Paolo (Palazzo Turinetti di Pertengo) ed il Goethe-Institut.
Ma anche altri caffè che si affacciano sulla piazza, oltre al già celebre Caffè Torino e al Caffè San Carlo ci raccontano molto, come la "golosissima" Confetterie Stratta, fondata anch'essa nel lontano 1836, nota in tutta la penisola per i suoi confetti e caramelle. Dietro alla sua austera vetrina e al suo storico bancone, rivive la tradizione dolciaria di Torino.
Ma altresì al Neuv Caval'd Brôns, dove si possono gustare delle vere bontà culinarie, basta lasciarsi conquistare dai pasticcini, dai cioccolatini e dalle confezioni regalo della loro pasticceria e correre con il pensiero al 1948, quando inizia l'attività come Birreria Caval'd Brôns prima di diventare caffetteria qualche anno dopo.
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Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (V parte)

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emoSi dice che la maggioranza degli Emo sia di sesso maschile, le band e le tribù avverse affermano sui socialnetwork che in tal modo gli Emo si possono lamentare a ragione di essere stati mollati dalle ragazze.
Ma è anche vero che negli Stati Uniti un noto giornale americano che ha fatto una ricerca sulle tendenze dei giovani, scriveva che gli Emo boy sono soprattutto bisessuali o gay, mentre invece le Emo girl sono quasi tutte eterosessuali. In Italia sul socialnetwork più utilizzato dagli Emo, cioè Netlog, molti Emo si definiscono bisessuali; ciò forse è dovuto per paura di dichiarare apertamente le proprie tendenze sessuali.
Se depressione e sofferenza sono i life motiv degli Emo, in pochi di loro riescono a spiegare perché si sentono così, manifestando a parole solo l' appagamento di sentirsi in tali condizioni. Recentemente ho letto su un blog ciò che scriveva un giovane Emo boy: "Emo è depressione, è un periodo buio dove soffri per maturare, dove cerchi dentro di te risposte alle domande: giuste o sbagliate?" oppure "è piangere sotto la pioggia..., la pioggia lava le lacrime di dolore per portarti a star bene" o anche "Emo è la vita vissuta sulla soglia della sofferenza, è l'inizio della felicità".
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Nuove idolatrie in tempo di crisi economica

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elettro-gadgetI gadget elettronici non sono eterni e così oggi i denari spesi per l'iPod nano, tra un anno al massimo dovranno essere rispesi per comprare il nuovo modello e allo stesso modo avviene per i lettori mp3 o la Xbox per giocare anche quando non si è vicino ad un computer, poi i giochi di ruolo online, i tablet di ultima generazione, iPad, ecc.
È una ruota che ormai gira senza freno e del resto è difficile invertire la tendenza, i giovani e non solo loro, vengono raggiunti fin da piccolissimi da campagne pubblicitarie capaci di penetrare qualunque coltre protettiva, anche famigliare. Al giorno d'oggi è indispensabile che le bambine di tre anni debbano avere la Winx, come ieri bisognava avere la Barbie, gli adolescenti devono imitare i più grandi, con capi d'abbigliamento firmati, creando un mercato assai redditizio che le grandi case non si sono fatte sfuggire, basta scegliere colori e tagli un po' più trendy, un' adeguata campagna pubblicitaria promozionale e fidelizzare.
Parlare agli adolescenti delle difficoltà causate dall'attuale crisi economica è importante, altrimenti continueremo a nascondere i problemi reali e ad allevare generazioni di intelligentissimi giovani, che sanno parlare in diverse lingue e provetti informatici, ma che non sapranno orientarsi nella vita, perché qualcuno nel menage quotidiano ha sempre pensato per loro.
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Luci ed ombre a Torino (II parte)

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Minerva McGranittTorino è una città discreta, abituata a riservare a sé stessa il godimento delle sue bellezze, ma il fatto che piuttosto insolitamente abbia deciso di mostrarsi al mondo, mette decisamente di buon umore.
Ha tutte le carte in regola e se decidesse di spenderle bene per proporre un modello avanzato di "Made in Italy", in un periodo di crisi come questo, manifesterebbe la sua magia trasformando una crisi in un'opportunità. Tutto ciò dimostrerebbe come la propria cultura sia da anni al servizio dell'innovazione, proprio come il suo tipico di stile di vita.
La storia di Torino è fatta di stagioni che si avvicendano, proprio come quelle dell'anno: letarghi lunghi e grigi come il suo inverno si alternano a impennate solo apparentemente improvvise in un dolce passaggio dalla stagione primaverile alla più torrida estate. Fu promettente castrum romano in epoca antica, in ragione della sua collocazione geostrategica, ma quasi scomparve nel medioevo e non conobbe nemmeno il Rinascimento. Il suo secolo d'oro fu il settecento, grazie a Vittorio Amedeo II, il Savoia che rese Torino capitale di un Regno, grazie all'originalissimo connubio di razionalità e fantasia frutto dell'incontro del nuovo regnante con Filippo Juvarra.
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I tecnocrati e il Conducător

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tecnocraziaOgni qualvolta sento il nostro Presidente del Consiglio parlare di debito pubblico mi viene sempre in mente Ceauşescu. Sì, perché lui ha saputo risolvere il problema del debito.
Le cause del "buco di bilancio " sono diverse tra i due paesi: la Romania di Ceauşescu nel 1981 aveva allora 12 miliardi di dollari (21 nel 1975). Sostanzialmente il debito era quasi totalmente verso l'estero ed in gran parte verso i Paesi occidentali, Stati Uniti in primis.
Gli U.S.A avevano sfruttato certi dissapori di Bucarest verso l'U.R.S.S. per cercare di accaparrarsi amicizie oltrecortina con ricchi prestiti. Ricordo che il governo comunista di Nicolae Ceaușescu non invitava i cittadini al risparmio privato e non emetteva BOT o CCT. Il nostro debito pubblico invece si formò tra gli anni '80 e '90, passando dal 57,7% sul Pil (prodotto interno lordo) del 1980 al 124,3% nel 1994. Tale crescita esponenziale (molto superiore a quella degli altri Paesi europei) non fu dovuta ad una impennata della spesa dello Stato, che rimase sempre al di sotto della media della Ue e dell'eurozona, ma ad altri fattori. Allora è lecito domandarsi da dove deriva la maggiore crescita del debito italiano. Ovviamente dalla spesa per interessi sul debito pubblico, da sempre molto più alta di quella delle altre nazioni. La spesa per interessi infatti aumentò vertiginosamente dall'8% del Pil nel 1984 all'11,4%, livello di gran lunga superiore al resto d'Europa. Infatti nello stesso periodo la media Ue passò dal 4,1% al 4,4% e quella dell'eurozona dal 3,5% al 4,4%. Nel 1993 il divario tra i tassi d'interesse si triplicò, il 13% in Italia contro il 4,4% della zona euro e il 4,3% della Ue (fonte keynesblog, 31 agosto 2012 in Economia, Italia).
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Supereroi al peperoncino

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matrimonio X-menAprire un giornale online e trovare la notizia che Northstar e Kyle Jinadu finalmente convogliano a nozze, è una notizia, anzi una supernotizia sconvolgente. Sarà pure un fumetto, scritto da Marjorie Liu, illustrato dall'artista Mike Perkins, ma un "matrimonio gay", con un supereroe di un fumetto di grande diffusione fa sempre eco, anche se non è stato il primo, ma sicuramente quello che fa più clamore nell'opinione pubblica. Un aiuto indiretto alle dichiarazioni in merito del Presidente Barack Obama e alla legalizzazione del "matrimonio gay" nello Stato di New York del giugno 2011.
Ed a confermarcelo è lo stesso Editor-in-Chief della Marvel, Axel Alonso,: " La legalizzazione del matrimonio gay nello Stato di New York è stata il punto di partenza per le nozze di NorthStar, che risiede proprio in quello Stato. I nostri fumetti - ha aggiunto - raggiungono i risultati migliori quando riflettono lo sviluppo del mondo reale".
Ciò mi porta ad indagare nel mondo dei fumetti dei supereroi, da me tanto amati durante la mia giovinezza e che non disdegnerei ancor oggi di leggere.
Con il "matrimonio" omosessuale di un super eroe con un comune mortale, questo fumetto rafforza certamente l'archetipo di normalità del "matrimonio" tra persone dello stesso sesso; credo che ciò segni solo un inizio alle "danze" su questo nuovo fronte dei fumetti di super eroi e di nuovi stellari "matrimoni" omosessuali.
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Non so nulla, sono io

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Fernando PessoaRileggo una delle poesie da me preferite, non chiedetemi perché mi piace, non chiedetemi se mi ritrovo, so solo che mi scorre nelle vene come l'acqua che mi disseta.
Il poeta si ispira ai propri sentimenti e allo stato d'animo che vive in quel momento, cercando di raccontarlo in rima. La sua magia è quella riuscire trasmettere sensazioni, attraverso le parole riesce a far palpitare il cuore, fino a farti scivolare lungo la schiena, umide gocce di sudore.
La poesia di Pessoa, entra nelle carni come un pungolo e ti mette di fronte al tuo io. Scappi o l'abbracci e ti ritrovi nelle poesia.
Se la gente sapesse amare come sa fingere vivremmo in un mondo fantastico, nulla sarebbe obnubilato da ipocrisia e opportunismo.
Non sono nulla, non posso nulla,
non perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
A parte ciò, che è niente, un vacuo vento
del sud, sotto il vasto azzurro cielo
mi desta, rabbrividendo nel verde.
Aver ragione, vincere, possedere l'amore
marcisce sul morto tronco dell'illusione.
Sognare è niente e non sapere è vano.
Dormi nell'ombra, incerto cuore.
(Fernando Pessoa)
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Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (IV parte)

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emoÈ soprattutto attraverso i blog e le community che gli Emo si cercano e si riconoscono, pubblicano foto, video e post a volte anche inquietanti. Questo fenomeno, come sempre, trova grande spazio su internet. In rete si trova davvero di tutto sugli Emo, per gli Emo e degli Emo, ed è soprattutto attraverso Netlog, MySpace ma anche Facebook e numerosi blog, forum e altri siti che si conoscono e si scambiano storie, foto e racconti.
Ciò dimostra che non è vero che essere Emo significa vivere chiusi in se stessi o nella propria tribù, esclusi dal mondo. La tecnologia fa tendenza, affascina i giovani ed essere Emo non vuol dire rifiutarla, anzi va utilizzarla in tue le sue capacità, l'importante è non cambiare mai se stessi.
Se per strada non se ne incontrano molti, puoi invece trovarli in Internet, soprattutto su MySpace. Scrivono generalmente su un template di nero con parole color rosso per simulare il sangue. Vi trovi frasi e poesie deprimenti e canzoni come "Welcome to the black parade" o anche "Dead" dei My Chemical Romance o se vi va meglio dei Tokio Hotel. Ovviamente non mancano immagini sanguinolente, spesso le proprie, delle quali si vantano. Le espressioni più ricorrenti sono "Emo è un sentimento, è solitudine, non è disprezzo … ma è indifferenza per chi non lo capisce e punta il dito e usa la bocca solo per giudicare", "Emo è sapersi emozionare per le piccole cose", " Emo non è anoressia e morte", "Emo è un modo di reagire alla vita, è un modo di reagire alle tue azioni". Frasi secche, convinte, decise e chi le dice nei video che circolano in rete pare convinto delle proprie azioni e del proprio voler essere unico. La frase più bella che ho trovato e che da il segno del loro stato adolescenziale è: "Emo è piangere per una nota e credere in una fata".
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Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (III parte)

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emoA Roma li trovi riuniti in Piazza del Popolo, ma non solo, e ogni pomeriggio tra le 15.00 e le 20.00 stazionano anche sulle gradinate delle chiese gemelle di Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria in Monsanto. Nella capitale i ragazzi sono sempre li, anche se una recente ordinanza del Sindaco Alemanno proibisce di bivaccare presso i luoghi di culto.
Questi ragazzi mi incuriosiscono sempre di più, sono un misto tra babbani e filosofi internauti e sono stati generalmente bollati come "moda adolescenziale", il che può essere anche vero, ma io ci leggo qualcosa di più.
Questi ragazzi dalle Converse ai piedi, sotto quelle t-shirt dal sapore gotico celano un mondo intero, non certo una filosofia di vita come loro la intendono, anche se il modo di vestire, di pensare ed agire fa a volte un po' paura; a mio modesto parere originano comunque nei loro genitori un forte senso di disagio che si tramuta in tristezza se non quasi in disperazione. Se "Emo" significa emozione, questi ragazzi non fanno mistero di quello che provano, anche se questo significa piangere davanti agli amici o baciare persone dello stesso sesso, oppure magari essere emarginati proprio da colui che si riteneva amico.
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Una torrida estate tra le tende nel modenese

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Torre dei ModenesiAppena lasci il casello dell'autostrada e segui la strada che porta a nord, ti rendi conto che in fondo al tuo sguardo non vi è che la linea dritta dell'orizzonte. Il sole è alto e genera una cupola di calore immenso che crea una sorta di nebbia che sfoca ogni immagine, tanto da far apparire la fila di platani che costeggia la strada come un miraggio per quanto il sole rende evanescente ogni forma e figura.
Vasta è la pianura dai filari di pioppi cangianti che al variare del vento e della luce paiono far cambiare scenario di fronte a noi.
Le auto corrono veloci sul nastro d'asfalto, pare indifferenti alle grandi cascine che tranquille sono adagiate nella grande pianura a memoria dell'antico modo di produzione dei frutti della terra, coltivati dai ritmi lenti delle stagioni.
Non solo pioppi e coltivazioni di pere nella pianura ma anche tralci di uve pregiate che diverranno presto lambrusco, o come ricorda anche il cartello stradale appena superato indicante Sorbara, famosa sì per il suo vino ma anche per suo nettare che nasce in antiche acetaie.
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Gioventù 2.0: il modo di essere EMO (II parte)

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emoIl ciuffo stirato di sbieco a coprire un occhio, con una ciocca extension sintetica color fucsia, faccia lunga ed emaciata, occhi verdi, sopracciglia curate, ciglia stirate nere, matita nera intorno agli occhi, tanto da far sembrare gli occhi infossati, jeans strettissimi su gambe sottili come giunchi, t-shirt attillatissima, nera un po' "andata" con la scritta "Emo is for chixs and guis who like di xs", scarpe All Star, il tutto condito da accessori borchiati o a strisce colorate. L'amica parimenti truccata, ma con due occhi neri profondissimi, uno sguardo malinconico, unghie color nero, una t-shirt nera con un riquadro centrale a scacchi bianchi e neri, tanto attillata da segnare in un corpo adolescenziale i primi segni della pubertà, con lo sviluppo del "bocciolo" del seno, una minigonna nera con leggere lamine e borchie d'acciaio coprono una vita fine e danno evidenza a due esili gambe pudicamente nascoste da una calza a rete nera e a maglie larghe, una anonima ma elegante calzatura nera. Vi sono vaghe reminiscenze punk nel modo di abbigliarsi, ma non possiamo dirlo, in quanto le emogirl vogliono distinguersi da questi ultimi. In comune agli emoboys hanno l'occhio bistrato, quasi a voler dimostrare il loro mistero.
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